Depressione e problemi affettivi

Salve, vi scrivo per una brutta situazione che si sta aggravando e che vorrei tentare di arginare. Un mese fa sono stato "scaricato" da una ragazza con la quale mi frequentavo da qualche tempo, ed è stato un colpo micidiale.
Il fatto è che non riesco a farmene una ragione. I motivi, i seguenti:
Non ho mai avuto una vera relazione, e questa donna è quella che ho sempre cercato;
so che non ne troverò "altre come lei", ossia che mi coinvolgano idealmente a
questo punto. Il modo in cui lo ha fatto mi pone molte domande aperte e
purtroppo, malgrado un mio (e sembrava anche un suo) riavvicinamento, fatico a comunicare con lei ora (non risponde al telefono o non si connette, brevi e laconici messaggi su mia richiesta etc.).
Ciò accresce il mio nervosismoe la mia frustrazione.
Il totale e sconfinato deserto affettivo (femminile) che mi attanaglia. Un lavoro che non mi piace e senza futuro, un senso di fallimento, le amicizie, poche e discontinue, uno stadio depressivo SEMPRE presente ma sottovalutato.
Un circolo vizioso e distruttivo. Ora mi sento molto male e molto solo, cerco di tenere botta ma ormai passo le giornate -tutte uguali-privo di stimolo, interesse, in totale apatia ed ansia. Ho sporadici sprazzi di avvilimento con pianto (mai successo dall'infanzia), rigorosamente solitari.
Prendo lorazepam 2,5 (prescritto) per dormire o ridurre gli attacchi di ansia e derealizzazione che mi colgono la notte nella stramaledetta solitudine. Quando devo uscire, magari a cena con gente, o per dei viaggi/tragitti in macchina o altri mezzi, lo tengo in tasca perchè non si sa mai. Ho preso a fumare e a bere superalcolici per nevrosi. Non riesco a rilassarmi, ho pensieri ossessivi.
Sono logorato, non ho pace, non ho nemmeno più voglia di ascoltare la "mia" musica
o guardare un film per distrarmi. La sera, ogni sera, spero solo di risentire questa ragazza. Vorrei potermici trovare e dirle quello che devo, per cercare una catarsi e lasciarmela definitivamente alle spalle, anche se in cuor mio spero stupidamente che si riavvicini. So che devo agire presto, pensavo di rivolgermi al CSM della mia città per una consulenza psichiatrica/psicoterapeutica. Ho presente anche che le pur valide terapie farmacologiche incidono inesorabilmente sulla libido e per me, avendo in quanto depresso problemi di questo tipo, sarebbe un'ulteriore condanna. Avete dei pareri o delle considerazioni da fare ? So che mai come ora avrei bisogno di una compagna, un abbraccio, di intimità; un'anima affine con la quale condivividere parte del mio e del suo mondo.Credevo di averla trovata invece la mia fiducia e il mio tempo sono stati traditi.E in queste condizioni, non posso guardare oltre.
Ho quasi trentun'anni e l'età non è certo dalla mia parte.
Necessito di un sollievo, e rapido.
Grazie anticipatamente per la vostra disponibilità umana e professionale.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente

Il suo problema non è solo quello di avere una relazione stabile anche se lei vi attribuisce una importanza principale.

I comportamenti che ha si configurano in disturbi che possono portarla a crearsi ulteriori problemi.

Non tutte le terapie agiscono sulla sfera sessule, ed il pensiero di rivolgersi ad uno specialista psichiatra è corretto.

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Utente
Utente

Grazie per la pronta risposta.
Sebbene la diagnosi spetti allo specilista che mi vedrà, crede sia buona cosa affiancare la cura farmacologica con un percorso psicoterapico?
Se si quale orientamento suggerisce? Confido che sono sempre stato molto diffidente verso la psicoterapia "come terapia" in generale, e ad aprirmi con le persone in particolare. In ultima, crede che sia meglio rivolgersi ad un privato o anche il SSN attraverso il c.s.m. può offrire valido e qualificato supporto ? Non ho problemi economici "di famiglia" ma non vorrei gravare sui genitori, ed io non navigo sicuramente nell'oro.
Grazie di nuovo, cordiali saluti

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

il trattamento psicoterapeutico presuppone una valutazione diretta anche per suggerire un eventuale orientamento.

Considerare la psicoterapia come una possibilità terapeutica a prescindere dalla valutazione predetta può costituire, di fatto, un errore metodologico.

