Ansia, angoscia esistenziale o depersonalizzazione cronica?
Buongiorno,
ho 20 anni e da circa due anni vivo una condizione psichica molto difficile da spiegare.
Scrivo per chiedere un secondo parere medico, perché sento che la mia esperienza non è del tutto compresa nel percorso che sto seguendo.
Da tempo avverto un senso continuo di estraneità da me stesso: mi sembra assurdo che io sia sempre stato io, come se i miei ricordi non fossero veramente miei.
Spesso mi sembra di non aver mai vissuto davvero, come se tutta la mia vita passata fosse finta.
Quando mi osservo o mi ricordo, non riesco a riconoscermi.
Provo anche un forte distacco affettivo: so che voglio bene ai miei cari, ma non riesco a sentirlo nel corpo.
Il pensiero che più mi ossessiona è che sarò sempre me stesso, per sempre dentro la mia coscienza, intrappolato nel mio corpo senza via d’uscita.
Tutto mi sembra assurdo, anche le cose più banali.
Questo mi terrorizza.
Mi chiedo continuamente: chi sono?
, perché sono io?.
Ogni gesto quotidiano mi sembra automatico, teatrale, come se fossi uno spettatore della mia vita.
Da due anni sono seguito da una psichiatra che mi ha diagnosticato un disturbo d’ansia generalizzato con tratti ossessivi.
Secondo lei, queste sensazioni derivano solo dall’ansia legata a scelte di vita e responsabilità.
Io però sento che il problema è più profondo.
Non mi sento agitato: provo un vuoto lucido, una disconnessione da me stesso e dal mondo.
Ho assunto per un anno 150 mg di Zoloft, con miglioramenti parziali ma senza mai risolvere questi sintomi.
Da tre giorni ho iniziato 75 mg di Anafranil, per ridurre i pensieri ossessivi.
Ho paura che queste sensazioni non passino mai e che mi porteranno a gesti estremi.
Io non voglio morire, riconosco filosoficamente la tragicità della vita ma ci sono comunque attaccato e mi piace.
Ho una famiglia presente, tanti amici stretti, non ho nessun problema reale, ma queste sensazioni/pensieri mi bloccano a letto per giorni.
Sono quasi depresso.
Non riesco a capire se la mia ansia sia dovuta ad un’angosci esistenziale insostenibile o è proprio l’ansia che mi fa risultare questi pensieri esistenziali terrificanti.
Ho già avuto problemi simili in passato, ma cercavo di non pensarci distraendomi.
Ora non penso sia più la strada giusta la distrazione.
Non so cosa fare.
Ho paura di aver visto troppo in fondo la vita e di aver perso tutte le illusioni, e non so se sono in grado di sopportarlo.
Ma magari vedo tutto ció così terrificante a causa dell’ansia.
Chiedo se sia possibile che io soffra di depersonalizzazione-derealizzazione persistente o DOC esistenziale.
Mi chiedo se il trattamento attuale sia sufficiente, o se serva una valutazione più approfondita da un esperto in dissociazione.
Grazie a chi mi risponderà.
ho 20 anni e da circa due anni vivo una condizione psichica molto difficile da spiegare.
Scrivo per chiedere un secondo parere medico, perché sento che la mia esperienza non è del tutto compresa nel percorso che sto seguendo.
Da tempo avverto un senso continuo di estraneità da me stesso: mi sembra assurdo che io sia sempre stato io, come se i miei ricordi non fossero veramente miei.
Spesso mi sembra di non aver mai vissuto davvero, come se tutta la mia vita passata fosse finta.
Quando mi osservo o mi ricordo, non riesco a riconoscermi.
Provo anche un forte distacco affettivo: so che voglio bene ai miei cari, ma non riesco a sentirlo nel corpo.
Il pensiero che più mi ossessiona è che sarò sempre me stesso, per sempre dentro la mia coscienza, intrappolato nel mio corpo senza via d’uscita.
Tutto mi sembra assurdo, anche le cose più banali.
Questo mi terrorizza.
Mi chiedo continuamente: chi sono?
, perché sono io?.
Ogni gesto quotidiano mi sembra automatico, teatrale, come se fossi uno spettatore della mia vita.
Da due anni sono seguito da una psichiatra che mi ha diagnosticato un disturbo d’ansia generalizzato con tratti ossessivi.
Secondo lei, queste sensazioni derivano solo dall’ansia legata a scelte di vita e responsabilità.
Io però sento che il problema è più profondo.
Non mi sento agitato: provo un vuoto lucido, una disconnessione da me stesso e dal mondo.
Ho assunto per un anno 150 mg di Zoloft, con miglioramenti parziali ma senza mai risolvere questi sintomi.
Da tre giorni ho iniziato 75 mg di Anafranil, per ridurre i pensieri ossessivi.
Ho paura che queste sensazioni non passino mai e che mi porteranno a gesti estremi.
Io non voglio morire, riconosco filosoficamente la tragicità della vita ma ci sono comunque attaccato e mi piace.
