Disturbi del sonno e sudorazione notturna
Da circa due settimane ho d'improvviso iniziato a dormire poco (tra le 4 e le 5 ore circa, invece delle solite 6-7 ore). Al risveglio non mi sentivo né stanco né assonnato e durante la giornata ero più iperattivo.
Per dormire di più e poiché lavoro su turni settimanali variabili (dal turno tardi al turno molto presto), ho preso per due giorni un famoso marchio di melatonina in confetti gommosi, 1 dose mezz'ora prima di coricarmi.
Tuttavia non ho avuto l'effetto desiderato e una volta al letto mi sono sentito piuttosto agitato e con le palpitazioni, per cui l'ho smesso.
Sono andato dal medico in quale mi ha prescritto Zolpidem da 10 mg, una compressa la sera.
Mi ha aiutato ad addormentarmi rapidamente, ma la durata del sonno non è aumentata e mi svegliavo presto ma riposato e attivo.
Dopo circa 6 giorni, il mio medico ha sospeso lo zolpidem e mi ha prescritto, dopo un giorno di pausa, 1 mg di lorazepam la sera dopo cena.
Dopo la prima assunzione, in ore dormite, non ho notato grandi differenze (5 ore, ma anche la sera prima, dove non ho assunto nulla, avevo dormito un po' di più) a parte un senso di lieve stordimento e una lieve sonnolenza al risveglio, poi di lieve torpore per diverse ore quasi fino al pranzo.
Per la sera successiva ho deciso di per mezza compressa, con risultati simili ma senza stordimento al risveglio e con una lieve sonnolenza (diciamo un senso di pigrizia) durante la mattinata.
A causa del lavoro, mi è difficile prendere il farmaco alla stessa ora ed evitare effetti residui al mattino.
Chiedo inoltre se i due princìpi attivi causino forme di dipendenza.
Al momento non ho una diagnosi di disturbo ansioso o di altro genere.
Aggiungo che nei due mesi precedenti l'insorgere dell'insonnia mi capitava spesso di svegliarmi sudato, anche più volte durante la notte.
Questa sudorazione non dipende dalla temperatura della camera da letto, perché ho sempre gradito il fresco.
Ancora prima, più o meno dall'estate scorsa, ho avuto spesso delle apnee, ma non ho fatto ancora una polisonnografia.
Mi capita tutt'ora, quando mi risveglio del tutto, di avere delle parestesie agli arti e un senso di bruciore/formicolio più o meno intenso ma transitorio sulla faccia anteriore della coscia.
Quando mi sveglio, inoltre, sento aumentare di intensità un acufene bilaterale di cui soffro da molto tempo, e talvolta mi pare di aver serrato la mandibola durante la notte, poiché spesso me la sento indolenzita.
Spesso ho anche la sensazione di avere la pressione alta dal collo in su.
Chiedo se, a vostro parere, l'ipotesi psicogena di questi sintomi sia giusta e se la terapia sia opportuna.
Chiedo inoltre se può aver senso suddividere la 1/2 piloola di lorazepam in due dosi (0, 25 mg la sera ed eventualm.
altri 0, 25 mg nel caso di risveglio notturno).
Chiiedo inoltre se non sia il caso di effettuare esami clinici di qualche altro tipo.
Mi scuso per il lungo testo e le molte richieste.
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
È utile consultare uno specialista in medicina del sonno e potrà essere valutata l’esecuzione di una polisonnografia.
Parli con il suo medico curante rispetto alla adeguatezza della terapia attuale e l'eventuale necessità di modifiche.
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Dormire solo circa 4-5 ore con Zolpidem è coerente con la tipologia di farmaco, perché ha una metabolizzazione molto veloce, essendo indicato specificatamente nell'insonnia con difficoltà di addormentamento.
Il Tavor potrebbe aiutare nel mantenimento del sonno perché la durata d'azione è più lunga (circa 8-10 ore), ma avendo una più lunga durata d'azione è possibile che ci siano degli effetti sedativi residui al mattino.
Non è possibile "spezzare" ulteriormente la compressa di Tavor ad un quarto: si può solo suddividere a metà, dividendola ulteriormente si va potenzialmente a modificare l'assorbimento del farmaco.
Sia lo Zolpidem che il Tavor possono causare dipendenza, sebbene il Tavor abbia più possibilità nell'indurre dipendenza e tolleranza, motivazione per cui è sconsigliato assumerlo nel lungo periodo.
Oltre a ciò, non è da escludere una possibile causa organica dell'insonnia, perché le sudorazioni notturne sono non comuni nell'insonnia di natura psicogena.
Il consiglio è di effettuare una polisonnografia ed esami ematochimici per escludere potenziali cause organiche.
Spero di averla aiutata a fare chiarezza.
Un caro saluto, resto a disposizione per eventuali necessità
dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
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il mio medico ha ipotizzato una causa psicogena per esclusione. Da esami del sangue di routine eseguiti a dicembre, comunque prima della comparsa dei sintomi, non risulterebbero anomalie. A febbraio scorso - anche in questo caso prima della comparsa dell'insonnia - avevo ripetuto degli esami specifici per la funzionalità tiroidea, poiché in un prelievo dell'anno scorso i valori di un certo anticorpo risultavano superiori alla norma. Gli ultimi esami di febbraio risultavano regolari per quell'anticorpo.
