Spero

Gentilissimi Dottori,
Vi scrivo per avere, spero, un chiarimento definitivo sugli effetti collaterali degli psicofarmaci assunti per lungo tempo. Ho molte perplessità in merito, ed ho letto pareri contrastanti e spesso un po’ evasivi. Ho iniziato ad assumerli qualche anno fa. Il primo ciclo è durato quattro mesi (deciso dallo psichiatra). A distanza di un anno, sono ricaduto ed ho fatto un altro ciclo di circa tredici mesi. Ancora una ricaduta dopo un anno, ed un altro ciclo terapeutico di tre anni. Confesso che adesso la sospensione è stata decisa da me e sono consapevole che ci potrebbero essere altre ricadute. Il mio problema principale che mi tormenta da sempre, è l’ipocondria, associata ad ansia e conseguente depressione. La Venlafaxina che ho assunto ( 75mg R.P. al giorno ), è sempre stata molto efficace, non recandomi alcun disturbo. Sono consapevole, altresì, che la mia malattia è, purtroppo, un difetto chimico del cervello, che quindi non può guarire definitivamente e deve essere trattata nel tempo. Durante la mia prima visita, lo psichiatra, forse per tranquillizzarmi, mi aveva detto che la sicurezza e la bassissima tossicità delle molecole di ultima generazione, ci permettono oggi di intraprendere cure per lunghissimo tempo, anche a vita. Io, invece, sono preoccupato: basta leggere il bugiardino e documentarsi su internet. Se ho smesso di curarmi, è proprio per questo motivo. Faccio bene a disintossicarmi un po’? oppure questa discontinuità potrebbe risultare deleteria? Ci sono rimedi preventivi che possano contrastare i danni di questi farmaci? Scusatemi se mi dilungo, ma è necessario precisare che, specialmente la prima sospensione, è stata drammatica. Non sono mai stato così male in vita mia, nonostante avessi diminuito gradatamente il dosaggio del farmaco. Le volte successive, ho dovuto adottare un mio sistema ancora più graduale di sospensione, altrimenti i capogiri e il vomito mi avrebbero distrutto. Come mai questi disturbi? è dipendenza? Strano, si è sempre detto il contrario!
Ho 52 anni, la mia salute è buona e pratico sport con assiduità. ( ciclismo amatoriale ).
Sicuro di un Vostro interessamento, ringrazio anticipatamente.
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Dr. Tommaso Vannucchi Farmacologo, Psichiatra, Tossicologo 7.6k 389 1
gentile utente
ad un disturbo cronico corrisponde un trattamento a lungo termine,la tossicità del farmaco è molto bassa se questo può tranquillizzarla;è esperienza comune che quando si interrompe questo tipo di trattamento una volta che si riprende non sempre può fare effetto.La prima regola fondamentrale evitare il fai da te e discutere con il proprio medico eventuali variazioni terapeutiche

Tommaso Vannucchi

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottore,
Innanzitutto la ringrazio per la rapidità con cui ha risposto al mio quesito. Vorrei però, se possibile, sapere come mai un farmaco a bassa tossicità possa provocare (sempre stando al bugiardino) una miriade di effetti collaterali, dal più banale al più grave, toccando praticamente tutti gli organi vitali, nessuno escluso. Fermo restando che, nonostante ciò, io la cura l'ho fatta per diversi anni, mi chiedo come può un IPOCONDRIACO non spaventarsi nel leggere un foglio così ricco di eventi nefasti. Personalmente, non ho mai visto un bugiardino così lungo da leggere. Mi perdoni, ma qui c'è qualcosa che non torna: non ci vedo chiaro. La ringrazio ancora per l'interessamento e se non l'ho disturbata più di tanto, la prego, abbia un po' di pazienza e mi risponda ancora.
Ancora grazie...
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Dr. Tommaso Vannucchi Farmacologo, Psichiatra, Tossicologo 7.6k 389 1
Effetto collaterale significa non desiderato oltre all'effetto ricercato(terapweutico)non significa che un effetto si manifasti in tutti i soggetti alcuni effetti possono essere più frequenti e transitori come es la nausea atri possono essere rarissimi (magari un solo caso fra migliaia di pazienti) che comunque deve essere riportato a fini registrativi del farmaco;il fatto che da tempo sta assumwendo il farmaci e da quanto deduco lo sta tollerando bene non vedo quale sia il problema
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