Alprazolam sonnolenza

Oggi l ho preso x la prima volta e dopo un ora e mezzo circa sentivo la sonnolenza e testa "rincoglionita" quest effetto quanto tempo dura?
E sopratutto quanto tempo di durata ha questo ansiolitico?
Dr.Matteo Pacini
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Dr.Matteo Pacini
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Si chiama ansiolitico perché controlla la paura che possa venire l'attacco.
Quando l'attacco viene, non è che sia strettamente necessaria una cura per l'attacco, anzi dire che quasi mai è attuata di fatto. Se l'attacco non viene, non viene. Non è per le gocce prese.
L'ansiolitico al bisogno risponde a due esigenze. Che la persona riprenda le sue funzioni anche se continua ad avere attacchi. In secondo luogo, la persona chiede e insiste per sapere cosa deve fare in caso di attacco, e quindi riceve la prescrizione dell'ansiolitico per avere una risposta a tale richiesta.
Dr.Matteo Pacini
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Certo, in generale, io le sto spiegando di preciso quale è il ruolo, che può non essere lo stesso nei vari disturbi.
Una persona che inizia un trattamento dopo svariati attacchi li ha avuti ed è andata avanti. Quando inizia il trattamento la peggior cosa che possa "pretendere" è la cura in caso di attacco, perché non è necessaria in senso lato, e non è quella che risolve l'attacco. Anzi, se uno si mette in mente che un attacco è passato per un ansiolitico (spesso prima che l'ansiolitico stesso avesse iniziato a funzionare), poi rischia di gestire malissimo ogni situazione in cui non ha l'ansiolitico, o l'attacco viene nonostante l'ansiolitico, perché in quel caso penserà che c'è qualcosa di abnorme o di essere scoperto.
Se uno dice "allora chi ha l'attacco deve soffrire" sta parlando dal punto di vista del panico, perché tenendo conto che uno si sta curando e che non ne avrà più a breve, il problema non sussiste, e comunque è un problema che teoricamente già uno conosce. Evitare il panico e evitare, che ne so, l'infarto sono due cose diverse come necessità terapeutica in acuto.
Il principio non è la forza, ma è l'azione antipanico. Ebbe l'attacco perché gli ansiolitici non curano il panico, altrimenti non ci sarebbe stata alcuna necessità di terapie tipo la paroxetina, visto che le persone preferiscono e si legano volentieri all'ansiolitico preso al bisogno.
Riguardo alla sua ultima domanda: "allora ?"
Allora aspetti la risposta senza insistere, questa è una regola generale, anche perché sollecitando le risposte non arriveranno prima.
Dr.Matteo Pacini
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P. S le ho chiesto allora? In caso non avesse avuto la notifica della mia risposta mi scuso.
La paroxetina funziona in un mese nel prevenire gli attacchi, poi se del tutto o solo in parte, questo varia, e nel caso il dosaggio è aumentabile.
Dr.Matteo Pacini
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Non mi sto giustificando spiegavo come lo uso io l ansiolitico.. Non vedo l ora ke faccia effetto paroxetina, mi sono stancata di star male! Senta ma secondo lei va assunto a vita? Io l ho assunto un anno e mezzo, sospeso x un anno e la patologia è ritornata gradualmente.. Secondo me una volta che si soffre di attacchi di panico e depressione con una motivazione inconscia non se ne va più.. Ritorna sempre!!
Se Lei sa che sospendendo la cura ricade, non è consigliabile sospendere e lasciare che le ricadute prendano corpo.
Motivazione inconscia che sarebbe ? La motivazione sarà inconscia nel senso che è nella struttura del cervello e nel suo funzionamento. Non è che c'è un inconscio che agisce sul cervello.
Dr.Matteo Pacini
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Inconscio volevo dire che non so la causa di questi attacchi, credo dipendandsno dalla mia infanzia ma non ho la certezza! Non so il motivo della mia malattia.. Sono soggetta ad avere questo anche xke sono una persona molto sensibile.
Ma da quando si assume il dosaggio di 20 mg quanto tempo deve passare x funzionare?
