Sindrome ansioso-depressiva

Gentilissimi,
sono un farmacista 28enne, da due anni e mezzo in cura con Zoloft 50mg e Xanax.
I primi sintomi che hanno ricondotto alla diagnosi di sindrome ansioso-depressiva sono stati la cefalea costante e le vertigini soggettive, accompagnate dal senso di annebbiamento e stordimento continuo e dall'insonnia, in periodi in cui soventi si manifestavano tremori e attacchi di panico. In seguito alla scomparsa della cefalea,dell'insonnia, dei tremori e alla drastica riduzione degli eventi di DAP, ho continuato la cura prescritta, riducendo gradualmente le dosi di Xanax e passando dalle 28 gocce/die (7,7,14)alle 10 gocce solo la mattina. Ad oggi, conscio del mio errore, devo riferire che ho continuato la terapia tra alti e bassi senza più rivolgermi allo specialista e alternando le dosi di Xanax (in ogni caso mai più di 20 gtt al giorno)per due anni e mezzo, ogni giorno.
Mi rendo conto di aver abusato di benzodiazepine (nonostante le esigue dosi assunte non possano essere definte terapeutiche!),ma purtroppo solo le mie gocce, riuscivano a far scomparire il senso di stordimento che comunque è rimasto costante per due anni e mezzo fin dai primi minuti dopo il risveglio (sia mattutino che pomeridiano). Questo è un problema che non sono mai riuscito a risolvere!Lo stordimento (concomitante a sensazione di vertigine soggettiva) è sempre accompagnato da un senso di pesantezza alla testa che oserei definire cefalea muscolotensiva. Ho eseguito una RMN encefalo e rachide cervicale, che esclude patologie cerebellari, ma evidenzia la presenza di protusioni cevicali sui distretti C3-C4, C4-C5 e C5-C6. Una TAC dei seni paranasali evidenzia, invece, una ipertrofia dei turbinati di dx. Ho il netto sospetto che tanto la patologia cervicale, quanto quella sinusale, possano essere concausa della sintomatologia sopra descritta, seppur la stessa sia ridotta dall'assunzione delle bdz (non dimentichiamo però che le bdz hanno effetto miorilassante!). Allo stato attuale, il senso di annebbiamento e vertigine non scompare più come prima, all'assunzione delle mie gocce (sembra migliorare ma non passare). Di certo non voglio aumentare le dosi di bdz, ho il sospetto che la sintomatologia non sia di sola competenza psichiatrica e l'errore di non esser stato seguito dal mio psichiatra mi induce ad aver dubbi sulla correttezza della terapia seguita. Certo che il vostro consiglio sarà quello di rivolgermi nuovamente allo specialista, vi chiedo se secondo voi, a distanza di due anni e mezzo sia possibile che le dosi di Zoloft e Xanax non siano più sufficienti(ps: farmacologicamente l'assuefazione alle bdz si instaura nei confronti dell'effetto ipnotico, ma non sedativo!!!!) e se a questo punto, in base alla vostra esperienza, la mia terapia avrà mai una fine o meno!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

lei utilizza le sue conoscenze per utilizzare i farmaci come ritiene sia piu' opportuno.
Quando si e' pazienti e' sempre meglio rimanere tali in modo da poter rivolgere sempre al proprio curante tutti i propri dubbi in merito ai trattamenti.
I controlli devono essere fatti in tempi sempre piuttosto ravvicinati in modo da avere sempre un riscontro del trattamento in atto.

Parli con il suo psichiatra.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

la tolleranza alle bendodiazepine si instaura nei confronti dell'effetto gabaergico, da cui dipendono i suoi effetti, quindi il discroso sull'effetto sedativo non è corretto.
Lo zoloft è assunto a dose inferiore a quelle raccomandate, dall'inizio.
La terapia è rimasta "sospesa" in modo prevedibile, perché nessuno l'ha più ricontrollata e lo xanax è al momento fonte verosimile di intossicazione cronica e limite al corretto approccio all'ansia, sia sul piano biologico che psicologico.
Si faccia quindi rivedere dallo psichiatra senza prendere iniziative. La sua competenza quale farmacista non la aiuterà a gestire le sue cure, commetterà più o meno gli stessi errori che commetterebbe un "profano".
Saluti

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dr. Ruggiero,
ringraziandola per la risposta fornita, volevo solo rammentarLe quanto la personale conoscenza dell'effetto terapeutico e tossico dei farmaci mi abbia indotto alla coscienza di un errore commesso (così come avevo sottolineato). Nella mia richiesta, l'aver "osato" esprimere giudizi (giusti o sbagliati) sulla patogenesi di un sintomo o sulla farmacodinamica di una data molecola, voleva solo essere un approccio al confronto e allo scambio di opinioni tra professionisti della salute, non certo una esacerbazione delle mie conoscenze. Se avessi omesso la mia professione, probabilmente non avrebbe avuto la stessa reazione, nella risposta fornitami dove rammenta che "utilizzo le mie conoscenze per utilizzare i farmaci per come ritengo più opportuno": mi spiace, ma ciò non fa parte della mia etica professionale. Oltretutto le ricordo che la farmacoterapia non è una pratica assoluta, è comune alle conoscenze di medici e farmacisti e che il confronto sulle conoscenze può solo migliorare la pratica terapeutica in un periodo in cui la percentuale di errori di prescrizione medica per mancata conoscenza dei farmaci, supera in Italia, il 30%. Vorrei,inoltre, precisarle che la richiesta di un parere è stata fatta da paziente, non da professionista. Scusandomi per la polemica, la saluto distintamente.
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dr Pacini,
la ringrazio per la risposta fornitami. Sono assolutamente conscio che le mie competenze non possano aiutarmi a gestire autonomamente la mia cura. Mi rivolgerò presto ad un suo collega, per ridefinire la terapia. Mi spiace eserciti un po' lontano dalla mia zona di residenza, in caso contrario mi avrebbe fatto piacere potermi rivolgere direttamente a lei, per la gentilezza e per la professionalità dimostrata. Disinti saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

non e' una polemica ma deve essere una consapevolezza per Lei che cercare "scambi tra professionisti" non e' l'approccio giusto per poter affrontare il suo problema psichiatrico.

Se facesse di piu' il paziente non avrebbe difficolta' ad accettare anche la patologia da cui e' affetto verso la quale deve comunque utilizzare un approccio diverso.

Lei si rivolge a noi da utente, indipendentemente dalla sua professione.
Se lei fosse un collega medico, la prima cosa che le direi e' di dimenticare di esserlo e di affidarsi completamente ad uno psichiatra.

Partendo da tali considerazioni provi a farsi visitare da uno psichiatra e potra' risolvere le sue problematiche senza alcuna difficolta'.

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