Doc e depressione

buongiorno,
sono una ragazza di quasi ventanni.
Due anni fa ho avuto il primo attacco di ansia (sensazione di terrore e di catastrofe imminente, senso di svenimento o comunque di sentirmi male) che poi si è risolto spontaneamente. Ne ho poi avuti altri sempre più vicini tra di loro che mi lasciavano poi un senso di persistente angoscia, fino a che una mattina mi sveglio e ho un attacco ma non questa volta non si risolve da solo e mi rimane un senso di malessere dentro, un dolore immenso,paura di non uscirne mai più,forte insonnia. Entro subito in cura psicoterapeutica (di che indirizzo non so, allora non avevo conoscenza dell esistenza di diversi indirizzi)e dopo un mese anche in cura psichiatrica essendo il mio disturbo fortemente debilitante. Non ricordo che diagnosi mi è stata fatta (forse crisi ansioso depressiva) e mi è stata prescritta una terapia farmacologica consistente in citalopram 10 gocce da aumentare a quindici e una cp di tavor per dormire. Ho continuato ad andare a scuola in maniera molto sofferta ma nel frattempo ecco che subentrano quello che poi ho scoperto essere ossessioni,immagini e pensieri di morte,suicidio pensieri di essere pazza,schizofrenica paranoica, con conseguente disperazione immensa,pianti infiniti. Poi decido di cambiare psicologo e il mio medico di base mi consiglia uno psichiatra psicanalista che mi avrebbe curato da entrambi i fronti.Sono migliorata piano piano, ma dopo un anno e mezzo di relativo benessere, ecco che tutto si ripresenta,con ossessioni sempre più gravi e ricorrenti,ondamentalmente di tipo aggressivo e catastrofico verso tutto e tutti.il grado di sofferenza più o meno lo stesso degli esordi. Ho smesso di svolgere praticamente tutte le attività che ho sempre amato fare. Sono sempre stanca sia mentalmente che fisicamente. La diagnosi è doc con depressione. Mi ci riconosco purtroppo. Ho paura di peggiorare che mi vengano forti compulsioni di non uscirne perchè alla fine leggo dapperttuttto che la prognosi non è molto favorevole insomma. Vi chiedo, posso guarire o cmq tenere sotto controllo i sintomi in maniera stabile nel tempo? ladepressione può causare un peggioramento nella prognosi del doc?vorrei guarire con tutta me stessa ma non ho più molte forze. Piango perchè gli atri possono avere una vita normale e io no. è possibile ricomiciare a vivere dopo una tale sofferenza dopo che tutto intorno a te si è fermato per un bel pò di tempo?e poi ci sono diversi tipi di doc che rispondono meglio alla terapia psicoerapeutica cognitivo comportamentale? le mie sono prevalentemente ossessioni pure aggressivi, filosofico esistenziali o comunque di natura bizzarra.
Cosa mi consigliate?
Vi ringrazio di una vostra eventuale risposta.
Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ricapitolando: diagnosi di doc con depressione. Le terapie indicate sono la farmacoterapia e la psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale, meglio in associazione. Però mi stupisce a) che non le sia stato comunicato l'indirizzo della terapia o comuque il meccanismo dal primo psicoterapeuta; b) che la terapia data sia consistita in un farmaco indicato ma sottodosato; c) che il medico di base si sia preso la briga di scegliere addirittura l'indirizzo psicoterapeutico, di fatto invece mancando la mira.
Per le forme resistenti di doc ci sono altre opzioni, ma la sua non è definibile come tale, anzi direi che è un doc con una cura a dose non pienamente efficace, e poi le altre terapie date dopo non le specifica.
L'andamento ricorrente non è strano, può significare qualcosa sul piano diagnostico e nella scelta delle medicine.
Direi quindi che non c'è da spaventarsi, ma da intraprendere una cura in base a ciò che aveva funzionato a patto che si possa stabilire che davvero ha funzionato nei tempi e con modalità dovute. La psicanalisi in questo è insondabile, poiché è una teoria e non un insieme di conoscenze scientifiche, quindi non si basa sulla prevedibilità e la misurabilità del trattamento. A differenza della terapia cognitivo-comportamentale i cui effetti sono stati misurati anche anatomicamente.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la tempestiva risposta. Ma cosa vuol dire "L'andamento ricorrente non è strano, può significare qualcosa sul piano diagnostico e nella scelta delle medicine?"
Ha ragione comunque, dimenticavo di dirle che a fronte dell insorgere nuovamente dei sintomi a maggio 2009 (dopo un anno dall esordio) mi è stata cambiata la terapia con entact 2 gocce al giorno che assumo da pù di un mese ma senza risultati neppure sul piano depressivo.
Le dico anche che la componente depressva in me è molto forte (faccio fatica a svolgere qualsiasi attività quotidiana oppure la svolgo con molta ansia e angoscia, sono preda spesso della disperazione).è anche per questo motivo che sono preoccupata per la mia salute e il decorso della malattia, perchè non ho avuto i risultati che mi aspettavo in tempi brevi, figuriamoci in tempi lunghi.