Il dosaggio di 20 mg funziona di solito in un mese, ma strano, se l'ha già assunto questo dovrebbe essere già noto. La dose minima efficace, certo, questo sarebbe il concetto nelle terapie di mantenimento, la quale dose può anche corrispondere alla stessa che ha funzionato. Poi questo, di caso in caso, si decide col medico cercando anche un compromesso con gli effetti collaterali, se ne ve sono.
Dr.Matteo Pacini
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Cmq io non ricordo precisamente quanto tempo è trascorso per i primi miglioramenti xke ogni volta è stato diverso. Per quanto riguarda gli effetti collaterali da quando ho assunto paroxetina che ho problemi sessuali neanke durante l anno di sospensione è andato via, non sono ritornata x niente come prima ma questo concetto non lo voglio approfondire con lei xke mi darà le solite risposte di altri Medici.ora ho solo aperto una parentesi
Che i disturbi mentali siano legati a brutte infanzie è un'idea, ma di fatto non è questo che risulta. Se era ansioso, significa che già aveva questa tendenza, per cui è come dire che da grande uno tende a sviluppare caratteristiche che già aveva.
Che problemi sessuali le ha dato la paroxetina ? Non per far polemica però, se già ha tutte le risposte in merito a questo argomento lasciamo perdere. Io dico per capire, ma se deve avere per forza risposte che ha già deciso, evitiamo.
Dr.Matteo Pacini
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Ci sono quadri indotti dall'ambiente, e quadri spontanei. Di fatto, nelle diagnosi non è quasi mai richiesto un criterio che individui un ambiente come causa.
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Io ho tanta paura che questa volta non funzioni il farmaco xke questi sintomi della testa non ricordo se lo faceva. La debolezza si.
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Anche un farmaco non psichiatrico può causare sonnolenza, va visto caso per caso.
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Se uno ha la sensazione di mancanza di respiro, non significa che manchi il respiro.
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Comunque non è vero, può cambiare benissimo il carattere, così come lo può cambiare un disturbo. Un disturbo grave diventa il modo di essere di quella persona sempre e comunque, per dire, quindi un disturbo lieve certo che può condizionare il carattere.
Dr.Matteo Pacini
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E' di umore migliore, più tranquillo, con pensieri meno negativi...tutto ciò, divenendo abituale, diviene il suo carattere.
E' chiaro che altrimenti si intende quello che ha sempre avuto.
Se alcune fobie non vanno via si può pensare ad un adeguamento della cura. La claustro è di quel tipo che di solito indicano comunque una latenza del panico stesso.
Dr.Matteo Pacini
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No, l'antidepressivo agisce anche nel consentire esposizioni senza che ci sia la crisi, ma consente anche di avvicinarsi spontaneamente alle situazioni temute dopo la fine degli attacchi spontanei.
Ci sono casi in cui invece rimane, e qui la terapia va adeguata, sia quella farmacologica che quella comportamentale.
Non vedo perché il farmaco non dovrebbe agire su un pensiero.
Ha una stranissima idea di come funziona il cervello. Separa delle categorie che poi non si sa cosa significhino. La fobia e le crisi, distinte (sì, ma sempre cervello è), disturbo e carattere (sì, ma sempre cervello è), e poi carattere e parte del disturbo (qui non la seguo).
Che siano cose diverse siamo d'accordo, che siccome la fobia è un condizionamento e non una crisi spontanea, allora non è curabile sul piano medico, non lo caspisco.
Dr.Matteo Pacini
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Boh ?! e perché no ? Cioè un farmaco non agisce sulle emozioni ? Ha appena detto che lo fa, poi dice che secondo lei, non si sa perché, su una cosa "Non lo fa" a prescindere.
"Conosco tanta gente che assume antidepressivi da anni e l hanno aiutata a non stare peggio ma non a star bene al 100% e queste persone la claustrofobia come me ce l'hanno! "
Bene, io purtroppo sa, sono un po' a digiuno, non conosco nessuno, lei conosce tutti. Non sarà laureata (che non fa nessuna differenza nel giudicare una persona) però ha molte più certezze di chi non lo è, senza spiegare Lei perché.
Lei dà per scontate delle cose che non lo sono evidentemente. E' in terapia ad una dose non massima ma con sicurezza dice di sapere cosa "al massimo" un farmaco può fare.
