Che differenza c'è tra disturbo di personalità e disturbo dell'umore?

Buon giorno gentili medici,
spero che vogliate rispondermi a questo quesito, visto che io, onestamente, a seguito i alcune (vaghe) risposte, non ci ho capito proprio nulla.

buona domenica.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Così formulata, la domanda non ha senso, è come chiedere la differenza tra una città e un'altra. Penso che il suo dubbio però si riferisca ai disturbi dell'umore da una parte e ai disturbi di personalità tipo borderline, narcisistico, istrionico, antisociale dall'altra, che formano il cosiddetto "gruppo B" o "personalità drammatiche".
Come dice il nome, sono personalità caratterizzate da un atteggiamento e comportamento conflittuali e "teatrali". I singoli disturbi non esistono come quadri separati, mentre la ripartizione nei tre gruppi A, B, C ha un senso. Per quanto riguarda la distinzione tra le personalità e i disturbi dell'umore, può benissimo non sussistere, perché sono due modalità di descrizione delle stesse situazioni. Nel caso dei disturbi dell'umore la descrizione è organizzata per aspetti psicopatologici (umore, pensiero, sonno, appetito, psicomotricità) mentre nel caso dei disturbi di personalità sono descritte le modalità di relazione con gli altri e i "temi fissi" del pensiero e dell'identità della persona, quindi in maniera più fenomenologica e più rivolta alla dimensione dei rapporti con gli altri, soprattutto affettivi. I disturbi bipolari e i disturbi di personalità B possono essere considerate diagnosi sovrapposte, rappresentando i secondi un sottotipo del secondo, che altrimenti si definirebbe "a cicli rapidi" o "nas".

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottore,
mi permette un'ulteriore domanda?
se nel quadro generale c'è una spiccata componente ossessiva cosa comporta?
un quadro misto o non ha senso?
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

No, misto non significa con componente ossessiva. Il fatto che ci siano sintomi ossessivi è una costante nei disturbi bipolari, se poi c'è un disturbo ossessivo con un suo decorso autonomo la cosa si complica soprattutto sul piano terapeutico, vista l'assenza di farmaci antiossessivi non antidepressivi.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dr. Pacini,

un disturbo ossessivo autonomo come si differenzia dai soli sintomi ossessivi? determinate fissazioni come la pulizia o il nervosismo scaturito da determinati comportamenti altrui sono sintomi o una "personalità ossessiva"?
Inoltre non mi è ben chiara la sovrapponibilità del disturbo bipolare con il cluster B: i momenti di felicità e benessere sono da considerarsi mania? anche se non causano problemi di alcun genere (anzi, migliorano i rapporti sociali)? se si prova amore per una persona, questo non è reale?

grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ha un suo decorso, una sua strutturazione, una sua interferenza indipendenti, in questo si differenzia.

Sì, l'ipomania può essere percepita in maniera positiva e iperfunzionale, anche se espone a rischi e fa sottovalutare le conseguenze delle proprie scelte. L'amore così come gli altri sentimenti risentono e si identificano con una componente umorale, per cui possono benissimo andare a fasi. Chi soffre di repentini cambiamenti d'umore può provare sentimenti intensi che poi svaniscono in periodi successivi, senza alcuna ragione. Se per "reale" intende che dura per sempre, questo è un equivoco di termini.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dr. Pacini,

se il gruppo B in termini di personalità è la stessa cosa dei disturbi bipolari, solo con un'altra chiave di lettura, la personalità ossessiva (gruppo C?) in "termini di umore" che cos'è?

per "reale" non intendevo "per sempre", piuttosto mi chiedevo se fossero da mettere in discussione tutte le relazioni e i sentimenti avvenuti in passato, attuali o che si proveranno.
[#7]
dopo
Utente
Utente
volevo porre un'ulteriore domanda:
il mio psichiatra è il mio psicoterapeuta, ma so che c'è chi pensa che le due figure siano meglio separate, è vero? in quali casi?
[#8]
dopo
Utente
Utente
ancora una cosa: il fatto di non dormire (poco o niente) è controproducente? per intanto reggo bene....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"la personalità ossessiva (gruppo C?) in "termini di umore" che cos'è?"