La valutazione diretta può dipanare qualsiasi suo dubbio in merito.
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Dr. Stefano Martellotti Psichiatra 72 1 7
Gentile utente, sono certo che un collega psichiatra preparato saprebbe tenere in considerazione anche la dimensione psicologica del problema e l'eventuale indicazione ad una psicoterapia. Allo stesso modo, uno psicologo- psicoterapeuta che abbia una visione integrata dei trattamenti non ometterebbe, dopo opportuna valutazione, l'invio per un consulto psichiatrico. Si trova (o, involontariamente, si è messo) in una specie di trappola esistenziale. È nella scomoda posizione di colui che "attende" o si siede e spera che accada il "miracolo". Ha messo il suo destino e la possibilità di ritrovare un equilibrio psicologico completamente nelle mani di qualcun altro (la ragazza), lasciando alla sua iniziativa unicamente modalità improprie di tamponamento dello stress che non fanno altro che sottrarle ulteriormente fiducia (ad esempio, i superalcolici). La dinamica in corso con questa ragazza rischia di trasformarsi in un incastro del tipo "caccia e fuga" molto pericolosa per la sua salute emotiva e, come già saprà, raramente efficace per risvegliare il desiderio della persona in allontanamento. Inoltre, la possibilità concreta di elaborare la perdita della relazione e andare oltre è del tutto incompatibile con il mantenimento dei contatti con la sua ex (di persona, telefonici o epistolari che siano). Non voglio sbilanciarmi in spericolate interpretazioni via web, ma spesso questi comportamenti sottendono ad una bassa autostima e a difficoltà nel distinguere i propri sogni o i propri ideali (inclusa, eventualmente, una visione idealizzata della persona amata) dalla realtà e dal suo divenire. Il mio personale suggerimento è di superare le sue resistenze rispetto al "parlare di sé" ed aprirsi più che può con uno psichiatra o con un terapeuta. Ricordi che la capacità di un operatore della salute mentale di comprendere i problemi delle persone è influenzata in modo significativo dalla completezza e profondità delle informazioni che i pazienti riescono a riferire.
Intanto chiuda con l'alcol: sarebbe un'azione costruttiva (mi auguro la prima di una lunga serie) in grado farle recuperare un parziale senso di controllo su ciò che le sta accadendo.

