Come comportarsi con persone con disturbi mentali

Salve,

chiedo un consiglio riguardo a come comportarsi con una persona con problemi psichici che rifiuta le cure, la persona nello specifico vive da sola e soffre da tanti anni, ma fino a quando prende regolarmente i farmaci è una persona normalissima, ma quando li sospende per qualche tempo, comincia a comportarsi in modo strano mai violento ne pericoloso ma strano seguendo un modo di vivere trascurato oltre che sta ore e ore sulla macchina.
Abbiamo consigliato di andare dal medico lui si oppone sostenendo che non ha bisogno di nessuna cura, anche in passato era successo ma prima che si separasse di nascosto la moglie metteva le medicine nel cibo poi appena stava bene le prendeva da solo.
Sono andato all'asl a chiedere consigli dal dottore che veniva seguito e mi ha detto che per un tso fino quando la persona non fà qualcosa di "eclatante" non vi sono le basi, il fatto e che io non so come comportarmi, mio cognato vive solo è separato ed ha un bambino di 8 anni e non accetta di riprendersi i farmaci.

Vi prego di darmi dei consigli guida anche con l'aiuto di strutture pubbliche o private che possano aiutarmi a risolvere questo problema, che alla lunga mi fà star male anche a me perchè gli voglio bene e dentro di me mi deprimo a vederlo cosi senza poter far niente.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
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dopo
Utente
Utente
Dottore la ringrazio del suo consiglio e le riporto tutta la trafila fatta sino ad oggi.
Mi sono rivolto al medico di famiglia facendo presente il problema, lui mi ha consigliato di aspettare e se eventualmente ci fosse qualche comportamento particolarmente "pericoloso" di rivolgersi al 118 o ai vigili urbani.
Il problema principale è che ho notato una completa leggerezza da parte dei medici, ho letto su internet che in caso di richiesta di tso i medici che devono sottoscrivere la relazione devo obbligatoriamente visitare il paziente, entrambi i medici mi hanno detto che non hanno problemi a firmare la richiesta ma non si sono presi la premura di visitarlo.
Lui soffre di schizzofrenia lieve, non è affatto aggressivo, ha solo dei momenti che perde il lume dice cose senza senso,ma ormai non si fida più di nessuno, ci evita non ci risponde al telefono e abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo a riprendersi i farmaci(zyprexa velotab 5mg), non credo si possa lasciare così, la malattia può comunque degenerare senza preavviso procurando male a se o agli altri.
Dottore, cosa può consigliarmi concretamente di fare??Vorremmo evitare il tso ma nello stesso tempo non trovo altre soluzioni, se lo visitasse a casa uno specialista lei crede lo riuscirebbe a convincere??

La ringrazio tanto per la sua disponibilità.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
stando le cose come lei descrive potrebbe procedere con un Accertamento sanitario Obbligatorio (ASO), da cui se è necessario, può scaturire un Trattamento sanitario Obbligatorio(TSO).
L'ASO è una procedura legale che consiste nel visitare un paziente con problemi psichici che non accetti di sottoporsi volontariamente ad una visita medica.
Per ottenere l'ASO è necessario un certificato del medico di famiglia o dall'Ufficio di Igiene Mentale; inoltre per attivare l'ASO, sia nei casi urgenti ( 2 giorni) sia in quelli non urgenti (max 7 giorni) è necessaria una ordinanza del Sindaco, che può essere emessa solamente dopo la consegna del certificato medico.
Dall'ASO può scaturire un non procedere con le cure, nel caso il paziente non mostri una necessità di trattamento oppure un TSO, nel caso il paziente necessiti e non accetti le cure;
il TSO, viene disposto quando esistano tre presupposti:
1)una persona affetta da malattia mentale necessiti di trattamento sanitario urgente;
2)rifiuti il trattamento;
3)non sia possibile prendere adeguate misure extraospedaliere.
Non c'e bisogno quindi di aspettare il "gesto eclatante" per procedere, per quanto comprensibilmente possa essere doloroso per i familiari e, almeno al momento in cui si mette in atto, per il paziente.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

