Schizofrenia paranoide e relazione sentimentale

Gentili dottori,
vi scrivo per sottoporre alla vostra attenzione la seguente situazione. Da circa tre mesi, sto frequentando una ragazza di 31 anni affetta da schizofrenia paranoide.(io ne ho 36). Lei stessa non mi hai parlato in maniera esplicita del disturbo che l'affligge, (il cui esordio è avvenuto circa 10 anni fa e concomitante ad abuso di alcool) ma limitandosi a parlare in maniera generica della terapia che sta assumendo (olanzapina 10 mg) e di alcuni ricoveri causati a suo dire da un generico "disturbo mentale"(l'ultimo due anni fa). Sono venuto a sapere della sua condizione dopo aver parlato con suo fratello a fronte di alcune mie perplessità su alcuni comportamenti, il quale però mi ha riferito di non essere in condizioni tali di poter seguire sua sorella, la quale vive attualmente con uno solo dei genitori, ormai in età avanzata.L'impressione avuta è che lui stesso non volesse parlarmi apertamente della salute di sua sorella, visto che su molte mie domande è rimasto sul generico, comprese le circostanze dei ricoveri avvenuti. Ad ogni modo questa persona è seguita dal CSM della mia zona e devo dire che, salvo alcune "fissazioni" quali paura di avvelenamento da parte mia o di terzi, o di essere spiati etc..unitamente ad altre idee bizzarre( che non mi dilungo a spiegare) e a qualche raro momento in cui si arrabbia per una cosa da nulla, in questo periodo appare compensata: al momento segue la terapia farmacologica e psicoterapica che le è stata prescritta.
Premesso che io stesso soffro di disturbo ossessivo compulsivo da anni con ricadute sul tono dell'umore, (ho fatto TCC per due anni e attualmente sono in procinto di riprendere la terapia con SSRI visto il riacutizzarsi del disturbo ) mi chiedo, a fronte di una così grave diagnosi come quella che riguarda la mia ragazza, cosa sia meglio fare per entrambi. Da una parte sento di volerle molto bene e assieme abbiamo moltissimi interessi in comune, dall'altra aver appreso da terzi la notizia della sua malattia mi ha molto turbato, vista la gravità della patologia che la riguarda . Le conseguenze riguardano l'opportunità di continuare a frequentarci: a fronte anche dei miei problemi di DOC, non so se ho le spalle abbastanza larghe per sostenere un rapporto di coppia i cui risvolti sono imprevedibili per entrambi: mi chiedo come mi dovrò comportare di fronte a una sua crisi che prima o poi non tarderà a manifestarsi? Come devo comportarmi di fronte alle sue manifestazioni paranoiche? Devo affrontare con lei il discorso della malattia invitandola a parlarmene apertamente ed eventualmente chiedendole il permesso di parlare con i medici che la seguono?Vorrei evitare di fare male a entrambi . Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Deve stabilire primariamente con se stesso se desidera continuare la relazione complicata in cui si trova.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Attivo dal 2017 al 2018
Ex utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta.io sono intenzionato a proseguire il rapporto nonostante la situazione complicata, visto che per fortuna la malattia non ha pregiudicato l'intelligenza e gli interessi di questa persona.Quello che chiedo in riferimento alle domande poste riguarda il modo e gli strumenti con cui un simile problema può essere gestito e affrontato da chi vive accanto. Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Non essendo una condizione generica, potrebbe avere contatto con gli specialisti che curano la ragazza previo suo consenso.
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