Dr. Stefano Martellotti
www.stefanomartellotti.com

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Utente
Utente
Gentile Dottore, concordo in pieno con il suo parere ma in questo stadio non sono in grado di operare una decisione simile. Il mio pensiero verso questa ragazza, o meglio verso la sua figura, ha preso forma di un'ossessione.
Credo anche che la mancata comprensione (pensavo di averne il tempo) delle dinamiche che hanno portato al distacco nei miei confronti, ossia la non corrispondenza dei miei sentimenti con i suoi, sia motivo del tormento. E per comprensione intendo la contradditorità del comportamento prima della improvvisa rottura. E' stato un brutto colpo alla mia fiducia. Purtroppo ho avuto modo di capire che lei non è esente da problemi, ed ha le caratteristiche di una personalità "evitante", putroppo sono forse attratto verso questo tipo di donna, e anche questa è una cosa da indagare. Ho avuto ieri modo di sentirla, aveva un tono amichevole ma nulla più, pare non si renda nemmeno conto del danno cha ha fatto (e che farà ad altri), le ho ribadito la proposta di vedersi ed ha detto che va bene, si farà viva dopo le vacanze, ma lo aveva già detto la settimana scorsa e - per me - sta solo prendendo tempo, o se ne frega semplicemente. Fatto sta che se avesse deciso di sparire completamente lo avrebbe già fatto.
Adesso so che per alemo due settimane non la risento più e questo, SBAGLIANDO, lo vivo con disagio e senso di attesa. E' una persona molto particolare e non entro nel merito delle dinamiche del "rapporto", ma ho solo l'intuizione che questa catarsi a cui accennavo, forse, mi farà sentire meglio, o forse peggio. Una considerazione invece sul lorazepam: lo assumo da due settimane e temo una dipendenza, faccio anche la ca**ata di assumerlo con alcolici (a volte fa poco effetto) e ieri prendendone uno da 2,5 mg mi sentivo pesantemente "drogato". Mi auguro che lo specialista possa scalarmelo e darmi qualcosa che migliori l'umore e mi calmi nello stesso tempo, senza stordirmi come le benzodiazepine.
Grazie nuovamente, cordiali saluti
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Dr. Stefano Martellotti Psichiatra 72 1 7
È davvero pericoloso associare benzodiazepine ed alcol. Così come è realmente pericolosa la spirale affettiva in cui si trova. Senza alcun dubbio la terapia farmacolgica deve essere immediatamente rivalutata da uno specialista psichiatra (non faccia passare il periodo estivo) anche perchè le cure basate unicamente sulle benzodiazepine non hanno senso o possono risultare addirittura controproducenti. Il mio parere è che nel suo caso sia ineludibile l'integrazione del trattamento farmacologico con una psicoterapia. Sono piuttosto colpito dai contenuti decisamente masochistici delle sue riflessioni e dei suoi tentativi di adattamento alla difficile situazione che sta attraversando. Deve considerare che alcune caratteristiche stabili dei nostri modi di riflettere sulla realtà, di regolare le emozioni e di vivere le relazioni intime non possono essere messe in discussione dalle sole terapie farmacologiche. Allo stesso tempo, questi aspetti chiave della personalità, in caso di deficit funzionale o distorsione cronica, costituiscono dei fattori di vulnerabilità molto rilevanti per svariate condizioni di disagio psichico come disturbi d'ansia, dell'umore, dipendenze patologiche etc. In ogni modo, ci rifletta e, soprattutto, agisca subito.
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Utente
Utente
Inequivocablimente, indipendentemente dalle considerazioni sul rapporto, questo episodio non ha fatto che aprire il vaso di Pandora di problematiche ben più stratificate. Mi perplime invece la sua considerazione sul masochismo; chi sta male sta male e i "rimedi" con cui cerca di affrontare il malessere o dai quali viene investito non sono un atto di consapevole autoflagellazione a cui dovrebbe sottendere il masochismo che, per sua definizione è provare "piacere nel dolore".
Comunque non attenderò certo la fine dell'estate, lunedi andrò dal mio medico e mi farò fare un'impegantiva urgente per il csm della mia città.
Ogni giorno in più è una fatica e tempo sotratto alla terapia.
Poi mi auguro solo di mettermi nelle mani giuste, e di esprimermi propriamente ed esaurientemente per una diagnosi il più possibile corretta. Ringraziandola, la saluto cordialmente
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Dr. Stefano Martellotti Psichiatra 72 1 7
Gentile utente, la sua obiezione è del tutto comprensibile: il termine da me utilizzato, pur avendo significati ed accezioni più ampi rispetto a quello da lei citato, può prestarsi a malintesi. Sostituiamola con il termine più neutro 'autolesionismo'. Non è affatto detto, infatti, che dietro tali comportamenti ci sia una sottile ricerca del piacere. Ipoteticamente, lei potrebbe semplicemente essere alla ricerca della riduzione del 'dolore della lontananza' o del 'piacere del riavvicinamento'. Avrei dovuto limitarmi ad esprimere l'impressione che tali comportamenti siano, a mio avviso, del tutto controproducenti rispetti agli obiettivi appena citati.
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Gentile Dottore, scrivo per un aggiornamento.
Sono stato oggi al primo colloquio con lo psichiatra del CSM, dopo un'anamnesi e una descrizione della sintomatologia ha risontrato una distimia su base ansiosa, mi ha prescritto la setralina 50 da iniziare ad assumere al suo rientro (fra dieci giorni), perchè vuole tenere sotto controllo diretto evenuali effetti collaterali (a livello gastrico). Intanto mi ha detto di continuare col tavor per l'insonnia, anche se sto sviluppando tolleranza (è circa un mese che assumo 2,5 mg la sera). Mi vuole inoltre indirizzare ad una psicologa per meglio inquadrare personalità e problematiche e, in seguito ad alcune sedute, valutare un'eventuale psicoterapia (e di che tipo). Confesso mi sia sembrato un po' "meccanico" e sbrigativo nella dignosi e temo, nonostante abbia più volte sottolineato il problema, che tale molecola vada ad incidere in una libido già pesantemente compromessa. Mi ha inoltre "vietato" di assumere qualsiasi tipo di alcolico a qualsiasi dose, e la cosa sarebbe limitante non solo a livello sociale e non certo per un abuso, ma perchè mi priverebbe di un altro dei (pochi) piaceri che ho nella vita (a livello di degustazione). Ha/avete un parere a tal propostito? Grazie, cordiali saluti.
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Utente
Utente
( Aspettare altri 10 giorni mi sembra troppo, inoltre riesco a dormire un due-tre d'ore al giorno e male. Gli effetti gastrici sono così devastanti da non poter essere tenuti sotto controllo dal mio medico di base qualora si presentassero? )
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Dr. Stefano Martellotti Psichiatra 72 1 7
Credo che lei abbia ricevuto una risposta molto professionale. Penso che un medico meno scrupoloso le avrebbe prescritto il farmaco senza alcuna cautela e senza attendere di essere reperibile per la fase inziale della terapia. Rispetto alla durata del periodo di sofferenza che ha dovuto affrontare, dieci giorni non sembrano poi molti. Se il suo obiettivo è cambiare per davvero, si attenga alla lettera alle prescrizioni (incluso il consulto psicologico).
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Utente
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Gentili Dottori, sto assumendo la sertralina, mezza compressa da 50 mg la mattina dall'11 agosto, 50 mg dal 15. Gli effetti collaterali sono stati disturbi intestinali di lieve entità e (credo) ulteriore diminuzuione della libido. Forse è presto, ma benefici zero. Continuo con il tavor 2,5 la sera. Alla visita di controllo di oggi lo psichiatra mi è sembrato avere un atteggiamento piuttoso "leggero", mi deve fissare l'appuntamento per il colloquio con la psicologa, non si sa bene quando. Inoltre ha detto che non ha senso portare la dose del farmaco a più di 50 mg al giorno. Per il tavor mi ha detto di "provare a smettere" [...]. Non sono molto convinto, per modi e tempi, suggerireste un'altra visita, magari da uno specialista privato e mollare col c.s.m.? Quale il parere sulla dose terapeutica (il bugiardino indica un massimo di 200 mg), in relazione anche al calo della libido?
Grazie per le eventuali risposte, cordiali saluti.