Una depressione maggiore

Buonasera Gentili Dottori,sono una ragazza di 25 anni a cui e' stata diagnosticata una depressione maggiore,per 3 mesi ho intrapreso,sotto controllo psichiatrico,una cura farmacologica con l antidepressivo cipralex,ho iniziato con 5 gocce fino ad aumentare a 20 che presi per 6 settimane,ma non ho avuto alcun beneficio,adesso lo psichiatra mi ha detto di modificare la cura farmacologica,eliminando gradualmente l attuale per poi iniziare con il cymbalta o xeristar,so che appartengono ad una classe di antidepressivi differenti agendo anche sulla noradrenalina,ma volevo chiedervi un semplice parere medico,il suddetto farmaco agendo su 2 fronti ,serotonina e noradrenalina,e' piu' efficace?e una mia piccola curiosita',l azione sulla noradrenalina cosa apporta in piu rispetto ad un ssri?
vi ringrazio vivamente per le future risposte e vi auguro una buona serata.
cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente, Lei chiede:

<<..il suddetto farmaco agendo su 2 fronti ,serotonina e noradrenalina,e' piu' efficace?..>>

<<..l azione sulla noradrenalina cosa apporta in piu rispetto ad un ssri?..>>

Provo a risponderLe.

Non si può parlare dell'efficacia nel senso generale, senza applicarla su una condizione particolare. Nel contesto della Depressione Maggiore non si può dire che i farmaci antidepressivi attivi sia sul sistema di serotonina che su quella di noradrenalina (SNRI) sono più efficaci degli SSRI. Piuttosto, ci sono i casi, sempre di Depressione Maggiore, che rispondono meglio agli SSRI, gli altri casi che rispondono meglio a SNRI, ed altri ancora che risponderanno meglio ai classi di antidepressivi con la specificità ancora diversa. Il perché lo succede è ancora una grande domanda aperta.

Già secondo l'ipotesi dei disturbi depressivi proposta all'epoca delle prime esperienze coi farmaci antidepressivi nell secolo scorso e in base al meccanismo d'azione dei primi antidepressivi, la problematica sottostante la depressione si attribuiva non ad un singolo sistema, ma all'intero gruppo di sostanze: le mono-amine (non a caso, chiamate "amine biogene": dopamina, noradrenallina, adrenalina, serotonina e altre). Si è trattato di un paradigma di lavoro, che aveva i propri limiti, perché approssimativa, ma che forniva una base concettuale. Al giorno d'oggi si può dire che il fenomeno della depressione è più complesso.

Gli SSRI, che sono un esempio dei farmaci più selettivi, sono nati dalla scoperta che una molecola può avere un'attività antidepressiva avendo affinità anche quasi limitamente ai recettori di serotonina. Ciò ha reso la serotonina più "famosa", ma non significa che sia l'unico sistema coinvolto. Rimane aperto il dibattito quali farmaci sono più efficaci: quelli più selettivi o quelli a spettro più largo.

Nei tempi recenti è stato proposto anche un'ipotesi di diversi tipi di depressione, a secondo del sistema alterato (e della classe dei farmaci che ne sono attivi: depressione "serotoninergica", "noradrenergica" o, ancora "dopaminergica") ed è un altro tentativo di spiegare l'eterogeneità dei casi.

Secondo un'altra posizione, gli antidepressivi più selettivi sono preziosi più per una loro minore propensione a dar luogo agli effetti collaterali e non per una maggiore efficacia.

Comunque, con gli stessi farmaci SNRI l'azione non è letteralmente "su due fronti", ma, a secondo della dose, prevale l'affinità ai recettori della serotonina (a dosi più basse) o a quelli della noradrenalina (a dosi più alte). Per avere un profilo maggiormente diverso da SSRI, può essere richiesto un dosaggio maggiore, ma questo può costare maggiori effetti collaterali. Dunque la dose va callibrata. Si potrebbe dire che questi farmaci offrono qualche possibilità in più e qualche effetto collaterale in più, ma questo dipende dal come si usano.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dr. Gukov la ringrazio infinitamente per aver dato risposta ad una mia curiosita' ,e' stato davvero chiaro e molto esaustivo.
Volevo porgere un altra domanda,qualora fosse possibile;essendo in cura da tre mesi con il cipralex e non avendo avuto ancora nessun risultato,perche molto probabilmente non e' il farmaco che si addice maggiormente al mio caso,e quindi purtroppo sono molto sfiduciata,volevo capire quali sono i benefici che dovrebbero apportare gli antidepressivi ad un soggetto sofferente di depressione maggiore?
grazie ancora e buona serata.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
quali sono le Sue aspettative (dei benefici di un farmaco antidepressivo) ?
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio ancora per la tempestiva risposta,io da un antidepressivo mi aspetto che migliori il tono dell umore,e riesca a far finire lo stato costante di apatia,e possa riuscire a far riapprezzare la vita a chi ne faccia uso,ovviamente con un determinato impegno da parte del paziente,e invece in cosa aiutano questi farmaci?
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
<<..quali sono i benefici che dovrebbero apportare gli antidepressivi ad un soggetto sofferente di depressione maggiore?..>>

