Pensieri fissi

Gentili dottori buonasera.
Ho ancora una volta un quesito.
Come scritto nei post precedenti,avevo già precisato quali erano le mie ossessioni... Adesso sto seguendo le terapie farmacologiche(anche se con dosaggi più bassi)e non ho più ansia come una volta.
Premetto che ho imparato a riconoscere i maccanismi ossessivi e quasi non ci faccio più caso,anche perchè si son ridotti parecchio.

PER PARADOSSO A QUELLO SCRITTO QUI SOPRA,VI PONGO UNA DOMANDA DI PER SE OSSESSIVA:perchè in questi anni nei quali ho sofferto di fobia omo....,molte o alcune delle persone con cui sono stato a contatto(specialmente chi mi conosce poco)ha chiesto a me o ad altre persone se io ero gay?
premetto che non ho mai avuto atteggiamenti del genere che potessero indurre a pensare qualcosa di simile.

A me è venuto da pensare che avendo magari un atteggiamento freddo o spaventato di fronte a certe cose abbiano(ma non dico tutti) potuto pensare questo.

Ultima domanda:perchè pensare per forza(ma è gay)una cosa cosi?...Perchè non pensare che ne ero spaventato o che addirittura avessi altri tipi di problemi?

Grazie per le risposte...
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
questa domanda dovrebbe porla a chi ha chiesto se lei fosse omosessuale o meno.
Non è possibile per noi dare spiegazioni su pensieri di altri che nemmeno conosciamo.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Non vedo un nesso chiaro da un atteggiamento timido-spaventato e un'impressione di omosessualità. Può darsi che sia qualcosa legato al tono di voce o semplicemente all'atteggiamento con sguardo sfuggente o eccessiva gentilezza (spesso attuata da chi si sente a disagio come per indurre negli altri una buona impressione).

Per quanto riguarda il disturbo, la maggiore "consapevolezza" non corrisponde al controllo delle ossessioni, si può esserne consapevoli ma non controllarle, come nel disturbo non curato. Il controllo deriva dalla cura, dopo di che ovviamente Lei ha spazio per allontanare quel che resta di un'ossessione azzoppata dalla cura.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Grazie Dott.Pacini per la tempestiva risposta,
a me era venuto da pensare che,come lei ha detto(gentilezza e comunque un evidente disagio) potessero suscitare queste impressioni.

Facendo un esempio com:la negatività porta negatività,e,di conseguenza per la positività.
Quindi ho elaborato il concetto che,anche gli atteggiamenti di qualsiasi persona(ossessionata o meno)vengano più o mano assorbiti(ma non so se si può dire così)
dalle persone con le quali stiamo a contatto e questo le può indurre(dato che siamo per natura tutti un pò ossessivi) a pensare a quel che ho scritto sopra.

Naturalmente non tutte le persone(per fortuna) l'hanno pensato.

Adesso ho capito che cosa non andava in tutti questi anni.

Grazie e arrivedrci.
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Buonasera Dottor Pacini

Ho ancora una domanda all'ultima risposta:perchè un atteggiamento gentile,anche se non sempre è stato così,dovrebbe essere legato con un accusa di omosessualità?

Perchè qualcuno ha detto con presunzione:...magari son cose che si fanno da piccoli.....etc...etc...? O sono io quello davvero sbagliato oppure ho avuto a che fare(non tutti)con dei celebrolesi di PROFILING?......
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Le impressioni che si suscitano negli altri non corrispondono al proprio vissuto. Ad esempio la persona timida e riservata suscita in genere giudizi di uno che "se la tira" oppure è sprezzante e non si vuole mescolare agli altri. Ovvero l'opposto di quel che poi vive internamente. Alcuni addirittura, che magari parlano poco o rispondono a monosillabili a scuola sono scambiati per bambini con qualche ritardo o problema di comunicazione di tipo intellettivo, cosa che presto si scopre non essere così.
Quindi in generale, ma questo torna anche a suo vantaggio, non pensi che gli altri le leggano dentro.
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Grazie Dottor Pacini

In effetti è giusto quello che ha detto lei,cioè,che gli atri mi leggano dentro.

Ma quello che più mi ha dato fastidio è stato il fatto che molte persone,mi abbiano stuzzicato,poichè,vedendo comunque un comportamento bizzarro(se così si può dire) e poi quando io provavo a spiegare certi miei pensieri,sono stato allontanato e adesso che sono solo,ogni volta che parlo del più e del meno,mi sento sotto costante critica di tutto ciò che mi fu fatto pesare,come una forma reattiva di psicosi.

In altre parole ho risolto i vari conflitti psicologici(causati da anni di abuso di sotanze)
e adesso ogni volta che cerco di instaurare rapporti di amicizia o con donne,mi ritrovo a sentire quelle parlate accusatorie(nella mia testa)di tutto quello che mi è stato detto.

Probabilmente,io,ragazzo egocentrico(con qualche tratto narcisistico)ero destinato a soffrire di psicosi,dato che le fobie sopra descritte avevano e hanno intaccato la mia autostima.

E va bè questo era solo uno sfogo,ed anche una breve descrizione di come le cose sono avvenute.

Grazie per la disponibilità datami.

Buonasera e arrivederci.
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Se soffre di psicosi è una cosa, che è indipendente dal discorso di prima. Se ha voci interne nel vero senso della parola (come suoni) è un sintomo da trattare, se si tratta di pensieri è diverso.

Utilizza troppi termini tecnici, non servono e le fanno perdere la capacità di esprimersi in termini naturali e semplici che un medico capisce meglio, per cui eviti parole tipo narcisismo, psicotico, etc. Quelli li userà il medico per codificare le situazioni e abbinarle alle cure.