Ho una famiglia presente, tanti amici stretti, non ho nessun problema reale, ma queste sensazioni/pensieri mi bloccano a letto per giorni.
Sono quasi depresso.
Non riesco a capire se la mia ansia sia dovuta ad un’angosci esistenziale insostenibile o è proprio l’ansia che mi fa risultare questi pensieri esistenziali terrificanti.
Ho già avuto problemi simili in passato, ma cercavo di non pensarci distraendomi.
Ora non penso sia più la strada giusta la distrazione.
Non so cosa fare.
Ho paura di aver visto troppo in fondo la vita e di aver perso tutte le illusioni, e non so se sono in grado di sopportarlo.
Ma magari vedo tutto ció così terrificante a causa dell’ansia.
Chiedo se sia possibile che io soffra di depersonalizzazione-derealizzazione persistente o DOC esistenziale.
Mi chiedo se il trattamento attuale sia sufficiente, o se serva una valutazione più approfondita da un esperto in dissociazione.
Grazie a chi mi risponderà.
I sintomi che descrive possono rientrare in un quadro di depersonalizzazione-derealizzazione o di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) a contenuto esistenziale.
la risposta alla terapia farmacologica può richiedere diverse settimane..
La persistenza dei sintomi e l’impatto sulla qualità della vita, possono richiedere una valutazione ulteriore e più approfondita da parte del suo specialista anche per valutare eventuali integrazioni o modifiche alla terapia, una volta trascorsi i tempi di trattamenti attuali.
la risposta alla terapia farmacologica può richiedere diverse settimane..
La persistenza dei sintomi e l’impatto sulla qualità della vita, possono richiedere una valutazione ulteriore e più approfondita da parte del suo specialista anche per valutare eventuali integrazioni o modifiche alla terapia, una volta trascorsi i tempi di trattamenti attuali.
https://wa.me/390698234174
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Gentile utente,
Quando descrivi il senso di estraneità, il distacco affettivo e le "ossessioni esistenziali", insieme al sentirsi spettatore della propria vita, è un corredo sintomatologico che potrebbe richiamare un disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione o un DOC con tematiche esistenziali, più che un semplice disturbo d’ansia generalizzato.
Il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione, difatti, si manifesta con un senso persistente di disconnessione da sé e dal mondo, spesso senza ansia marcata, come tu descrivi.
Il tuo vuoto lucido e i pensieri sulla coscienza intrappolata sono pertanto coerenti con queste condizioni.
La terapia con Zoloft e il recente passaggio ad Anafranil sono approcci validi per per il disturbo d'ansia generalizzato e per un eventuale DOC, ma i miglioramenti parziali suggeriscono che potrebbe essere utile una valutazione più mirata, con la possibilità di approfondire e/o integrare la tua sintomatologia dal punto di vista diagnostico, rispetto alle diagnosi che ti sono già state formulate,
E' importante sottolineare che nel consulto scritto non può, per sua natura, emergere un quadro completo e chiaro della situazione clinica; pertanto il mio consiglio è di richiedere una consulenza con uno specialista in disturbi dissociativi e di continuare il monitoraggio con il tuo curante.
Una visita diretta è fondamentale sia per un preciso orientamento diagnostico, che per personalizzare il trattamento sulla base della tua personale individualità, sintomatologia e storia clinica
Un caro saluto, resto a disposizione per eventuali necessità
Quando descrivi il senso di estraneità, il distacco affettivo e le "ossessioni esistenziali", insieme al sentirsi spettatore della propria vita, è un corredo sintomatologico che potrebbe richiamare un disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione o un DOC con tematiche esistenziali, più che un semplice disturbo d’ansia generalizzato.
Il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione, difatti, si manifesta con un senso persistente di disconnessione da sé e dal mondo, spesso senza ansia marcata, come tu descrivi.
Il tuo vuoto lucido e i pensieri sulla coscienza intrappolata sono pertanto coerenti con queste condizioni.
La terapia con Zoloft e il recente passaggio ad Anafranil sono approcci validi per per il disturbo d'ansia generalizzato e per un eventuale DOC, ma i miglioramenti parziali suggeriscono che potrebbe essere utile una valutazione più mirata, con la possibilità di approfondire e/o integrare la tua sintomatologia dal punto di vista diagnostico, rispetto alle diagnosi che ti sono già state formulate,
E' importante sottolineare che nel consulto scritto non può, per sua natura, emergere un quadro completo e chiaro della situazione clinica; pertanto il mio consiglio è di richiedere una consulenza con uno specialista in disturbi dissociativi e di continuare il monitoraggio con il tuo curante.
Una visita diretta è fondamentale sia per un preciso orientamento diagnostico, che per personalizzare il trattamento sulla base della tua personale individualità, sintomatologia e storia clinica
Un caro saluto, resto a disposizione per eventuali necessità
dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
WhatsApp 3406693506
https://www.instagram.com/docfabiotortorelli?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 444 visite dal 19/05/2025.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.
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