Impulsi omosessuali e misoginia

Egr. Dottore/i



Sicuramente è difficile riassumere la propria vita (per quanto banale) in poche righe anche se i miei ultimi post, risalenti ad ormai dieci anni fa, potrebbero dare un'idea della confusione mentale che ha caratterizzato la mia vita negli ultimi 20 anni. Cercherò comunque di essere il più possibile sintetico. A 25 anni mi è stato diagnosticato un grave DOC, cui si sono aggiunte negli anni altre diagnosi di Disturbo bipolare, Borderline e altri disturbi che non ricordo, da parte di molteplici psichiatri e/o psicologi. Nessuna delle loro terapie ha mai avuto alcun effetto fino a quando, spontaneamente?, a 35 anni, dopo una crisi ossessiva che mi ha quasi ucciso (e non lo dico tanto per dire), non ho cominciato a migliorare. Molto lentamente. Ho anche iniziato a lavorare, come bagnino part-time in una piscina per un periodo di 5-6 anni. Un lavoro senza sbocchi e senza alcuna soddisfazione da parte mia fino a quando a 42 anni ho (finalmente!) deciso di provare a fare qualcosa della mia vita prendendo le patenti per i camion. Ho lavorato (tra mille difficoltà che non sto qui a dire) fino a poco tempo fa come camionista e attualmente sono in attesa di essere assunto (sempre e comunque a tempo determinato) da un'altra ditta per cui ho già fatto colloqui e visita medica. Vengo al punto: le mie vere o presunte patologie psichiatriche non solo stroncarono 20 anni fa la mia carriera di studente universitario ma soprattutto hanno fatto in modo che a 43 anni suonati io non abbia mai avuto una relazione (chiamiamola) sentimentale con nessuno, né uomo né donna che sia. Ora che ho ricominciato un po' a vivere (per lo meno a lavorare), mi trovo in uno stato di confusione totale. Forse vorrei tanto avere una relazione con una donna ma nello stesso tempo mi accorgo di essere profondamente misogino. Ho pensieri e comportamenti omosessuali (nel senso che ho avuto rapporti mercenari con transessuali) che mi fanno stare malissimo a da cui traggo ben poca soddisfazione. Ho anche (per lo più) rapporti sessuali mercenari con donne che, se per un verso, a volte, hanno l'effetto di rassicurarmi (molto) temporaneamente sulla mia (poca) mascolinità, per un altro mi fanno sentire, oltre che insoddisfatto (mancando ovviamente qualsiasi connotazione emotiva), profondamente in colpa. Per di più, da qualche tempo, non riesco quasi mai a raggiungere un'erezione decente. Infine ho sovente fantasie di masochismo sessuale con donne (fantasie che ho messo in pratica una sola volta, sempre a pagamento).
Riassumendo, dopo aver quasi esaurito (e me ne dispiaccio) i caratteri a mia disposizione, a questo punto non so chi o cosa sono. Fermamente convinto, comunque, che una donna ( e non solo una donna) mai e poi mai potrebbe trovare interesse per una persona come me. sono qui a gentilmente a chiederVi se potreste consigliarmi una psicoterapia per guarire almeno dalle mie deviazioni-perversioni sessuali che mi affliggono e mi fanno stare male. Vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Dove sono però i comportamenti misogini ? Lei descrive sesso a pagamento che però non la soddisfa, e desiderio di avere partner femminili a tutto tondo, non soltanto sessuali.
Dice di non riuscirci. Questo accade adesso, o non ha mai avuto partner non a pagamento ?
Inoltre, parla di perversioni, ma da quel che racconta non si riscontra un orientamento particolare, il suo problema risiede nella mancanza di una vita sentimentale-sessuale normale se mai.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2022
Ex utente
Egr. Dott. Pacini

Ho avuto partner non a pagamento soltanto due volte in vita mia. Una a 24 anni in cui non riuscii a consumare il rapporto. Una a 35 anni in cui riuscii invece ad avere uno stentatissimo rapporto completo. Per quanto riguarda la mia misoginia più che altro non l'ho spiegata per problemi di spazio. In poche parole, più che altro, proprio non riesco a sopportare il loro modo di intendere la sessualità cioè il fatto che a priori di un rapporto sessuale il più delle volte ci debba essere una, chiamiamola, giustificazione di carattere emotivo-affettiva. A questo aggiungo che non sopporterei mai di avere un capo donna sul lavoro, di lavorare con delle donne ecc (forse per questo ho deciso di prendere le patenti dei camion). In più le giudico intellettivamente inferiori ma forse questo é dato dal fatto che una volta, secoli fa, a scuola ero bravissimo e che la mia malattia mi ha impedito di laurearmi. Se vedo, sento, di una donna laureata mi sento defraudato dal destino molto più che rispetto agli uomini. Ma questo perché so per certo (ammissione alla Bocconi, all'Accademia Navale di Livorno che a suo tempo ottenni con molta facilità comprese) di avere un QI molto alto. Mi scuso per l'arroganza ma è così.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2022
Ex utente
Forse anziché Depressione come sottotitolo di Psichiatria avrei dovuto mettere "Psicosi, Deliri e Schizofrenia"!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Perché vede questi termini come attinenti al suo caso ?
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dopo
Attivo dal 2009 al 2022
Ex utente
Egr. Dott. Pacini

