Un breve, ma ottimo, corso

salve,
sono un uomo di 40 anni, sposato, e soffro da un po di anni (dal 2004 per la precisione) di disturbi dell'umore senza però essere mai riuscito a capire quale sia la causa. Nel 2004 ho cominciato a soffrire di DAP, senza alcuna apparente motivazione, subito allarmatomi sono corso ai ripari rivolgendomi al CPS della mia città dove mi è stato prescritto EFEXOR 75 mg 1 cps al giorno, dopo 20/25 giorni stavo bene (evitamenti spariti, vita normale insomma); dopo circa 1 anno ho interrotto, ho fatto anche un breve, ma ottimo, corso di psicoterapia comportamentale per superare le crisi di panico. Sono andato avanti abbastanza normalmente fino alla fine del 2006, un anno lavorativamente molto stressante (mi occupo di mutui e lavoro per un importante istituto di credito); sono arrivato alle festività natalize sfinito ma, stranamente, la pausa brusca mi ha creato un senso di vuoto insopportabile (non ho figli,tra l'altro); siamo partiti una settimana nel paese dei miei suoceri (ungheria) dove ero stato solo 2 volte in precedenza; e proprio li le cose sono peggiorate, ansia forte e difficilmente controllabile, stress e soprattutto NOIA (a peggiorare lo stress) tanto che mi trovavo incredibilmente a contare i giorni e le ore che mancavano al nostro rientro!! Appena rientrato sono stato meglio qualche giorno, ho ripreso a lavorare, ma verso la fine di gennaio sono crollato di colpo!! un senso di vuoto pazzesco, ansia mai provata prima, angoscia, senso di impotenza, perdita di futuro (avere dei figli..etc.etc).. spaventato (anche dalla paura di pensieri funesti che sono tipici di queste situazioni) mi sono rivolto al San Raffaele di Milano (abito in provincia di Milano) ed ho cominciato subito la terapia di efexor 150 mg; per metà marzo stavo bene...però è rimasta la paura che quanto provato potesse ripresentarsi (direi quasi shockkato), la cura è durata fino ad agosto 2008 circa; da allora faccio da solo... solo che in questi giorni, avendo da qualche settimana cambiato istituto di credito e posto di lavoro mi ritrovo a dover fare un sacco di cose e quindi sono stressato; e incomincio a non sentirmi bene, comincio a sentirmi apatico, svogliato, senza interessi e un po spaventato; ho riflettuto e credo di aver capito che la causa dei miei attacchi depressivi dipenda dallo stress; NON ho una forte resistenza allo stress (inevitabile nel mio lavoro); prendo le cose con troppa responsabilità, non riesco a rimandare a domani un problema e mi scervallo per trovare una soluzione immediata (questo vale anche per la vita privata)... credo che il mio stile di vivere e di vedere le cose sia la causa dei miei malesseri; accumulo stress anche dove non dovrei averne (mi stresso anche nei rapporti sessuali con mia moglie...solo che non so cosa fare per cambiare; ho paura di tornare a stare male e credo di aver capito cosa mi fa stare male, ma non so cosa fare e come affrontare (definitivamente spero) questo mio malessere. Chiedo cortesemente un vostro consiglio

Ps: scusate il dilungarmi ma ho preferito evidenziare nel suo complesso la mia situazione per facilitarne la comprensione.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
le condizioni depressive possono recidivare per loro natura. Mi sembra di capire però che lei abbia notato particolare legame con situazioni di stress e novità soprattutto in ambito lavorativo. a questo proposito, in associazione alla terapia farmacologica, potrebbe avvalersi di una psicoterapia ad orientamento cognitivo (e non solo comportamentale come ha già fatto), in modo da individuare ed eventualmente correggere strutture di pensiero dannose.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la pronta risposta; infatti ritengo che un intervento anche sul piano cognitivo sia effettivamente importante.

