Un effetto collaterale della sospensione

Buongiorno, ho sospeso dopo 3 anni il cymbalta come mi è stato detto dalla mia psichiatra. Sono sceso molto lentamente prendendo la dose di 30mg per mesi e poi per un paio di mesi prendendo mezza capsula da 30mg. A parte la prima settimana che avevo tipo dei giramenti poi sono stato bene, anche più energico. Adesso però mi capita sopratutto nel week end di essere stanco di testa e questa stanchezza mi ha innescato un'ansia che mi chiude lo stomaco. Il mio medico mi ha detto di valutare con psicologa se riaprendere una terapia e la psicologa ritiene di no. La mia domanda è: E' quest'ansia sempre un effetto collaterale della sospensione (ormai sono nella quarta settimana) o un qualcosa che mi porterò sempre con me? Ci sono esami del sangue che posso fare per controllare cosa avviene in me tipo esamene della serotonina? Sarà che dopo 10 anni di psicofarmaci appena ho un intoppo mi viene paura di ricadere ecc..

Grazie mille
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Il mio medico mi ha detto di valutare con psicologa "

Direi non con la psicologa, visto che di terapie farmacologiche non può intendersi. Con la psichiatra se mai.

No, in realtà dopo anni di trattamento non ci sarebbe ragione di avere un timore di ricadere espresso in questi termini, per cui è bene osservare il decorso e soprattutto i sintomi specifici di quello che era il suo disturbo di partenza, onde evitare di sopravvalutare la sospensione, e individuare subito i segni della ripresa del disturbo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Il medico che mi ha detto di valutare con lo psicologo è appunto una psichiatra.
Ho iniziato a prendere psicofarmaci per forti attacchi d'ansia/panico.
In questi anni ho perseguito una cura con farmaci e psicoterapia con psicologo.
Oggi vedo per esempio che quando lo stomaco "gira" anche la mente va.

Direi che non subisco i sintomi come allora ma mi chiedo in caso di necessità, al posto di riprendere uno psicofarmaco se posso intervenire con diversamente al bisogno con xanax o simili.
Ringrazio nel frattempo per la risposta.

Roberto
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Se è psichiatra, non è psicologo, sono due qualifiche diverse.

Non ha preso "psicofarmaci", ha preso la duloxetina per un disturbo di panico.