Niente.

"volevo porre un'ulteriore domanda:
il mio psichiatra è il mio psicoterapeuta, ma so che c'è chi pensa che le due figure siano meglio separate, è vero? in quali casi?"

Non risulta.

"ancora una cosa: il fatto di non dormire (poco o niente) è controproducente? per intanto reggo bene...."

E' uno dei sintomi dei disturbi dell'umore.
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dopo
Utente
Utente
quindi è normale non dormire, se c'è questo genere di problemi?

grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"è normale" nel senso che è uno dei sintomi di questo genere di disturbi.
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Utente
Utente
Egregio dottore,

tali disturbi possono passare da soli? con cambiamenti nella vita favorevoli (ambiente, ritmi...)?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Direi che sono disturbi che val la pena curare.
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dopo
Utente
Utente
è possibile raggiungere un equilibrio in cui sono limitati i colloqui 2-3 volte all'anno?

onestamente sono stufa e attualmente non mi sembra di stare così male da giustificare colloqui a scadenza mensile o settimanale.

grazie per le risposte
[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Certamente, ci sono persone che rivedo anche meno spesso, appunto il tutto dipende dalla necessità. Se si è stabili e non si prevedono variazioni nella cura, non è necessario un contatto frequente.
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dopo
Utente
Utente
Egregio dottore,

la ringrazio per la risposta che certamente mi tranquillizza.
Volevo però esprimere un dubbio su ciò che ha detto: a me il disturbo bipolare è stato categoricamente escluso, mentre il disturbo della personalità è fisso. Perché questa discrepanza con ciò che lei ha detto a proposito della sovrapponibilità delle diagnosi?

Inoltre non riesco a trovare una giustificazione nel cambio dell'umore: ho sempre avuto sbalzi di umore e umore variabile, ma erano a periodi piuttosto lunghi (anche stagionali), ora passo dall'euforia alla tristezza nel giro di poche ore, cosa che non mi era mai capitata prima, può essere un cambiamento dovuto all'età? alla terapia? alla dieta? o a nessun motivo?

grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Disturbo della personalità non significa niente. Alcuni hanno a che vedere con il disturbo bipolare, altri no.

I cambiamenti di umore non necessitano obbligatoriamente di spiegazioni. Anzi, sono un fenomeno spesso spontaneo.

Non esiste l'esclusione categorica di un disturbo come diagnosi.
[#18]
dopo
Utente
Utente
non sono stata io ad escludermi questo disturbo e non l'ho nemmeno intuito, mi è stato detto chiaramente che io non ne soffro
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Certo, ho capito, ma non esiste come diagnosi "lei non soffre di", esiste una diagnosi che ne esclude o meno altre contestualmente.

Se le stesse persone hanno parlato di sbalzi d'umore tra euforia e tristezza, escludendo poi la diagnosi di bipolarità, la cosa è strana.

Per il resto, non è chiaro di quale diagnosi stiamo parlando: lei parlava di molte diagnosi, quindi non si è capito alla fine quale abbia ricevuto
[#20]
dopo
Utente
Utente
non ho ben capito se istrionico o borderline.
ho spesso delle ossessioni, ma molto mutevoli e sono state considerate solo come sintomi e non come disturbo a sé stante (in una delle precedenti repliche non era ancora chiaro, ora sì)

mi è stato escluso il disturbo bipolare, però forse intendeva nello specifico i tipi I e II, non ha specificato. Per quanto riguarda euforia e tristezza, non ho mai raggiunto gli estremi del disturbo bipolare, per tristezza intendo malinconia, non depressione maggiore e per euforia un umore un po' alterato, allegro (da tre bicchieri di birra, per intenderci) senza arrivare ad avere problemi con la giustizia.


