Ricovero
Gentili medici,
Sono una ragazza di 28 anni, in psicoterapia dal 2012 con diagnosi di depressione e disturbo ossessivo compulsivo.
Nel corso di questi anni ho anche provato alcuni farmaci ( la dottoressa che mi segue è neuropsichiatra, psichiatra e psicoterapeuta e lavora nel pubblico come neuropsichiatra infantile), io sono seguita privatamente intramoenia.
All'inizio mi ha proposto fevarin (abbandonato dopo circa 6 settimane perché per i primi 20 giorni ho utilizzato antiemetici, poi la nausea e il vomito non cessavano e allora abbiamo interrotto).
Siamo passati così a Citalopram prima, Zoloft poi, Prozac, poi abbiamo provato con venlafaxina ma niente, tutti mi davano problemi gastrointestinali persinstenti.
Con il risperidone ho trovato un piccolo giovamento, ma dopo 3 mesi è comparsa galattorrea. ( Con una dose di 0,50, che mi hanno riferito essere "omeopatica"!). Da allora lo assumo lo stesso a cicli, insieme a 2 volte la settimana Dostinex.
Abbiamo provato ad aggiungere Amisulpride e Levopraide dopo ma entrambe davano problemi di galattorrea nonostante il dostinex e quindi sospesi.
Sono anche in cura presso un centro di endocrinologia ginecologica che affronta le problematiche ginecologiche relative ai dca, e mi hanno prescritto la pillola anticoncezionale con la promessa di impegnarmi di più sul l'aumentare le dosi giornaliere di cosa mangio, con una dieta bilanciata e degli integratori di calorie e amminoacidi da prendere.
Nell'ultimo periodo ho avuto un peggioramento netto, perché per problemi economici ho dovuto sospendere la psicoterapia, il mio compagno è sommerso dai debiti (ha chiuso l'attività e ha circa 50 mila euro di debiti), abbiamo mesi di affitto arretrato, bollette in arretrato di mesi del gas (per un valore di circa 1200 euro) e i miei genitori sono lontani (150 km), inoltre continuano a ribadire che sono una perdigiorno, e che dormendo tutto il giorno e piangendo peggioro solo la situazione. (Ho anche l'università da finire...).
Spesso ci mancano i soldi per la spesa, qualcosa allungano i miei ( il mio compagno ha già trovato lavoro da più di 2 mesi ma ancora non l'hanno pagato...)
La psicoterapeuta che mi seguiva mi aveva consigliato un ricovero in una struttura convenzionata in Val d'Aosta, eventualmente da discutere con un collega del csm( avvertendomi però che la asl avendo pochi soldi poteva non mandarmi) , mi aveva pregato di andare e , qualora la situazione si rivelava grave, di recarmi anche in pronto soccorso piuttosto che fare stupidaggini.
Mi aveva inoltre sconsigliato un ricovero in un reparto di psichiatria normale perché per una depressione non era l'ambiente ideale per riprendersi, ma solo in caso di pensieri non conservativi e veramente pericolosi, estrema ratio, diciamo.
Se io dovessi venire sfrattata, e cambiare regione, cosa accadrebbe se la asl attuale autorizzasse un ricovero in residenza protetta, risultando fuori regione?
Scusate la lunghezza!
Sono una ragazza di 28 anni, in psicoterapia dal 2012 con diagnosi di depressione e disturbo ossessivo compulsivo.
Nel corso di questi anni ho anche provato alcuni farmaci ( la dottoressa che mi segue è neuropsichiatra, psichiatra e psicoterapeuta e lavora nel pubblico come neuropsichiatra infantile), io sono seguita privatamente intramoenia.
All'inizio mi ha proposto fevarin (abbandonato dopo circa 6 settimane perché per i primi 20 giorni ho utilizzato antiemetici, poi la nausea e il vomito non cessavano e allora abbiamo interrotto).
Siamo passati così a Citalopram prima, Zoloft poi, Prozac, poi abbiamo provato con venlafaxina ma niente, tutti mi davano problemi gastrointestinali persinstenti.
Con il risperidone ho trovato un piccolo giovamento, ma dopo 3 mesi è comparsa galattorrea. ( Con una dose di 0,50, che mi hanno riferito essere "omeopatica"!). Da allora lo assumo lo stesso a cicli, insieme a 2 volte la settimana Dostinex.
Abbiamo provato ad aggiungere Amisulpride e Levopraide dopo ma entrambe davano problemi di galattorrea nonostante il dostinex e quindi sospesi.
Sono anche in cura presso un centro di endocrinologia ginecologica che affronta le problematiche ginecologiche relative ai dca, e mi hanno prescritto la pillola anticoncezionale con la promessa di impegnarmi di più sul l'aumentare le dosi giornaliere di cosa mangio, con una dieta bilanciata e degli integratori di calorie e amminoacidi da prendere.
Nell'ultimo periodo ho avuto un peggioramento netto, perché per problemi economici ho dovuto sospendere la psicoterapia, il mio compagno è sommerso dai debiti (ha chiuso l'attività e ha circa 50 mila euro di debiti), abbiamo mesi di affitto arretrato, bollette in arretrato di mesi del gas (per un valore di circa 1200 euro) e i miei genitori sono lontani (150 km), inoltre continuano a ribadire che sono una perdigiorno, e che dormendo tutto il giorno e piangendo peggioro solo la situazione. (Ho anche l'università da finire...).
