Binge eating disorder ed e.d.n.o.s. - paura di non mangiare

Salve.

Combatto con l'effetto yo-yo sin da quando avevo 14 anni, e adesso ne ho 31. Purtroppo non riesco a venire a capo del problema. Ho provato la psicoterapia cognitivo comportamentale, la gestalt (che credo mi abbia creato molti danni, ma è solo un'opinione personale in quanto non sono un medico), la psichiatria.

Il mio problema è connesso con l'ansia e disturbi dell'umore altalentante, che sto curando con en, fluoxetina e lamictal.

Le abbuffate sono diminuite (sono in cura con la fluoxetina da circa 1 anno e mezzo), ma non riesco a seguire un regime alimentare corretto.

Il mio peso ha oscillato in questi ultimi 15 anni dai 60 ai 111 kg, aumentando e diminuendo in continuazione. Ovviamente questo ha portato ad una perdita assoluta di tonicità del seno (prolasso) che ha avuto un forte impatto psicologico su di me come donna.

A parte questo, che presumo si possa risolvere con una mastopessi, ho cercato di analizzare me stessa e quello che provo prima delle cosiddette crisi di binge.

Penso intensamente al cibo. Il resto smette di esistere. Sento che potrebbe accadere qualcosa di tremendo se non mangio, anche se non so spiegarmi cosa, una voce dentro di me (non reale ma un pensiero) è come se mi dicesse che se non mangio andrò incontro ad una sofferenza  psicologica enorme.


La mia domanda dunque è: perché? cosa accade nel cervello? perché una persona arriva ad annullarsi e a non avere altro pensiero all'infuori del cibo? Come è possibile che il terrore irrazionale sia tanto forte da spingermi ad arrivare agli attuali 105 kg? E perché non riesco a smettere.

è più di una domanda lo so :)

Il mio psichiatra minimizza ma io sono molto preoccupata e non so a chi rivolgermi.

Grazie mille
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21

Se anche riuscisse a rispondere a tutti i suoi perché il problema resterebbe.

C'è una fase prima del cortocircuito che la porta all'abbuffata, una fase forse breve, ma che bisogna identificare e iniziare a interrogarsi da lì: cosa è successo prima dell'episodio? Un pensiero, una frase, un ricordo, un evento, persino un profumo possono innescare la "bomba".

Come posso fare per non farla esplodere? C'è un punto di non ritorno, ma prima si può spegnere la miccia (una telefonata, un sms, uscire di casa, parlare con qualcuno, scrivere un appunto di quanto sta succedendo, ecc).

Sono alcune delle tecniche cognitive applicabili in caso di binge eating, a volte funzionano, a volte no. Associate alla terapia farmacologica possono aiutare.

Franca Scapellato

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille.
Ho saputo che esistono dei centri per persone con il mio problema.
Possono portare a qualche risultato?
[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Il sogno di tutte è ricoverarsi e uscire cambiate, guarite, ma non è così. Ci sono cliniche che si occupano di disturbi alimentari, ma bisogna essere molto realisti: aiutano a superare un momento difficile, possono insegnare strategie e modalità di risposta (non diverse da quelle che si imparano in una psicoterapia), il gruppo può dare aiuto, però poi si torna a casa e se non si è fatto un lavoro su se stesse i vecchi schemi e comportamenti si ripresentano e bisogna essere preparate. Quindi la mia risposta è parlarne con la sua terapeuta e valutare cosa è meglio.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ha "azzeccato" esattamente quello che mi passa per la testa, ovvero entrare in una struttura e uscirne cambiata e guarita.
Eh già...
Ne parlerò con il mio psichiatra.
Grazie mille del consulto.
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