Disturbo di ansia

Salve 51anni, da12 anni che soffro di un disturbo d'ansia, controllato ma mai risolto.
Ho fatto varie terapie farmacologiche e tuttora sono in psicoterapia.

Venlafaxina per circa 2 anni (75) dal medico di base
Anafranil per altrettanto (75) specialista
Sertralina con dosaggio 100, poi 50, 25 dallo specialista, e ora da 7 mesi senza niente.

Tra le varie terapie, periodi più o meno lunghi senza farmaco.

L'ansiolitico solo al bisogno.

Il sintomo è di tipo psicologico e non fisico: senso di irrealtà, depersonalizzazione, smarrimento, che si mantiene per intere giornate e settimane, non dei picchi alti, ma costanti, attivati per il mio controllo che ho su di essi.
Di conseguenza poi ansia di avere ansia, depressione perché l'ansia ti annebbia gli altri interessi.
È comunque sia ho portato avanti la mia vita (con molta fatica), che non è neanche delle più semplici (ho molte attività e hobby).

Il farmaco che ha funzionato meglio è stato la venlafaxina, forse perché il problema non era ancora cronicizzato come ora.
Mentre la sertralina non mi ha dato grosse soddisfazioni, forse perché non ho fatto la cura assiduamente, e varie volte diminuivo poi riaumentavo.
Come avete capito non vado d'accordo con lo psicofarmaco, è una mia fisima, perché rifiuto l'aiuto della chimica per questo tipo di problema differente da un diabete, o ipertensione, o altro di tipo fisico.

Sono consapevole che è un mio limite, mi chiedo ma perché non riesco ad avere la forza di risollevarmi a livello psicologico?
Ed è proprio questa battaglia che porta a complicare la situazione è a cronicizzarla.

Il mio psichiatra ma prescritto un paio di mesi fa la paroxetina, ancora non ho deciso, ma il sintomo in questo momento è abbastanza marcato, e non uso neanche l'ansiolitico.
Sto provando a capire questa ansia ed averne meno paura e dargli meno importanza, ma anche se sto facendo psicoterapia con un altro specialista, non riesco ad avere risultati soddisfacenti.

Sono consapevole che se iniziò una nuova terapia, la dovrò fare a vita, e quindi questo blocca la volontà di intraprenderla.

Mi sono dimenticato di dirvi che la mia ansia forse è di tipo generalizzata, perché non ci sono periodi, momenti, episodi che la generano, ma lei parte al momento in cui io controllo (ansia da perdita di controllo o impazzire è stato l'episodio scatenante).

Cosa ne pensate o consigliate?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
"Sto provando a capire questa ansia ed averne meno paura e dargli meno importanza,"

Cioè prova a vedere se va via da sola, perché controllarla e non considerarla non mi sembrano in generale nelle capacità umane.