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
" Per quanto riguarda euforia e tristezza, non ho mai raggiunto gli estremi del disturbo bipolare"

Non sono molto in là questi estremi, ci sono varie tipologie.

Se "non ha ben capito" la diagnosi, perché ci sta ragionando ? Intanto partiamo dal sapere quale sarebbe la diagnosi, altrimenti non vedo l'utilità di conoscere tutta una serie di quadri che poi di fatto non le sono stati diagnosticati.
[#22]
dopo
Utente
Utente
perché mi ha parlato di "tratti attinenti a..."
la mancanza di esattezza in questo, penso che possa essere collegabile al concetto che ha espresso nella prima replica.

il "non ho ben capito" è per me un modo per difendermi dal peccato di eccessiva certezza o autoreferenza. Su questo mio modo di esprimermi, per il quale vengo spesso ripresa per insicurezza, potremmo discuterne per delle ore.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In definitiva una diagnosi non c'è. "Tratti di" non è una diagnosi, anche perché avere un tratto x o y non significa avere un disturbo. Quindi direi che a questo punto della sua storia invece ha senso che sia definita in maniera un po' più chiara la questione, altrimenti siamo al paradosso che non si sa che cosa abbia (tratti, aspetti, elementi ma non una cosa definita) e invece c'è una diagnosi di esclusione fatta con certezza, cosa che come intuivo nel suo complesso ha poco costrutto.
[#24]
dopo
Utente
Utente
Egregio dottore,

immagino che abbia anche intuito che io non sono né un medico, né uno psicologo e di queste cose non so nulla.
di certo so ben poco e sono soprattutto esclusioni.

comunque anche sui tratti c'è una sottile differenza, ad esempio mi sono stati trovati dei tratti ossessivi, pur non avendo questo disturbo.
per quanto riguarda il disturbo borderline c'è qualcosa di più, tra le caratteristiche che più frequentemente si trovano in internet ci sono: la paura di abbandono, la marcata impulsività, l'instabilità affettiva, i sentimenti cronici di vuoto, una rabbia immotivata e intensa (anche se rara) e idee paranoiche anche se gestibili.
del disturbo istrionico ho un'emotività eccessiva, talvolta uno stile dell’eloquio impressionistico, la teatralità e una forte suggestionabilità.

queste cose sono state definite e discusse.

non so che altro dirle, mi dispiace....so solo che non faccio apposta ad essere così e riesco paradossalmente a sentirmi benissimo e a disagio contemporaneamente.
specialmente ora, che sono un "animale da festa", ma con un senso di distacco...ne soffro quasi di più rispetto a quando ho "sintomi/tendenze" depressive.


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Sì capisco, ma queste sono sue auto-valutazioni in base alle informazioni trovate in rete, il che non equivale a una diagnosi. Non le contestavo di doverla fare Lei, ci mancherebbe, ma che al momento non ce n'è una, per cui il primo punto da chiarire mi pare questo, almeno a grandi linee, per poterla indirizzare verso una cura.
[#26]
dopo
Utente
Utente
no, appunto.
non me la sono fatta io, in rete ho cercato per copiare-incollare un elenco.
anche per quanto riguarda le definizioni non me le sono inventate, sennò sarei ancora al punto di partenza del mio primo consulto qui (oppure avrei potuto farmi un'auto-diagnosi già allora). E sicuro che la storia dei miei consulti precedenti non influenzi le sue risposte?
Non vedrei il senso di cambiare account per evitare "pregiudizi" che non dovrebbero esserci visto che nei mesi le cose cambiano.
[#27]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Rileggo i suoi consulti adesso. In quelli passati lamentava di non aver ricevuto una diagnosi chiara, che mi sembra il punto a cui siamo arrivati alla fine di questo.
Detto questo, non mi sembra ci sia altro da aggiungere.
Non mi sembra sia stato trattato con pregiudizio dagli altri colleghi, il punto anche negli altri consulti era che non si capiva il costrutto della domanda forse, ovvero qual è il problema ? Non è Lei che deve orientarsi tra varie diagnosi di cui non può capire comunque parte delle descrizioni, né conosce i segni diagnostici così da poterli verificare su di sé, perché è anche una questione di punto di vista esterno che permette di differenziare bene le cose.

