Ansia psicosomatizzata dopo abuso MDMA

Gentili dottori, sono un ragazzo di 23 anni, che ha avuto i primi attacchi di ansia psicosomatizzati con vomito, stimolo all'evacuazione/diarrea, più o meno a 17 anni, in quel frangente l'ansia veniva quando dovevo prendere il bus per andare a scuola e persisteva per buona parte della mattinata..tuttavia dopo pochi mesi il tutto è scomparso. L'ansia è tornata 2 anni fa quando ho iniziato a frequentare i rave party con assunzione di MDMA ( ho una storia di tossicomania continuativa da quando ho 15 anni, con ogni tipo di sostanza, ma mai nessuna mi ha dato effetti ansiogeni, tuttavia è da un anno che non faccio uso più di nulla), in quel frangente, nel periodo subito prima dell'assunzione della sostanza e quello subito dopo, avevo ansia e attacchi di diarrea...oltretutto anche ascoltare semplicemente la musica dei rave party a casa mi procurava mal di pancia. Ho deciso di prendere provvedimenti quando poi tutta questa sintomatologia ansiosa psicosomatica si inizio a presentare anche quando dovevo uscire di sera o fare qualcosa che esulava dalla quotidianità( uscire in macchina dal paese, andare a un matrimonio ecc) nonostante aver abbandonato l'uso di sostanze. Ho preso quindi xanax per un mese e ho fatto una psicoterapia breve autogena( ipnosi e training autogeno 3 volte al giorno, benzodiazepina al bisogno)..oggi l'ansia è un po calata ma dato che gli esercizi di training li faccio sempre meno, non è che sto come vorrei stare, infatti la sera prima di uscire ho i mal di pancia e devo prendere la benzodiazepina se no non riesco a uscire di casa...inoltre basta un piccolo imput emotivo che si va ad aggiungere all'ansia pre-uscita, per eliminare l'effetto della benzodiazepina e farmi stare male per un bel po di tempo nella serata. concludo dicendo che i mal di pancia sono psicosomatici, perchè basta per esempio che decido di non uscire più , e come per magia il tutto scompare. Bene ora mi chiedo, visto che nei miei studi (studio psicologia) ho constatato una certa letteratura che parla di buoni miglioramenti con gli SSRI per l'ansia procurata da storie di sostanze sintetiche psicoattive, come dovrei orientarmi per il mio futuro...cosa mi consigliate di fare, visto inoltre che non ho più denaro per continuare la psicoterapia ( in realtà per farne un'altra con altri approcci, visto che questa mi sembra essere giunta al termine)?
Grazie
Saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
gli esercizi di trainig autogeno proseguirei a fare, e non è detto che ci voglia un approccio diverso, bensì sarebbe possibile approfondire basandosi sempre sull'approccio di training autogeno. Può darsi che senza frequentare lo specialista Lei non riesce ad averne abbastanza motivazione ? Ovviamente nel Suo caso è importante anche capire e lavorare sui fattori psichici predisponenti (predisponenti sia ai disturbi d'ansia, sia all'abuso di sostanze), ma questo obbiettivo è realizzabile con uno specialista competente nell'ambito a prescindere del suo approccio di psicoterapia. L'uso della benzodiazepina al bisogno non posso approvare come corretto, soprattutto nel caso della storia di abuso di sostanze. Ma che sia una benzodiazepina o un SSRI, serve comunque uno specialista che La possa seguire, un riferimento. Le consiglio di rivolgersi al servizio pubblico, nel Suo caso al SerT, come ad un punto di riferimento. Che cosa ne pensa ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2018
Ex utente
Grazie dottore per la risposta
per quanto riguarda gli esercizi diciamo che è sin dall'inizio della terapia, che non ho avuto molta voglia di farli (per il mio carattere, paradossalmente stare mezz'ora disteso sul letto a fare l'esercizio mi risulta noiosissimo), tuttavia continuo perlomeno a fare una sessione di training una volta al giorno, anche se in realtà il mio psicologo mi ha sempre detto di fare 3 sessioni al giorno perchè le ansie psicosomatizzate sono belle dure da sconfiggere...per quanto riguarda il suo consiglio di rivolgermi al Sert le assicuro che sono totalmente fuori da qualunque dipendenza oramai da un anno ( ho smesso anche con le sigarette!)...ma comunque e poco ma sicuro come dice lei che ho bisogno di una guida, infatti con lo psicoterapeuta mi continuo a vedere, anche se con una frequenza più sporadica. Il mio dubbio era quello di capire se sussistono dinamiche e cure diverse per i disturbi d'ansia scaturiti o perlomeno esplosi dopo una storia di abuso di sostanze sintetiche, o se invece è tutto nella normalità!
Grazie ancora
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
l'uso di MDMA può slatentizzare o indurre i disturbi d'ansia: secondo il modello più diffuso, sarebbe a causa del succesivo brusco impoverimento dellle risorse di indolamine e delle microstrutture implicate (come i recettori), cui ripristino può richiedere più tempo. E gli antidepressivi SSRI sono stati proposti come un mezzo che previene tali alterazioni.