In generale però mi chiedo: "un disturbo d'ansia" è vago, possibile che non si sia dato un nome un po' più preciso ? Si tratta di una forma ossessiva ? Il fatto che stia cercando di capirla ne potrebbe essere un aspetto caratteristico, la tendenza a fermarsi a capire anziché semplicemente curarsi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie dottore.
Per dirgli la verità una definizione precisa non me l'hanno mai data, anche perché a livello di sintomatologia si manifesta in maniera particolare.
La base di partenza è il controllo che ho su di essa: ho uno stato di disagio , smarrimento, e poi si evolve in preoccupazione e vado a vedere la catastrofe.
Logicamente mi annebbia gli altri interessi , faccio fatica a fare un po' tutto , anche se l'ho sempre fatto
Il primo episodio è venuto fuori da un falso problema di salute, in cui io sono andato a preoccuparmi è rimuginando troppo, e accorgendomi di questa troppa rimuginazione, ho pensato che stavo perdendo il controllo della mente e quindi impazzendo. Da quel giorno tutto è cambiato.
Ora convivendo con questo problema, lo controllo sistematicamente, o meglio mi controllo, e mi giudico, è così via , come il cane che si morde la coda.
Lei mi dice di curarmi , senza stare a capire il motivo per cui è venuta fuori questa patologia? È quindi accettare la situazione così com'è ?
È proprio un problema di accettazione , in cui io faccio fatica a praticare, è sicuramente questa incapacità porta a mantenerlo ben in vita.
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Utente
Utente
Dott. Pacini cosa mi consiglia di fare ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
No, non dico di accettare la situazione, ma di curarsi, che significa non accettarla. "Capire" non significa dare una spiegazione narrativa, può significare semplicemente sapere che una parte di cervello funziona in un determinato modo e ogni tanto dà dei problemi. Questo si sa già, e le cure ci sono.
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Utente
Utente
Grazie dott. Panini.
Visto le altre cure che ho fatto, iniziarne una nuova, vuol dire a questo punto, tenermela a vita? Logicamente se funziona.
MA è solo un fattore di funzionamento biologico? Dopo tutti questi anni mi auguravo di poter gestire il problema senza aiuto, invece il tutto non si è verificato.
Il problema che è sfociato a 40 anni senza nessun episodio o cambiamento, traumi, ecc. è questo che non digerisco.
Ok lei mi dirá , che può essere un qualsiasi problema di salute , anche grave, che può venire a chiunque.

Un'altro mio pensiero negativo, è quello che la cura non possa funzionare, per me dopo sarebbe catastrofe.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
E' Lei che vede una cura da iniziare come una da "tenersi a vita", perché non ha una visione calma della questione, altrimenti non si capisce.
Biologia significa scienza della vita, che noi siamo biologici mi pare scontato.
Queste sono malattie come le altre, non necessitano di inutili ragionamenti che non si applicherebbero alle altre.
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Utente
Utente
Mi scusi dottore nell'email precedente ho sbagliato il suo Cognome.
Sicuramente non ho una visione calma della questione, anche perchè se ho un disturbo di ansia , la calma va a farsi friggere.
Il dubbio è che se gli altri farmaci non hanno funzionato a fine terapia, anche questo (paroxetina) , è solo un rimedio sul presente per stare un po' meglio.
E' positivo anche stare un po' meglio sul presente, ma volevo capire se questo problema si poteva risolvere con la sola psicoterapia (che sto facendo), ecco perchè sto tervigersando ad iniziare la cura.
Sicuramente se i sintomi continuano a persistere inizierò la terapia , anche per stare meglio nel momento .
Cosa mi sa dire sulla paroxetina ? Ed in base anche al mio tipo di disturbo, che non sappiamo valutare .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Capisco, ma non si pone il problema della cura a vita per la psicoterapia, se lo pone per la farmacoterapia. Questa distinzione non deriva da un concetto generale, ma da un timore relativo alla farmacoterapia forse, o ad una visione in cui non è chiaro che il disturbo è cerebrale, e quindi un farmaco è la cosa più normale, come per le altre malattie.
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Utente
Utente
Grazie dottore.
Ormai devo approfittare di lei.
Secondo lei che tipo di disturbo è quello di cui soffro io ?
Ossessivo? ansia generalizzata? DOC? Ancora non siamo riusciti a capire di cosa si tratta, nella prima richiesta di consulto, ho descritto alcuni miei sintomi.
Ma più che altro è che quando anche sto bene , vado a rimuginare sul problema che ho , fantasticando su molteplici catastrofi personali , e da qui riparte lo stato di disagio, irrealtà . depersonalizzazione , ecc. che io controllo sistematicamente.
Dopo è chiaro che tutto diventa più difficile, anche le altre attività di vita quotidiani più o meno semplici. Diventa faticoso alzarsi da letto , pensando al mio stato da sopportare per tutta la giornata.
Quindi non ci sono motivi e aspetti della mia vita che possano scatenare questo problema. La mia vita è perfetta !!!!
Sono altri fattori inconsci o non so che cosa che porta a questo stato .
Poi io di questa situazione ne ho paura, e quindi controllandola non faccio che complicare la situazione.
Poi tutti questi anni in cui speravo svanisse , invece ora è molto cronicizzata e sicuramente in questi 7 mesi in cui sono senza farmaco, sicuramente sto peggio.
La Paroxetina ? Cosa ne dice?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
"Quindi non ci sono motivi e aspetti della mia vita che possano scatenare questo problema."