Per cui se crede riparta da capo con la domanda relativo alla sua condizione. Cosa le interessa sapere a parte quel che già si è detto ?
[#28]
dopo
Utente
Utente
mi scuso per averla accusata ingiustamente.

inizialmente la diagnosi non solo non era chiara, ma non c'era.

poi si è parlato di disturbo della personalità, dapprima generico, poi si è parlato di borderline e istrionico (non li ho cercati io a partire dai sintomi, mi sono stati detti)

però il termine "disturbi dell'umore" ogni tanto è saltato fuori in seduta.

da qui la mia domanda, per capire se si trattasse di cose separate o della stessa cosa.

poi lei ha parlato dei disturbi della personalità del gruppo B non come cose separate, ma come un unico gruppo, sovrapponibile ai disturbi bipolari.

ma questa cosa non sembra essere condivisa dal terapeuta che separa i disturbi bipolari dai disturbi della personalità (anche del gruppo B).

e questo disaccordo mi ha confuso maggiormente.

da qui sono nate le mie ulteriori domande e poi la diatriba, per la quale mi scuso e me ne prendo la responsabilità perché so bene che ho un carattere facilmente infiammabile ultimamente.

non so se ora sono riuscita a spiegarmi...
[#29]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

I disturbi bipolari sono separati formalmente dai disturbi di personalità, ma non si escludono a vicenda, sono su due "piani" diversi, come dire due tipi di descrizioni sviluppate nella storia della psichiatria in maniera indipendente. Ricerche recenti dimostrano come di fatto tra il cluster B e i disturbi bipolari ci sia una sovrapposizione larga. Mentre la diagnosi di DBip è affidabile, quella di DPers ha un basso grado di riproducibilità, anche perché la confusione tra "tratti" "quadro completo" e "disturbo" inteso come situazione che induce disagio alla persona è notevole, e dato un disturbo di personalità, la probabilità che automaticamente ce ne sia un altro è elevata (tanto che più che a singoli quadri ha senso parlare di tre profili, A B e C).
Ora, le sue diagnosi/non-diagnosi, messe insieme, darebbero come intersezione più probabile un quadro affine al prototipo bipolare II, in cui c'è spesso un disturbo della personalità, o tratti di diversi disturbi anche se non disturbanti, ci sono disturbi d'ansia o sintomi d'ansia più o meno sempre.

Se cerca nel blog o nella sezione "minforma" troverà osservazioni sui disturbi di personalità B e sul disturbo bipolare in tutte le sue forme che forse le chiariranno le idee un po' di più.
[#30]
dopo
Utente
Utente
grazie davvero...
sì, in effetti mi rendo conto che queste cose me le aveva dette, ma forse non erano sufficientemente schematizzate per essere sicura di aver capito bene..

grazie per la chiarezza, è la cosa di cui ho veramente bisogno ora, mi sembra di subire una pioggia di informazioni sia interne che esterne che non ne esco più.

chiedo ancora scusa a lei e ai suoi colleghi per il tono accusatorio.