Rispondo così in ritardo perché, manco a dirlo, in questi giorni ho avuto dei (piccoli per fortuna) problemi di salute in contemporanea con un nuovo lavoro che mi hanno creato non pochi disagi: mi sono beccato la Giardia Lamblia. Quindi niente di preoccupante, ha detto il mio medico di base, ma molto fastidioso e che soprattutto mi ha obbligato a fare un sacco di analisi prima di scoprire la causa del mio malessere fisico di questi giorni. Vengo a rispondere alla sua sintetica domanda: ritengo personalmente una forma di pazzia essere sostanzialmente attratto fisicamente dalle donne ma non poterne sopportare una parola, gli atteggiamenti e neppure la presenza. Sul lavoro, perché nel nuovo lavoro che ho trovato e che ho scelto puramente per ragioni di comodità (5 min da casa) di donne ce ne sono in quantità, cerco di mantenere (come sempre) un atteggiamento di distaccata cortesia. Per fortuna sono un autista (che è un lavoro solitario) e non un impiegato cosicchè questi contatti lavorativi si limitano a pochi minuti al giorno e pure di fretta. Se non fossi anche totalmente e orgogliosamente misantropo mi definirei un misogino fino all'osso. Ora che finalmente, dopo anni di sofferenza, ma col sudore della fronte e senza mai arrendermi sono riuscito a ritagliarmi un posto in questa società di m**** che mi ha continuamente rimbalzato come un muro di gomma avendo finalmente trovato una professione, quella di autista, adatta alle mie caratteristiche mi trovo in un vuoto esistenziale. Prima di cadere in depressione la sera amavo uscire per poter incontrare ragazze. Adesso, vent'anni dopo come I Tre Moschettieri, la mia autostima sta andando a regime ma mi trovo a chiedermi: che esco a fare? E vivo isolato da tutto e tutti.
Grazie anche se, visto il tempo trascorso, questo mio messaggio rimarrà lettera morta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Si legge un risentimento generale, che probabilmente non la aiuta poi nei suoi scopi particolari. Vale a dire, un'impostazione generale di disagio verso il mondo fa partire male con un rapporto particolare, superficiale o meno, in cui si debba instaurare un minimo di interazione per poi raggiungere il proprio scopo.
Questo potrebbe essere l'oggetto di un intervento psichiatrico, che le consenta di gestire meglio i rapporti entro i limiti e negli ambiti che le interessano. Dipende dalla diagnosi poi scegliere il tipo di intervento.
[#7]
dopo
Attivo dal 2009 al 2022
Ex utente
Egr. Dott. Pacini

Ho riflettuto sulla sua risposta, in cui mi ha stupito il fatto che Lei utilizzi il termine "scopo" in riferimento alle interazioni umane. Il che equivale a dire, se ho ben compreso, che i cosiddetti "rapporti umani" altro non consistono (come ho sempre pensato personalmente) che in un egoistico tentativo di procurarsi un vantaggio (o raggiungere uno "scopo" appunto) a discapito dell'altro o degli altri di turno. Perlomeno nel do ut des fare in modo che la prestazione che si riceve abbia un valore soggettivamente superiore a quella che si è costretti a dare. Non voglio fare esempi sgradevoli, o forse sì, del genere del godimento che ci procura sul posto di lavoro l'essere promossi a discapito di un collega in virtù delle prestazioni (lavorative?) che riusciamo ad offrire al nostro capo o, ancora, il riuscire a convincere della nostra appetibilità fisica, economica, intellettuale e quant'altro l'idiota che abbiamo davanti allo "scopo" di farla venire a letto con noi. Come se le donne fossero tutte dei premi Nobel e gli uomini degli sfigati che, solo in quanto "maschi", sono sempre costretti a dimostrare qualcosa. Come se il sottoscritto, col mio QI (che non conosco con precisione perché il Ministero della Difesa e le Università non lo divulgano, a differenza ad es. degli Stati Uniti, per non offendere i minus habens), dovessi rendere conto ad un scema qualsiasi delle mie vere o presunte capacità.
Ad ogni modo chiedo venia per questo mio, sempre troppo prolisso, ulteriore sfogo anche se, a mia parziale scusante, sono in evidente fase euforica da mancanza di psicofarmaci.
PS Lei dice "dipende dalla diagnosi poi scegliere il tipo di intervento". A me sono stati diagnosticati, negli anni, DOC, Malattia Maniaco Depressiva e, solo marginalmente, Disturbo Borderline e persino Disturbo Schizoaffettivo (quest'ultima diagnosi sicuramente sbagliata).
Aufff... Grazie!
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