Ansia-depressione-attacchi di panico

Buonasera, ho 35 anni e dopo svariati esami (holter cardiaco, elettromiografia, risonanza encefalo, lombare, visita neurologica e reumatologo) mi hanno tutti ritenuto sano.

Il neurologo e successivamente lo psichiatra mi hanno definito un individuo affetto da depressione maggiore e ansia cronica.

I miei sintomi palpitazioni, dolori articolari da somatizzazione a tutti e 4 gli arti.
Tremore adrenalico.

La terapia che prima assumevo, che ho utilizzato per ben 6 anni era lo zoloft da 50 mg.
Oggi cambiando psichiatra mi è stato prescritto l anafranil da 10 mg la sera e 2 gocce la mattina e la sera di rivotril e continuare fino al mese prossimo con lo zoloft sempre da 50 mg (ma mi è stato comunicato che verrà tolto).

Domanda secondo voi è corretta la valutazione dello psichiatra?
Io ho parecchia paura degli effetti dell anafranil in quanto sembrerebbe pieno di effetti collaterali.

Chiedo delucidazioni se possibile.

Grazie e buona serara
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Non è stato ritenuto sano: alcuni specialisti hanno escluso cose di loro competenza, altri no invece. Questo già è indicativo di come non collochi la diagnosi psichiatrica nel contesto della medicina, e riferita ad un organo (il cervello). Apparentemente nel descriverlo sì, ma alla fine no.
La terapia con la sertralina era sottodosata. Questa è a bassa dose ma forse c'è un motivo rispetto alla diagnosi. In che cosa non la convince l'impostazione dello psichiatra ? A quali effetti si riferisce ? Viste le basse dosi, non vorrei che poi si ricorresse a basse dosi perché Lei esprime preoccupazioni circa gli effetti.

Dr.Matteo Pacini
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Ha ragione, chiedo scusa. La sertralina l'ho provata a prenderla a 100 mg ma con effetti collaterali come irrequietezza (non riuscivo a stare fermo) e nervosismo.
Davanti al mio medico non ho mai espresso dubbi circa la cura. Ognuno fa il proprio lavoro. La mia preoccupazione è che sono passato a un triciclo che, maledetto internet e bugiardino, provocherebbe forse più effetti collaterali.
Tutto qui.
Grazie della risposta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Il problema è che ha una tensione verso questi medicinali, connessa anche alla natura del disturbo, e si rischia che anziché esprimere degli effetti collaterali esprime delle paure, che possono fuorviare il medico o farle vivere determinati effetti in maniera poi distorta.
Iniziare con dosi basse è corretto, però ricordi che le dosi basse possono non essere efficaci, e l'impatto iniziale quando si ha paura è spesso confusivo.

Dr.Matteo Pacini
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In realtà non ho un avversione verso i medicinali, anzi sono propenso nel prenderli perché voglio stare meglio e come ha detto lei, il cervello è un organo come altri e va curato se non funziona bene.
La mia era una semplice domanda.
Sicuramente il suo collega ha dato questo dosaggio perché vede un quadro clinico che è adatto a questa posologia.
Ripeto io mi fido del mio medico, era una semplice domanda nel chiedere un parere altrui, partendo non prevenuto all'idea che il mio psichiatra stia sbagliando.
Buona giornata
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
No, questa è una negazione mi pare. Ha appena parlato con allarme di classi farmaceutiche etc e poi ora dice che non ha nessun timore verso i farmaci. Li ha, eccome. E questo si manifesta anche durante l'inizio delle cure, quando i sintomi possono peggiorare per effetto dei disturbi sottostanti.

