Acufene da trauma acustico
Ho una ipoacusia da trauma acustico cronico, con acufeni.
Ho 21 anni.
Ho sofferto di una forte depressione fra i 12 ed i 17 anni. Ne sono uscita, ma ho commesso un errore: ho cercato di isolare i problemi tenendo l’i-pod sulle orecchie. Mi faceva stare bene, e non conoscevo le conseguenze di quel che stavo facendo.
Ho iniziato a soffrire di leggeri acufeni intorno ai 17 anni – poco più di un sibilo la sera, che scompariva al mattino. Sono andata dal mio medico di condotta.
“Guarda che i ronzii alle orecchie non centrano niente con il rumore o con l’i-pod” mi ha detto. Giuro, quando quella donna ti guarda ti fa sempre sentire uno schifo. Come se tu stessi sprecando il suo tempo dopo esserle piombata in casa senza invito. “Se hai detto di sentirci bene vuol dire che sei a posto”.
Comunque, da quel periodo ho iniziato a ridurre il tempo che passavo con le cuffie.
A 18 anni, ho trovato un lavoro. E' un lavoro molto rumoroso. Pieno di bip-bip a rumore altissimo che sembrano arrivarti proprio al timpano. Mi hanno detto che mi sarei abituata e che non davano problemi.
Dopo tre anni lì dentro una sera me ne sono andata con un dolore assurdo alle orecchie e dei gran fischi. Il mio orecchio sinistro, quando recepiva un suono a volume alto, dava una reazione strana, come se il timpano tremasse e io recepivo un suono simile ad una interferenza. Sono tornata dalla dottoressa.
Non ha neanche aperto la porta. L’infermiera mi ha dato appuntamento per una settimana dopo. Ma quella sera stavo peggio: avevo un vero concerto in testa ed il mio orecchio sinistro non sopportava quasi niente.
Sono tornata – di nuovo – dal mio medico di condotta, la mattina dopo. Non volevo infastidire ma temevo di non riuscire a reggere una settimana in quel modo. Si è rifiutata di nuovo di vedermi, sostenendo che era inutile. Se proprio volevo poteva mandarmi da un otorino.
“E io fino alla visita come faccio?”.
T’attacchi al cazzo, è stato il sottinteso della loro risposta.
Sono tornata in farmacia ed ho comprato dei tappi. Quella sera sono andata al pronto soccorso. Almeno loro mi hanno ricevuto. Mi hanno spiegato l'acufene, mi hanno guardato i timpani ed erano a posto, mi hanno misurato la pressione (160/80). Mi hanno prescritto dell'Anauran.
Il mio acufene è andato in calando, adesso è solo un flebile ronzio la notte.
1) Vale la pena farsi visitare?
2) Se sono in macchina, macchina spenta e sportelli chiusi è un suono assordante che mi rimbalza nel cranio e mi fa venire un male atroce, però appena mi muovo si calma. Possibile? La sera non da alcun fastidio a dormire, è molto più lieve.
3) Gli acufeni aumenteranno con gli anni fino a diventare insopportabili? Ho letto cose davvero scoraggianti sui forum, persone che addirittura considerano il suicidio a causa di questo disturbo. Mi è venuta un po’ di paranoia… infatti ho messo sotto chiave l’i-pod. Se voglio ascoltare la musica la sento solo da pc e a volume basso.
4) Soffro di cefalea, posso usare Brufen da 400mg? Per la cefalea
Ho 21 anni.
Ho sofferto di una forte depressione fra i 12 ed i 17 anni. Ne sono uscita, ma ho commesso un errore: ho cercato di isolare i problemi tenendo l’i-pod sulle orecchie. Mi faceva stare bene, e non conoscevo le conseguenze di quel che stavo facendo.
Ho iniziato a soffrire di leggeri acufeni intorno ai 17 anni – poco più di un sibilo la sera, che scompariva al mattino. Sono andata dal mio medico di condotta.
“Guarda che i ronzii alle orecchie non centrano niente con il rumore o con l’i-pod” mi ha detto. Giuro, quando quella donna ti guarda ti fa sempre sentire uno schifo. Come se tu stessi sprecando il suo tempo dopo esserle piombata in casa senza invito. “Se hai detto di sentirci bene vuol dire che sei a posto”.
Comunque, da quel periodo ho iniziato a ridurre il tempo che passavo con le cuffie.
