Disturbo psicotico, depersonalizzazione o percezioni extrasensoriali?

Il disturbo di mia figlia, una bambina di 11 anni, è "covato" da oltre un anno, in seguito al forte trauma subito dalla stessa dopo l'allontanamento del padre dalla casa coniugale, aggravato dal pessimo comportamento tenuto dallo stesso che, nell'atto di andarsene, si è portato via numerosi oggetti d'arredamento dell'abitazione che ha cosi' assunto un'aspetto fortemente desolante, incidendo negativamente sulla psiche della piccola che, vivendo in un ambiente familiare modificato, ha iniziato ad avere degli incubi durante il sonno e a provare una forte angoscia.

Il sempre crescente disagio della bambina è improvvisamente esploso, circa 2 mesi fa, con l'irruenza e la devastazione di una vera bomba...
Il bisogno di evadere da una realtà insoddisfacente l'ha portata a sperimentare nuove emozioni ed è stato cosi' che si è lasciata "convincere", dall'amichetta del cuore, di avere dei "poteri soprannaturali" secondo le quali sarebbe stata in grado di percepire la presenza di "entità" nonchè i pensieri di altre persone (persino personaggi televisivi), semplicemente "immedesimandosi" nella loro mente.
All'inizio pensava di sentirsi "speciale" per via di tutto ciò, ben lungi dall'immaginare che quella presunta capacità extrasensoriale si sarebbe presto tramutata in uno strazio senza fine...

Mi ha raccontato di essersi concentrata ad ascoltare il "silenzio" e di aver udito dei passi affrettati avviarsi verso la sua cameretta, accompagnati da spensierati gridolini infantili che lei ritiene appartenenti alla sua anima, nell'atto di uscire fuori dal proprio corpo, lasciando il posto all'anima di un'altra bambina del tutto simile a lei, fisicamente e caratterialmente.
Ha continuato a sostenere per diverso tempo (e, a volte, lo fa ancora adesso) di essere "morta", e di non riuscire a fare a meno di "vagare", senza una meta precisa, del tutto incapace di resistere all'impulso di lasciarsi portar via anche da un pensiero o da una qualsiasi musica percepita dalle sue orecchie.

Mi ha parlato di "ricordi" e di "dejavu" e "deja-vecu" relativi ad eventi nei quali, però, lei vedeva sè stessa dall'esterno e non si riconosceva nella bambina che fisicamente appariva al suo posto. Le capitava anche di non riconoscere affatto i protagonisti dei suoi sogni o dei suoi ricordi, di percepirli sottoforma di "sagome" trasparenti dal contorno luminoso cui lei si sovrapponeva. Aveva il terrore di addormentarsi perchè temeva di perdere il controllo di sè stessa e di correre il rischio di morire, lasciandosi andare.
Aveva paura persino di tenere gli occhi chiusi perchè, ogni volta che lo faceva, le compariva sempre la sua stessa immagine vagante per le vie della città come in un labirinto, attorniata da tanta gente sconosciuta e, soprattutto, osteggiata da una figura maschile con in braccio un bambino che, puntualmente, le si presentava davanti.

Ma la sensazione più inquietante è stata quella di sentirsi "pilotata" da qualcuno, da lei identificato con un ragazzino (o chi per lui) conosciuto in chat (lo stesso individuo che, un mese prima, le aveva fatto credere di essere "mentalmente" entrato in casa nostra, descrivendola nei minimi dettagli), dal quale si è sempre sentita come "ipnotizzata" e costretta, suo malgrado, a eseguirne gli "ordini".
Tutto questo veniva raccontato all'inizio dalla bambina quasi ininterrottamente per tutto il giorno, in una sorta di "delirio" caratterizzato, da una assoluta consapevolezza che l'ha portata al bisogno di controllare la paura che ciò le suscitava attraverso la pratica di certi strani "rituali", il bisogno insopprimibile di sentirsi "viva" solo trattenendo il respiro fino a quando non avesse concluso un suo "ragionamento", battendo ripetutamente il piede per terra, nel tentativo di esorcizzare la paura della morte.