Dr.Matteo Pacini
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La paura è normale nel momento in cui si legge o si intraprende un nuovo percorso.
Se lei non la ha, buon per lei :)!
La mia era solo una domanda nel chiedere se la nuova cura assegnatami sia "corretta".
Io la cura la faccio e non mi preoccupo, inizio a preoccuparmi se non sto bene e se continui soprattutto nel tempo a non notare miglioramenti.
In quel caso ne parlo in primis col mio medico e sara lui a dirmi cosa fare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Ma è inutile che provochi, se è normale, è quello che stiamo dicendo e che Lei aveva appena negato, dopo averlo precedentemente detto. Ma non è neanche vero questo, perché non è "quando si inizia qualcosa", è specifica sui medicinali. Non tutti ne hanno paura, ad alcuni non importa neanche sapere come si chiamano.
La preoccupazione è un sintomo, e quando si iniziano le cure si muove, a volte in maniera tale da ostacolare la loro prosecuzione. Anche il tipo di paura dipende dal disturbo.

Dr.Matteo Pacini
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Io non sto provocando. Come ha detto lei,non tutti hanno paura e alcuni addirittura non leggono neanche cosa prendono.
Pertanto se c'è quella fetta di persone che può avere inizialmente preoccupazione che facciamo? non la si cura più?
Io appartengo a quella fetta di persone che vogliono conoscere, essere rassicurati. Ho sbagliato a non parlarne direttamente col mio psichiatra? Si forse ha ragione, ma ripeto che se per lei è sbagliato, me ne dispiace. Io avevo solo chiesto, gli effetti reali o meno dell anafranil.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
"Pertanto se c'è quella fetta di persone che può avere inizialmente preoccupazione che facciamo? non la si cura più?"

In parte accade proprio così, non perché i medici non vogliano curare, ma perché diviene impossibile sulla base di una resistenza assoluta. Non è che "non si cura più", è che da sempre esiste questo problema. Anzi, prima non si curava proprio nessuno visto che non esistevano le medicine.

I "sintomi" sono ciò che la persona riferisce, reale è ciò che si misura. E' reale la misurazione del fatto che uno lo riferisce, e di questo va tenuto conto. Ma non dipende dal farmaco in sé nella maggioranza dei casi, ma dal disturbo sottostante con cui il farmaco interagisce.

"Io appartengo a quella fetta di persone che vogliono conoscere, essere rassicurati. " Forse non solo. Ma il fatto di essere rassicurati può diventare o già essere parte del problema, non è che la rassicurazione è un atto banale e umano che non si nega a nessuno perché fa sempre bene...a volte è un meccanismo che fa parte del disturbo e peggiora se assecondato, portando poi ad una interferenza con il da farsi.

Dr.Matteo Pacini
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Si ma quindi? Cioè io non ho bisogno di avere ragione, né tanto meno discutere su un tema che non è di mia competenza. Ritorno a dire che la mia era una domanda.
Continuerò la terapia e la terrò aggiornato sui sintomi se lei desidera.
Io sono un ingegnere con un azienda e famiglia da sostenere. Glielo dico proprio per farle capire come non mi focalizzo sentendo i dolori che provo o ciò che avverto. A me interessa stare bene e basta.
A risentirla
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
La domanda era se la valutazione è corretta, ma non è una vera domanda se non si capisce che cosa non dovrebbe essere corretto.

A tutti interessa star bene. Se bastasse questo sarebbe semplice, e invece quando il cervello è coinvolto cambiano molte valutazioni. E' come se avesse per studiare qualcosa un microscopio deformante, o rovesciato.

La risposta l'ha avuta. Le scelte del medico stanno andando in una precisa direzione con un preciso limite, a cui probabilmente (perché per certo non lo so) il medico si adatta, ovvero cambiar tipo di farmaco e usare dosi minime per iniziare, prevedendo altrimenti una difficoltà di introduzione della cura.

Dr.Matteo Pacini
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Infatti, non ho pretesa nel stare bene dall'oggi al domani.
Anzi capisco benissimo come sia complicato "azzeccare" la giusta cura, soprattutto se c'è un rifiuto o una non completa fiducia iniziale.
Le auguro una buona giornata
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