A 18 anni, ho trovato un lavoro. E' un lavoro molto rumoroso. Pieno di bip-bip a rumore altissimo che sembrano arrivarti proprio al timpano. Mi hanno detto che mi sarei abituata e che non davano problemi.
Dopo tre anni lì dentro una sera me ne sono andata con un dolore assurdo alle orecchie e dei gran fischi. Il mio orecchio sinistro, quando recepiva un suono a volume alto, dava una reazione strana, come se il timpano tremasse e io recepivo un suono simile ad una interferenza. Sono tornata dalla dottoressa.
Non ha neanche aperto la porta. L’infermiera mi ha dato appuntamento per una settimana dopo. Ma quella sera stavo peggio: avevo un vero concerto in testa ed il mio orecchio sinistro non sopportava quasi niente.
Sono tornata – di nuovo – dal mio medico di condotta, la mattina dopo. Non volevo infastidire ma temevo di non riuscire a reggere una settimana in quel modo. Si è rifiutata di nuovo di vedermi, sostenendo che era inutile. Se proprio volevo poteva mandarmi da un otorino.
“E io fino alla visita come faccio?”.
T’attacchi al cazzo, è stato il sottinteso della loro risposta.
Sono tornata in farmacia ed ho comprato dei tappi. Quella sera sono andata al pronto soccorso. Almeno loro mi hanno ricevuto. Mi hanno spiegato l'acufene, mi hanno guardato i timpani ed erano a posto, mi hanno misurato la pressione (160/80). Mi hanno prescritto dell'Anauran.
Il mio acufene è andato in calando, adesso è solo un flebile ronzio la notte.
1) Vale la pena farsi visitare?
2) Se sono in macchina, macchina spenta e sportelli chiusi è un suono assordante che mi rimbalza nel cranio e mi fa venire un male atroce, però appena mi muovo si calma. Possibile? La sera non da alcun fastidio a dormire, è molto più lieve.
3) Gli acufeni aumenteranno con gli anni fino a diventare insopportabili? Ho letto cose davvero scoraggianti sui forum, persone che addirittura considerano il suicidio a causa di questo disturbo. Mi è venuta un po’ di paranoia… infatti ho messo sotto chiave l’i-pod. Se voglio ascoltare la musica la sento solo da pc e a volume basso.
4) Soffro di cefalea, posso usare Brufen da 400mg? Per la cefalea
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Gentile Paziente, immagino che, in tanti anni, abbia anche consultato un Otorinolaringoiatra, e se non lo ha fatto, lo faccia.
Cedo però che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, , cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento.
Vale forse la pena di prendere in considerazione una componente e una possibilità spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se infila i suoi mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e muove la mandibola, si renderà conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é (o è anche) laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via.
Può trovare qualche notizia in più sul rapporto fra ATM e orecchio aprendo questo link:
http://www.studiober.com/patologie/patologia-dellorecchio/
Se poi c'è di mezzo un trauma acustico, il discorso si complica, ed in peggio per quanto riguarda la prognosi: il danno che il trauma ha prodotto, la sua materiale consistenza e sopratutto la reversibilità del fenomeno non possono essere diagnosticate e pronosticate con chiarezza.
Tuttavia il trauma acustico può aver agito su una predisposizione del tipo sopra descritto, e quindi può trovare una soluzione, anche solo parziale, con il trattamento della disfunzione ATM. In alcuni casi, cioè, la disfunzione ATM può aver reso l’orecchio più suscettibile al trauma, ma può anche costituire un elemento che impedisce la remissione che, in sua assenza, forse potrebbe avvenire.
il rapporto fra ATM e orecchio é un argomento non ancora ben chiarito sotto il profilo scientifico, ma, come conferma la letteratura scientifica, é giusto pensare ad un ruolo dell'ATM quando un problema all'orecchio non trova giustificazioni di pertinenza otorinolaringoiatrica o soluzione: credo sia opportuno considerarlo (ed eventualmente escluderlo) anche nel suo caso..