Il meccanismo d'azione degli SSRI è sicuramente meno invasivo rispetto a MDMA, ma non agiscono nemmeno loro in un modo fisiologico. Se fosse solo per risparmiare i danni da MDMA, l'argomento sarebbe discutibile. Anzi, all'inizio dell'assunzione gli SSRI possono comportare alcuni sintomi ansiogeni simili al MDMA. Inoltre, le sostanze distribuite alle discoteche e in genere le modalità (illegali) con le quali viene distribuito MDMA non garantisce che si è trattato solo del MDMA.

Invece nell'ottica del trattamento del disturbo d'ansia (a prescindere del fattore che lo ha slatentizzato), valutare l'introduzione di un farmaco antidepressivo può aver senso, anche per evitare la dipendenza da benzodiazepine. Ma bisogna rivolgersi direttamente ad uno specialista psichiatra, e, nel Suo caso, è meglio che sia nel servizio pubblico.

Il SerT Le ho consigliato non perché penso che Lei fa uso di sostanze, ma perché al SerT lavorano gli specialisti che conoscono meglio i danni tossici cronici da sostanze, se gli ipotizziamo. Aggiungo anche che, sebbene Lei non è nella fase di dipendenza o di abuso attiva, la Sua storia di malattia è stata caratterizzata e condizionata da tali fattori, ed è importante sia sul piano diagnostico che sul piano dell'appproccio di cura. Un anno di astinenza da sostanze (devo farLe i miei veri complimenti !) non è comunque una garanzia contro le ricadute. Bisogna lavorare anche sui fattori di rischio.

In realtà, anche nell'attualità Lei tende a dipendere dalle sostanze chimiche: mi riferisco alla benzodiazepina. E sarà "la colpa" di chi Le ha prescritto e prescrive questo farmaco al bisogno e senza insistere che vada dallo psichiatra; ma probabilmente c'è anche la tendenza psicologica Sua: forse di cercare nel farmaco la Sicurezza.

Un altro fattore è forse la Curiosità, ed è quello che intravvedo nelle Sue ricerche su SSRI. Dietro all'idea di SSRI nel Suo caso ci sono ragionamenti validi, anzi, forse uno di tali farmaci, con le dovute precauzioni, sarà essenziale nella cura.. Ma non è anche sempre la stessa curiosità che L'ha portato a sperimentare in passato "ogni tipo di sostanza" ?

Non voglio disprezzare i farmaci, anzi, coi farmaci ci lavoro, ma, visto che Lei studia la Psicologia, spero che riuscirà a conoscere altrettanto bene i fenomeni psicologici che sottostanno alla dipendenza e le tecniche psicoterapeutiche della cura dell'ansia...

L'uso di sostanze chimiche è noto da vecchi tempi ad esempio nel contesto dei riti religiosi. Ma quale ruolo ha anche il rito stesso ? Senza il rito la sostanza avrebbe lo steso effetto ? E come uno può avvertirne gli effetti "nel periodo subito prima dell'assunzione della sostanza" (come ha scritto Lei) ?
[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2018
Ex utente
Gentile dottore, grazie ancora per l'esaustività della sue risposte.
In realtà è come dice lei, nel senso che molte volte mi sono reso conto di come solo ingoiando la compressa di benzodiazepina, mi sentissi subito sollevato (effetto placebo), questo circolo retroattivo gli e l'ho fatto presente anche al mio psicologo, che mi ha suggerito di sostituire la compressa con il training ( "prima di uscire fai qualche training in più come se fosse un farmaco")...il mio obiettivo è in realtà proprio quello di non assumere più nessun farmaco, dopo anni di dipendenza da sostanze, questo fatto che devo prendere la compressa prima di uscire per calmare l'ansia, non mi va giù! D'altro canto mi rendo conto di come molte volte quest'ansia esplode e o scappo a casa in preda ai mal di pancia inventando scuse con i miei amici, o prendo la benzodiazepina prima di uscire e quindi evito tutto ciò. Le mie titubanze e la mia demoralizzazione, sorgono dal fatto più che altro che dopo questa psicoterapia non sto bene...questo forse è un po colpa mia, perchè non faccio abbastanza training autogeno, e un po colpa del terapeuta, che non si è reso subito conto di come forse questa non sia la terapia adatta a me ( e qui si apre il dibattito su come nella maggior parte dei casi i terapeuti sono poco dinamici e danno la stessa ricetta a tutti, ma non è forse vero che siamo individui unici e diversi l'uno dall'altro?)
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