Uno psichiatra il disturbo bipolare

salve
ho 23 anni, nel 2008 mi sono iscritta all'università. ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, era quasi impossibile uscire di casa per me.
con la psicoterapia e con l'aiuto del daparox e dell'EN ho bloccato il panico, restava solo un pò di ansia.
nel 2009 ho avuto un brutto lutto e sono caduta in depressione.nel 2009 ho cambiato diversi farmaci. stavo spesso a casa, con pochi picchi altissimi e soprattutto molti bassi.
andavo all'università ma ero assente e intontita dai fatti da poco successi. ho mollato diverse volte la terapia, dovendo poi sempre ritornare sui miei passi a causa del panico.
ho incontrato nel 2009 il mio attuale ragazzo che mi è stato vicino, ed ancora lo è.
IL GRAVE ERRORE CHE HO COMMESSO IN TERAPIA è stato quello di parlare dei momenti depressivi, dei miei fallimenti della stanchezza e del dolore.
E MAI MAI avevo accennato di quei momenti imbarazzanti in cui il mio comportamento era alle stelle (non ero felice), ero su di giri, sembravo ubriaca anche quando non lo ero, parlavo sfacciatamente con tutti e mettevo in crisi chi mi stava vicino.
in un momento di IPOMANIA e tramite la psicoterapia finalmente era emerso questo lato che avevo trascurato. la dottoressa aveva parlato di disturbi dell'umore, non aveva potuto più seguirmi per problemi di salute ma io non sono più andata in terapia da nessuno.
LA SITUAZIONE A FINE 2010 FINO ALL'ESTATE DEL 2011 è STATA QUESTA:
- distruggere con i miei continui cambiamenti di umore di idee la mia famiglia e chi mi stava vicino (ero convinta di preparare 7 esami e a distanza di poche ore mi volevo ritirare dall'università)
- bevevo il fine settimana e l'estate quasi tutte le sere
- giocavo alle macchinette e spendevo tutto
- avevo perso la completa stima in me anche per l'università.
NELL'ESTATE DEL 2011 MI VIENE DIAGNOSTICATO DA UNO PSICHIATRA IL DISTURBO BIPOLARE. non mi fido... A SETTEMBRE VADO DA UN'ALTRO DOTTORE e accetto la diagnosi.continuo con il daparox l'EN e inizio il depakin chrono arrivando a 700mg. dopo 3 mesi ho sospeso quest'ultimo per via della perdita dei capelli ma in parte mi aveva stabilizzata, ora ne riprendo 200 per controllare l'emicrania in attesa di iniziare il lamictal la prossima settimana dopo la visita.
VORREI CHIEDERE:
-sono sempre stanca e apatica (lo sono anche ora che sono le 5 del mattino passate) dormo moltissimo è possibile che questi farmaci facciano questo effetto?
-è possibile che il depakin mi abbia stabilizzata evitandomi le ipomanie ma che abbia meno potere sulla depressione? dal lamictal potrò aspettarmi meno sonnolenza e più alti rispetto al depakin?
-chi mi sta vicino non capisce non conosce bene questo disturbo ritiene utile organizzare un incontro con il mio dottore?
ULTIMA COSA: il mio disturbo è riconosciuto come disabilità? ci sono leggi? o sedi dove posso informarmi? in facoltà (giustificano assenze) o agevolano dislessici e disabili. vorrei capire se rientro. nonostante la volontà sono mancata a lezione.

vi ringrazio
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Nel disturbo bipolare è utile non ragionare su fasi eccitatorie e depressive come fossero pezzi indipendenti o fasi indipendenti, poiché così non è. I medicinali hanno tutti in comune il fatto di evitare una dinamica di eccitazione ricorrente, alcuni funzionano meglio se l'umore inteso come sensazione soggettiva è depresso, altri se è iroso-euforico. La conseguenza delle precedenti fasi (ipo)maniacali è quella di uno stato apatico e di attesa annoiata e sfiduciata di qualche nuovo stimolo o di qualche opportunità dall'esterno, situazione che purtroppo dipende molto dal punto di riferimento che il cervello continua ad avere (cioè l'ipomania) anche se la fase è finita. Questo aspetto deve essere gestito e discusso con il medico, non ci sono sempre soluzioni mediche per accelerare la risoluzione di questa fase, né è utile rimanere esposti al rischio di fasi ipomaniacali o maniacali solo per migliorare temporaneamente la sensazione di apatia, che può risolversi per altra via.

