Disordine post traumatico?

Buonasera,

Le scrivo a riguardo di un problema che in questo momento mi disturba molto. Prima di parlarle del mio dubbio, premetto che sono in cura da uno psichiatra in quanto mi è stato diagnosticato il disturbo della personalità borderline e il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività. Fino ad un mese fa riuscivo a condurre una vita assolutamente normale, sono sempre stata seguita sin dal mio primo attacco di panico, per cui non ho mai avuto grandi problemi con questi miei disturbi.
Purtroppo però durante quest'anno ho avuto una relazione violenta con un ragazzo che ho dovuto denunciare. Stranamente durante la relazione ero più tranquilla di adesso, credevo di riuscire a controllare la situazione,e ciò mi faceva sentire molto forte. A volte crollavo, piangevo un pochino, ma poi continuavo a vivere normalmente. Mi sono sempre reputata una ragazza molto forte, ma ultimamente non lo credo più.
Ho denunciato questo ragazzo a giugno, e quando sono tornata nella mia città natale, dai miei genitori, lontana migliaia di km da lui, i problemi sono iniziati.
Purtroppo in questi mesi sono in vacanza, per cui in questo momento così delicato non posso essere seguita da uno specialista, e ciò non mi tranquillizza, ovviamente.
Il mio problema è che da quando sono tornata ho iniziato a "realizzare" ciò che mi è successo. Mi chiedo se per caso il mio sia un disordine post traumatico da stress.
Infatti, spesso mi capita di rivedere delle scene, mi basta chiudere gli occhi e ricordare il mio ex che cercava di soffocarmi, che mi picchiava. All'inizio avevo gli incubi e sognavo di essere uccisa da lui. Ora questi ricordi non mi creano problemi, ma ho paura che io stia proiettando questo avvenimento su altro: come mi sento impotente di fronte a lui, così mi sento impotente riguardo altri aspetti della mia vita. Non riesco più a vivere da un mese. Viaggiare in macchina, treno, aereo, o altro è impossibile, ho attacchi di ansia continui (non solo quando viaggio) e sono costretta a fermarmi spesso. Ho la nausea quasi tutti i giorni, e soprattutto quando ho paura e sono stressata. Non riesco più a guidare per lunghi tratti. Queste situazioni mi fanno sentire molto impotente. Credevo di non volere uscire per noia, ma mi sto rendendo conto che non esco per molte ore (a meno che non ci siano i miei genitori) perché mi fa sentire impotente. Non riesco più ad uscire con i miei amici e a condurre una vita normale. So che lui non è qui, e razionalmente non ho paura di lui. Proietto questo disturbo sulla paura, ad esempio, di sentirmi male ed essere sola ed impotente, magari di vomitare davanti a tutti. Nonostante le nausee continue, non ho mai vomitato. Sto cercando anche di indagare se per caso ciò non sia un vero disturbo fisico, ma temo che io stia somatizzando. Mi preoccupa tornare nella mia città universitaria (tra l'altro vivo all'estero), ho paura di non saper più badare a me stessa. Ha dei consigli per me? La ringrazio.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Attualmente quale terapia sta assumendo? Ha fatto delle variazioni ultimamente?

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dopo
Attivo dal 2014 al 2018
Ex utente
Ho sospeso la terapia da circa un mese, ed avrò la possibilità di ricominciare solo a settembre. Sinceramente non mi è mai stato detto quale sia la terapia che sto seguendo, ma quel che posso dirle è che il mio psicoterapeuta mi fa delle domande ed io devo cercare di trovare delle risposte (ad esempio, come riuscire a cambiare un determinato atteggiamento, o ad affrontare una determinata situazione), e poi lui mi indirizza verso una soluzione se io non riesco a trovarla da sola. A dirla tutta, non vedo molti risultati.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
intendevo una terapia farmacologica
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dopo
Attivo dal 2014 al 2018
Ex utente
Non assumo alcun farmaco, fatta eccezione per il metilfenidato, che però assumo solo quando ho bisogno di studiare, sotto consiglio del mio psichiatra. Il mio psichiatra non ha ritenuto necessario farmi assumere altri farmaci, tra l'altro io preferirei non assumerne affatto, a meno che non fosse strettamente necessario.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Quindi se ho ben capito.

Preferisce assumere uno stimolante per studiare piuttosto che assumere farmaci per curarsi?

Anche la difficoltà nello studio può essere un sintomo psichiatrico ma certo non è opportuno considerare l'uso di questo farmaco con utilizzo off label.
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dopo
Attivo dal 2014 al 2018
Ex utente
Le medicine che uso per riuscire a concentrarmi mi sono state prescritte dal mio psichiatra, il quale non ritiene opportuno curare il mio disordine con altre medicine. Sinceramente, come ho detto, non sarei restia ad assumere medicine se fosse strettamente necessario, ma a detta del mio psichiatra non lo è. Personalmente, preferisco curare i miei disordini con una terapia psicologica, che tra l'altro in passato mi ha aiutato tantissimo.
In ogni caso, la mia domanda non riguardava dubbi su alcun psicofarmaco, piuttosto avrei desiderato sapere se, a suo parere, i miei sintomi possono essere dovuti al trauma di cui le ho parlato nel mio primo messaggio. Purtroppo, come già detto, qui non ho la possibilità di essere seguita, ma speravo di riuscire ad avere un consiglio su come comportarmi nel mentre.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Secondo me lei non è trattata adeguatamente per i suoi disturbi.

Del resto la terapia psicologica deve darle gli strumenti proprio per poter affrontare le situazioni soprattutto in assenza del terapeuta, invece a quanto pare una variazione dei routinari trattamenti le crea disordini personali.

Questo è un elemento di non secondaria importanza.
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dopo
Attivo dal 2014 al 2018
Ex utente
Credo che lei abbia ragione. Cercherò di parlarne con il mio terapeuta, e se le cose non dovessero cambiare provvederò a rivolgermi ad un altro medico.
la ringrazio per il suo aiuto
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