Scoprendo di essere bipolare ho provato sollievo

Ho scoperto da circa 2 anni di essere bipolare(2) e dopo diversi consulti ho deciso di affidarmi ad uno psichiatra di cui mi fido.Mi sono fatta tante domande e ho analizzato la mia vita passata sotto una nuova luce.Ho capito come la malattia abbia condizionato le mie scelte e le mie relazioni.Ho avuto periodi terribili,ho interrotto gli studi e ho tentato il suicidio un paio di volte.Non avendo metri di paragone,(vivo una sola vita ovviamente e non è possibile sapere certe cose osservando gli altri dall'esterno)ho sempre creduto che alcune cose fossero "normali".Trovavo sempre giustificazioni ai miei umori e pensavo che tutto ciò facesse parte del mio carattere e delle circostanze.Mi rendevo conto però di non essere continua e costante nelle cose che facevo e che gli altri erano più produttivi di me anche se io avevo degli "scatti" in cui producevo tantissimo e avevo un sacco di idee.Ma poi mi fermavo e vivevo di rendita.All'università preparavo in dieci giorni esami che avrebbero necessitato di due mesi di studio.Ho sempre vissuto su un'altalena facendo un'enorme fatica.Scoprendo di essere bipolare ho provato sollievo.Mi sono illusa che tutto potesse davvero cambiare con i farmaci.Questi hanno apportato miglioramenti,soprattutto in prima battuta.Ci sono stati alcuni aggiustamenti in corso.Nelle prime fasi mi sentivo rinata.Credevo di non avere mai saputo cosa significasse essere "normale".Fin da bambina ho avuto una sorta di ansia,tensione interiore,urgenza di muovermi,di fare,un'iperattività congenita,una fantasia fuori dal comune che poi si è trasformata in aggressività durante l'adolescenza.Mi sono illusa che tutto potesse cambiare e che potessi sperimentare un senso di rilassatezza che non ho mai provato.Ma non è stato così.Non chiedo qui un parere sulla terapia ma vorrei sapere dalla vostra esperienza se è davvero possibile guarire del tutto(o quasi)o se in un certo senso dovrei imparare a convivere con la mia bipolarità.Se devo accettare alcune cose o devo continuare ad illudermi di poter guarire.Un mio amico psicologo parla di "strategie alternative".Partendo dalla consapevolezza del disturbo dovrei,lui dice,cercare di confinarlo e limitare i danni.Ma già lo faccio!Non ho conosciuto persone che siano davvero guarite.Ho parlato con molti bipolari.Voi avete certo molta più esperienza di me.Il mio psichiatra parla di "condizioni di vita accettabili".Ma che vuol dire?Certo ho un lavoro,un ragazzo,degli amici ma faccio fatica assurda!Ci sono stati dei miglioramenti,non lo nego.Dovrei accettare di avere dei momenti terribili in cui mi chiudo in casa,mi metto in malattia e sprofondo nell'abisso per giorni,senza parlare e vedere nessuno per poi "rinascere" e riprendere tutto da capo lasciando la tempesta alle spalle?Dovrei accettare il dolore e la grande fatica che ciò comporta?Egregi dottori,rispondete,se volete,ma in maniera sincera.E'possibile guarire davvero?Dovrei pretendere di più dalla terapia farmacologica o dovrei accettare e accettarmi?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.7k 1k 63
Gentile utente

il disturbo va incontro ad evoluzioni durante l'arco della sua vita con la possibilità di una riduzione significativa della sintomatologia.

Ciò e' tanto più probabile se ad oggi i suoi trattamenti sono efficaci e lei riesce a riconoscere la fasi di malattia.

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[#2]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30 24
Gentile utente,

la sua è una testimonianza interessante e importante per chi come lei soffre di disturbo bipolare.
E' particolarmente interessante la descrizione che lei fa dei suoi primi vissuti durante l'infanzia e li collega successivamente al disturbo bipolare.

Per risponderle, deve considerare il disturbo come una malattia cronica che non può essere eliminata ma può essere curata, come si fa con il diabete o l'ipertensione.

In parte deve accettare di essere come è, perché non tutti gli aspetti della personalità sono riconducibili al disturbo in sé, anche se tali aspetti possono esserne condizionati.
Deve capirsi con l'aiuto di un esperto, se necessario deve fare anche terapia psicologica ma deve soprattutto imparare a convivere con gli aspetti negativi così come fa con quelli positivi.

Le terapie farmacologiche sono essenziali per stabilizzare e prevenire il più possibile le ricadute.

Accettare di essere dotati ma anche di non esserlo per dei periodi fa parte del percorso e delle cose che come dice lei deve accettare. Una buona terapia e autoconoscienza con buona igiene di vita dovrebbero aiutarla a gestire la sua vita adeguatamente.

Auguri


Massimo Lai, MD

[#3]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Al Gent. Dott Ruggiero
Riduzione significativa non significa scomparsa quindi...
In pratica dovrei avere pazienza?
La mia domanda però era più diretta.
Lei conosce persone che dopo il trattamento farmacologico hanno radicalmente cambiato la loro vita senza avere ricadute? O dovrei accettare di vivere sul filo del rasoio?
E' bene che io mi disilluda circa le aspettative riguardo alla terapia farmacologica. Se non c'è possibilità di un cambiamento drastico vorrei saperlo. Questo non vuol dire che non continuerò la terapia,ho troppa paura a farlo,non avrebbe senso, ma probabilmente mi rassegnerei a vivere trascinandomi... come mi ero rassegnata a fare prima della diagnosi.
Lei dottore conosce almeno un bipolare "guarito"?
Quanto si può pretendere dalla farmacoterapia?
Quanto invece questa cosa fa parte di me?
In che misura dovrei identificarmi con la malattia?
Grazie per l'attenzione
[#4]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie dott. Lai per la sua testimonianza
Penso sia umano avere aspettative circa la propria guarigione. Forse mi sono illusa. Non so quanto posso pretendere dalla farmacoterapia. Questo è il problema.
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.7k 1k 63
Conosco bipolari che con il trattamento non hanno ricadute e viraggio di fasi e bipolari che invece ne hanno.

Pero' non possiamo sapere a quale gruppo potrebbe appartenere, n'è come evolverà la sua malattia.

E' comunque una patologia cronica che richiede un trattamento continuo anche quando penserà di non averne bisogno.
[#6]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
quale è la terapia attuale?

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#7]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie dott. Ruggiero
[#8]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Al dott. Martiadis
le posso rispondere con molta tranquillità anche se l'obiettivo del consulto è un altro. Ho sentito tanti di quei pareri...
In ogni caso sto assumendo depakin ed efexor
[#9]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
lei parla di aspettative sulla terapia farmacologica. era mia curiosità clinica saperne qualcosa di più. Se lei ha sentito già molti pareri allora il mio è sicuramente superfluo.
Cordiali saluti
[#10]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Al dott. Martiadis
Non intendevo dire questo. Mi dispiace. Non volevo offenderla. E'che mi creda dopo parecchio tempo passato a sentire questo e quel parere non ne posso più.
Nessun giudizio è superfluo.
Sono solo stanca
[#11]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Genitle utente,
non deve scusarsi. Capisco il suo stato d'animo. Probabilmente in questo momento lei sentiva maggiormente la necessità di un sostegno piuttosto che di una nuova opinione sulla terapia farmacologica. E io non sono stato in grado di cogliere questo aspetto. Sono probabilmente io a dovermi scusare.
Cordiali saluti
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