Buongiorno, quali sono gli effetti collaterali della sospensione di cipralex?

Buongiorno,
da novembre del 2024 ho iniziato a soffrire di ansia.
Ho iniziato un percorso di psicoterapia con incontri settimanali ancora in corso, e a Febbraio 2025 ho iniziato anche una terapia farmacologica, inizialmente con una pastiglia al giorno di Cipralex da 10 mg poi aumentata a 20 mg in aggiunta a Xanax 0, 25 dopo una ricaduta.

Ho continuato la terapia traendone beneficio fino a Settembre, quando poi ho interrotto i farmaci senza scalarli gradualmente perchè pensavo erroneamente di non averne più bisogno.
Dopo 3 settimane ho avuto un crollo grave, per cui con il mio medico abbiamo ripreso la terapia con Cipralex 10 mg al mattino e Xananx 0, 50 alla sera, fino a poi aumentare tra due settimane il Cipralex a 20 mg.

Ad oggi mi hanno diagnosticato disturbo da attacchi di panico e sindrome depressiva, che non avevo sviluppato inizialmente.
Questi nuovi sintomi più gravi possono essere causati dalla sospensione brusca del Cipralex o è necessario impostare una nuova terapia?
Dr. Accursio Raia Psichiatra 149 4
Gentile utente,
E' verosimile che ripristinando la terapia originaria alla quale aveva già risposto la situazione rientri. Stia tranquilla ed aspettiamo.
Le interruzioni brusche delle terapie possono portare sia a riemersione della psicopatologia di base (per la quale era stato prescritto il farmaco), sia a sintomi da sospensione del farmaco. Il quadro clinico complessivo che ne esce fuori alla fine talvolta è più violento del quadro clinico iniziale, probabilmente come nel suo caso.

Le terapie non si sospendono mai in autonomia.

Cordialità

Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?

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Buongiorno dottore,
la ringrazio davvero per la risposta. Ho commesso un errore di presunzione sospendendo la terapia, spero di rivedere miglioramenti tra due settimane.
Grazie!
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Dr. Accursio Raia Psichiatra 149 4
Purtroppo è frequente pensare: "Adesso sto bene, non ho più bisogno della terapia che mi ha aiutato, d’ora in poi voglio farcela da solo" . È come se il benessere psichico dipendesse sempre e unicamente dalla forza personale e la terapia fosse stato solo un aiutino , marginale, per attraversare un periodo difficile, giusto il tempo di respirare e riorganizzarsi per prevenire nuove difficoltà.
Nella pratica clinica, però, la realtà è diversa. Quando la diagnosi è corretta e non si tratta di un semplice momento di vita complesso ma di un disturbo psichiatrico, siamo di fronte a una vulnerabilità biologica, ovvero una predisposizione fisica a sviluppare quel tipo di sintomi psicofisici.
In questi casi possono bastare anche eventi scatenanti minori (che in soggetti non vulnerabili non basterebbero) per provocare una ricaduta. Per eventi scatenanti si intendono non solo fattori psico-sociali, ma anche variazioni puramente biologiche o chimiche (cambi di stagione, insorgenza di malattie di qualsiasi tipo, uso di sostanze, farmaci assunti per altre condizioni, mutamenti fisici od ormonali, esposizione a inquinanti e altro ancora..), oltre ai cosiddetti episodi spontanei in cui non si identifica una causa evidente ma il paziente ci dice "sono stato bene per 15 anni senza farmaci, andava tutto bene, però ho ripreso a star male senza motivo".
La chiave di lettura secondo cui ogni malessere psichico equivale al classico periodo difficile, carico di stress o alla crisi esistenziale è fuorviante e incompleta. Certo, molti disturbi possono presentarsi come una crisi esistenziale, proprio come molte malattie infettive possono manifestarsi per esempio con un’eruzione cutanea.
Ma l’eruzione cutanea è solo il fenomeno visibile, il processo sottostante può avere nature molto diverse. Allo stesso modo, dietro uno stesso quadro di crisi esistenziale possono celarsi condizioni psichiatriche differenti, ma anche non psichiatriche, con meccanismi e bisogni terapeutici specifici.
Poi esistono anche le crisi esistenziali ed i momenti difficili veri e propri. E' nelle competenze dello specialista in psichiatria riuscire a fare questo tipo di distinzione.
Per questo le terapie per i disturbi mentali vanno seguite come quelle per qualsiasi altra condizione, dalla cefalea al cancro, dalle infezioni alle malattie reumatologiche, sempre sotto controllo medico e per i tempi stabiliti dallo specialista. Interromperle senza indicazione aumenta sensibilmente il rischio di ricaduta, con conseguente peggioramento del disturbo e della qualità di vita.

Cordialità

Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?

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