[#31]
dopo
Utente
Utente
ho letto tutti i vostri articoli sul disturbo e anche qualcuno al di fuori del sito..

mi ci rivedo bene in molte cose, troppo.

mi chiedo se questa lettura e immedesimazione nei sintomi sia effettiva o non abbia una componente ossessiva, come alcune paure per le malattie infettive. forse è ora che mi faccia curare sul serio.

un'ultima domanda riguardante agli stati di euforia: non mi sembra di aver mai ecceduto in questo senso, ma se è vero che è tipico non vedere questi comportamenti come anormali, come se ne esce? come si riconosce?
non ho comunque mai fatto nulla che mettesse a repentaglio la mia condizione o quella degli altri...
[#32]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ci sono apposta i medici per stabilire quale sia il problema. Non è che non si riconoscano, è che non si denunciano come anomali e si tende a difenderli come "normalità" o comunque come situazione di funzionamento desiderabile.
Di solito chi è bipolare si riconosce in descrizioni che fanno riferimento ai suoi problemi di instabilità identità e difficoltà relazionali, non è detto che sappia riconoscere su di sé e in senso operativo quando è in fase su o giù.
L'atteggiamento di chi è ossessivo è di avere paura di poter diventare "qualsiasi cosa di preoccupante" che può leggere, più che di identificarsi in sintomi che non ritiene di avere.
[#33]
dopo
Utente
Utente
Ho capito.

il dubbio mi era venuto più che altro perché il problema dell'instabilità sia emotiva che dell'umore, mi sembra che ci sia (e mi pesa) anche quando, di fatto, sto bene o anche benissimo. Mi sembra di essere irritabile e partire "a molla" per delle sciocchezze, però questi gesti di stizza mi capitano anche quando reagisco in quei casi dove interrompono i miei "rituali".

le farò sapere come procederanno le cure, vi ringrazio perché, anche se on-line, avete fatto tanto. Soprattutto Lei e il Dr. Ruggiero.

[#34]
dopo
Utente
Utente
mi concede un'ulteriore domanda?
si tratta della durata della malattia, per quanto riguarda i disturbi di personalità viene data una "data di scadenza" ma per i disturbi bipolari sono previste cure continuative...

evidentemente a me non è stato dato un limite di tempo, ma mi è stato detto che si continuerà (anche a cambiare) finché non sarò a posto...è la verità o è un'illusione e devo immaginarmi che andrò avanti a vita? (o per un periodo mooolto lungo?).

il concetto di guarigione, ha senso?
mi è anche stato detto che non dovrò guarire perché la mia non è una malattia...

seguendo finalmente tutte le cure senza discutere, potrò vivere una vita stabile e degna di essere vissuta? ultimamente vivo in balia dei miei stati d'animo e trovo la cosa insopportabile...
[#35]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"per quanto riguarda i disturbi di personalità viene data una "data di scadenza"

Veramente no.

"evidentemente a me non è stato dato un limite di tempo, ma mi è stato detto che si continuerà (anche a cambiare) finché non sarò a posto...". Forse anche quando ormai è a posto, se c'è bisogno di una cura di mantenimento, ciò non significa che comporti poi lo stesso impegno.

La guarigione in medicina riguarda alcune malattia, una minoranza, se si intende che una malattia è "conclusa" e non necessità più di cure. Peraltro, anche quando si guarisce possono restare postumi, danni, cicatrici, etc. Oppure si tratta di malattia intermittenti, che ci sono anche quando non si esprimono, e può avere senso prevenirle (esempio l'infarto di cuore).

Non si deve porre problemi sul futuro. Deve vivere e curarsi se ritiene che le cure le siano utili e le migliorino le sue capacità, sono uno strumento nelle sue mani per usare il quale si serve della consulenza tecnica del medico, e anche di una funzione umana che magari è utile a incoraggiarla e a guidarla quando si sente in difficoltà e prima che le cure funzionino.
[#36]
dopo
Utente
Utente
come faccio a non pormi problemi sul futuro?
ho paura, non so cosa mi aspetta, non sono più in grado di gestire cosa provo, né tantomeno di dissimulare o di giustificare...ovviamente non posso nascondere i miei stati d'animo come "crisi adoloescenziali", è un po' tardi, non riesco più nemmeno a nascondermi, nemmeno isolandomi...
ho provato a spiegare a chi mi sta intorno e sembrano capire....quando va tutto bene...ma un crollo, di nuovo ottiene la risposta: "ebbé? fallo, no? che ci vuole?"

