Ansia cronica da anni

Buonasera gentili Dottori; soffro ormai da anni di ansia cronica.Come potete vedere dai miei vecchi consulti tutto iniziò nel 2004 con una forte esplosione somatica:da un giorno all' altro iniziai a soffrire di colite spastica durata fino al 2011.In questi anni ho fatto mille esami ma sono sempre risultato sano come un pesce. Ho iniziato a capire che era ansia solo intorno al 2010 e ho iniziato ad affrontare la cosa con una psicoterapia poi abbandonata dopo alcuni mesi. In seguito sono stato in terapia da uno spichiatra che mi diagnosticò il DAG. Mi prescrisse cipralex ( 20mg) per 7/8 mesi ed in effetti ero migliorato ma gli effetti collaterali ( insensibilità del pene e aumento ponderale ) e il miglioramento dell' ansia mi hanno spinto a sospendere la terapia.Ho anche sperimentato attacchi di panico quasi sempre prima di dormire e sono stati terribili. A fine 2010 ho riniziato la terapia psicoterapica a indirizzo cognitivo con un altro terapeuta ma non miglioravo.La mia paura principale era ed è tuttora quella di somatizzare con l' intestino. Sono stato seguito dal terapeuta per un anno e mezzo ma non vedendo miglioramenti ho smesso. Adesso sono in terapia funzionale da un anno e come sintomatologia intestinale sono tornato ad esser perfetto; non scarico più lì.Dall' altra parte però il senso di derealizzazione mi prende spesso, mi fanno male le gambe quando sto fermo,il mio respiro è sempre controllato e devo fare spesso dei sospironi perchè ho l' impressione di soffocare.Insomma ho una totale incapacità di lasciarmi andare e visto che lavoro in banca, stare con i clienti davanti e non esser quasi mai concentrato su quello che faccio mi da' molti problemi nonostante riesco con mille sforzi a far bene il mio lavoro.E' come se vivessi in un pernenne stato di tensione; lo sento nelle spalle, sento la pancia vuota ed ho paura di esplodere.Sto meglio solo quando faccio attività fisica o quando sono magari con una ragazza con cui mi trovo bene e con vivo veramente le emozioni ed il presente ma per l' 80% del tempo in cui sono sveglio sono in alleta, Mi viene da pensare:"Se non mi controllo me la faccio sotto"- cosa che non è mai capitata. Razionalmente so di non aver nessun problema all' intestino ma irrazionalmente la cosa cambia; il mio terapeuta attuale sta cercando di farmi sciogliere soprattutto lavorando con le sensazioni corporee ed in effetti quando sono in seduta riesco a star rilassato ed a sentirmi quasi totalmente.Poi però dopo poche ore torna tutto quasi uguale.Io non voglio più lottare contro me stesso:credo di avere un problema essenzialmente emozionale ma che questo si sia radicato fin oltre troppo nella mia persona.Da ragazzino ho sempre avuto la tendenza a vedere tutto come una sfida, ed in effetti non c' era una cosa che non facevo bene: calcio, scuole, ragazze.Ero più concentrato sull' obiettivo che sulle sensazioni. Secondo voi dovrei rivolgermi nche a uno psichiatra o potrei farcela con la solo psicoterapia? Grazie
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
In genere associare terapia farmacologica e psicoterapia può accelerare il raggiungimento di risultati positivi e tendere ad una stabilizzazione più duratura nel tempo. Gli effetti sessuali non sono una regola assoluta per tutti i farmaci, per cui, informando lo specialista su questa precedente problematica, si può indirizzare la terapia in maniera tale da evitare disagi simili.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta veloce; la cosa che però mi chiedo è : se faccio sia psicoterapia che cura farmacologia poi temo che non saprò capire a cosa saranno dovuti i miglioramenti. Secondo la vostra esperienza i disturbi di ansia così strutturati hanno una eziologia fisica ( predisposizione genetica) o maggiormente ambientale? Vi sono molte dispute su questa domanda e sinceramente non so cosa pensare.Mi ritengo una persona intelligente ma proprio per questo non riesco ad accettare di soffrire di queste problematiche. Dovrei riuscire a capire che se mollo il controllo non mi accadrà nulla di male, invece mi autoalimento questo circolo vizioso che mi sta letteralmente facendo stare come un cane. A volte penso ok Andrea hai un disturbo non fartene motivo di vergogna e curati, si vive una volta sola- Poi però mi convinco che piano piano riuscirò a veder la luce con la sola psicoterapia- E intanto continuo a respirare in apnea tutto il giorno.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
A mio parere ha poca importanza sapere a cosa siano dovuti i miglioramenti, l'importante é che ci siano miglioramenti, possibilmente tali da risolvere completamente i disagi. I disturbi d'ansia sono, generalmente, il risultato di un'interazione complessa tra fattori biologici, personologici e ambientali. Spesso comprendere quale sia prevalente é molto difficile, se non impossibile. Spesso si tende ad attribuire ad un disturbo d'ansia una causa "personale", come se il disturbo fosse causato da una debolezza e pertanto vada eliminato con uno sforzo "personale". Per questo molti vedono come una sconfitta il ricorso ad una terapia farmacologica, mentre chi ha l'ipertensione o il diabete non si sente sconfitto se deve prendere un antipertensivo o un ipoglicemizzante.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Sono daccordo con Lei Dottore, ha ragione quando dice che gli ansiosi vedono come una sconfitta il fatto di ricorrere ai farmaci. A volte riesco a raggiungere uno stato di benessere quasi completo e allora mi dico che è possibile vivere con tranquillità e serenità; peccato che mi basta poco per tornare nella melma. Uno dei miei migliori amici aveva un serio disturbo ossessivo complusivo e se non era per un bravo medico a quest' ora non so dove poteva essere; questa dovrebbe essere una ragione in più per convincermi a prenotare nuovamente una visita psichiatrica ma il mio ego mi fa pensare che non sono messo così tanto male come lui e che quindi potrei farcela semplicemente cambiando modo di pensare e di sentirmi. Alla fine non mi mancherebbe nulla: sono un bel ragazzo, un lavoro che nonostante non ami mi permette un buon tenore di vita e ho molte persone care; nonostante ciò mi sento solo contro il mondo e contro me stesso.

