Continuazione cura con SSRI

Salve Dottori,
soggetto: maschio 47 anni
diagnosi: depressione unipolare media cronica ricorrente accompagnata da lieve disturbo d' ansia generalizzato
cura (ennesima): Cipralex ..........una settimana 5 mg - due mesi 10 mg - 4 mesi 15 mg - due anni 10 mg e adesso da 11 mesi 5 mg

Il punto/problema è che lo specialista non vuole sospendere la cura anche se il soggetto è ormai da più di due anni che sta bene e addirittura al paziente (ex depresso) gli è stato detto che dovrà continuare ad assumere il farmaco così come ad esempio un iperteso è destinato a prendere gli antipertensivi a vita, ha senso tutto ciò?
Io ho assunto l'entact ora sospeso e sto bene uguale; so che ogni depressione è diversa ed ogni caso è diverso dall'altro ma se il soggetto si è curato è non è più depresso perchè continuare senza fine? L'ipertensione se uno non prende i farmaci gli torna il giorno dopo ma la depressione non credo.

Altro punto interrogativo sarebbe il dosaggio. Infatti, se il dosaggio di cura è di 10 mg allora qual'è il senso di fare assumere solamente 5 mg?
Voglio dire: ipotizzando la cura sia davvero necessaria a vita, allora perchè non fare assumere i 10 mg necessari a curare e fare stare bene il depresso (ex)?
Significa che 5 mg vengono prescritti con la "furbizia" di esercitare l'effetto placebo ?

Potete gentilmente darci un vostro parere?
Ha senso continuare la cura?
Ha senso assumere l'escitalopram a metà del dosaggio minimo terapeutico (alias: sottodosato) ?

Grazie
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Ogni caso e a se stante e chi visita il paziente satabikisfe il da farsi sulla prosecuzione della cura anche eventualmente sottodose.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Significa che 5 mg vengono prescritti con la "furbizia" di esercitare l'effetto placebo ?"

Mi scusi, ma evidentemente nessuno ha chiaro cosa sia l'effetto placebo, perché qui viviamo nel complottismo ormai.
Effetto placebo vuol dire un effetto che viene dall'idea di curarsi, e i farmaci sono provati per vedere se vanno oltre l'effetto placebo.
Stiamo parlando di un effetto che non dura nel tempo oltretutto.

Ripartiamo. Che furbizia c'è nel tenere dosi basse che in realtà non servono, allora tanto vale prescrivere come fanno in tanti degli integratori, vitamine, ricostituenti, insomma un "nulla" che dà l'idea d'esser qualcosa.

Non ci vedo niente di strano che una dose di mantenimento possa essere più bassa che quella iniziale, né che una cura sia indicata nel tempo in una forma ricorrente. Il paragone con l'ipertensione non è corretto perché l'ipertensione ha decorso continuo, non ricorrente. La recidiva della depressione non è il giorno dopo aver smesso le medicine, ma questo non cambia.
A che scopo far recidivare una malattia che si sa già essere ricorrente ?

Dr.Matteo Pacini
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[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2020
Ex utente
Ok gentili dottori, grazie mille.
Quindi, considerato il caso specifico, ha senso sia una cura di mantenimento sia un dosaggio inferiore a quello minimo terapeutico (credevamo che lo psichiatra in questione avesse delle sue personali/particolari teorie).
Vi chiedo scusa, posso chiedervi un'ultima cosa? (una mia curiosità)
Questi 5 mg di Cipralex assunti negli ultimi 11 mesi in sostanza sono serviti "solo" ad evitare una recidiva e in caso di peggioramento partire in discesa e avere una migliore e più pronta guarigione del paziente aumentandone quanto prima il dosaggio invece di dover ricominciare tutto dal principio con magari anche il rischio poi di non rispondere più alla molecola?
Oppure dopo che il soggetto ha assunto dosaggi giusti per curare la patologia, alla fine questi 5 mg oltre che come "scudo", visto che il paziente sta bene significa che sono anche sufficienti a mantenere su normo livelli la serotonina e compagnia bella?
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Lei parla di un soggetto terzo che primariamente potrebbe non gradire questo suo "interessamento".

In ogni caso la valutazione del trattamento sottodose resta del prescrittore e del paziente che si interfaccia con esso.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
La terapia di mantenimento mantiene gli effetti della cura, il che può significare prevenire le ricadute così come tenere in equilibrio in tempo reale un sistema.
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