- La normalizzazione del Tono di umore nei suoi aspetti centrali come stato emotivo (spesso, come nel Suo caso, caratterizzato da apatia) e di conseguenza dei processi e dei fenomeni correlati (ad es. sintomi d'ansia, idee depressive o insistenti, sintomi comportamentali come il ritiro o l'evitamento, regime sonno-veglia, regime alimentare ecc.).

Ogni paziente depresso ha un suo quadro clinico ognuno con caratteristiche un po' diverse, e dunque le mete possono essere un po' dverse dal caso al caso, ma si presume che lo stato depressivo con le problematiche centrali (come l'apatia) sia a valle delle molte problematiche secondarie ad alcune delle quali abbiamo accennato, che spesso si risolvono con l'ottimizzazione dello stato di umore di fondo.

Da un altro punto di vista, "il tono di umore", cui variazioni fisiologicamente seguirebbero un ritmo biologico (che nel caso della depressione come se questo ciclo si "inciappasse"), può essere visto come una variabile composta da più fenomeni, molti dei quali hanno sempre la caratteristica di variarsi ciclicamente, ed in realtà, la questione su che cosa viene prima (i componenti o l'insieme) potrebbe essere una domanda aperta.

In altre parole, l'apatia potrebbe essere anche una risultante di fenomeni più parcellari che compongono assieme lo stato di umore.

Tradizionalmente i farmaci chiamati consensualmente "antidepressivi" devono tale loro nome alla loro capacità di "risolvere" lo stato depressivo, ovvero mitigare o eliminare i sintomi della depressione (ad alcuni dei quali abbiamo accennato), riportando l'organismo allo stato di normalità.

Col tempo si è scoperto che molti di questi farmaci possono essere attivi anche in maniera specifica sui gruppi più isolati dei sintomi (dunque, sono usati anche nei disturbi d'ansia, di sonno, di alimentazione ecc.).

Esiste anche la concezione dell'antidepressivo come un farmaco che "migliora" l'umore, che dà, in parole povere, più spinta vitale, più energia e più ottimismo ecc. Nella percezione soggettiva di molti pazienti, è proprio questo l'effetto atteso, "mirato", "specifico" sul fenomeno centrale, quello dell'umore depresso. Tuttavia, la Depressione Maggiore come malattia, come ho accennato prima, è più complessa, si compone di più sottofenomeni, e tale concezione degli antidepressivi, soprattutto se vista al di fuori del paragone con l'umore depresso di base, sarebbe scorretta, mentre più adatta alla definizione di quello che sarebbero i farmaci "stimolanti".

La differenza fra gli stimolanti e gli antidepressivi è che

gli "stimolanti" possono sollevare il tono di umore indipendenteente dallo stato di base (depressivo o normale), tendendo in genere ad accelerare i processi psichici (non di rado a prezzo delle ripercussioni anche negativi sullo stesso umore, maggiori fenomeni di "rebound" negli intervalli fra le assunzioni e dopo la cura),

mentre gli "antidepressivi" tendono ad aiutare all'organismo ad assestarsi su un livello di umore più normale e più stabile e al di fuori dello stato depressivo tali loro effetti possono non essere percepiti ed anche nello stato depressivo loro effetti non sono così subito evidenti, ma si sviluppano gradualmente (nell'arco di più settimane, ma 6 settimane, al massimo 7-8 è un tempo quando almeno i primi effetti dovevano già manifestarsi).

A dire la verità, non pochi antidepressivi (ad esempio gli stessi SNRI, ed ancora di più i primi farmaci antidepressivi triciclici a spettro ancora più ampio) avrebbero le caratteristiche miste fra l'antidepressivo e lo stimolante, tuttavia, in ogni modo come "stimolanti" non hanno un'efficacia certa o costante e non devono essere percepiti come "stimolanti", perché talle percezione sarebbe in molti casi diseducativa e portare all'uso "al bisogno" di questi farmaci, che invece richiedono un assunzione regolare e per periodi relativamente protratti.

Detto ciò, vi auguro di trovare un antidepressivo ottimale.

un saluto,
[#6]
dopo
Utente
Utente
Dr. Gukov non ho parole per ringraziarla della sua disponibilita' e chiarezza,anche io spero tanto di trovare il giusto antidepressivo,che quanto meno mi risollevi da questo stato di profonda apatia e angoscia,e mancanza di voglia di vivere.
cordiali saluti e grazie ancora.
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