Nelle diagnosi psichiatriche, è raro che ci si interessi di ciò che accade o è accaduto in termni di criterio per la diagnosi. E quando è previsto, lo è in forma molto generica.

La paroxetina copre la maggior parte dei disturbi d'ansia, per cui in prima battuta può anche non essere essenziale fare distinzioni se non ci sono elementi a favore dell'una o dell'altra diagnosi. In ogni caso queste distinzioni devono provenire da una valutazione diretta, anche perché poi spesso i tipi di sintomi presenti sono vari, al di là della categoria (magari uno è ossessivo e ha anche il panico, etc).
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dopo
Utente
Utente
Dottore grazie, ma ormai faccio lo sfacciato.
Volevo sottolineargli che è proprio il problema che ho , ne porta altri dietro: vale a dire che è il rimuginare e controllare anche nei momenti di benessere riporta il disagio e tutti i sintomi sopra descritti, fino alla forma depressiva , perché il problema riduce l'importanza delle altre è quindi anche l'entusiasmo di vivere.
Quindi il non accettarla è quindi di non volerla curarre è proprio sintomo di complicare la situazione più di quanto potrebbe essere.
Dopo di che volevo chiedergli se prima di iniziare , si potrebbe provare a tenerla sotto controllo con l'ansiolitico per qualche giorno e valutare se fosse proprio ansia o depressione.
La mia domanda è depressione che porta ansia o il contrario? Non l'ho mai capito bene.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Qui non può chiedere pareri terapeutici. Quindi non posso dirle come procedere nello specifico.
Io però posso commentare che non vedo il senso pratico di attendere.

"La mia domanda è depressione che porta ansia o il contrario?"

E' una domanda frequentissima tra i pazienti. In termini medici non significa niente.
Vorrà dire forse che avendo entrambi i tipi di sintomi ci si pone il problema di cosa genera l'altro, ma appunto è un problema che tecnicamente, posto così, non ha senso.
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dopo
Utente
Utente
Ok , grazie dottor Pacini , molto gentile.
Io continuo a fargli domande , sono ossessivo quindi continuo imperterrito !!!!! Scusi la battuta.
Quindi la terapia farmacologica si può intraprendere comunque anche in presenza di entrambi i sintomi , anche se uno dipende dall'altro o viceversa?
Per quanto riguarda l'ansiolitico, io in questo momento sto prendendo 0,25 di xanax al mattino (prprio perchè in questo momento non sto bene) , non so quanto stia contribuendo , anche se un po' meno di ansia è presente.
Proverò per un periodo di qualche giorno se mi farà stare ancora meglio.
Se non intraprendo la terapia farmacologica , cosa rischio ? E' solo sofferenza, o si può inacerbire di più il problema ?
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Utente
Utente
Buongiorno dott. Pacini.
Quando ho fatto riferimento ad una cura da tenermi a vita, lo prospetto perchè ho fatto tre tipi di cure differenti con farmaci differenti ed il tutto è rimasto invariato.
Solo durante la cura sono stato meglio. Ma al momento della sospensione come in questi 7 mesi è ritornato il problema.
Quindi ecco perchè in questo momento sono titubante nel reiniziare a curarmi, perchè credo che sia soltanto come usare un farmaco per tenere bassa la pressione.
Se non intraprendo la terapia, in cosa vado incontro ?
La saluto
Ansia

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