e mi sembra che vada sempre peggio, è questo il futuro che mi spetta? mi sento sola e nemmeno intera in me.
e per quanto riguarda la funzione umana del medico, è vero, si tratta dell'unica figura che sembra in grado di capirmi e da parte mia sento nascere un attaccamento per questo...ed è questa la causa del mio rifiuto a medici e cure, perché non so fino a che punto sia giusto.
[#37]
dopo
Utente
Utente
le chiedo scusa per lo sfogo,
le farò sapere come procedono le cure, sperando di arrivare a una soluzione, in fondo non mi interessa che siano o meno per sempre, io vorrei avere la speranza di un risultato effettivo che possa esserlo.
vorrei stabilità e vorrei fidarmi dei miei sentimenti e delle mie emozioni.

grazie di nuovo.
[#38]
dopo
Utente
Utente
gentile dottore,

le chiedo una cosa: una malattia psichica consiste in un marchio secondo lei?
chi ha un disturbo come il mio, può aspirare agli stessi sogni di chi non ce l'ha?
può praticare professioni sensibili? e infondere comunque fiducia?

si tratta di una malattia cronica ok, come il diabete forse.

ma io non ho mai sentito di persone preoccupate perché un diabetico possa andare in crisi ipoglicemica e svenire...
mentre delle persone disturbate...sì...
[#39]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"le chiedo una cosa: una malattia psichica consiste in un marchio secondo lei?
chi ha un disturbo come il mio, può aspirare agli stessi sogni di chi non ce l'ha?"

Non vedo francamente perché debba essere un marchio o un limite ai sogni.

"si tratta di una malattia cronica ok, come il diabete forse." Appunto, forse cronica e forse no, come tutte le malattie, con i loro disturbi e i limiti che pongono, a volte sempre, altre volte a periodi, ma comunque non più di questo.

"ma io non ho mai sentito di persone preoccupate perché un diabetico possa andare in crisi ipoglicemica e svenire..."

Non così spesso, perché la malattia non comprende sintomi mentali, quindi chi la ha e si cura sta anche più tranquillo di quel che dovrebbe a volte, ma comunque non si sente marchiato perché su quella malattia non c'è un atteggiamento culturale di diffidenza o di timore o di fastidio. Ma su altre malattie anche non psichiatriche sì.
[#40]
dopo
Utente
Utente
è proprio sull'atteggiamento culturale che mi pongo problemi!
è per questo che avrei timore di un marchio...e il problema è legato a tutte le malattie psichiatriche, fuorché forse alle fobie specifiche perché non sono ritenute generalmente come un problema psichiatrico (non socialmente).
Delle altre malattie in fondo sono poche quelle che costituiscono un problema sociale e per questo, chi ha problemi di doc, le conosce bene...

in base alla Sua esperienza, chi ha un disturbo come il mio, potrebbe aspirare ad un qualunque lavoro? anche in ambito sociale? potrebbe fare il medico? il manager di un'azienda?
o ci sarebbe il costante rischio che butti all'aria tutto....o peggio, che nessuno gli dia fiducia per quello che potrebbe ipoteticamente essere/fare o meno, anche se sotto controllo medico-farmacologico??
[#41]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In basse alla mia esperienza, fa bene a non porsi problemi del genere. Non ne vedo l'utilità.
[#42]
dopo
Utente
Utente
lo pensa sul serio?
Quindi potrei, secondo lei, far conto di non avere tale disturbo per quanto riguarda queste scelte?

