Abusi psicologici

Da poco tempo mi sono resa conto di essere stata vittima di abusi psicologici, fisici, economici da parte di mio marito, e non solo anche da parte di suo padre , sua madre e sua sorella. Quello che mi domando e´ perche´ si sono accaniti tutti su di me. Io non sono una persona debole di carattere anzi il contrario sono una combattente ma da quando ho sposato quest uomo mi sono trovata davanti ad alcune circostanze che mi hanno disorientato, non potevo più uscire, non potevo piu vedere nessuno tra familiari conoscenti amici ero completamente isolata, senza soldi, neanche il mio stipendio...per non contare il fatto che venivo umiliata da mio marito da mia suocera e da mia cognata, non perdevano occasione per dirmi che ero un incapace, che ero sporca (secondo loro non ero capace a pulire casa, lavare piatti ecc) ero una stupida, avevo un carattere debole e il tutto si èe inasprito con la nascita di mio figlio, ero tenuta sotto minaccia che mi avrebbero fatto togliere il bimbo, non volevano neanche che lo allattassi. Da un mese sono andata via da casa Mio martito potrebbe avere una qualche psicosi? ma i suoi familiari perche si sentivano autorizzati a schiacciarmi? Esiste qualche psicosi collettiva? O come gli animali se nel branco sei l'anello debole ti sbranano? Ovviamente con questa separazione mio marito si è calmato , ma non i suoi genitori e sua sorella che continuano a insultarmi, accusarmi di aver rovinato una famiglia, ho tanti sensi di colpa ,ma so che la colpa non e tutta mia. Sono stata fidanzata felicemente con mio marito per 15 anni, il quale era per me eccezionale, non e mai stato violento e sgarbato e comunque nulla che potesse farmi pensare a rurro questo, e per ben 15 anni lui aveva dei rapporti burrascosi con la sua famiglia. Appena ci siamo sposati, e lui ha fatto pace con la sua famiglia sono cominciati i problemi.Sono stata sposata per quasi due anni poi come ho scritto sopra mi sono accorta di essere completamente isolata, mi sentivo inutile e incapace, mi sentivo umiliata e senza dignita, mi sentivo di non meritare piu nulla , sono la persona peggiore del mondo, chiedevo perdono solo per il fatto di esistere, poi ad un certo punto ho cominciato a pensare che forse mi stavo sbagliando, che non meritavo di essere trattata cosi e allora me ne sono andata.Grazie
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile signora, è difficile rispondere alle sue domande senza conoscere meglio la situazione. Quello che Lei ha scritto è la Sua versione dei fatti, la sua visione delle cose dal suo punto di vista. Che può essere assolutamente vero o no. Immagino che la separazione venga regolata dal Tribunale, come doveroso. In caso di dubbi o richieste contrastanti e difficoltà di trovare accordi anche per la vita del bimbo diviso fra i due ambienti, il Tribunale affiderà, come spesso succede, una Consulenza Tecnica d'Ufficio che valuterà la situazione e darà indicazioni al giudice sulle modalità migliori di affidamento del bambino e di visita al genitore non coabitante, seguendo solo - se ci riesce - gli interessi del bambino e non quelli dei genitori.
In bocca al lupo.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Capisco quello che mi dice, ma chiedevo una risposta partendo dal presupposto che quello che racconto è vero e fondando la risposta sulle informazioni che sto dando. Ovviamente per la parte legale ho un avvocato.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile signora, la famiglia può essere il luogo in cui le persone vivono la loro vita e crescono i figli e invecchiano e si curano gli uni degli altri, fondamento sia del benessere delle persone che della vita sociale, ma anche il luogo delle peggiori aberrazioni e perversioni. La famiglia è un gruppo sociale, o microsociale, quasi un organismo che ha i suoi meccanismi di funzionamento e la sua evoluzione nel tempo e la sua storia naturale, per così dire, con fasi più facili e altre più difficili. E può durare tutta la vita garantendo un luogo di protezione e di riferimento ai suoi componenti. ma come tutti i gruppi e gli organismi può avere anche la sua patologia fino a rendere la vita impossibile ai suoi membri, che a volte devono uscirne per la loro sopravvivenza.
Solo una situazione di 'terapia della famiglia' può valutare cosa succede e se le difficoltà sono rimediabili o no.
Quello che può essere successo nella sua è forse la difficoltà a formare una nuova famiglia separata da quella originaria di suo marito, spesso è difficile separare la vecchia famiglia da quella nuova. L'arrivo di un figlio è speso un momento critico per una coppia, può accentuare i conflitti con la famiglia di origine e non è raro che sia seguito da una crisi e una separazione.
A volte le difficoltà sono insormontabili, come forse è successo nel suo caso.
A volte in sede di CTU per il Tribunale si può tentare una 'mediazione' e una approfondimento delle dinamiche in gioco per vedere se esistono possibilità di recupero della vita in comune, con l'aiuto di una terapia familiare.
Forse le sue domande vanno inserite nel contesto che ho accennato.
Cordialmente