Ho immediatamente contattato uno psichiatra-psicoterapeuta che, però, ha fissato l'appuntamento per la prima seduta a distanza di una decina di giorni dall'esplosione del disturbo. Nel frattempo, a fronte di un evidente peggioramento, su indicazione del pediatra, mi sono rivolta ad un neuropsichiatra infantile della Usl che, ipotizzando uno stato di forte suggestione emotiva post-traumatica, le ha prescritto lo Zoloft (1 compressa giornaliera da 50 mg) e il Serenase (5 gocce al di').
Nonostante il basso dosaggio, quest'ultimo ha però sortito dei gravi effetti collaterali (rigidità muscolare, forti tremori, torcicolli, nonchè impedimenti all'assunzione della giusta postura) dopo soli 2 giorni dalla sua assunzione. Ho quindi deciso di sospendere il trattamento e di aspettare ancora qualche giorno per andare dallo psichiatra già contattato in precedenza che, dopo aver visitato la bambina, ha diagnosticato un disturbo al nucleo psicotico e le ha prescritto i seguenti farmaci:

Haldol (2 mg/ml);
En (1 mg/ml);
Hakineton R (4 mg);
Tegretol (200 mg);
Citalopram EG (20 mg);

Dopo un mese e mezzo dall'assunzione di tali medicine in dose sempre crescente, associati ad una seduta settimanale di psicoterapia cognitiva comportamentale (individuale e familiare), la piccola non ha, però, avuto nessun miglioramento; anzi, ai sintomi preesistenti, si è aggiunta una grave forma di depressione accompagnata da prorompenti manifestazioni di rabbia oltre che da un progressivo aumento della frequenza dei "rituali" attuati con sempre maggiore gravità ed accanimento.

Lo psichiatra sostiene che sia stato un bene che la "malattia", inizialmente tendente alla psicosi, sia "virata" verso il disturbo ossessivo che, sia pure grave, è sicuramente meno pericoloso e maggiormente gestibile.
Il referto dell'EEG (effettuato a distanza di una ventina di giorni dall'inizio della terapia) ha rivelato la presenza di lievi irregolarità morfologiche e del ritmo. Non so se questo può essere una conseguenza della nascita della piccola che al parto, avvenuto con 2 settimane di anticipo rispetto alla data prevista, accusò una sindrome post-asfittica, venendo alla luce cianotica ed in condizioni di scarsa vitalità. Inoltre, presentava una mancata occlusione del dotto di Botallo. Dimessa dall'ospedale, ha seguito una terapia a base di 1/2 compressa giornaliera di Luminalette 7,5 mg per 2 mesi, a fronte delle convulsioni che la piccina accusava all'inizio, sottoforma di rigidità e tremori agli arti superiori che, a conclusione della terapia, non sono più ricomparsi. L'EEC effettuato all'età di 3 mesi è risultato del tutto regolare e la bambina è cresciuta in maniera assolutamente normale senza accusare il minimo segno di disturbi neurologici.
Tornando all'epoca attuale, l'esito dell'esame al sangue (risalente a circa un mese fa) ha dato valori del tutto normali a parte un alto indice di Fostatasi Alcalina forse dovuto allo sviluppo osseo tipico dell'età adolescenziale o all'azione di qualche psicofarmaco.

Risultato a tutt'oggi, a distanza di due mesi: è diminuita la frequenza dei "rituali" ma la depressione è aggravatata dalla comparsa di ideazioni suicidarie.

Lo psichiatra continua a sostenere di notare un certo miglioramento rispetto all'inizio del trattamento, giustificando la precarietà dei progressi raggiunti con l'effetto ritardante tipico dei psicofarmaci.
In tutta franchezza, invece, non mi sono mai sentita di condividere tale ottimismo e vedo soltanto la bambina nelle stesse, o quasi, condizioni in cui versava all'inizio della terapia.
Ultimamente è avvenuta una ricomparsa dei pensieri "strani" iniziali secondo cui la bambina ha parlato di essersi improvvisamente trovata, al risveglio, nei panni di un uomo (descrivendone anche il vestiario), presumibilmente 40enne, alla guida di una motocicletta per le vie del paese e di aver provato, per qualche secondo, un certa difficoltà a riconoscermi.