La vergogna che viene dal fatto di ricorrere ai farmaci è che mentre un disturbo fisico è documentabile con esami e quindi certo, nessuno sa come funzioni esattamente il cervello: è un male che non si vede e pertanto tendo a pensare che sia solo mia responsabilità, del mio modo dio vedere la vita e di relazionarmi con le persone se non riesco a star meglio.

L' ultima cosa che le volevo chiedere è questa: se una pesona è soggetta ad avere questa caratteristica dovrebbe restare in cura tutta la vita?

Noto spesso che quando le persone interrompono una cura anche con l' approvazione del medico passano pochi mesi e tutto torna ad essere grigio e quindi mi convinco che siano soltanto palliativi e non risolutivi.
Se poi con il termine risolutivo si intende l' assenza dei sintomi va bene, ma non si può parlare di guarigione. Altra cosa, meglio trovare uno psichiatra psicoterapeuta e quindi fare con la stessa persona entrambe le terapie o basta che psicoterapeuta e psichiatra collaborino tra di loro?

La psicoterapia da sola un po' mi sta davvero aiutando, ma dopo 8 anni di ansia quasi quotidiana potrei anche concedermi una sosta.

In attesa di un suo riscontro Le rinnovo i miei ringraziamenti.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Non c'é alcuna indicazione a un trattamento farmacologico a vita, per un disturbo d'ansia. La durata di un trattamento di questo tipo varia tra i 12 e i 24 mesi. Il trattamento così lungo serve a ridurre il rischio di ricadute in tempo brevi. Oltre i 24 mesi non é dimostrato che ci sia un vantaggio, in questi termini, per chi pratica trattamento più lunghi. l'associazione con un trattamento psicoterapico può ulteriormente contribuire a ridurre il rischio di ricadute. Se con l'attuale psicoterapeuta si é stabilita una proficua relazione terapeutica non v'é ragione di cambiare, può essere sufficiente rivolgersi ad uno specialista psichiatra per il complementare trattamento farmacologico.
Cordiali saluti
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