Spesso ci mancano i soldi per la spesa, qualcosa allungano i miei ( il mio compagno ha già trovato lavoro da più di 2 mesi ma ancora non l'hanno pagato...)
La psicoterapeuta che mi seguiva mi aveva consigliato un ricovero in una struttura convenzionata in Val d'Aosta, eventualmente da discutere con un collega del csm( avvertendomi però che la asl avendo pochi soldi poteva non mandarmi) , mi aveva pregato di andare e , qualora la situazione si rivelava grave, di recarmi anche in pronto soccorso piuttosto che fare stupidaggini.
Mi aveva inoltre sconsigliato un ricovero in un reparto di psichiatria normale perché per una depressione non era l'ambiente ideale per riprendersi, ma solo in caso di pensieri non conservativi e veramente pericolosi, estrema ratio, diciamo.
Se io dovessi venire sfrattata, e cambiare regione, cosa accadrebbe se la asl attuale autorizzasse un ricovero in residenza protetta, risultando fuori regione?
Scusate la lunghezza!
[#1]
Gentile utente,
Potrebbero esserci problemi di finanziamento del suo ricovero, ma se è questa la domanda, questo evidentemente lo sa già, se parla di regione/fuori regione. Ma non capisco una cosa: la Val d'Aosta non è già fuori regione se abita a Torino ?
C'è una cosa che non torna. Con quella diagnosi non si capisce esattamente il risperdal (da solo ?). Inoltre, che senso ha il risperdal più un farmaco che fa effetto contrario, più ancora altri due che fanno lo stesso effetto del risperdal e contrario al dostinex. Un braccio di ferro sia sull'effetto collaterale che su quello terapeutico, equivalente a usare il solo risperdal a dose maggiore o minore.
Potrebbero esserci problemi di finanziamento del suo ricovero, ma se è questa la domanda, questo evidentemente lo sa già, se parla di regione/fuori regione. Ma non capisco una cosa: la Val d'Aosta non è già fuori regione se abita a Torino ?
C'è una cosa che non torna. Con quella diagnosi non si capisce esattamente il risperdal (da solo ?). Inoltre, che senso ha il risperdal più un farmaco che fa effetto contrario, più ancora altri due che fanno lo stesso effetto del risperdal e contrario al dostinex. Un braccio di ferro sia sull'effetto collaterale che su quello terapeutico, equivalente a usare il solo risperdal a dose maggiore o minore.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La val d'Aosta non è considerata fuori regione per il Piemonte e per il risperidone purtroppo è l'unico che non crea disturbi gastrointestinali. La specialista ultimamente andava molto a tentoni visti i scarsi risultati con altri farmaci; secondo lei infatti è una mia ipersensibilità a quella classe di molecole.
Poi chiaramente mi fido dello specialista, ho fatto qualche tentativo di risperidone combinato con altro ( fevarin , Citalopram) però peso 39 kg, rimanere tutto quel tempo aspettando che gli effetti collaterali gastrointestinali si mitigassero non è stato ritenuto opportuno.
Quindi piuttosto che il niente tengo questo farmaco a questo dosaggio e prendendo il dostinex. (Detto anche da endocrinologa e psichiatra che è un assurdo...)
Comunque grazie per la risposta!
Poi chiaramente mi fido dello specialista, ho fatto qualche tentativo di risperidone combinato con altro ( fevarin , Citalopram) però peso 39 kg, rimanere tutto quel tempo aspettando che gli effetti collaterali gastrointestinali si mitigassero non è stato ritenuto opportuno.
Quindi piuttosto che il niente tengo questo farmaco a questo dosaggio e prendendo il dostinex. (Detto anche da endocrinologa e psichiatra che è un assurdo...)
Comunque grazie per la risposta!
[#3]
Gentile utente,
E' un abbinamento privo di senso, un farmaco e il suo contrario.
Comunque non è molto chiaro perché non siano considerati altri farmaci antiossessivi, se la diagnosi è quella, e perchè il risperidone da solo, se la diagnosi è quella.
E' un abbinamento privo di senso, un farmaco e il suo contrario.
Comunque non è molto chiaro perché non siano considerati altri farmaci antiossessivi, se la diagnosi è quella, e perchè il risperidone da solo, se la diagnosi è quella.
[#7]
Gentile utente,
Ha provato quindi ssri, venlafaxina e poi risperidone. Strano come percorso, prima almeno un altro antiossessivo-antidepressivo di prima scelta c'è, ammesso che lo possa prendere. Non che non possa funzionare il risperidone, però allora se comunque è tollerato male, perché non prendere in considerazione gli altri medicinali della classe del risperidone ?
Ha provato quindi ssri, venlafaxina e poi risperidone. Strano come percorso, prima almeno un altro antiossessivo-antidepressivo di prima scelta c'è, ammesso che lo possa prendere. Non che non possa funzionare il risperidone, però allora se comunque è tollerato male, perché non prendere in considerazione gli altri medicinali della classe del risperidone ?
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 9k visite dal 15/11/2016.
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