Anginofobia o cosa?
Buonasera, sono una ragazza di 30 anni e da qualche giorno ho il terrore della deglutizione.
Non c’è stato un episodio vero e proprio che ha scatenato questa cosa, se non che sono un soggetto ansioso e con attacchi di panico causati dalla mia ipocondria.
Lo scorso anno ho sofferto di ansia molto forte che non mi lasciava vivere e decisi di fare un percorso con lo psicoterapeuta che è riuscito a farmi uscire dal loop ansia/paura/attacchi di panico in brevissimo tempo.
Adesso quando si presentano gli attacchi di panico li so gestire e durano pochissimo.
Dato che ora ho questa fobia, ho deciso di iniziare nuovamente la terapia con lui dalla prossima settimana.
Non ho assolutamente problemi a deglutire liquidi, ma il pensiero di ingoiare cibi solidi mi fa veramente paura.
Sto attraversando un periodo stressante causato dal lavoro.
Potrebbe essere questa la causa scatenante?
Se presa in tempo, posso uscirne facilmente?
Ho notato inoltre, che se non ci penso e non voglio comandare il gesto di deglutire, a volte il cibo scende tranquillamente, a volte invece faccio dei piccoli sobbalzi perché è come se il movimento che dovrebbe essere naturale e automatico non arriva e mi impanico ed ho paura.
Quando devo mangiare iniziano a sudarmi le mani per il terrore.
Prima ho provato a sforzarmi un po’ e sembra come se un minimo riuscivo a deglutire meglio, ma quando mi fisso su questa cosa anche la saliva è un ostacolo.
Ho una voglia matta di mangiare, ho fame ma ho questo blocco.
Cerco anche di fare esercizi per rilassarmi, con respirazione e meditazione.
Può aiutare?
Se ne può uscire senza farmaci?
Grazie
Non c’è stato un episodio vero e proprio che ha scatenato questa cosa, se non che sono un soggetto ansioso e con attacchi di panico causati dalla mia ipocondria.
Lo scorso anno ho sofferto di ansia molto forte che non mi lasciava vivere e decisi di fare un percorso con lo psicoterapeuta che è riuscito a farmi uscire dal loop ansia/paura/attacchi di panico in brevissimo tempo.
Adesso quando si presentano gli attacchi di panico li so gestire e durano pochissimo.
Dato che ora ho questa fobia, ho deciso di iniziare nuovamente la terapia con lui dalla prossima settimana.
Non ho assolutamente problemi a deglutire liquidi, ma il pensiero di ingoiare cibi solidi mi fa veramente paura.
Sto attraversando un periodo stressante causato dal lavoro.
Potrebbe essere questa la causa scatenante?
Se presa in tempo, posso uscirne facilmente?
Ho notato inoltre, che se non ci penso e non voglio comandare il gesto di deglutire, a volte il cibo scende tranquillamente, a volte invece faccio dei piccoli sobbalzi perché è come se il movimento che dovrebbe essere naturale e automatico non arriva e mi impanico ed ho paura.
Quando devo mangiare iniziano a sudarmi le mani per il terrore.
Prima ho provato a sforzarmi un po’ e sembra come se un minimo riuscivo a deglutire meglio, ma quando mi fisso su questa cosa anche la saliva è un ostacolo.
Ho una voglia matta di mangiare, ho fame ma ho questo blocco.
Cerco anche di fare esercizi per rilassarmi, con respirazione e meditazione.
Può aiutare?
Se ne può uscire senza farmaci?
Grazie
Gentilissima,
Da quello che descrivi, sembra emergere una problematica di tipo ansioso che però sta causando anche dei pensieri di tipo ossessivo (è significativa la frase che hai utilizzato, ovvero "quando mi fisso su questa cosa anche la saliva diventa un ostacolo").
Molto frequentemente infatti, la natura dei pensieri ossessivi è una matrice di tipo ansioso, ed è ciò che sembra emergere dalla tua descrizione.
La psicoterapia può certamente essere d'aiuto, anche se il mio consiglio è di effettuare una visita psichiatrica accurata per valutare anche una possibile terapia farmacologica.
Questo perché, sebbene i sintomi ansiosi di lieve entità possano essere gestiti potenzialmente anche con la sola psicoterapia, quando cominciano ad insorgere pensieri ossessivi, è generalmente necessario un supporto farmacologico.
È opportuno che una terapia farmacologica venga almeno valutata attraverso una visita psichiatrica, perché c'è il rischio che se la problematica viene sottovalutata e non trattata adeguatamente, il disturbo possa poi peggiorare nel tempo e cronicizzarsi.
Resto a disposizione per eventuali necessità, cari saluti
Da quello che descrivi, sembra emergere una problematica di tipo ansioso che però sta causando anche dei pensieri di tipo ossessivo (è significativa la frase che hai utilizzato, ovvero "quando mi fisso su questa cosa anche la saliva diventa un ostacolo").
Molto frequentemente infatti, la natura dei pensieri ossessivi è una matrice di tipo ansioso, ed è ciò che sembra emergere dalla tua descrizione.
La psicoterapia può certamente essere d'aiuto, anche se il mio consiglio è di effettuare una visita psichiatrica accurata per valutare anche una possibile terapia farmacologica.
Questo perché, sebbene i sintomi ansiosi di lieve entità possano essere gestiti potenzialmente anche con la sola psicoterapia, quando cominciano ad insorgere pensieri ossessivi, è generalmente necessario un supporto farmacologico.
È opportuno che una terapia farmacologica venga almeno valutata attraverso una visita psichiatrica, perché c'è il rischio che se la problematica viene sottovalutata e non trattata adeguatamente, il disturbo possa poi peggiorare nel tempo e cronicizzarsi.
Resto a disposizione per eventuali necessità, cari saluti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
WhatsApp 3406693506
https://www.instagram.com/docfabiotortorelli?
La situazione attuale sarebbe inquadrabile all’interno di una ricaduta sintomatologica rispetto alla condizione precedente trattata con la sola psicoterapia.
Ciò può accadere se il trattamento psicoterapico non è sufficiente per il trattamento della sintomatologia e fornisce un benessere che si può mantenere per tempi brevi.
La condizione attuale deve far considerare la possibilità di un trattamento farmacologico senza il pregiudizio che trapela, cercando inoltre conferme on line per proseguire in un percorso che, francamente, può fornire benessere ma che potrebbe non dare risultati stabili nel tempo, pur dovendosi considerare che le linee guida indicano risultati più stabili e duraturi con la terapia combinata.
È utile una valutazione psichiatrica.
Resto a disposizione per eventuali necessità, cari saluti
Ciò può accadere se il trattamento psicoterapico non è sufficiente per il trattamento della sintomatologia e fornisce un benessere che si può mantenere per tempi brevi.
La condizione attuale deve far considerare la possibilità di un trattamento farmacologico senza il pregiudizio che trapela, cercando inoltre conferme on line per proseguire in un percorso che, francamente, può fornire benessere ma che potrebbe non dare risultati stabili nel tempo, pur dovendosi considerare che le linee guida indicano risultati più stabili e duraturi con la terapia combinata.
È utile una valutazione psichiatrica.
Resto a disposizione per eventuali necessità, cari saluti
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 486 visite dal 07/06/2025.
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Approfondimento su Ansia
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