Ho per altro una situazione familiare molto complessa con malattie sparse un pò dappertutto (mio padre è giocatore d'azzardo patologico). Le chiedo, l ambiente esterno potrebbe influire negativamente sulla prognosi pur con le adeguate cure?
Infine, cambierò presto psichiatra che mi cambierà terapia farmacologica e rivaluterà la mia situazione e comincerò una terapia cognitivo comportamentale, sempre supportata però dal mio analista.
Ci sono speranze??so che ci sono, ma ho molta paura di affrontarle perhè paura di fallire ancora una volta.
cordiali saluti
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Utente
Utente
volevo dire 20 gocce di entact ovviamente!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Ah, ha fatto bene a specificare la familiarità psichiatrica.
Il DOC è un disturbo che in parte concomita a disturbi dell'umore, questo non è una semplice sovrapposizione, ha un significato diagnostico. Una parte dei DOC a esordio giovanile, a decorso intermittente con peggioramenti rapidi associati a depressione tende nel tempo ad evolvere come disturbo dell'umore di tipo bipolare. Non dico e non so se sia il suo caso, anche perché è una questione di previsione statistica, ma va tenuto presente perché in tal caso la sola terapia con antidepressivi potrebbe essere efficace in maniera instabile o peggiorare l'umore nel tempo, magari dopo una buona risposta iniziale.
Facevo questo discorso perché uno dei modi per prevedere le cose è la familiarità, e il gioco d'azzardo patologico è un indice di bipolarità abbastanza affidabile.
Se la cura dopo un mese non funziona in effetti è un po' prestino per decretarne l'inefficacia, il DOC risponde un po' più lentamente della depressione semplice.
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Utente
Utente
inutile dirle che sono terrorizzata dalla sua "diagnosi", in quanto è proprio una delle mie più grande preoccupazioni non guarire, non potermi costruire una vita serena e diventare come mio padre.
Specifico che sono sempre stata una ragazza con tanti progetti e aspirazioni, ma questa sofferenza mi ha distrutto la vita. Lei crede che possa evolvere in disturbo bipolare?io non lo so purtroppo. Ma le dico che già ora delle volte due risate me le faccio ma con un umore che è sempre estremamente nero e disperato. Comunque, io adesso inizierò la tcc, e probabilmente cambierò terapia, ma il decorso si può deviare in maniera positiva con le adeguate cure se fosse come dice lei?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
La diagnosi in questo caso non comporta nessun cambiamento di prospettiva. DOC, depressione, disturbo bipolare attenuato sono tutte condizioni che comunque possono avere decorso variabile, da continuo a episodico con episodi distanziati tra di loro. In tutti i casi è possibile avere un controllo completo del disturbo se la cura lo consente, quindi spaziando tra queste (eventuali) diagnosi non si incrocia nessuna particolare "condanna" diagnostica, se è questo che la preoccupa.
Nessuno ha detto che Lei abbia un disturbo bipolare, quindi non deve ragionare sul nulla.
L'ultima domanda è da sfera di cristallo, non deve mai porre domande del genere a se stesso e al medico, le risposte non la soddisfano comunque. E' come se chiedesse al chirurgo prima dell'intervento: se mi opera con mano ferma, l'operazione verrà perfetta, avrò delle conseguenze o rimango sotto i ferri ?
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Utente
Utente
Ha ragione. Ma la richiesta di rassicurazioni è spesso intrinseca nel doc. E lei sa forse quanto me perchè conosce i sintomi dal punto di vista medico che la paura di non poter vivere una vita normale, come gli altri, in maniera continuativa (lavorare, studiare, appassionarsi a delle attività),è molto viva in un soggetto con patologie che cura lei.
Purtroppo è vero, non posso avere risposte certe, ma posso sapere almeno se potrò stare meglio.
Anche mio padre è in cura con antidepressivi, ma non a diciannove anni e tutta una vita davanti che se forse s n'è andata per sempre.
cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
L'unico consiglio utile è che non deve riflettere sui futuri possibili. Deve agire in maniera logica, questo è il meglio che può fare, e sapere che non tutto nella sua vita è riconducibile ad uno standard d'intervento medico, come dire, il DOC si cura in un certo modo, la sua qualità di vita non dipende solo dalla cura del DOC.
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Utente
Utente
la ringrazio.
Se qualche altro medico vuole dare il suo contributo glie ne sarei grata.
cordiali saluti
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Vorrei rassicurarti
nella mia lunga vita di psichiatra ho visto moltissimi giovani -soprattutto ragazze- con disturbi del tutto analoghi ai tuoi, che, dopo le giuste cure, sono stati bene ed hanno avuto una vita normale. La mia idea,comunque, è che sia necessaria una cura un po' più complessa.
Tanti auguri
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile ragazza, poichè ha chiesto un altro parere, le vorrei dare anche il mio.