In seguito a ciò la terapia farmacologica è stata modificata, con aumento nelle dosi e variazioni di orario ai farmaci già assunti, nel modo seguente:

Haldol(2 mg/ml)30 gocce suddivise in 3 dosi giornaliere(due delle quali associate all'EN;
En /1 mg/ml)...................16 gocce suddivise in 2 dosi giornaliere;
Akineton R (4 mg)..............1 compressa
Tegretol (400 mg a rilascio modificato).....1 compressa;
Citalopram EG (20 mg).........1 compressa

A fronte della raddoppiata dose di Tegretol assunta, la bambina ha accusato una forte nausea, sensazione di vomito, aumento di eruzioni cutanee (già preesistenti sottoforma di acne giovanile) ed un forte prurito su tutto il corpo, (specie agli arti superiori/inferiori e al cuoio capelluto), ragion per cui la dose di Tegretol è tornata ad essere quella iniziale, ovvero, pari a 200 mg.

Data la precarietà di progressi ottenuti a fronte dalla gran quantità di farmaci assunti dalla bambina sono molto dubbiosa sul proseguio di tale terapia e, soprattutto, seriamente preoccupata sugli ulteriori rischi che potrebbe arrecare, data la sua giovanissima età. Inoltre, mi sono sempre chiesta se la bambina abbia realmente vissuto un'esperienza "paranormale". Mi riferisco a esperienze note come OBE (Out of Body Experience) secondo cui sarebbe possibile "viaggiare" fuori dal proprio corpo o ad altri fenomeni simili dovuti allo sviluppo delle percezioni extrasensoriali cui i bambini sarebbero particolarmente predisposti, data la loro spiccata sensibilità.

Ringraziandovi di cuore per l'attenzione prestatami vi prego di fornirmi al più presto il vostro qualificato parere.
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

abbandoni le ipotesi "paranormali, mi pare invece pertinente la diagnosi di una "forte suggestione emotiva post traumatica" espressa dal neuropsichiatra infantile da Lei consultato; la bambina infatti sembra esprimere la necessità di controllo su una situazione che invece sfugge, la paura della morte pertanto potrebbe essere letta come "paura del cambiamento".

Soprattutto nell'infanzia la gravità di un quadro clinico non è strettamente correlabile agli aspetti eclatanti e apparentemente sconvolgenti della manifestazione stessa.

Segua le terapie del medico che più le dà fiducia.

Se possibile cerchi di far riavvicinare il padre a sua figlia, o comunque di coinvolgerlo in questo difficile momento.

Cordiali saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Nicolazzo,

la ringrazio tanto per la tempestività con cui mi ha risposto. Condivido la sua opinione riguardo la suggestione post-traumatica subita da mia figlia ma vorrei mi fosse fatta anche un po' di chiarezza riguardo la "depersonalizzazione" subita dalla stessa. Si è trattato di un disturbo conseguente o concomitante al trauma stesso?

Inoltre, vorrei sapere se la terapia seguita finora sia ugualmente valida, anche se lo psichiatra che l'ha prescritta aveva diagnosticato un disturbo al nucleo psicotico, se la ritiene opportuna per una bambina di 11 anni e se può comportare gravi rischi alla distanza. Inoltre, mi sono sempre chiesta come mai mia figlia abbia subito tutta l'irruenza di una cosi' forte depressione, pur prendendo un antidepressivo (Citalopram) prima ancora dell'esplosione dei sintomi.

In quanto al suo consiglio di far riavvicinare mia figlia al padre avevo già provveduto fin da quando lui è andato via di casa e, soprattutto, nel momento presente, invitandolo a venirla a trovare tutti i giorni, anche se temo che tutto ciò abbia avuto un effetto "illusorio" sulla bambina, riaprendole una ferita ancora sanguinante ogni volta che lo vede andar via, inesorabilmente.
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

la depersonalizzazione è un sintomo aspecifico, si ritrova in numerose condizioni psichiche non sempre necessariamente patologiche.

il "nucleo psicotico" non è una zona del cervello o una funzione mentale, ma una terminologia di origine psicoanalitica che al paziente o ai suoi familiari dice poco, il "disturbo" dello stesso non esiste.

Non è possibile in questa sede valutare la validità o meno di una terapia, probabilmente in medico ha consigliato il Citalopram più come antiossessivo che antidepressivo, ma questo dovrebbe chiederelo meglio al collega.

La presenza del padre potrebbe essere importante ma ancora di più un clima familiare positivo.

Cordiali Saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Nicolazzo,

approfitto ancora una volta della sua grande disponibilità per avere ulteriori consigli in merito agli sviluppi della terapia seguita finora da mia figlia.