Tutt'oggi però non sto usando nessun farmaco ma sento dentro di me che qualcosa non va, come se tutto questo stress abbia (io credo) fatto scattare un meccanismo, accentuato ovviamente dalla mia paura (ho il TERRORE di tornare a stare male come nel 2007); non so cosa fare, aspetto e vedo se sia solo un momento transitorio e passeggero oppure mi conviene recarmi subito da uno psichiatra?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Visto che in due occasioni ha utilizzato una cura (la stessa) con buoni risultati, e stabili (un anno la prima e un anno mezzo la secoda). Dopo la prima riferisce che "dopo 20/25 giorni stavo bene (evitamenti spariti, vita normale insomma); dopo circa 1 anno ho interrotto, ho fatto anche un breve, ma ottimo, corso di psicoterapia comportamentale per superare le crisi di panico": non si capisce una cosa, cioè se stava bene e l'evitamento non c'era più vorrà dire che anche gli attacchi di panico non c'ernao più, mentre da come è scritto sembra che la psicoterapia comportamentale la ha aiutata a superarl (?).
Nella seconda fase non si comprende perché abbia sospeso la cura, se di propria iniziativa o meno.
Converrebbe recarsi dallo psichiatra che la seguiva, o da chi crede, non vedo perché restare senza cura e senza guida.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Visto che in due occasioni ha utilizzato una cura (la stessa) con buoni risultati, e stabili (un anno la prima e un anno mezzo la secoda). Dopo la prima riferisce che "dopo 20/25 giorni stavo bene (evitamenti spariti, vita normale insomma); dopo circa 1 anno ho interrotto, ho fatto anche un breve, ma ottimo, corso di psicoterapia comportamentale per superare le crisi di panico": non si capisce una cosa, cioè se stava bene e l'evitamento non c'era più vorrà dire che anche gli attacchi di panico non c'ernao più, mentre da come è scritto sembra che la psicoterapia comportamentale la ha aiutata a superarl (?).
Nella seconda fase non si comprende perché abbia sospeso la cura, se di propria iniziativa o meno.
Converrebbe recarsi dallo psichiatra che la seguiva, o da chi crede, non vedo perché restare senza cura e senza guida.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta dott. Pacini; cerco di chiarire gli aspetti che le sono oscuri:

1) gli attacchi di panico, l'ultimo risale al 2004 poco prima di iniziare la terapia con efexor 75mg.. la terapia comportamentale mi ha aiutato a gestire i momenti di ansia e le situazioni di ansia anticipatoria (un lungo volo in aereo, una riunione stressante etc etc)...insomma a sentirmi padrone della situazione e a non subirla.

2)Nella fase depressiva (quella che tuttoggi mi terrorizza) ho smesso la cura gradatamente, sono passato da 150mg die a 75 e dopo a 37,5. Effettivamente però la sospensione definitiva è stata una MIA iniziativa (anche perchè efexor agisce sulla mia sfera sessuale, già di per se minata da una forte reattività allo stress)...il medico che mi ha curato (con cui però non mi sono trovato molto bene) era rimasto con 37,5 mg die.

di nuovo grazie.
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il problema sta nella definizione a monte della prognosi, cioè del decorso che ci si attende per il disturbo. Lo stress esterno c'entra e non c'entra (sarebbe importante se fosse eliminabile). In realtà essendo in parte oggettivo e ineliminabile, in parte soggettivo, diventa un fattore che può contribuire ma può anche essere un sintomo di qualcosa che già si sta sviluppando.
Quindi, tornando al discorso, si poteva, per esempio, cambiare medicina. Tenerne una a dose inefficace non avrebbe avuto un gran senso, e gli effetti collaterali sessuali sono ovviamente importanti. Tenga presente che però tutti i progressi fatti in condizioni di remissione, a breve distanza da una terapia che comunque è durata un pò, possono essere perduti se reiniziano gli attacchi.
Sarebbe il caso di farsi fare una diagnosi precisa, una prognosi e tentare qualche via alternativa, vista la storia passata.
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