Ma poichè io propendo per una visione delle difficoltà psichiche come collegate anche alle esperienze ambientali e di vita, la inviterei a parlare della sua situazione generale, familiare, del momento della sua vita che sta passando, delle fasi precedenti, insomma della sua situazione globale di persona in età poco più che adolescenziale che è di fronte alle prospettive tipiche di questa età e forse non riesce a vedere bene la sua strada e i possibili ostacoli. Limitarsi a guardare i sintomi e le diagnosi e i farmaci può aggiungere dei paraocchi agli altri che già normalmente esistono in tutti.
restando a disposizione

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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Utente
Utente
Prima dell'insorgenza dei sintomi, ero una ragazza felice pur con tanti problemi in famiglia. A scuola risultati soddisfacenti, atnti amici, un ragazzo splendido, io sono bella e intelligente con tanta voglia di fare. Nonostante questo la mia infanzia è stata difficile. Mio padre è giocatore d azzardo patologico (non so se l aveva letto e al di là delle problematiche ambientali questo mi preocupa molto perchè potrei aver avuto una certa familiriaà nonstante siano due disturbi differenti), la mia mamma ha una malattia reumatica non troppo grave e mio fratello ha una malattia neurodegenerativa che per ora lo ha limitato in maniera non molto rilevante.
Ho un ragazzo splendido (con il quale sto insieme da poco) nonostante la crisi depressiva ossessiva ansiosa (chiamatela come volete) mi sono innamorata di lui (non so come sia possibile visto che sto molto male).
Propendo anche io per una spiegazione di tipo ambientale, che può favorire l insorgere del disturbo, m io su di me la sento molto di origine "chimica" la malattia, vuoi per mio padre, vuoi perchè son sempre stata una ragazza malinconica e lamentosa, ma sempre con molta speranza.
Ora non c'è più nulla di tutto questo
c'è un altra persona al posto mio
ed io sto soffrendo come non mai.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile ragazza, scusi quanto sto per dirle, non voglio essere offensivo, ma quello che ha scritto qui sopra temo (può darsi che mi sbagli) sia solo la storia che lei racconta a se stessa per prima, e poi agli altri. Per guardare a una possibile storia più 'vera' ( e più utile) bisogna forse correre il rischio di star male (in un modo diverso dalla sofferenza che lei dice) , di esporsi a dubbi e incertezze, di aprire gli occhi e fare la fatica - dolorosa - di pensare alle cose dentro e fuori di lei. Non è una cosa facile, tanto più ovviamente in questa sede, ma se vuole anche un mio parere può provare a toccare qualche punto difficile sotto la storia (alcuni ne ha già accennati, in effetti) anche solo un po', sempre coperta dall'anonimato, ovviamente.
Se non le interessa il mio parere ovviamente è libera di fermarsi qui, non la importunerò di più.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Le confermo quanto detto prima. Il disturbo ossessivo, attenendosi alla diagnosi che le è stata fatta, richiede di non riflettere oltre quello che già il meccanismo del disturbo la spinge a fare.
Il richiamo a dubbi e a pensieri è un sintomo del disturbo ossessivo, che ovviamente non va assecondato, altrimenti le ossessioni si chiuderebbero da sole e produrrebbero certezze solide, invece è il contrario, più pensa e più dubita.
Le motivazioni "recondite" sono soltanto una supposizione non verificabile. Ciò che lei riferisce al medico è importante per come il medico lo utilizza per riconoscere il meccanismo del problema, non per scovare significati nascosti che sarebbero puramente fantastici.

Saluti
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Utente
Utente
Gentile Dott. Benedetti,
sono già sotto terapia psicanalitica e so benissimo di cosa sta parlando.
Allo stesso tempo però il mio disagio è talmente forte che credo proprio che la base del mantenimento del mio disturbo sia di tipo "chimico" (forse non so) e che la terapia farmacologica sia fondamentale perlomeno per evitare una sintomatologia acuta legata a questo disturbo e permttermi di svolgere le normali attività che ora non riesco assolutamentea fare.
Vorrei perlomeno trovarla questa benedetta terapia farmacologica che debella i sintomi del disturbo!!
Poi lo so perfettamente che con la psicoterapia si può lavorare nel profondo o comunque modificare in maniera più duratura questo squilibrio chimico (difatti io credo che si tratti di questo).
Spero d aver presto dei risultai soddisfacenti, perchè la mia vita si è completamente fermata e penso solo alla morte purtroppo o comunque che la mia malattia peggiorerà nel tempo.
cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

non vedo grossi motivi per scoraggiarsi all'idea di trovare una cura per questo disturbo. Le sue basi biologiche sono note, addirittura sul piano anatomico, e anche se la soluzione è abbastanza lenta di solito (cioè non rapida come per la depressione), le cure esistono e non da ieri.
Le terapie che sollecitano l'analisi del proprio pensiero possono essere controproducenti. La psicoterapia indicata per questo disturbo è cognitivo-comportamentale, è efficace sul piano biologico in aggiunta e in alternativa ai farmaci.
Il consiglio è di riproporre la sua condizione attenzione di uno specialista, o chiedere un secondo parere.
Si faccia coraggio e proceda.
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Utente
Utente
Gentile dottor. Pacini.
La ringrazio tanto.
Vedo come procede il disturbo e in tempi brevi decido che cosa fare assieme al mio attuale medico.
Magari vengo anche da Lei a Milano.
cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Saluti
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