Rapporti interpersonali con soggetto con disturbo borderline di personalità

Buongiorno,
Da quattro anni ho un rapporto professionale e affettivo molto intenso con una persona con disturbo borderline di personalità diagnosticato. Sono io che ho formato professionalmente questa persona e ritengo che è estremamente dotata nel suo campo. Si è creato anche un rapporto affettivo forte. Come spesso accade la persona in questione essendo per il suo disturbo convinta di non essere abbastanza brava e preparata non riesce ad affermarsi pur avvendo la preparazione necessaria. Ogni mio tentativo di incanalare la strada professionale di questa persona viene letto o come imposizione, o come limitazione della libera scelta o addirittura come tentavtivo di rovinarla in quanto si considera non ancora pronta, cosa assolutamente non vera. Il nostro rapporto va fra alti e bassi, vengo spesso rifiutata in modo totale ma anche idealizzata, ci sono abbandoni della professione e ritorni ad essa ecc. Da un mese un nuovo rifiuto grave dalla professione e questa volta un rifiuto di continuare la preparazione con me senza però avere un'altra persona con cui prepararsi e senza nmmeno sapere quando riprenderà la strada professionale. In più rifiuta anche di sentirmi al telefono con la promessa che appena chiarite le idee mi richiamerebbe di sicuro. Ai messaggi e mail risponde ogni tanto chiedendomi di non chiamare ma scrivendo ogni volta che il nostro rapporto di forte amicizia non verrà interrotto.Ripeto che abbiamo un rapporto anche affettivo molto intenso. Vedo che questa persona in questo momento sta soffrendo molto. La mia domanda è la seguente: come mi devo comportare io in questo momento? Essere presente mandando qualche mail o messaggio ogni tanto? Allontanarmi del tutto aspettando che si faccia viva la persona? Ripeto che sono stata per quattro anni la figura di riferimento per questa persona in ogni senso. Come ci si deve comportare in questi casi con le persone con disturbo borderline? Ho davvero bisogno di aiuto perchè mi sembra che qualsiasi cosa faccia in questo momento è quella sbagliata.
Grazie
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Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Attenzione all'abbandono. Le persone con personalità borderline vivono male gli allontanamenti, che vedono appunto come abbondono. Per loro vige la regola del tutto o niente, del bianco o nero. Se il vostro rapporto affettivo, o la vostra amicizia, vanno non è il caso d'interromperlo, non gioverà al suo collega. Evidentemente lei è la sua persona di riferimento che può tenerla sulla strada, evitando che sbandi troppo. Lei può arrivare a comprendere la sua sofferenza e può aiutarlo a tornare al lavoro. Probabilmente sta attraversando un periodo di depressione.
Se non dovesse farcela da sola comunque, chieda l'aiuto di uno psichiatra o di uno psicoterapeuta.

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
www.mens-sana.biz

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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
da ciò che scrive non si capisce bene quale sia la natura del rapporto affettivo con questa persona non meglio definita, di cui si conosce la diagnosi di disturbo borderline ma non si sa se fatta da uno psichiatra, o da chi. In linea di massima una relazione è definita dall'ambito in cui si svolge e da' il meglio di se' quando rimane all'interno di tale ambito (esempio: un rapporto di lavoro circoscritto al lavoro, un rapporto allievo-maestro circoscritto all'insegnamento, un rapporto di coppia circoscritto alla relazione di coppia). Quando due ambiti di relazione si sovrappongono, molto facilmente si osserva un'involuzione in entrambi. Non necessariamente quindi il tentativo dell'altra persona di sottrarsi alla relazione, in vari modi, presenta aspetti patologici. Forse sarebbe opportuno dare credito e libertà a questa persona perché possa, anche sbagliando, cominciare a muoversi sulle proprie gambe.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori grazie ad entrambi,
La diagnosi di borderline è stata fatta da un psichiatra dopo attenta valutazione del caso. Si tratta di una professione artistica dove io faccio l'insegnante, il manager personale e anche la collega, abbiamo lavorato molto insieme in coppia artistica. Il rapporto personale che si creato è di amicizia molto stretta. Le professioni artistiche sopratuto ultimamente hanno sbocchi lavorativi sempre più difficili data la situazzione di crisi e gli sbagli a volte significano l'estromissione dall'ambiente e non è facile per niente ritornarci. La persona di cui parlo ha già fatto troppi sbagli da solo e ha perso occasioni che non si rappresenteranno più. In più occasioni mi ha messo anche in difficoltà lavorative personali lasciandomi all'ultimo momento sola prima di un impegno preso in due creando non pochi problemi agli organizzatori dell'evento e a me stessa. Si è già ritirato una volta dalla professione e io l'ho lasciato libero di farlo. Poi è ritornato ed ha ricominciato sempre con me. Questa è la seconda volta che si ritira dalla professione e questa volta mi chiede di lasciarlo libero in senso professionale, cosa che io ho promesso di fare lasciando comunque una porta aperta in caso lui volesse tornare a collaborare con me. Quello che dice di voler lasciare intatto fra noi è la nostra stretta amicizia ma mi ha chiesto di non chiamarlo al telefono per un periodo e che quando si calma mi chiamerebbe lui ma ogni tanto mi risponde alle mail . La mia domanda era in questo senso - se è bene ogni tanto spedirli qualche messaggio scritto rispettando il suo desiderio di non chiamarlo o allontanarmi del tutto aspettando che mi chiami lui. Essendo lui una persona estremamente instabile e con tentativi di suicidio non vorrei commettere degli sbagli. Se scrivo ho paura che risulto invasiva io, se non scrivo ho paura che lui si sentirà abbandonato. Sono tentata a seguire il consiglio del dott. Paolemili di non interrompere la comunicazione da parte mia naturalmente in modo non invasivo.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
non esiste una ricetta giusta effettivamente, ogni scelta presenta possibili inconvenienti. Io credo che quello che potrebbe effettivamente essere d'aiuto alla persona sua amica in difficoltà, sarebbe mostrare, con il suo comportamento, che lei è in grado di badare a se stessa senza farsi avviluppare da sensi di colpa e ansie di dover salvare qualcuno. Ciò non significa certo non essere disponibili, ovviamente entro certi limiti, ad aiutare, qualora le venga richiesto.
Cordialità,
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dopo
Utente
Utente
Ancora grazie della risposta! Le Sue risposte e anche la risposta di dr. Paolemili mi sono state molto utili. Ci tengo molto a questa persona e avevo bisogno di questo consulto.
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