Forte ansia? Nostalgia o cos’altro?

Salve dottori,
Sono un ragazzo di 23 anni, sono una persona solare, sempre con la voglia di scherzare, di ridere ma anche con un lato ansioso importante, tant’è che sono una persona che tende a somatizzare, infatti soffro di colite nervosa a fasi alterne durante l’anno, ma non è di questo che volevo parlarvi nello specifico, mi spiego meglio.
Due mesi fa ho perso il lavoro per il quale ho lottato tanto e in cui sono stato per due anni, infatti ho sempre acconsentito a straordinari, turni extra, fatto cambi, visto ferie sottrattemi e mansioni extra che non spettavano a me, ma ciò non è bastato a salvarmi dal licenziamento, a detta loro, per motivi economici del negozio. Purtroppo si tratta di una menzogna, dato che il motivo alla base sicuramente è stato il mio cambio di umore e alcune piccole divergenze con la dirigenza, dovuto a un forte senso di disagio causato dalla colite che non mi ha mai abbandonato per settimane.
Bene, dopo essere stato licenziato sono stato a casa un mesetto circa, dopo di che ho trovato un nuovo impiego vicino casa pensando di aver finalmente trovato un piccolo riscatto alla mia precedente esperienza, ma non è stato propriamente così, anzi.
Sono venti giorni cari dottori che non mi riconosco, l’impatto con il nuovo lavoro è stato catastrofico, ambiente lavorativo caotico, malfunzionante e anche brutto da vivere. Nella disperazione più totale la mia mente ha iniziato a fare dei paragoni con il precedente lavoro. Ecco, da li sono entrato in un circolo vizioso tremendo, non riesco a fare altro che pensare al mio vecchio lavoro, ai miei vecchi colleghi/amici, da mattina a sera, alle sensazioni che provavo stando li e che mi mancamaledettamente la vecchia routine che invece negli ultimi tempi mi stava uccidendo, si perchè rileggendo vecchi messaggi, posso rintracciare parti in cui dicevo di voler cambiare lavoro perchè appunto ero stanco di fare 60 km ogni giorno e cose varie..
In sostanza, ho dovuto lasciare il nuovo lavoro perché andarci equivaleva a una tortura mentale per me e il pensiero di non tornarci devo dire mi rasserena, ma il punto più importante è il pensiero costante e ossessivo del mio vecchio lavoro, che adesso farei di tutto per tornarci, mi sento in colpa per cose di cui; anche a detta di altre persone; non ho nessuna colpa, mi sento perso, ho paura di trovarmi male in qualunque altro posto e pensare di aver perso la promessa fatta da loro, di un contratto indeterminato entro fine anno mi fa stare come un cane!
Insomma, per finire, penso sempre a loro, penso alle cene, ai bei gesti e alle lacrime di quando sono andato via, a tutti i momenti divertenti ma ho completamente rimosso quelli brutti che mi facevano agitare..
A casa sto meglio ma non so che fare, piango tutti i giorni, ma se sto con la mia fidanzata riesco per fortuna a fare l’amore, a ridere e scherzare insieme, solo che ho dei momenti di crisi.
Secondo voi di cosa si tratta? Riuscirò ad uscirne?
Grazie, un saluto.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Non è detto che questa fenomenologia reattiva possa avere dei corrispettivi patologici specifici.


Deve attendere ancora un po’ di tempo per capire come evolve la situazione ed eventualmente farla valutare.


Dr. F. S. Ruggiero

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