Non vedo il senso di porsi come obiettivo di non prendere più una terapia che funzionava al fine di prendere un'altra "al bisogno", il che vorrebbe dire che non c'è necessità sostanzialmente di prendere una terapia. E' esattamente quello su cui la avvisavo: evitare di trovarsi a prendere un sintomatico "al bisogno" per modo di dire, che poi diventa tutti i giorni, solo per aver perso il filo del ragionamento più semplice di questo mondo, ovvero che se si ripresenta una malattia si utilizza la cura di riferimento.
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Utente
Utente
Provo a spiegarmi meglio perchè giustamente sono stato un po, veloce.
Sono stato x anni in cura sia a uno psicologo sia da una psichiatra dove ovviamente con il primo ho e sto seguendo una psicoterapia e con il secondo una cura con farmaci. Per circa 8 anni ho assunto paroxetina per poi passare al cymbalta. (60mg e poi 30mg).
Sia la psichiatra, sia la psicologa mi hanno detto che potevo smettere e l'ho fatto. Sto per lo più bene ma ogni tanto magari dopo giorni stressanti sento la testa stanca e qui entro in un loop che grazie a quanto appreso riesco a interrompere.
La mia domanda sul farmaco occasionale non è ovviamente per sostituire una terapia funzionante quando ce ne è bisogno è per avere un salvagente in questa fase dove mi è stato detto il corpo si deve riabituare a stare senza farmaco. In queste tre settimane per esempio, a parte dei giramenti iniziali dato dall'assenza del cymbalta (cosa risaputa) non ho avuto bisogno di niente e sono stato bene. Ieri, dopo stress tra cui dormito poco mi è sopraggiunta l'ansia e tensione bloccandomi lo stomaco. Stasera per esempio dopo qualche respirazione/relax mi è passato tutto. Sapere che se mi capita a lavoro si essere in ansia ho un qualcosa x "andare bene avanti" mi renderebbe più sicuro. Fermo restando che meglio evitare se non necessario.
Penso, e qui non essendo un medico aspetto una vs risposta, che meglio intervenire una/due volte al mese piuttosto che avere tutte quelle controindicazioni degli psicofarmaci tutti i giorni, sempre se non necessari. Io devo tanto a queste medicine quindi non ne sto parlando male.
Grazie x la risposta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Il bisogno di pensare a un salvagente indica che i sintomi ritornano, e quasi nessuno in realtà usa il salvagente al bisogno, finisce di regola che uno lo usa sempre. I disturbi che si curano con ansiolitico al bisogno nella pratica reale non sussistono. Sapendo già cosa ha, mi pare poco chiaro un percorso in cui si abbandona una cura e anziché prenderla come una semplice prova, pronti a rimetterla se le cose non girano bene, si programmano scenari che corrispondono semplicemente a delle cure aspecifiche evitando quella invece già nota e di riferimento.
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Utente
Utente
Scusi la tarda risposta e grazie nel frattempo per quanto mi scrive.
Mi ha detto: "Non ha preso "psicofarmaci", ha preso la duloxetina per un disturbo di panico." quindiil cymbalta cura "gli attacchi di panico" e basta?
Io adesso mi sento guarito da questi o meglio più capace i afrontarli (non mi vengono da anni) ma la mia preoccupazione forse eccessiva rivolta anche alla mia psichiatra è che da un po di giorni (3 settimana di sospensione) sento ansia/angoscia e facilità di pianto anche se non costantemente. Lavoro tranquillo e di fatto il 90% del tempo sto bene ma poi ci sono momenti dove lo stomaco si chiude e mi preoccupo.
La psichiatra dice che è solo paura di non aver più il farmaco e che se dovesse protrarsi per tanto si torna al cymbalta e lo psicologo sostiene anche lui questa tesi.
Se devo descrivermi non soffro piu di attacchi di panico ma di ansia(angoscia.
Quello che mi chiedo è, se copro il disturbo con un farmaco non guarirò mai non "senteno" il malessere, sbagliato?
Può bastare la psicoterapia per l'ansia o meglio ai primi sintomi tornare ad una cura farmacologica?
Ci sono esami del sangue per capire effettivamente se mi manca serotonina (la dico in modo banale) o altro?

Grazie per la risposta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"quindiil cymbalta cura "gli attacchi di panico" e basta?" No. Ho semplicemente riportato la ragione per cui ha detto di averlo preso.
Sono in remissione, ovvero non vengono o non vengono appieno, non è questione di controllarli. Non capisco come da questo si arrivi a stabilire che "è guarito" e non ha più bisogno della terapia. Sospendere le cure è una prova, punto e basta, non una sentenza di un tribunale.
Invece mi pare si stia procedendo in una maniera assurda, come per voler a tutti i costi far qualcosa ma che non sia una cura. E il problema è in partenza: parla del fatto come se chissà per quale ragione questo è avvenuto.
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Utente
Utente
Non sono contro una cura, il mio intento è stare bene con o senza medicine.
Vorrei capire però se ho un problema organico o meno e appunto se esistono esami per inquadrate il problema. La mia psichiatra mi ha detto che non sa.
Magari lunedi prenderò appuntamento per un nuovo medico.

Grazie
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dopo
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Utente
Ho riletto il mio post e ho notato ora che non mi ha preso una parte importante.

Il mio psichiatra non sa se ci sono esami (infatti non me ne ha mai fatti fare) e quando le ho chiesto se al posto del cymbalta nel qual caso devo riprendere la cura esista qualcosa in gocce mi ha risposto che conosce quello.

Quindi, riassumendo mi piacerebbe avere una risposta se esistono esami (serotonina?) ed eventualmente se ci sono farmaci migliori o meno del cymbalta per ansia.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Stiamo parlando di cervello, quindi non capisco in che senso organico. Né a quali esami si dovrebbe pensare, visto che la diagnosi è basata sui sintomi e l'osservazione.
I farmaci non si danno per l'ansia, ma per una diagnosi. Se la sua è quella di disturbo di panico, ci sono svariate alternative.
Se si è trovata bene con questo farmaco per il suo disturbo, non vedo perché cercare altre opzioni, a meno che abbia degli effetti collaterali che non le vanno bene.