Purtroppo l'acufene, se non la tomba, è di certo la bestia nera non solo degli Otorinolaringoiatri, ma anche dei dentisti che si occupano di ATM, perché individua un punto di probabile non ritorno di questo aspetto della disfunzione ATM. Ovviamente quanto sopra non si riferisce a tutti gli acufeni: in particolare se l'acufene è monosintomatico , di solito il discorso non vale: è difficile che la disfunzione ATM provochi SOLO un acufene e non altri sintomi. La invito quindi a considerare se compaiono anche altri sintomi di disfunzione ATM , in particolare cefalea (infatti presente nel suo caso), ma anche cervicalgia, dolore auricolare e all'ATM, rumori articolari con i movimenti della mandibola, vertigini, russare notturno con apnee, ostruzione nasale ecc., e di valutare la qualità dell'acufene: costante o con momenti di silenzio, intensità sempre uguale o variabile, tempo di insorgenza . Lei riferisce che il suo acufene "La sera non da alcun fastidio a dormire, è molto più lieve": questo aspetto favorevole potrebbe individuare una possibilità di risultato terapeutico.
Tenga infine presente che il trattamento prevede l’applicazione di una placca intraorale di riposizionamento mandibolare, opportunamente conformata ad hoc, simile ad un bite, da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) per un tempo congruo a poter trarre qualche conclusione sull’efficacia di questo trattamento (almeno 6 mesi, ma per l’acufene può essere necessario più tempo). In questi casi è importante valutare il risultato della terapia sugli altri sintomi eventualmente riferiti, cefalea in particolare.
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
Cedo però che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, , cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento.
Vale forse la pena di prendere in considerazione una componente e una possibilità spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se infila i suoi mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e muove la mandibola, si renderà conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é (o è anche) laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via.
Può trovare qualche notizia in più sul rapporto fra ATM e orecchio aprendo questo link:
http://www.studiober.com/patologie/patologia-dellorecchio/
Se poi c'è di mezzo un trauma acustico, il discorso si complica, ed in peggio per quanto riguarda la prognosi: il danno che il trauma ha prodotto, la sua materiale consistenza e sopratutto la reversibilità del fenomeno non possono essere diagnosticate e pronosticate con chiarezza.
Tuttavia il trauma acustico può aver agito su una predisposizione del tipo sopra descritto, e quindi può trovare una soluzione, anche solo parziale, con il trattamento della disfunzione ATM. In alcuni casi, cioè, la disfunzione ATM può aver reso l’orecchio più suscettibile al trauma, ma può anche costituire un elemento che impedisce la remissione che, in sua assenza, forse potrebbe avvenire.
il rapporto fra ATM e orecchio é un argomento non ancora ben chiarito sotto il profilo scientifico, ma, come conferma la letteratura scientifica, é giusto pensare ad un ruolo dell'ATM quando un problema all'orecchio non trova giustificazioni di pertinenza otorinolaringoiatrica o soluzione: credo sia opportuno considerarlo (ed eventualmente escluderlo) anche nel suo caso..
Purtroppo l'acufene, se non la tomba, è di certo la bestia nera non solo degli Otorinolaringoiatri, ma anche dei dentisti che si occupano di ATM, perché individua un punto di probabile non ritorno di questo aspetto della disfunzione ATM. Ovviamente quanto sopra non si riferisce a tutti gli acufeni: in particolare se l'acufene è monosintomatico , di solito il discorso non vale: è difficile che la disfunzione ATM provochi SOLO un acufene e non altri sintomi. La invito quindi a considerare se compaiono anche altri sintomi di disfunzione ATM , in particolare cefalea (infatti presente nel suo caso), ma anche cervicalgia, dolore auricolare e all'ATM, rumori articolari con i movimenti della mandibola, vertigini, russare notturno con apnee, ostruzione nasale ecc., e di valutare la qualità dell'acufene: costante o con momenti di silenzio, intensità sempre uguale o variabile, tempo di insorgenza . Lei riferisce che il suo acufene "La sera non da alcun fastidio a dormire, è molto più lieve": questo aspetto favorevole potrebbe individuare una possibilità di risultato terapeutico.
Tenga infine presente che il trattamento prevede l’applicazione di una placca intraorale di riposizionamento mandibolare, opportunamente conformata ad hoc, simile ad un bite, da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) per un tempo congruo a poter trarre qualche conclusione sull’efficacia di questo trattamento (almeno 6 mesi, ma per l’acufene può essere necessario più tempo). In questi casi è importante valutare il risultato della terapia sugli altri sintomi eventualmente riferiti, cefalea in particolare.
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.4k visite dal 19/04/2017.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.