Il mio comportamento chiuso e sottomesso mi ha sempre resa vittima di bullismo e insulti sul mio

Salve,ho un problema che non ho risolto.Fin da quando ero alle medie,vedevo tutti gli altri migliori di me.Il mio comportamento chiuso e sottomesso mi ha sempre resa vittima di bullismo e insulti sul mio fisico in carne.Inoltre a scuola non sono mai stata tra le migliori e i miei me lo hanno sempre fatto pesare mettendomi a confronto con il più bravo della classe.Alle ruperiori volevo cambiare.avevo conosciuto un gruppetto dal quale mi sentivo di troppo e inferiore poichè non mi cercavano mai ma ero io a impormi.Non riuscendo a spiegarmi questo rifiuto,ho incominciato a impuntarmi sul fisico restringendo sempre più il mio regime alimentare invano.Non avevo amici e ne soffrivo parecchio. in seconda ho conosciuto un ragazzo con cui mi trovavo davvero bene, grazie al quale sono riuscita a dimagrire parecchio. Durante l'estate intanto l'anoressia prese il sopravvento, e nonostante ciò mi vedevo sempre come una balena. Le mie aspettative erano alte e per il 3o anno di superiori volevo avere amici, andare benissimo a scuola, dimagrire ancora.Invece delusione profonda: il mio migliore amico per cui provavo un grande sentimento per motivi a me ancora ignoti non mi ha piu' considerata, anzi mi trattava male. dal semidigiuno sono passata, a causa dello stress scolastico, la delusione e le persone che non mi consideravano minimamente,alle abbuffate compulsive in cui ingurgitavo la dispensa senza neanche masticare. In un mesetto sono lievitata a dismisura.il rendito scolastico diminuì assieme alla concentrzione a causa del vomito che mi procuravo.I miei sono andati in crisi, soprattutto mio padre, deluso di avere una figlia obesa e pazza. Cercavo in ogni modo di esternare il mio stato d'animo sperando in un aiuto da parte di un compagno, professore, ma nulla nonostante si fossero accorti della mia tristezza,sentendo per caso dei commenti.L'estate seguente ho provato a perdere peso aumentando l'attività fisica, ma le abbuffate sebbene più rare non smettevano e il metabolismo ormai danneggiato mi impediva di perdere peso.La mia tristezza si era trasformata in odio profondo.Per il mio aspetto ero scontrosa e odiosa con tutti, convinta che mi giudicassero per la ciccia e pronti a farmi del male. Un'altra delusione arrivare a scuola senza 1kg di meno.Quest'anno ho rischiato la bocciatura, godo delle disgrazie altrui(chissa' perchè non avvengono mai)ho attacchi di rabbia che mi crea problemi a scuola in famiglia e cn gli altri in cui non sono conscia di quello che dico/faccio/penso,ho tentato di avvelenarmi con farmaci(non era mia intenzione uccidermi ma parlare con qualcuno),auguro disgrazie pesanti a tutti(rodendo poichè non si avverano) perchè gelosa della loro felicità,ho pensieri neri di mie disgrazie,non dormo per paura che entrino in casa ladri,che crolli un aereo in casa o del terremoto o del demonio e per senso di colpa per la sofferenza dei miei.Mi passano per la testa sempre una mia fine cruenta,non voglio morire per paura dell'inferno ma neanche vivere
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Lei riferisce dettagliatamente la sequenza delle fasi, ma sembra che ancora attribuisca agli elementi che identifica come patologici (ad esempio il voler dimagrire) una valenza positiva (es. dicendo "grazie alla tale persona sono riuscita a dimagrire).
E' noto che le restrizioni alimentari tendono a produrre fenomeni bulimici conseguenti, che non sono un fenomeno "opposto", ma rientrano nello stesso disturbo del comportamento alimentare, e non vanno quindi vissuti come altro rispetto alla restrizione.

Questo tipo di situazioni, spesso complicate da depressione o da disturbi dell'umore bipolari, devono essere prontamente inquadrate e trattate, partendo da una priorità e con la pazienza di poter raggiungere un equilibrio comportamentale innanzitutto, quindi uno stato affettivo soddisfacente.

Lei è in cura psichiatrica ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
no i miei sono convinti che sia io la vittima e non accettano che abbia un problema e finchè sono dipendente economicamente da loro non ho alternative.. secondo lei avrei bisogno di qualche seduta o dipende tutto da me? perchè non ho più controllo sulle emozioni e non mi sembra più semplice tristezza...
la ringrazio per la risposta...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

"Da lei" non vedo come possa dipendere se ha una malattia che riguarda il funzionamento del cervello, è come in tutte le altre malattie. La si subisce, e si può agire per curarla però. Purtroppo la resistenza in parte viene anche da sé, perché il disturbo comporta anche un modo di vedere per cui parte del problema sembra invece una soluzione (ad esempio dimagrire o restare magra).
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