Dopo gli ultimi miglioramenti raggiunti, lo psichiatra ha ritenuto opportuno eliminare l'EN, dopo averlo ridotto a sole 5 gocce giornaliere a partire dal 4 Dicembre scorso, a fronte delle 16 assunte fino al giorno precedente a tale data.

Dopo soli 3 giorni dall'interruzione del farmaco in questione, però, la bambina ha contratto il virus intestinale che le ha provocato nausea, vomito e febbre. Il pediatra ha cosi'ordinato di sospendere l'intero trattamento dei psicofarmaci (Haldol, Tegretol, Citalopram e Akineton) e di assumere soltanto dei fermenti lattici(Enterogermina).

Durante il corso della giornata appena trascorsa, mia figlia ha manifestato evidenti segni di "ricaduta" in ansia, pensieri ossessivi, inclinazione al pianto e ai sensi di colpa, nonchè formicolii alle mani e disturbi visivi. Si possono interpretare come sintomi da astinenza rispetto all'interruzione dell'EN o all'intero trattamento, sia pure per un solo giorno?

Oppure potrebbe trattarsi di intossicazione da farmaci, piuttosto che "virale"?

Cosa fare domani, se persiste ancora la sintomatologia descritta sopra? Devo continuare a sospendere gli psicofarmaci finchè non si sia raggiunta la guarigione dal virus o devo reintrodurli, dopo la pausa del giorno appena trascorso?

Inoltre, se dovesse aumentare ulteriormente la febbre, posso somministrarle la Tachipirina, nonostante la sua controindicazione rispetto all'uso concomitante della "carbamazepina", contenuta nel Tegretol?

Ho provato a contattare lo psichiatra ma non sono riuscito a rintracciarlo, ragion per cui, mi affido unicamente al suo qualificato parere.

Ringraziandola anticipatamente, le invio i miei più cordiali saluti.





[#5]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

in corso di malattia febbrile è corretto sospendere il trattamento, il paracetamolo deve assumerlo per iperpiressia con temperatura superiore a 38°- 38°,5 (non c'è concomitanza con la carbamazepina che ha già sospeso).

Potrebbe riprendere invece momenteneamente il Delorazepam per dare un minimo di copertura terapeutica.

La sintomatologia di questi giorni potrebbe essere dovuta alla necessaria brusca sospensione, ascolti comunque il parere del curante appena possibile,

Cordiali Saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Nicolazzo,

innanzitutto grazie per avermi risposto con la consueta tempestività che la contraddistingue.

Dopo essere finalmente riuscita a contattare lo psichiatra, questi ha dimostrato il più totale disappunto in merito alla sospensione del trattamento per 24 ore, attribuendo a ciò il motivo della ricaduta subita dalla bambina. La cosa mi è "suonata" piuttosto strana perchè, pur essendo ignorante in materia, non mi sembra possibile che i farmaci non rimangano in circolo dopo soli 24 ore dalla loro ultima assunzione, anche se in misura minore. Mi chiedo se i sintomi ricomparsi nelle ultime ore (ansia, irrequietezza, confusione mentale, tensione, allucinazioni visive ed auditive, dolori muscolari, formicolio alle mani, disturbi visivi) non siano, piuttosto, dovuti all'astinenza dall'EN, sospeso solo 3 giorni prima dalla contrazione del virus intestinale.

(Per la cronaca, lo psichiatra ha aggiunto 5 gocce di Haldol alle 25 giornaliere assunte finora, nonchè mezza compressa in più al di' di Tegretol 200 mg a rilascio modificato).
[#7]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

personalmente durante una malattia febbrile conclamata è mia abitudine sospendere la terapia soprattutto con neurolettici, per il minimo periodo possibile, tranne le benzodiazepine come EN, quindi nella fattispecie concordo con il pediatra e confermo quanto già detto in precedenza.
Lo psichiatra resta comunque il suo riferimento principale; nulla impedisce che non vi possa essere un consulto tra il pediatra e lo psichiatra della bambina,

