Miglioramento e nuove scelte
Salve, sto seguendo una cura da più di 7 anni per disturbo bipolare nas, probabilmente in comorbidità con doc.
Finalmente sono arrivati dei miglioramenti: sto lavorando con mio cognato in attività di vendita, m'iscriverò ad un'associazione per fare amicizia.
Sto anche studiando per dei concorsi.
Ho superato l' "invalidità", dopo aver chiesto la pensione, mai presa in realtà.
Ho un dubbio però...Mi fa più bene lavorare nel privato subito, fare amicizia oppure dedicarmi ai concorsi con risultato e lavorare nel pubblico?
Io ho ansia di migliorare da un punto di vista psico-sociale quindi rifletto ogni tanto sullo studio, sui concorsi e penso che stare bene sarebbe in realtà lavorare, avere degli amici, non che non si possano avere se si lavora nel pubblico e si studia però sapete, insomma, che è una cosa è l'attitudine al raggiungimento di obiettivi nella vita, prima del lavoro nel pubblico o di una carriera c'è tanto studio, un'altra è un'attitudine al lavoro, magari nel privato senza studiare.
Finalmente sono arrivati dei miglioramenti: sto lavorando con mio cognato in attività di vendita, m'iscriverò ad un'associazione per fare amicizia.
Sto anche studiando per dei concorsi.
Ho superato l' "invalidità", dopo aver chiesto la pensione, mai presa in realtà.
Ho un dubbio però...Mi fa più bene lavorare nel privato subito, fare amicizia oppure dedicarmi ai concorsi con risultato e lavorare nel pubblico?
Io ho ansia di migliorare da un punto di vista psico-sociale quindi rifletto ogni tanto sullo studio, sui concorsi e penso che stare bene sarebbe in realtà lavorare, avere degli amici, non che non si possano avere se si lavora nel pubblico e si studia però sapete, insomma, che è una cosa è l'attitudine al raggiungimento di obiettivi nella vita, prima del lavoro nel pubblico o di una carriera c'è tanto studio, un'altra è un'attitudine al lavoro, magari nel privato senza studiare.
"Ho un dubbio però...Mi fa più bene lavorare nel privato subito, fare amicizia oppure dedicarmi ai concorsi con risultato e lavorare nel pubblico?"
DIrei che la comorbidità ossessiva mi torna. Le domande ossessive hanno delle caratteristiche comuni: inventano delle categorie e le contrappongono. O uno si dedica alla vita sociale, o studia per un concorso, non si capisce perché non entrambe le cose. Poi, le domande ossessive pretendono che il controllo della vita parta dall'inizio, per cui uno ottiene un risultato solo se sa come cominciare, quando e con cosa. Ma ci mancherebbe...
Non serve elaborare queste domande. Avere cose da fare, essere coinvolti in attività non significa aver risposto a queste domande, anzi ad un certo punto o si pensa a queste domande, o si fa qualcosa.
DIrei che la comorbidità ossessiva mi torna. Le domande ossessive hanno delle caratteristiche comuni: inventano delle categorie e le contrappongono. O uno si dedica alla vita sociale, o studia per un concorso, non si capisce perché non entrambe le cose. Poi, le domande ossessive pretendono che il controllo della vita parta dall'inizio, per cui uno ottiene un risultato solo se sa come cominciare, quando e con cosa. Ma ci mancherebbe...
Non serve elaborare queste domande. Avere cose da fare, essere coinvolti in attività non significa aver risposto a queste domande, anzi ad un certo punto o si pensa a queste domande, o si fa qualcosa.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Utente
No, il problema di cui parla lei ora non c'è. Lavoro e socializzo...faccio tutte e due le cose. Semmai la matrice ossessiva può essere nella tendenza a voler raggiungere degli obiettivi. Qui mi riferisco a un modello di vita in cui vi è una carriera...m'iscriverei all'università mentre faccio servizio come assistente giudiziario o collaboratore amministrativo per poi fare un concorso da funzionario, scuola di specializzazione e poi concorso da dirigente. E' un modello diverso da un lavoro semplice nel privato, uscire con gli amici, avere una ragazza, fare una famiglia, o un ragazzo, a seconda dell'orientamento sessuale. Capisce cosa intendo? Non è più una questione di "fare vita sociale" in modo assoluto o lavorare, fare concorsi e vita sociale contemporaneamente. Questo problema non c'è più.
E' esattamente quel che volevo dire, si pone delle domande sul modello di vita, come se uno si dovesse iscrivere alla facoltà del "mi andrà bene la vita" o "ho fatto la scelta migliore nella vita".
La matrice della questione è quella, e non va alimentata come tale.
La matrice della questione è quella, e non va alimentata come tale.
Dr.Matteo Pacini
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 325 visite dal 08/08/2025.
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