L'unica cosa che ad aprile è cambiata, ma mi rendo conto che può non esserci un vero fondamento, è che sono passato dal fumare sigarette ordinarie a fumare sigarette a riscaldamento a induzione. Queste ultime contengono comunque nicotina, quindi non posso dire di trovarmi im astinenza, ma alcuni dei sintomi che sto avendo (dormire poco e non sentire né stanchezza né sonnolenza) mi ricordano quelli che avevo avuto anni fa quando per un mese mi ero astenuto dal fumare (purtroppo ricadendoci poco dopo). Peraltro non ho notato un aumento di altri sintomi caratteristici come irritabilità e fame aumentata. Ho però avuto una modesta diminuzione di peso.
Seguirò il consiglio di effettuare una polisonnografia.
Ringrazio nuovamente per le risposte fornite.
Un caro saluto.
Potrebbe sembrare di secondaria importanza, ma quest'ultima informazione fornita in merito al cambio di tipo di sigarette potrebbe potenzialmente avere una influenza.
Le spiego in che senso: le sigarette con riscaldamento ad induzione, pur essendo meno dannose a livello respiratorio per assenza di combustione, si associano spesse volte ad una maggiore quantità di nicotina.
Maggiore quantità di nicotina che non dipende esclusivamente dalla sigaretta in sé, ma anche dal fatto che molti studi suggeriscono che si tende a fumare molto di più con le sigarette senza combustione rispetto a quelle classiche (anche per motivazioni spesse volte pratiche, dovute al fatto che si può fumare in luoghi chiusi, o per maggiore praticità).
La mia è solo una considerazione, ma ho colto questo particolare che potrebbe essere un importante spunto di riflessione: oltretutto anche la perdita di peso potrebbe suggerire un possibile incremento dell'assunzione di nicotina (che è una sostanza anoressizzante).
La polisonnografia è comunque fondamentale, ma non sottovaluti il dato anamnestico del cambio di sigarette fumate.
Rinnovo Cordialità, restando a disposizione
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Grazie nuovamente, e nuovamente cari saluti.
1. Le compresse di lorazepam di cui dispongo non hanno la tradizionale tacca per suddividerle. Le taglio con un piccolo strumento apposito, dotato di una lama a ghigliottina, acquistato in farmacia. Se ho dedotto correttamente dalla sua osservazione, il fatto di suddividere una compressa non appositamente fabbricata allo scopo, può influire sull'assorbimento perché, ipotizzo, le due metà possono avere il principio attivo distribuito in modo non omogeneo? In tal caso, la mezza compressa che sto prendendo la sera potrebbe contenere un po' più o un po' meno di 0,5 mg di lorazepam, giusto?
2. In passato ho fatto un uso abbastanza frequente di melatonina, in formulazioni in compressa con erbe (melasin-up, con griffonia e iperico), e ultimamente in pastiglie gommose (zzzquil, con vit. b6, valeriana, lavanda e camomilla). Mi ha un po' sorpreso il fatto che, negli ultimi tempi, dopo la somministrazione di questi prodotti, io abbia avuto dei sintomi contrari a quelli attesi (ossia agitazione, palpitazioni, irrequietezza), una reazione che si è presentata con una certa frequenza. Posto che la melatonina è una sostanza prodotta naturalmente dal corpo e sarebbe improbabile pensare a una intolleranza a questa, considerando anche che non ho superato la dosa consigliata, e che non mi risulta essere allergico agli estratti di erbe presenti nella formulazione (che intuisco essere più simboliche e pubblicitarie che altro), mi domando come posso avere avuto dei sintomi opposti a quelli sperati. S'intende che non ho mai assunto la melatonina in concomitanza con gli altri farmaci di cui sopra.
Ringrazio infinitamente.
Suddividere una compressa di lorazepam "senza tacca", anche se con un tagliapillole, può comportare una distribuzione non omogenea del principio attivo.
Questo accade perchè il fatto di avere "la tacca" è un'indicatore di divisibilità del farmaco, ovvero in quel caso l'azienda farmaceutica si assicura che il 50% del principio attivo sia contenuto in una metà compressa, e l'altro 50% nell'altrà metà, im modo equo.
Se la tacca non è presente, nessuno può assicurare che non ci possa anche essere un 80% di principio attivo in una metà compressa, e il 20% nella restante metà compressa.
Questo è un concetto fondamentale, che riguarda non solo il Lorazepam, ma tutte le compresse in generale.
In merito alla sua seconda domanda, i "sintomi paradosso" (agitazione, palpitazioni, irrequietezza) con melatonina possono derivare da sensibilità individuale, eccipienti, o erbe come griffonia o iperico, che possono stimolare il sistema nervoso.
La melatonina, anche a dosi consigliate, può causare effetti contrari in alcuni individui particolarmente sensibili, ed è importante che tali aspetti vengano valutati nel corso di una visita specialistica diretta.
Rinnovo cari saluti, restando a disposizione per eventuali chiarimenti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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L'utilizzo di tutti questi prodotti benzodiazepinici e fitoterapici tutti insieme sembra molto casuale e non propriamente personalizzata nel suo caso.
E' utile che la questione sia rivalutata in modo più specifico e nel frattempo si sottoponga ad accertamenti di approfondimento.
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