Cordiali Saluti
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Vedo solo ora che il consulto riguarda una ragazzina di 11 anni (dal titolo del consulto non si capiva), e intervengo perchè mi sembra che la situazione sia di pertinenza di un neuropsichiatra infantile. Gli psichiatri per adulti solitamente non hanno esperienza per fare diagnosi e terapie in bambini e adolescenti.
Di per sè in una bambina di 11 anni il ricorso agli psicofarmaci dovrebbe essere solo l'ultima spiaggia. Inoltre una terapia così composita (addirittura 4 diversi farmaci psicoattivi più un farmaco per evitare gli spasmi indotti dal neurolettico come effetto collaterale -Serenase e Haldol sono la stessa sostanza, Haloperidolo) non è assolutamente consigliata da nessun linea guida internazionale per la terapia psichiatrica di adolescenti. Il rischio è di produrre una quantità di disturbi ulteriori che vanno a sovrapporsi ai sintomi originali e creano una confusione crescente che può solo fare danno, al di là dei rischi di effetti tossici delle medicine.
Il consiglio è quello di rivolgersi a un neuropsichiatra infantile esperto e, probabilmente, di fare un periodo di ricovero della bambina in un centro ospedaliero di neuropsichiatria infantile, per togliere a questo punto tutti i farmaci e fare una opportuna osservazione, di giorno e di notte, del comportamento della bimba, che deve essere sicuramente rivalutato per arrivare a una diagnosi più sicura della situazione. Ovviamente dev'essere garantita la compagnia costante di un parente stretto. Non conosco abbastanza la situazione in Sicilia, ma il pediatra dovrebbe poter aiutarvi a trovare il posto giusto. Altrimenti è il caso di rivolgersi a Roma, Istituto di NPI, via dei Sabelli, oppure Istituto di NPI Stella Maris, Calambrone (Pisa), o altri Centri universitari. Capisco che questa risposta creerà ansia ma la situazione richiede a quanto capisco dai messaggi inviati un intervento urgente e competente.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#9]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Benedetti,

mi scuso se le rispondo con 2 giorni di ritardo ma ho letto solo ora il suo intervento e non ho parole per ringraziarla di cuore per tutte le preziose indicazioni fornitemi.

A dir la verità, avevo già deciso di interrompere le visite dalla psichiatra che ha seguito mia figlia finora e di rivolgermi ad una struttura ospedaliera che avevo già provveduto a contattare, tramite il pediatra.
A fronte di tutto ciò di cui lei mi ha informata, ho ritenuto opportuno sollecitare il ricovero ospedaliero che avverrà domani stesso presso il Policlinico di CT.

La terrò informata sugli sviluppi della situazione, non appena mi sarà possibile.

Ringraziandola ancora, la saluto cordialmente.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Restiamo a disposizione. Una raccomandazione: cerchi di coinvolgere se possibile anche il padre nell'assistenza alla bambina, cercando di limitare la conflittualità fra di voi, se persiste, con l'aiuto di persone esperte, visto che, forse giustamente, lei fa risalire l'inizo dei problemi alla burrascosa separazione che sembra aver avuto l'effetto di un terremoto per il mondo della ragazzina.
Cordialmente
[#11]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Benedetti,

sono rientrata ieri dall'ospedale dove mia figlia è stata ricoverata, come già annunciato.

E' stata ribadita la necessità di ridurre gradualmente i farmaci. Le è stato sospeso il Tegretol, ridotto l'Haldol a 5 gocce per 3 volte al di' ma è rimasta invariata la somministrazione degli altri due farmaci, l'Akineton e il Citalopram, nella medesima dose iniziale, ovvero, pari a una compressa giornaliera per ciascun farmaco.

Nel frattempo, è stata fissata una visita di controllo per la metà del prossimo gennaio. Sulla diagnosi, però, i medici non si sono pronunciati con chiarezza, facendo risalire, comunque, al trauma della separazione l'origine del disturbo.

La bambina continua tutt'ora a fare ininterrottamente strani discorsi nei quali ricorre sempre la paura ossessiva della morte, per sè e per i propri genitori, come conseguenza inevitabile di ogni suo pensiero o azione.

Ringraziandola ancora infinitamente per la disponibilità dimostratami, Le invio i miei più sinceri AUGURI di un sereno Natale, estendendoli anche al Dr Nicolazzo e all'intera equipe medica di questo efficientissimo sito.