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Utente
Utente
Grazie Dott. Di Rubbo, cercherò di spingere lo psichiatra dell'ASL a effettuare una visita al suo domicilio, cercando quanto possibile se può riuscire a convincerlo a riprendere la cura farmacologica.
Come già detto vorrei evitare al massimo sia l'accertamento che il trattamento obbligatorio solo ed esclusivamente per non traumatizzarlo ulteriormente è una persona veramente generosa, buona e altruista disposto sempre ad aiutare gli altri ma purtroppo la vita gli ha "regalato" questa spiacevole malattia che lo rende una persona completamente diversa da quello che è.
Ci tengo ad aiutarlo in tutti modi meno aggressivi però non vorrei che faccia male a se o agli altri pertanto sto cercando aiuto a come comportarmi, pertanto vi ringrazio immensamente per l'attenzione e i consigli che mi state donando.

Un saluto
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Utente
Utente
Mi rifaccio vivo a distanza di un mese per aggiornarvi sul mio problema.
Non siamo riusciti a fare nulla e il malato è peggiorato notevolmente perdendo ormai di lucidità, la notte cammina per strada al buio, dice frasi senza significato, abbiamo interpellato chiunque, con rinvii continui e scarico di responsabilità, tra 118 che in più occasioni mi hanno ripetuto che se non vi è un pericolo di morte per se o altri non possono intervenire, i carabinieri lo stesso, il medico di base non può far nulla perché non è aggressivo, lo psichiatra che lo segue è troppo impegnato con le visite rinviando più volte con scuse e altro
Non sappiamo cosa fare, vi è un malato e non si può aiutarlo sembra quasi incredibile ma è cosi, può essere che una persona che è a rischi di qualsiasi natura anche di morte le leggi non permettono di aiutarlo?
Se dovesse accadergli qualcosa cosa facciamo dopo??Non bisogna intervenire prima??Questa situazione ci sta distruggendo anche a noi.
Vi è qualche psichiatra a messina disposto ad aiutarci magari visitandolo domiciliarmente, so che in molti casi fanno delle punture che hanno una copertura di 15 giorni sarebbe già un inizio.

Grazie in anticipo
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
fra le varie inefficienze che lei riporta, ce n'è una che non è proprio giustificabile: "lo psichiatra che lo segue è troppo impegnato con le visite rinviando più volte con scuse e altro". E' evidente che di fronte a uno stato come quello da lei descritto per la persona di cui parla, lo psichiatra di riferimento non può fare "orecchie da mercante". Male che vada le consiglierei di contattare uno psichiatra privato disposto a visitare a domicilio il paziente, e quindi a constatarne lo stato richiedendo di conseguenza un TSO.
Cordialità,

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

la richiesta di Accertamento Sanitario Obbligatorio dovrebbe partire dopo una visita dal medico di famiglia e i vigili urbani sono deputati al trasporto del paziente presso lo specialista che deve effettuare l'accertamento.

La procedura prevede questi passaggi e non altri.

Eventualmente, una volta stabilita la necessità di cura e si presentino tutte e tre le condizioni necessarie per il trattamento sanitario obbligatorio, si potrà procedere il ricovero obbligatorio del paziente.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
La richiesta di Trattamento Sanitario Obbligatorio, una volta che nel corso di una visita vengano accertate le tre condizioni necessarie e imprescindibili (di cui alle risposte precedenti), può essere fatta da un medico, non importa se psichiatra o meno, appartenente alla struttura pubblica o privato. Tale richiesta deve essere validata successivamente da uno psichiatra del SSN.
Cordialita',

