Concezione della donna

Gentili Dottori, vi scrivo per chiedervi dei chiarimenti a dei dubbi che ho in merito al modo che io, in quanto maschio, concepisco la figura femminile. Come molti maschi, nutro spesso il desiderio di poter avere rapporti sessuali con un elevato numero di donne, e poiché mi sono posto come condizione che si dovesse trattare di amiche, ho ritenuto che ciò dimostrasse che non guardo alla donna come un oggetto col quale gratificarmi a livello sessuale e narcisistico. Finche, qualche giorno fa, mi è capitato di essere ospite di una donna, verso la quale provo anche un sentimento che va al di là di quello erotico, e le ho chiesto se voleva fare l'amore. Preciso che non ho usato termini volgari, ma ho pronunciato la frase esatta "fare l'amore", e che non sono andato oltre. La sua reazione è stata di profonda offesa, e mi ha accusato di aver ferito la sua dignità femminile. Dal momento che io ho sempre ritenuto di avere un sincero rispetto verso le donne, sentirmi rivolgere una simile accusa, specie da una donna che conosco da tempo, mi ha profondamente turbato, e da allora mi chiedo se, in realtà, dietro la mia convinzione di essere rispettoso verso le donne, non si celi un maschilismo inconscio, dimostrato dal mio desiderio di avere più donne possibili e dalla richiesta fatta alla donna che mi ha ospitato, verso la quale sarebbe stato meglio dichiarare in realtà il mio innamoramento. Per questo mi rivolgo a , che in quanto esperti, saprete spiegarmi al meglio cosa dimostrano il mio comportamento e la mia "aspirazione sessuale". Se, come temo, sono spia di un maschilismo inconscio, la prego di spiegarmi, ovviamente nei limiti dello spazio a disposizione, in che modo maturare un atteggiamento più rispettoso verso le donne, perché non sopporterei di recare ancora una volta offesa alla dignità di una donna. Vi ringrazio per l'attenzione e vi saluto cordialmente.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

non so se sia solo una questione di maschilismo\femminismo, ma a me sembra sia più una questione di *individualità*, laddove qui più che il maschlismo il problema sia non aver capito quella donna che aveva davanti a sè.
La donna, o Giovanna, Pina, Elisa etc etc (dico dei nomi propri a caso proprio per individuare un soggetto specifico diverso da altri soggetti).
E' un pò come dire che gli psicologi sono tutti uguali, per cui uno vale l'altro. Ad un certo livello, posso essere d'accordo con Lei. Ma se poi andiamo a conoscere l'individuo, allora emergono le differenze individuali.

L'altro aspetto da considerare è che non basta cambiare le parole se la sostanza resta quella. Probabilmente ha solo cambiato le parole ma il concetto trasmesso è rimasto lo stesso.

Brodo o consomé, sempre lo stesso cibo resta.

Che ne pensa?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottor Bellizzi,
anzitutto, la ringrazio per la risposta. Sul fatto che ogni donna, come ogni persona, faccia caso a sé, e che le differenze da individuo a individuo rendano difficile un discorso oggettivo, lo penso anch'io, ma se è vero, come io presumo, che ci debba essere una linea di comportamento e di atteggiamento rispettoso da tenere con tutte le persone, e in particolare con tutte le donne, allora mi pongo delle domande: se per assurdo, la risposta di questa mia amica (spero di poterla ancora considerare tale) fosse stata positiva, avrebbe dimostrato scarso rispetto per sé stessa? e io, di fronte alla sua disponibilità, avrei forse finito col sentirmi legittimato nel continuare ad avere una visione degradante della figura femminile? Mi rendo conto che agli occhi di uno psicologo, io possa apparire paranoico, ma mi creda, quello che era un problema che fino ad oggi non mi ero mai posto, ovvero la concezione della donna, avendo sempre dato per scontato che io avessi rispetto per il gentil sesso, si è trasformata in un'ossessione. Non esagero se dico che la reazione offesa di questa mia amica, che conosco da tanti anni, e che negli ultimi tempi ho cominciato a pensare di voler sposare, ha costituito un autentico trauma. Per questo, pur nella difficoltà che deriva da una sua non conoscenza della personalità di questa signora, come peraltro neanche della mia, sarei felice se Lei e i suoi colleghi possiate dire, seppur sommariamente, se il mio comportamento, così come le mie "aspirazioni donnaiole", denotino un attitudine svalutativa verso la figura femminile, fin qui mascherata da un rispetto più immaginario che reale, e se così fosse, in che modo poter correggere tale difetto. Le rinnovo i miei ringraziamenti, e la saluto cordialmente.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, penso che questa donna, pur intelligente e disinvolta, non abbia apprezzato questo suo modo cosi' tecnico ed esplicito di porsi..
Ci piace un pò illuderci , cosa vuole.. quindi meno proclami e dichiarazioni d'intenti e più complicità, garbo, comunicazione non verbale.. non è che tutte poi vogliano e credano al grande amore, ma qualche .. sfumatura.. suvvia..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

mi ha suscitato un brivido lungo la schiena...

> a pensare di voler sposare

Ma con le altre con cui ha tentato questo approccio, ci si è sposato?
Cioè, oltre al rapporto sessuale ha instaurato un rapporto coniugale?

Di solito si chiede la mano ad una donna con la quale si vuole convogliare a nozze... (a dir la verità la mano la si chiede al padre della sposa).
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottor Bellizzi, tra due mesi compio 33 anni, e non sono ancora coniugato, il che dovrebbe costituire risposta esaustiva al suo ultimo messaggio. Il riferimento all'intento di convolare a nozze che avevo ventilato era solo per meglio spiegare l'effetto traumatico che la reazione della mia amica aveva avuto su di me, un effetto che non ci sarebbe stato se si fosse trattato di un'altra donna. Apprezzo, comunque, la sua ironia, chiaramente tesa a sdrammatizzare il problema che tanto mi ossessiona. Apprezzo anche la risposta della Dottoressa Fregonese, in effetti è possibile che un po' più di sottintesi e un po' meno schiettezza avrebbe risparmiato a tutti e due molte paturnie. Ringrazio entrambi i Dottori per l'attenzione concessami
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