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Spesso i bambini si sentono responsabili di quello che succede, ed anche della separazione dei genitori, delle malattie, ecc. Si sentono responsabili di causare male ai genitori, con la loro 'cattiveria', ecc.
Non so se finora la bambina e voi genitori avete avuto modo di parlare ed affrontare i vari problemi prima e dopo la separazione, o solo si è parlato di medicine, come sospetto.
Mi sembra molto importante che troviate un aiuto ad approfondire la situazione psicologica, della bambina e della famiglia dopo la separazione, considerando anche l'organizzazione che avete trovato, se è funzionale alla bimba oppure no.
Credo che abbiate bisogno di uno specialista in psicologia dei bambini e in separazioni familiari conflittuali, che possono a volte essere traumatiche per i bambini.
Sui farmaci non mi posso pronunciare a distanza senza una diretta valutazione del caso, ma normalmente io non ne faccio uso in bambini di quest'età, perchè ritengo più importante solitamente intervenire sulla situazione in cui è il bambino.
Dati i sentimenti della bambina e i suoi discorsi sulla morte va ovviamente considerato anche il rischio di possibili azioni autolesive, che sicuramente non sono impedite dal fatto di prendere un antidepressivo, anzi nei bambini e adolescenti il farmaco può accentuare gli atti autolesivi, per l'effetto disinibente che può avere sugli impulsi. Va quindi assistita da vicino e controllata per questo rischio.
La prossima visita a metà gennaio mi sembra un po' lontana: mi fa pensare che sia usato solo l'approccio farmacologico, che non mi sembra sufficiente. Credo che avete bisogno di una visita e colloquio sia con la bambina che con voi, insieme e/o separatamente, almeno una volta la settimana: è una situazione di urgenza e possibile emergenza. Capisco che il periodo di festività non facilita .
[#13]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Benedetti,

condivido ogni sua parola in merito all'insufficiente aiuto fornito finora alla bambina che avrebbe urgente bisogno di una psicoterapia specifica, della quale aveva già usufruito settimanalmente fino a quasi 3 settimane fa, epoca in cui risale l'ultima visita con lo psichiatra che l'aveva seguita per 3 mesi e che poi, visti i catastrofici risultati ottenuti, non ho più contattato.

Al Policlinico, come ha notato anche lei, l'aspetto psicoterapico è stato molto trascurato mentre è stata concentrata l'attenzione sul trattamento farmacologico. Durante la degenza ospedaliera, è stato fatto un prelievo al sangue ed una "urinocoltura". Erano stati anche previsti un ECG e un EEC ma non sono poi stati effettuati forse per mancanza di tempo materiale in prospettiva del congedo anticipato per via della pausa natalizia. Il giorno dell'uscita, però, ho anche sentito parlare di una probabile "risonanza magnetica" da eseguire appena possibile. Che cosa potrebbe far emergere tale esame?

Mi rendo conto anch'io che la metà del prossimo gennaio è veramente una data troppo lontana, tenuto conto che la bambina peggiora visibilmente di giorno in giorno se non, addirittura, di ora in ora...

Nel frattempo, mia figlia ha trascorso il Natale più infelice di tutta la sua (e mia) vita, tormentata da costanti pensieri ossessivi, sensazioni di estraneità rispetto a cose e persone, crisi di pianto inconsolabile, manifestazioni di rabbia prorompente, urla strazianti, ideazioni suicidarie e quant'altro...

Mi chiedo fino a quando riuscirò a sostenerla adeguatamente, insieme al padre, la cui presenza in casa è divenuta piuttosto assidua, dall'esplosione del disturbo. Se potessi, la porterei oggi stesso da uno specialista competente in questa delicatissima materia ma, come ha sottolineato anche lei, il periodo delle feste in corso costituisce un reale impedimento.
[#14]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Benedetti,

a distanza di oltre un mese e mezzo dal mio ultimo messaggio, Le riscrivo per aggiornare la situazione.

Dopo la visita di controllo in ospedale (avvenuta il 13 Gennaio scorso), è stato riscontrato in mia figlia un evidente peggioramento. E' stato quindi disposto un nuovo ricovero, durato 2 settimane, nel corso del quale la terapia farmacologica è stata modificata, sostituendo via via le vecchie 5 medicine con le nuove 2, ovvero:


Zyprexa (10 mg) nella dose attuale di 1/2 compressa x 2 volte al di'

Zoloft (50 mg) nella dose attuale di 1 compressa al mattino e 1/2 alla sera


Con mia grande sorpresa non è stata praticata nessun tipo di psicoterapia, ritenuta dai medici inefficace allo stato attuale del disturbo. E' stata solo raccomandata a noi genitori la consumazione di almeno un pasto giornaliero insieme a lei.

