Aiuto:apatia,depersonalizzazione..

Gentili dottori.
Ho 24 anni e vi scrivo da vicino Lecco.
La mia storia psichiatrica iniziò quando ero molto piccolo, intorno agli 11-12 anni, forse anche prima. Tutto cominciò con vaghe esperienze di depersonalizzazione/derealizazione, mi sentivo come in un sogno, come se tutto intorno fosse finto. Ci tengo a dire che non ho mai fatto uso ne di droghe ne di alcol. Queste sensazioni spiacevoli mi portarono ad avere molteplici attacchi di panico a quei tempi, che mi portarono anche ad essere ricoverato in ospedale per un paio di settimane quando avevo 15 anni. Avevo il terrore di avere una malattia organica (nella fattispecie un tumore cerebrale), e per mettermi tranquillo i medici decisero di farmi una tac, che si rivelò negativa. Rincuorato dall'esito, andai avanti senza grossi problemi per alcuni anni, portandomi dietro però sempre la sensazione di depersonalizzazione/derealizzazione e qualche attacco di panico residuo. Nel 2009, appena compiuti 20 anni, ho terminato il liceo linguistico (con grossi sforzi vista la mia totale svogliatezza) e la stessa estate sono stato colpito da un enorme attacco di panico che è terminato in uno stato simil-depressivo ricco di depersonalizzazione, che mi ha tenuto a letto per molti giorni. Mi sembrava che tutte le persone che avessi intorno fossero "diverse", "poco familiari", come se non le conoscessi davvero, le mie emozioni però erano più o meno ancora presenti. Il mio umore era a terra, non avevo più voglia di niente, nella mia mente regnva la confusione più totale. Mi girava sempre la testa e avevo il batticuore appena mi alzavo, l'ansia era a livelli incredibili, e anche lì credevo di avere qualche serio problema organico che è stato nuovamente smentito. Decisi di farmi visitare da un noto psichiatra di Roma, che disse che secondo lui ero leggermente ciclotimico (anche se io non avevo mai avuto episodi di mania/ipomania in tutta la mia vita). Mi prescrisse un cura che io non seguii, non ritenendola molto necessaria (Litio). Riuscii a riprendermi con le mie forze senza l'ausilio di nessun tipo di farmaco. Seguirono 3 anni di discreta stabilità psicofisica (qualche ansia ogni tanto, qualche attacco di panico minimo, umore un po depresso a volte, ma senza molti altri problemi, il tutto ovviamente però sempre contornato dalla depersonalizzazione che mi accompagna da sempre). Poi a fine 2012 la mia vita è cambiata decisamente in peggio, ho avuto un altro attacco di panico/depersonalizzazione, che è culminato in uno stato apatico/depressivo ancora più violento di quello precedente. Ho perso da un momento all'altro la voglia di tutto, non riesco a pensare, non riesco a reagire, non provo nulla ne per me stesso ne per gli altri, sono totalmente indifferente al mondo e alla mia stessa condizione..e credo di star diventando schizofrenico..magari la fase prodromica invece che durare solo 30 mesi come ho letto, nel mio caso è durata più di 10 anni, è plausibile? Gentili dottori..mi rifaccio a voi..cosa potrei avere?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

La sua situazione andava trattata già quando si sono presentati i primi sintomi, lei purtroppo ha stabilito di non iniziare l'unico trattamento prescritto che, per lo meno, poteva essere considerato un iniziale approccio alla sua problematica.

Oggi pone nuovamente ad altri una questione di preoccupazione ipocondriaca senza alcuna base (come il tumore al cervello di alcuni anni fa), ripetendo il ciclo patologico continuativamente.

Direi che dovrebbe prendere la decisione più difficile per lei e farsi visitare da uno psichiatra.

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[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dr. Ruggiero,
il limite di 3000 caratteri non mi ha dato modo di spiegare le cose come volevo, e non sono riuscito a scrivere tutto. In effetti dopo l'ultimo episodio (quelli di fine 2012) mi sono fatto ovviamente visitare da uno psichiatra, che mi ha prescritto 1 compressa di Deniban al giorno, attribuendo la mia sintomatologia a depressione/ansia/eccetera. Ho iniziato anche un ciclo di psicoterapia che ho interrotto dopo poco a causa dell'ingente costo (che non mi posso assolutamente permettere, 120 euro a seduta). Dal Deniban ci tengo a dire che ho ottenuto solamente un giovamento iniziale, una carica euforica che si è andata via via esaurendo, ma non mi erano tornate le emozioni, era semplicemente il farmaco che mi faceva pensare più positivamente. Scalandolo fino a eliminarlo (su richiesta dello psichiatra) sono tornato a stare come prima, forse peggio, visto che da un paio di settimane ho avuto un nuovo episodio depressivo/apatico. Le faccio notare che giustamente lei dice ipocondria da quello che è la sua impressione da dietro un monitor, ma le assicuro che non ho la minima ansia dentro di me, sono completamente vuoto, piatto, indifferente e distaccato. E' come se tutto questo stesse succedendo ad un altra persona e non a me, e voglio capire se è sempre la depersonalizzazione o sta diventando qualcosa di più grave. In poche parole voglio solamente dare un nome a quello che ho. E quello che mi ha fatto pensare male è proprio il fatto che sono stato un ragazzo ansioso e ipocondriaco tutta la vita, e mi stupisco di aver perso ogni sentimento verso me stesso e verso gli altri così all'improvviso. E sinceramente, anche se sono consapevole che è difficile che io sia davvero schizofrenico vista la consapevolezza piena del mio malessere, leggendo i sintomi negativi della malattia mi ci sono un po ritrovato. Tutto qua.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

"Ipocondria" è una caratterizzazione della sua personalità che cerca di dare un nome alla condizione di alterazione affettiva che sta vivendo da diverso tempo.

Mi pare che l'orientamento diagnostico di chi la visita sia quello di un disturbo dell'umore per cui viene trattato con farmaci specifici.

Il trattamento psicoterapeutico può essere utile e penso che potrebbe trovare anche professionisti che applicano costi meno esosi, probabilmente in funzione dell'orientamento varia il costo non saprei.

Il punto fondamentale è trattare in modo efficace il suo disturbo e, ad oggi, mi pare che non siano stati utilizzati tutti i presidi utili alla sua cura, per inciso se il deniban non va bene e si considera una diagnosi corretta si fa una variazione farmacologica più utile.
[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Certo Dottore, capisco il suo punto.
Beh, non necessariamente voler dare un nome alla propria condizione è una cosa sbagliata, non trova? Sono stanco di psicologi-psichiatri che dicono "non mi piacciono le etichette" e mi creda ne ho trovati molti.
Lei crede che sia opportuno che io faccia altri accertamenti psicodiagnostici?
Secondo lei da cosa possono essere provocate queste ricorrenti crisi di apatia?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

La questione non è relativa alle etichette ma alle diagnosi che non vengono poste con la scusa delle etichette.

Se avessi un disturbo cardiaco penso che vorrei conoscerne il nome e le terapie.

Dal punto di vista pratico la sua preoccupazione cresce perché chi la visita non le ha riferito il sul disturbo che, mi pare, sembra essere un disturbo dell'umore con note ansiose.

I trattamenti vanno portato a dosaggi adeguati e per tempi sufficienti.
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