[#8]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Ok.

Quelle che descrivevo non sono voci interne,ma pensieri.

Ho scritto in termini tecnici perchè questa estate ho fatto psicologia(l'io e l'es di Freud più trattato di psicoanalisi etc...etc...)

Parlando semplicemente definivo egocentrismo come una persona senza nessuna difficoltà di socializzazione,sopratutto con le ragazze.

Il fatto di avere queste paure,venute fuori da Ecstasi e Coca,mi fece crollare il mondo addosso.

Questa è più o meno la mia storia,i deliri sono aumentati poi quando ne parlavo con le persone.

Adesso tornerà la mia Dottoressa e inquadreremo la situazione.

Grazie ancora.
Buonasera

[#9]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Un paziente deve riferire come sta, non importa che sappia niente. In questo chi non ha studiato niente e chi ha studiato tutto sono uguali, salvo il fatto che chi ha studiato molto tende a "confondere le acque" con livelli di spiegazione molto complessi.

Ha fatto uso di ecstasy e cocaina e questo può aver facilitato lo svilupparsi di alcuni o tutti i suoi sintomi.

Se Lei utilizza il termine "delirio" non si capisce se viene da una diagnosi ricevuta, se è una parola intesa nel senso colloquiale o una autodiagnosi, e questo crea confusione.

Faccia definire la situazione a livello diagnostico.
[#10]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
La diagnosi fu:DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO INDOTTO DA SOSTANZE
(6 ANNI FA)
Poi oggi non so quale sia la dignosi. Sinceramente non ne abbiamo più parlato,ma,sono solo stati trattati i sintomi.
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Il disturbo schizoaffettivo è un disturbo psicotico, e quindi comporta deliri, cioè pensieri liberamente prodotti dal cervello con carattere di realtà, e quindi di convinzione, che la persona non riconosce come tali. Alcuni dei temi caratteristici risultano proprio i commenti negativi da parte di altri, spesso tema di allucinazioni uditive (voci) o di interpretazioni deliranti di gesti o frasi o commenti che non avevano alcun particolare significato.

Trattare i sintomi non significa non trattare il nucleo della malattia, se sono i sintomi chiave.
[#12]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
GRAZIE DOTTOR PACINI PER L'INTERESSAMENTO DI QUESTI GIORNI.

Il fatto che io abbia avuto,e,sicuramente,ancora ho un problema(anche se minore rispetto a qualche tempo fa)non si discute,ma:è anche vero che,non so come spiegarmi,ci sono state cose che sicuramente,in momenti di tranquillità(vuoi perchè ho parlato dei miei problemi,o,perchè attuavo un comportameno al fine di indurre una buona impressione,etc...etc...,ma sempre senza pensieri per cosi dire,un'pò paranoici)ci sono stati atteggiamenti anche da parte di alcune persone che comunque erano insinuosi,screditanti o deridenti,o frasi campate per aria che non avevano nessun contesto con nulla'che'anche una persona non affetta da un disturbo avrebbe detto:WHAT'S.

Comunque più o meno ho avuto qualche risposta chiarificativa in questo post,adesso dovrò forse desensibilizzarmi da un passato che sarebbe potuto andare in maniera diversa.
C'è anche da dire forse che mi son portato avanti molte esperienze negative,e,forse anche il fatto che non ho sempre frequentato diciamo SAN TOMMASO,QUINDI PERSONE ANCHE PIù FUORI DI ME.

La ringrazio per il tempo dadicatomi.
Buonagiornata
[#13]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Buonasera Dottor PACINI

La disturbo ancora,ma,volevo chiederle:cosa significa trattare il nucleo della patologia?
Perchè con l'ultimo psichiatra è stata una rovina,cioè lui,mi ha fatto scavare nella mia vita e non c'erano motivi per i disturbi suddetti,a parte le droghe.

Queste paranoie che hanno dato vita alla patologia si sono svolte tuute in una serata a base di ecstasi e hashish,perche ero convinto che in serata parlassero tutti male di mme.

Il Dottore mi ha fatto scavare nella mia vita e si sono aggiunti nuovi dilemmi che dovevo risolvere,che,non avevato significati con i disturbi(ho avuto una vita movimentata ma serena sotto quel punto di vista).

Se trovare il nucleo della malattia consiste nel scavare in cose che non hanno senso allora tanto vale non andarci più e prendere solo la farmacoterapia.

Lei cosa mi consiglia di fare?


Grazie in anticipo.
[#14]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Significa che le malattie hanno un meccanismo che le produce e le sostiene, le medicine possono agire semplicemente su aspetti collaterali o consequenziali, oppure sui meccanismi di fondo, stiamo parlando naturalmente di funzionamento di parti del cervello, con i suoi circuiti e i suoi meccanismi molecolari.

I ragionamenti non sono nuclei di niente, la psiche non è un organo e non ha vita propria indipendente dal cervello. Analizzare, fare ipotesi e congetture e disegnare collegamenti e interpretazioni può peggiorare alcuni disturbi, tipicamente il disturbo ossessivo o inserire nuovi dubbi o elementi angoscianti in un pensiero già di per sé alla ricerca di punti di riferimento, interpretazioni e verità su cui lavorare.

Per "nucleo della malattia" intendo un nucleo biologico. Se fosse una polmonite inefttiva, i farmaci che curano la tosse o il dolore come sintomi non arrivano al nucleo della malattia, i farmaci anti-infiammatori neanche, gli antibiotici sì.
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