Io semplicemente chiederei cosa risulta, visto che siamo in un consulto. Le distinzioni che fa dopo tra carattere o altro non le capisco, non parla di carattere, ma di panico e claustrofobia se mai.
Dr.Matteo Pacini
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Io le ho spiegato cosa ha fatto su di me il farmaco e sulle perosne che conosco.. A me il farmaco non fa passare la claustrofobia e le paure che ho xke fanno parte del mio carattere, se c è una motivazione che mi scatena il panico non è paroxetina che mi fa passare quel pensiero.. Le faccio un esempio se muore un parente io come chiunque persona starebbe male quindi pensando al parente che non c è più si sta male e non è un farmaco che ti fa passare il dolore e il pensiero!
Senza offesa lei è laureato ha studiato sui libri ma la vera esperienza è quella pratica, i veri casi e io le sto spiegando il mio caso.. Anche sugli effetti collaterali sessuali tutti dite "quando so spenderai passeranno gli effetti" certo ad alcuni accade ma alla maggior parte no.. E se il paziente viene a dirlo a voi, voi rispondete che è la depressione ke causa la disfunzione sessuale.. Quello che conta è l esperienza di ogni caso, la teoria è una cosa a parte.
No, il discorso è diverso. Nessuno chiede di non soffrire per la perdita di una persona cara entro certi limiti. Le persone non vogliono non vivere un lutto. Se mai alcune vogliono viverlo senza soffrirne troppo o in maniera inutilmente ampliicata. Certo che un farmaco condiziona anche queste reazioni, forse persino le annullerebbe, ma non avrebbe il minimo senso medico. Così come ci sono farmaci che annullano il desiderio sessuale, ma è un effetto collaterale quando accade, non una richiesta.
"certo ad alcuni accade ma alla maggior parte no.. ". No l'opposto
Ah, ma Lei quindi è un'esperta che è venuta qui a darci lezioni perché conosce tutto il mondo e quindi ha una casistica e soprattutto la competenza per fare affermazioni diffamatorie nei confronti dei medici. Noi "diciamo bugie" ai pazienti, perché Lei invece sa dove sta la verità. Chi meglio di Lei, insomma ? Mi sembra ovvio.
Quello che conta è l 'esperienza infatti, non la teoria. Lei infatti fa proprio così: prende la sua teoria e la applica a ciò che vede, così capisce quello che già ha in testa, senza che questo abbia minimamente a che fare con concetti di biologia, di medicina o d'altro.
Non si permetta di offendere chi le risponde o l'intera categoria a casaccio. Era ben evidente da tono sprezzante con cui ha iniziato a far lezione di psichiatria che ha un atteggiamento sbagliato.
E tutto solo per la banalità che a 20 mg di paroxetina la risposta può non essere completa. Molto rumore per nulla, e un atteggiamento inqualificabile.
Dr.Matteo Pacini
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Quindi secondo lei dovrei assumere di più di 20 mg per farmi passare la claustrofobia?? E invece x quanto riguarda il fatto che sin da piccola non riesco a mangiare in luoghi che non conosco davanti a persone? Prendendo una dose alta di paroxetina mi cambia quest atteggiamento che ho sin da piccola? Praticamente secondo lei dovrei intontirmi la testa di farmaco e camminare come uno zombie per strada
Ma che posso saperne, non sono io a seguire il caso, ha un medico per questo.
Oh, ecco si parte con la banalità dell'"intontirsi la testa" con i farmaci. Perché noi siamo intontitori, avvelenatori e i farmaci sono brutti e cattivi e servono per far star male le persone e rendergli zombie.
Penso che conosca tutti nome e cognome di quelli che prendono farmaci di tutti i tipi a tutte le dosi, e quindi mi inchino di fronte al fatto che vede tutti questi zombie.
E naturalmente ha avuto un effetto che già sa che è dovuto a quello, etc etc, perché l'ha letto su un blog e su mille articoli che poi, andando a vedere come io ho fatto e faccio periodicamente, non stabiliscono per niente alcuna certezza. E poi c'è l'esperienza continua che affianca tutto ciò, che non equivale certo al suo "conoscere le persone per la strada":
Ha ribadito affermazioni offensive e snocciolato luoghi comuni, oltre ad averlo fatto insieme a allarmismi.
