Interazione sertralina-trazodone

Buongiorno.
Per DAP e depressione ansiosa assumo da alcuni anni con buoni risultati sertralina, portata da un paio di mesi da 100 a 150 mg per il ripresentarsi di uno stato depressivo/ansoiso, con vere e proprie "crisi di disperazione", favorito da malattia e lutto in famiglia.
Poiché pur avendo avuto un miglioramento generale dell'umore persiste un grado piuttosto invasivo di ansia per gli impegni lavorativi, irrequietezza, poca voglia di fare e da ultimo difficoltà ad addormentarmi e continui risvegli notturni, lo psichiatra che mi segue mi ha prescritto in aggiunta trittico 75 mg a rilascio prolungato, da prendere la sera, mezza compressa per tre giorni e poi se lo tollero bene una intera. Io non sapevo nulla del trazodone, ma non ho resistito alla tentazione di informarmi ed ho visto che è un farmaco ad azione serotoninergica, che potenzialmente può causare sindrome serotoninergica in associazione con SSRI. La cosa mi preoccupa e mi fa esitare a prendere il farmaco... questa associazione è davvero a rischio? E' un rischio alto? Come si capisce se sta iniziando una sindrome serotoninergica e cosa si fa? So che può essere fatale!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Quindi secondo Lei il suo psichiatra è un incompetente ?

Prima legge i foglietti e poi si chiede se quel che c'è scritto è vero. Un rischio non è alto né basso sul caso singolo.

Non vedo però il senso di questo modo di leggere le informazioni. Di tutto il foglietto va a selezionare un elemento e su quello si fissa, così, selettivamente. Dipenderà magari da una sua ipocondria di base, una fobia dei farmaci e dei loro effetti. In questo caso non vanno discussi dubbi del genere, la prescrizione è già oltre e le indica cosa fare, per fortuna.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Non credo però che la domanda andasse criticata, il sito esiste per questo no?
Non penso che il mio psichiatra sia un incompetente, ma paradossalmente se tutti si fidassero ciecamente del medico che li cura questo sito non avrebbe ragione di esistere.
"Prima legge i foglietti e poi si chiede se quel che c'è scritto è vero." Sul foglietto del trittico si parla genericamente di antidepressivi includendo tricicli, SSRI e MAO inibitori. Non c'è niente nello specifico sulla sertralina. Quindi lei avrebbe potuto dirmi (faccio delle ipotesi): "Il rischio con la sertralina è circoscritto solo ad alcune situazioni", oppure "questa associazione in genere andrebbe evitata, chieda al suo psichiatra perché ha deciso di adottarla".
Insomma, è possibile esprimere un concetto senza "partire all'attacco" come mi sembra abbia fatto lei, no?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Lei sta parlando di un effetto gravissimo che il medico evidentemente non avrebbe visto, oppure di qualcosa che il medico conosce perfettamente ma non lo ritiene ovviamente probabile.
Ora, questo (il fatto della probabilità) si ricava anche leggendo i foglietti, a meno che uno non lo faccia con un dubbio ansioso, nel qual caso vorrebbe semplicemente che non ci fosse scritto niente, o che ci fosse scritto: può accadere ma a Lei non accadrà. La cosa è assurda, e il discorso allora va riportato non tanto al contenuto specifico ma al tipo di stato con cui uno valuta questi problemi.

Lei assume già un medicinale, i cui effetti comprendono tante cose, fai più lievi e probabili ai più gravi e improbabili, morte compresa, come per tutti i medicinali esistenti al mondo. Il motivo per cui invece si pone una questione specifica su questo secondo quindi non è un motivo logico, se mai ansioso.