Fin dalla prima assunzione dei nuovi farmaci, la bambina ha manifestato un aumentato senso di fame che l'ha portata ad aumentare il proprio peso corporeo di ben 5 Kg in 3 settimane. Inoltre, nell'ultima settimana russa vistosamente e nelle ultime 2 notti, ha manifestato dei comportamenti strani durante il sonno, mai successi prima. Si è svegliata di colpo, nel cuore della notte, mettendosi a sedere sul letto e poi alzandosi, facendo dei passi in uno stato di semi-incoscenza e mormorando di "dover andar via...". Al mattino non ha ricordato l'accaduto della notte.

La cosa mi sta destando non poca preoccupazione. Si tratta di una forma di sonnambulismo? Se cosi' fosse, può essere dovuta ai farmaci?

Nell'attesa di ricevere la sua sempre pronta risposta la ringrazio per l'attenzione prestatami, salutandola cordialmente.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
L'aumento di peso è un effetto collaterale dello Zyprexa, antipsicotico atipico che inoltre può dare anche aumento della glicemia, cosa da non sottovalutare ( e di cui ovviamente i medici devono informare: anche se non esplicitamente, vale comunque la regola del consenso informato per ogni atto medico). Il suo effetto sedativo e antipsicotico non è riconosciuto superiore all'aloperidolo (Serenase o Haldol), che prendeva prima, e che poteva dare effetti collaterali di tipo extrapiramidale.
Non è sicuro che gli effetti collaterali dismetabolici (peso e rischio di diabete) siano meno pesanti del rischio di disturbi extrapiramidali dei vecchi farmaci: Comunque tutti questi farmaci non sono innocui, e a mio parere non andrebbero usati nei bambini perchè ci sono altri strumenti terapeutici, individuali, familiari e ambientali che si possono usare con buon effetto e senza rischi di tossicità.
Lo zoloft è un antidepressivo non molto diverso dal citalopram.
Non c'è ancora, mi sembra, una diagnosi chiara della situazione: siamo d'accordo che è 'post-traumatica', mi sembra, ma non è detto se le manifestazioni sono psicotiche, o isteriche, ecc. Che tipo di 'trattamento' è stato fatto in ospedale? (capisco che è rimasta ricoverata per due settimane, anche a dormire) : Hanno avuto colloqui con la bimba, con voi?, quanti, come, retsvate a dormire uno di voi, come stava la bimba in ospedale, dormiva, era cambiato il comportamento rispetto a casa? Non credo che gli episodi notturni abbiano a che fare coi farmaci, ma più forse con il malessere generale della bambina. A proposito, la bimba come sta, cosa fa, come passa le giornate, che comportamenti ha?
Se c'è potreste trascrivere la lettera di dimissione, per capire meglio cosa è stato fatto e che indicazioni sono state date..
[#16]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Benedetti,

innanzitutto mi scuso per essere tornata a scriverLe dopo oltre un mese dall'ultima volta, ma a causa di un guasto al computer non mi è stato possibile collegarmi alla rete e, di conseguenza, non ho più potuto contattarla.

Come da lei richiesto, Le volevo rendere noto il contenuto della lettera di dimissione ospedaliera che presenta la diagnosi di "Disturbo Ossessivo-Compulsivo con scarso "insight" ed Episodio Depressivo Maggiore. E' stato modificato il trattamento farmacologico precedente, con riduzione parziale dei farmaci fino alla loro sospensione, e progressiva introduzione di Sertralina e Olanzapina. La dose iniziale della nuova terapia farmacologica è stata di mezza cpr di Zyprexa al di' e 1 cpr di Zoloft (mezza dose la mattina e mezza la sera). Dopo un paio di mesi, in seguito ai graduali aumenti, il trattamento farmacologico si presentava cosi': 1 cpr di Zyprexa al di' (mezza al mattino e mezza la sera) e 2 cmp di Zoloft (1 al mattino e 1 alla sera).

L'Esame Obiettivo Generale ha rilevato condizioni generali buone.

L'Esame Neurologico definisce buono il tono ed il trofismo muscolare. ROT rotulei presenti, simmetrici e normoelicitabili. Nervi cranici apparentemente indenni. Segni cerebellari e meningei assenti. Sensibilità conservata. Deambulazione autonoma possibile sui talloni e sulle punte. Linguaggio espressivo adeguatamente strutturato per l'età. Buona la comprensione delle consegne.