E' mortificante dover rispondere a persone che hanno la verità da una parte in una singola esperienza persona interpretata in maniera poco comprensibile, e a senso unico; e dall'altra che "sanno tutto" perché naturalmente il dottore in realtà tira a caso.
Dr.Matteo Pacini
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Lei mi ha detto che se le fobie non vanno via si aumenta la dose del farmaco quindi ne è convinto, considerando che lei dica :un farmsco ti cambia il carattere, anche se secondo me la vera cura è quella accompagnata da una psicologa che ti fa ragionare sulle paure xke alla fine é la testa che si fa mille problemi e scatena l attacco di panico in alcune occasioni.
Conosce una moltitudine di casi, di fronte alla sua conoscenza la ricerca scientifica può essere buttata nel cestino.
D'ora in poi la medicina si base sulla sua conoscenza di sua zia, delle sue distinzioni ragionate nel tempo libero.
"anche se secondo me la vera cura "... vera suppongo nel senso che viene dalla sua bocca, quindi è verità assoluta. Della scienza gliene importa il giusto diciamo.
Il farmaco ti addormenta e la psicologa ti fa ragionare sulle paure nel profondo: guardi è una mortificazione continua sia della scienza medica che di quella psicologica...
Se ha finito i luoghi comuni elevati a religione possiamo chiudere il consulto. In caso contrario anche.
Dr.Matteo Pacini
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La scienza dispone di dati, di studi con un metodo per ricavare dei risultati.
Dopo di che ci sono le persone, che possono anche operare in maniera totalmente contraria rispetto a ciò che dice la scienza. E poi ci sono le cose che non si sanno. E' pieno peraltro di cose che si ritengono giuste e che non lo sono, che la scienza mai ha detto.
La cura sensata è quella che è disponibile, non sono neanche nozioni "segrete", sono tecniche. Essendo una cura, probabilmente andrà bene con alcuni limiti e alcuni effetti collaterali. In alcuni casi si è fortunati e non ci sono o non molto. In altri sì. E' chiaro poi che nel gestire tutto ciò non sempre c'è una scelta migliore, e allora è giusto che il medico si regoli in base anche a considerazioni extra-tecniche.
Dr.Matteo Pacini
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Basterebbe tra l'altro leggere, cosa che non le interessa. Le interessa diffamare.
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Ah, quindi adesso si passa a tutt'altra domanda, tanto per farla. Basta digitare stiliden 20 compresse, o chiedere al farmacista, per avere un'informazione del genere.
L'importante è porre una domanda, a caso.
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Altrimenti chiede al medico che le dia un'alternativa alle gocce.
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La differenza tra le varie marche in queste molecole, che sono elencate alla fine del foglietto di solito alla voce composizione o eccipienti,
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L'ha presentata prima in un modo diverso, comunque direi che abbiamo detto tutto.
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No, Lei era qui a dire "aspetterò un mese" pochi giorni fa, e poi dopo 6 giorni torna da capo sull'argomento.
Dr.Matteo Pacini
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Non si permetta mai più di attribuirmi volutamente affermazioni che non ho fatto, per l'ostinazione di volere previsioni del futuro.
Se fossi al suo posto (discorso che non c'entra assolutamente niente) avrei fatto uguale (può darsi) e avrei quindi fatto lo stesso discorso incoerente, suscitando gli stessi commenti.
Dr.Matteo Pacini
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Io faccio riferimento alla nozione, non al suo caso !
Si vergogni di questo atteggiamento.
Ha fatto un discorso completamente incoerente: aspetterò un mese e dopo 6 giorni in maniera anche aggressiva e facendo finta di niente pone le stesse domande. Le pone per effetto del suo problema: bene, lasci stare l'arroganza almeno, e la smetta di fare affermazioni false sulle risposte che ho dato.
Dr.Matteo Pacini
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Lei ripose questo:
Un mese abbiamo detto, non per stare del tutto bene, per stare sufficientemente meglio.
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Un mese abbiamo detto, non per stare del tutto bene, per stare sufficientemente meglio."
Esatto, e non mi riferisco certo al suo caso, ma a quello che mediamente accade in questa malattia.
E quindi, visto che già per la seconda volta dimostra un atteggiamento ostile e fa affermazioni false e distorte, il consulto qui finisce.
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