non ha senso illudermi...
[#43]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non deve illudersi né condannarsi a niente. La veda sul piano pratico. Ognuno di noi prova e va avanti per le strade che può, nessuno è libero di fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Precludersi una scelta di studio, di lavoro o altro solo per una diagnosi è eccessivo e spesso anche privo di senso logico rispetto ai limiti della malattia. Togliendo anche la malattia, sarebbe come chiedersi se ci si può fare illusioni essendo basso, essendo nati in un determinato paese piuttosto che un altro, o avendo un carattere di un determinato tipo.
[#44]
dopo
Utente
Utente
Ma è proprio questo il senso!
se so di essere bassa, non mi illudo certo di fare la modella!
ma il limite delle possibilità e delle illusioni in certi ambiti è ben chiaro e definito.
Per quanto riguarda la malattia mentale no, dal punto di vista sociale non è definita perché per la maggior parte della gente la malattia non esiste oppure sei in manicomio.
E se i limiti vengono posti, te li pongono più in basso rispetto alle tue facoltà effettive.

Onestamente da questo punto di vista, non vorrei esagerare ma, mi sembra che ci sia un certa discriminazione, data dall'idea del "matto", anche se non è vista come tale.
è qui che sta il mio dubbio sui limiti, non sulla malattia in sé.
[#45]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"se so di essere bassa, non mi illudo certo di fare la modella!"

Può essere, ma è bene basarsi su quello che si fa, e quindi fare per sapere in maniera più concreta ciò che si è fatto, piuttosto che ragionare su ciò non si può o non si può essere.

La discriminazione è prevista ma non è neanche qualcosa di immutabile. I pregiudizi ci sono anche per altre malattie, con la variante che nelle psichiatriche i pazienti si sentono in colpa per averle.
[#46]
dopo
Utente
Utente
buonasera Dr Pacini,
chiedo scusa se non ho risposto subito.
In effetti è vero che le questioni culturali non sono immutabili, ma per intanto se la situazione è così è da accettare...cosa devo fare? espormi per lottare contro i pregiudizi? contro il "senso comune"? si confermerebbe solo il disturbo della personalità!
La differenza tra la malattia mentale e le altre non è il senso di colpa, ma il senso di impotenza...noi ci ritroviamo incastrati nella nostra etichetta e nella totale impossibilità di modificarne il significato..dobbiamo stare zitti e buoni, perché se alziamo la voce, si tratta di un sintomo...e non importa della sofferenza che ci sta dietro, ogni lacrima non verrà presa sul serio, mai.

Ammetto che poi i primi dubbi sul mestiere e sui sogni sono partiti da una risposta che avete dato a un'utente...ho pensato che fosse deludente che proprio chi sceglie la vostra specializzazione, che ha scelto di stare a contatto con i mentecatti avesse questo tipo di pregiudizi, pensavo che la lotta contro la discriminazione dovesse partire proprio da voi, dovreste dare voi la parola a chi è stato zittito da un'etichetta, no?
[#47]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non si è obbligati a portare un'etichetta per far sapere agli altri dettagli sanitari della nostra vita. Cosa pensano gli altri di questi aspetti può essere un problema, ma non necessariamente deve essere Lei a farsene carico.

"Noi" psichiatri non esistiamo come categoria umana. Siamo solo una categoria professionale. Possiamo forse avere le stesse conoscenze, ma ognuno dà alla sua attività un'impostazione che risente di altre influenze, e spesso in base a queste influenze sacrifica anche i dati scientifici o i principi di una pratica clinica costruttiva.

A volte a discriminare i malati sono perfino gli altri malati, che hanno avuto la stessa malattia. Chi è guarito si ritiene più bravo di chi non è (ancora) guarito, e questo è un atteggiamento ugualmente spiazzante.

Proceda pure nel suo percorso per cercare di stare meglio con le soluzioni che le proporranno.
[#48]
dopo
Utente
Utente
anche prima di avere un'etichetta ufficiale ne avevo ottenute tante, la più gentile era strana o psicotica...altre sembravano diagnosi mediche, fatte però non da medici...

onestamente è un peso difficile da sopportare, poi quando sei giù, il giudizio altrui conta, tanto...

fare un percorso per CERCARE di stare meglio (quanto meglio?) risulta una fatica enorme, per poi? poi avrò tempo per andare avanti?
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