Questo il punto di partenza per le considerazioni. Altrimenti le risposte, prese alla lettera, non potrebbero che essere:

Il modo in cui esprimere un concetto lo scelgo apposta, non tanto per parlare. Tanto per parlare significherebbe risponderle qualcosa tipo "si può essere ma in genere no", unica risposta logica possibile ma inutile e anche peggiorativa del tipo di ansia che uno ha in questi casi, perché alimenta nuove domande (presenti e future).
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dopo
Utente
Utente
Ho comunque deciso, e lo dirò allo psichiatra, di non assumere il farmaco per il rischio di priapismo, relativamente alto. Il trazodone è, dopo alcuni farmaci specifici contro l'impotenza, quello con maggiori probabilità di causare priapismo. E' un effetto che mi spaventa molto perché impone pronto soccorso, possibile necessità di intervento chirurgico, possibile disfunzione erettile permanente, che alla mia età significa la vita rovinata. Non posso, ad ogni erezione, stare a pensare se finirà... questo pensiero potrebbe rendermi ansiogena l'esperienza sessuale, che al momento è invece una tra quelle che vivo con più serenità e spensieratezza (per fortuna la sertralina sta incidendo pochissimo su questa sfera).
La ringrazio e la saluto cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Vedo che non ha però compreso il discorso generale, adesso si è fissata sul mettere sotto lente d'ingrandimento i rischi del trazodone, ovviamente il termine "relativamente alto" rispetto a un rischio è un'espressione che non fa capire relativamente a cosa.

Se ragiona in questo modo sui possibili effetti, ha bisogno di una terapia antiossessiva migliore, per cui si va su un altro discorso, quello del fatto che lo stato di allarme non mi sembra ben controllato.

Proponga se mai questo discorso allo psichiatra.
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dopo
Utente
Utente
12% le dice qualcosa?

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11518472

In altri articoli reperibili dalla stessa fonte si dice che i pazienti che ricevono trazodone debbono essere istruiti nel riconoscere questa evenienza, perché è importante intervenire velocemente.
Io non sono stato istruito a nulla.
Seguendo il suo ragionamento anche il consenso informato relativo a procedure mediche (che può non essere firmato e anche ritirato dopo essere stato firmato) può essere visto come un sistema per incitare i pensieri ossessivi. Non si può "patologizzare" ogni scelta che non sia la serena aderenza a qualsiasi prescrizione medica. Io non sono farmacofobico, anzi sono ben felice di prendere un farmaco che mi fa passare un disturbo. Tuttavia continuerò a leggere i foglietti illustrativi e a sentirmi libero di rifiutare un medicinale se ritengo che il rapporto rischio-beneficio sia sfavorevole. Il priapismo è un evento che può causare un'invalidità permanente.

distinti saluti.
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dopo
Utente
Utente
Il mio psichiatra saprà senz'altro propormi un'alternativa che non rischia di danneggiarmi in modo permanente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

I discorsi che faceva sul rischio non sono certo corrispondenti al contenuto dell'articolo che lei cita, dove tra l'altro si dice che quella percentuale è "maggiore di quanto atteso", e quindi è segnalata. Non si tratta chiaramente di emergenze, ma di effetti che il paziente non aveva ritenuto di riferire al medico, e che riferisce invece in un sondaggio mirato sul trazodone.

Per carità, è il contrario: si de-patologizza l'accesso del paziente alle informazioni, e così facendo si alimentano le farmacofobie e le ipocondria, chiaramente ritenendo che una supposta informazione tramite questi strumenti, e non tramite i medici, sia più utile. Trattasi di documenti con finalità enciclopedico-assicurative, e non corrispondono chiaramente ad una comunicazione ragionata sui rischi e benefici di una cura.

Se è per questo su praticamente tutti i medicinali c'è scritto che c'è un rischio di morte improvvisa per arresto cardiaco. La cosa strana è che di questo non si preoccupa e va invece a focalizzare altro in maniera selettiva.

Non credo al momento stia vedendo con serenità il suo atteggiamento allarmistico. Comunque sentirà certamente il suo medico. Come le dicevo, al di là di rimedi per i sintomi isolati, la terapia antiossessiva è a dose bassa.