Lo psichiatra se crede può parlare con i familiari, che tuttavia spesso mantengono le loro reazioni e le loro idee su come comportarsi, anche perché una cosa è il comportamento di un medico e un'altra è quella di una persona che deve avere comunque un rapporto umano con il familiare, e quindi tende a comportarsi come farebbe con una persona qualsiasi.

E' possibile chiedere di essere valutati per la disabilità. Le agevolazioni sono quelle della legge 104 e il trattamento economico dell'invalidità. Se invece intende la possibilità di essere agevolati nel percorso di studi, non vedo come, perché frequenza alle lezioni e rendimento sono valutati indipendentemente dalla condizione di malattia, ci possono essere agevolazioni in caso di limitazioni alla mobilità o alle funzioni sensoriali, in questo caso non è chiaro quali agevolazioni abbia in mente.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
grazie per la risposta,
Ho la media dei voti e la media degli esami sostenuti uguale alla maggior parte dei colleghi che frequento. non voglio chissà quali agevolazioni, le spiego meglio:
-ho seguito laboratori semestrali di gruppo e per essere sicura di presentarmi e di lavorare stavo più di due giorni sveglia, soprattutto prima del depakin, se la lezione iniziava alle 8 non dormivo la notte per esserci. ho passato 3 anni cosi. e ho passato con ottimi voti i laboratori.
-ho impiegato le poche energie per l'università e per frequentare tutte le lezioni ma sono mancata spesso in qualche materia in quanto coincidevano i laboratori e più di 36 ore sveglia non riuscivo a stare, dunque ai lavoratori è concesso mancare a me che per esserci provavo di tutto no.
NON VORREI APPARIRLE VITTIMISTA ma ho fatto molto, e se non riuscivo a svegliarmi per via della sonnolenza data dai nuovi farmaci o per via delle 36 ore precedenti senza dormire non credo sia colpa mia.
vivo da sola, sono fuori sede, non ho avuto nessun appoggio, se stavo male e depressa non facevo la spesa, non mi alzavo dal letto e non mangiavo. e vedere la semplice attività di fare la spesa come una cosa complicatissima non l'ho voluto io (anche oggi faccio fatica a uscire di casa) . mi sono sempre presa le conseguenze delle mie azioni e ho concentrato tutto sullo studio
CREDO CHE CON LA LAUREA IO POSSA RIACQUISTARE LA STIMA IN ME E SUPERARE PARTE DELLA DEPRESSIONE.
il primo anno sono stata a lezione con continui attacchi di panico, ma ci provavo...
inoltre a parer mio da quando prendo i farmaci sono completamente smemorata, confusa ed è più difficile per me concentrarmi.
MA ACCETTO TUTTO... sono fiera dei piccoli passi. NON VOGLIO CHISSA' QUALI AGEVOLAZIONI. ma per due o tre materie alle quali non sono riuscita ad essere sempre presente (e i sensi di colpa erano tanti... e l'umore peggiorava) ai lavoratori viene concessa la non frequenza a ME PUò ESSERE CONCESSA? può essere un motivo valido il mio?
a parer mio si... perchè ho fatto tanto e non poter sostenere un esame per delle assenze mi sembra un pò troppo. all'esame si valuteranno le mie conoscenze senza agevolazioni, ma perdere un anno per riseguire mi sembra un pò ingiusto. comunque in caso lo farò.
le chiedo inoltre se secondo lei sono i farmaci che mi hanno portato alla confusione, alla poca memoria o l'inizio di queste crisi di panico e di depressione. il mio rendimento è cambiato molto dall'inizio della terapia farmacologica.
ULTIMA COSA. sono spesso distratta e sbatto contro i pali e le porte, LE PERSONE è possibile che i farmaci ne siano la causa? sono anche spesso caduta dalle scale.
ovviamente continuerò a cercare la terapia più adatta, ad affidarmi al medico e ad avere pazienza.
grazie
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non esiste una regola in tal senso, perché se la frequenza è obbligatoria, la ragione per cui non si è frequentato non so se valga qualcosa.

Se non calcola le distanze o ha i riflessi meno pronti del solito lo riferisca al suo medico.
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