  
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Utente
Utente
Siamo riusciti a fissare un appuntamento al domicilio del malato con il medico curante e con lo psichiatra ma purtroppo arrivando lui non era in casa e nonostante gli enormi sforzi per convincerli a visitarlo ci è sempre più difficile aiutarlo.
Oltre questo problema ho cominciato io ad avere i primi "effetti collaterali" ho delle crisi d'ansia proprio perché non so come aiutarlo e all'improvviso mi sento oppresso, con il cuore che mi batte e con paure varie, non voglio stare male, cerco di non pensarci ma vengono da sole mi sento svogliato e triste.
Ho preso per due volte, ieri pomeriggio e oggi pomeriggio, 5 gocce di lexotan per tranquillizzarmi, mi placano per un pò ma vorrei che in testa scomparissero tutti i pensieri cattivi e entrassero quelli belli.
Non voglio ammalarmi io, ma ho un carattere che soffro molto per gli altri vorrei che stessero tutti bene e che fossero felici e quando non posso aiutarli mi rattristo moltissimo e sto male.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
il fatto che il paziente non sia stato trovato al domicilio non esita nel lasciar perdere la cosa e non esime i medici in questione dal riprovare. Quanto a lei, se i sintomi che accusa cominciano a diventare di gestione difficoltosa, meglio farsi aiutare da uno psichiatra piuttosto che iniziare a trattarli mettendo una toppa qui e una là.
Cordialità,
[#11]
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Utente
Utente
Dal 13 dicembre la storia ha avuto degli sviluppi importanti, il paziente qual giorno stesso è partito con la macchina ed non è più tornato,ha girato per 4 giorni alla fine dopo aver fatto la denuncia ai carabinieri è stato ritrovato e ricoverato tramite tso in una struttura tipo casafamiglia dove attualmente ancora è in cura, l'unico neo è che si trova a 4 ore da casa.
Stiamo cominciando a vedere qualche lieve segno di miglioramento solo che, probabilmente è la terapia, ma quando andiamo a trovarlo o cerchiamo di parlare con lui telefonicamente è molto assopito senza forze e senza voglia quasi di vederci sicuramente sarà l'effetto dei farmaci.
Volevo gentilmente sapere da voi psichiatri qual'è la terapia che normalmente si intraprende quando ci si trova di fronte a dei pazienti come mio cognato, e soprattutto i dottori della struttura mi hanno accennato che potrebbero dimetterlo tempo una settimana, ma non so proprio come lo si possa fare considerando che sono andato ieri e a mala pena si regge in piedi.

Grazie
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile utente,
ovviamente la terapia dipende dalla diagnosi che è stata fatta al paziente. Il TSO, ovviamente è a discrezione dei medici che hanno in cura il suo parente, può essere rinnovato di sette giorni in sette giorni fino a che le condizioni cliniche non saranno giudicate soddisfacenti. Ovviamente questo è un argomento su cui può liberamente chiedere ai curanti di suo cognato.
Cordialità,

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Utente
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Grazie dottore Di Rubbo, ho parlato con i dottori dicendomi che comincia a mostrare segni di normalità ma ancora alcune volte nelle "chiaccherate" tende a deragliare.
La domanda che facevo è appunto se sia normale questa sedazione per così dire pesante, non è mai stato violento o che si sia opposto alle cure da quando è nella struttura, mi chiedevo se la sedazione serve a far rispondere prima il paziente alla cura vera e propria specifica per la sua malattia.

Grazie ancora
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile utente,
verosimilmente la sedazione è un effetto collaterale dei farmaci che i colleghi della struttura ritengono necessari in questo momento per il suo congiunto. Non credo che, dal momento che non sembra sia stato violento, i medici abbiano ricercato la sedazione come effetto terapeutico. Nel momento in cui sarà possibile adeguare il dosaggio, verosimilmente la sedazione si ridurrà o scomparirà.
Cordialità,

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Utente
Utente
Ok grazie, mi rincuora il fatto che sia normale, credevo che potessero dimetterlo in questo modo così assente e debole.

La ringrazio ancora un volta.

Saluti