Esami ematochimici e strumentali nella norma.

Altri esami:
Esame urine e microscopico del sedimento

Dal colloquio con la ragazzina emerge la presenza clinicamente significativa di pensieri ossessivi, di tipo magico e aggressivo con scarso insight associati a rituali motori e spunti deliranti (come la sensazione di vivere un'altra vita parallela. Il tono dell'umore appare deflesso, con sentimenti di tristezza, senso di vuoto e perdita di piacere ed interesse per le attività e frequenti idee collegate alla perdita e alla morte. Riferita anche riduzione significativa del rendimento scolastico e difficoltà di concentrazione. Presenti crisi di pianto e sentimenti soggettivi di irrequietezza e/o rallentamento psicomotorio. I nessi associativi appaiono a tratti rallentati e il giudizio di realtà spesso viziato dai pensieri ossessivi di natura egosintonica ( scarso insight).
Vengono riferiti disturbi del sonno caratterizzati da difficoltà di addormentamento, risvegli notturni ed incubi.
La valutazione neuropsicologica ha evidenziato un livello cognitivo nella norma con profilo armonico tra prove verbali e di performance (QIV:97; QIP:103; QIT:100).

Conclusioni

La piccola è stata ricoverata per un inquadramento psicopatologico psicofarmacologico. Durante il ricovero sono stati eseguiti diversi esami ematochimici e strumentali, tra cui EEG, nella norma, valutazione psicodiagnostica e colloqui clinici con la piccola ed i genitori ed è stata dimessa con diagnosi di "Disturbo Ossessivo-Compulsivo con scarso "insight" ed Episodio Depressivo Maggiore. In accordo con i genitori, durante il ricovero è stata modificata la terapia farmacologica secondo il seguente schema: Zoloft cpr.50 mg.: 1 cpr la mattina; Zyprexa cpr 10 mg.: 1/2 cpr x2/die.

In seguito ad un improvviso peggioramento, consistente nell'accentuata ricomparsa di pensieri dissociativi(che aveva già manifestato durante il ricovero ospedaliero) da circa una settimana, è stata aggiunto 1/4 di Zyprexa cpr 10 mg da assumere a metà giornata. Ma ciò non ha avuto nessun risultato, destando in me forti perplessità riguardo soprattutto la mancanza di psicoterapia praticata alla piccola, verso la quale lo staff medico che la segue da oltre 3 mesi ha sempre manifestato una certa reticenza.

Pertanto, passo a lei la parola per avere la sua qualificata opinione al riguardo, ringraziandola di cuore e scusandomi ancora per il ritardo.

Cordiali saluti
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile signora, ho l'impressione che l'elenco di sintomi e diagnosi e farmaci serva a poco (almeno secondo me) a capire la situazione in cui siete vostra figlia e voi familiari, ma creino invece quasi un alone che contribuisce a nascondere le cose. Sotto un simile comportamento di una ragazzina di undici anni che ha visto la famiglia rompersi drammaticamente poco tempo prima ci sono sempre significati, forse sgradevoli e conflittuali, che vanno compresi nel contesto per trovare una via d'uscita. Questo non vuol dire che sia semplice. Tocca a voi genitori però valutare se siete convinti dell'approccio usato finora dai curanti, e se vi sembra di dover aver fiducia in loro, tenendo conto anche delle alternative possibili. Il padre della bimba che dice? Legge anche lui questo consulto?
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dopo
Utente
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Gent.le Dr Benedetti,

innanzitutto la ringrazio per la tempestività dei suoi interventi.

In risposta ai suoi quesiti ribadisco che il padre della bambina è sempre stato al corrente di questo consulto e condivide, come me, le sue opinioni. Ormai dall'estate scorsa continua incessantemente il continuo sforzo ed assoluto impegno di entrambi nel venire incontro a nostra figlia nel miglior modo possibile...Per questo, siamo sempre pronti e determinati a prendere in considerazione ogni consiglio utile e prezioso come quelli da lei fornitici finora. Dall'ultima visita di controllo, i medici che seguono la bambina si sono resi conto della necessità di ricorrere alla psicoterapia e ci è stato indicato il nominativo di una psicoterapeuta con la specifica competenza per essere in grado di seguire questo caso.

Nell'attesa di riferirle gli esiti del nuovo trattamento terapeutico, le auguro una Buona Pasqua.

Cordialmente
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