Fobia sospensione antidepressivo

Buongiorno,
Ho 30 anni e due anni fa ho iniziato ad avere attacchi di panico e ansia a livelli altissimi, a seguito della quale sono andato da una psicologa e uno psichiatra. Ho preso per 6 mesi il cipralex, pensavo mi fosse tutto passato, ma alla sospensione ho riavuto tutti i sintomi e due mesi dopo ero da capo. Altri 6 mesi di cipralex al termine dei quali pensavo di aver capito, con la psicoterapia, come gestire L ansia e il panico. Ma alla sospensione tutto si è ripresentato e mi ha travolto.
Ho rinunziato da pochi giorni l'assunzione del cipralex, ma sono completamente sfiduciato e soprattutto ho il terrore di dover essere dipendente a vita da questo farmaco, che in effetti mi fa stare bene.

Avrei alcune domande:

1. Nell eventualità che dovessi prendere il farmaco per molti anni, se non a vita, e' questo possibile o il farmaco potrebbe dare assuefazione?
2. Che effetti a lungo termine potrebbe dare il farmaco al mio fisico?
3. Se per qualsiasi motivo il farmaco tra qualche anno non dovesse più funzionare, ce ne sono altri che potrei utilizzare sostituendolo? Ho il terrore che smetta di fare effetto..
4. È' possibile avere una vita normale anche prendendo antidepressivi a vita? Quando stavo bene stavo progettando con mia moglie di fare dei figli ma ho davvero paura di non poter avere una vita normale...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
" Altri 6 mesi di cipralex al termine dei quali pensavo di aver capito, con la psicoterapia, come gestire L ansia e il panico."

Non è questione di capire, i disturbi d'ansia non avvengono perché non si capisce qualcosa.

Mi sembrano quesiti che riportano ad un allarme generale. Inoltre, sono contraddittori. E' terrorizzato dal fatto che non possa fare più effetto dopo un certo tempo, ma poi anche dall'idea che le faccia male prenderlo a lungo.

Ma soprattutto i conti che fa, come accade spesso quando uno sta male, sono fatti come se il problema fosse la cura, e non la malattia.
Invece di chiedersi se può avere una vita normale con il suo disturbo, che se mai è una domanda che può aver senso, si pone il problema se può avere una vita normale curandosi.

Dr.Matteo Pacini
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Il motivo per cui ha avuto una ricaduta sintomatologica è dovuta al fatto che il farmaco non è stato mantenuto per un lungo periodo. Si considera che un periodo congruo di trattamento deve raggiungere almeno i 24 mesi continuativi e senza sintomi per ridurre al minimo la possibilità di ricadute.

Dopo questa valutazione se si presenta una ricaduta il farmaco può essere preso continuativamente.

Considerato che è stata associata una psicoterapia, se non ha strumenti utili per la riduzione dei sintomi si può considerare questo ultimo trattamento non util nel suo caso.

Dr. F. S. Ruggiero


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[#3]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Forse lo vedo così perché per tanti anni ho avuto una vita normale, e non capisco che sia successo.
In ogni caso capisco il suo punto di vista e vorrei chiederle se è possibile avere una vita normale con questo disturbo, prendendo farmaci se necessario, se potrò avere figli, se potrò condurre una vita come tutti, o se i farmaci che (forse) dovrò prendere per tutta la vita potrebbero un giorno smettere di fare il loro effetto o causarmi altre patologie (per esempio al fegato, al cuore ecc).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Presumo che abbia un medico che la segue. Questi timori sono su tutto, e quindi sintomatici di questa condizione.
Quando starà meglio discuterà magari col medico i problemi che specificamente le interessano.
[#5]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Vorrei solo sapere diverse opinioni in merito. Vorrei sapere, nel caso dovessi assumerli a vita, se avrei ulteriori problemi o una aspettativa di vita minore.
Sapere se potrei condurre una vita normale oppure no. Sempre nel caso dovessi prenderli a vita
E chiederlo a più specialisti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Quindi nella sua visione facendo una cura si tende a star peggio, vivere di meno e non condurre una vita normale ?
Non le pare così in generale un pensiero paradossale ?

Detto questo, secondo me invece non è una buona idea chiedere a più persone cose del genere, ma informarsi con più tranquillità quando si è meno ansiosi, se ne ricavano risposte migliori a domande meno vaghe
[#7]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Non credo questo, io voglio curarmi e farò di tutto per non stare così male come sto oggi.
Mi curerò finché devo, ma vorrei sapere se dovrò aspettarmi una vita differente a quella degli altri, o se con il farmaco potrò avere una vita come gli altri.
A seconda di questo una persona fa anche delle scelte di vita come possono essere dei figli per esempio..
[#8]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In generale, curarsi significa star meglio. Ora, a meno che non abbia specifici dubbi in questo senso, perché dover ritenere che curarsi significhi star peggio. Magari se le cure non funzionano, ma se funzionano ...

Era proprio quel che volevo dire, inutile porsi problemi ora nello stato in cui è, le decisioni vanno prese da un punto di vista non allarmato, e quando si intuisce che questo allarme è a 360 gradi, con dubbi che nascono dal nulla, e sono in parte anche paradossali, è consigliabile rimandare domande e risposte.
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