Esami possibili per individuare disturbi di personalità

Buongiorno, vi scrivo per avere informazioni su quali esami (risonanza magnetica o simili, esami ematici, ecc) siano indicati per scovare i vari disturbi di personalità.
Nel mio caso si tratta di mia figlia 17 enne, con probabile disturbo borderline con comorbità di disturbo evitante o schizoide.
È possibile effettuare degli esami (senza dover dunque attendere che il disturbo di personalità, che sicuramente ha, si manifesti nel tempo con i tipici sintomi) per poter effettivamente diagnosticare o escludere i vari disturbi di personalità?
Vi ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Nessun esame, sono diagnosi cliniche. Peraltro sono entità poco affidabili prese singolarmente, meglio per gruppi "tipo A; B; C". Nella fattispecie, diagnosi come borderline evitante e schizoide significa tutti e tre i gruppi, il che è molto vago e rischia di non corrispondere a niente di preciso.
C'è qualcosa che non torna però: se non manifesta i sintomi, nessuna diagnosi dovrebbe risultare. Quindi che significa "probabile" ? Che ci sono già alcuni sintomi ma forse non tutti ? E soprattutto, se è probabile evidentemente il dubbio è con altri quadri che potrebbero essere simili.
Qualcuno ha visitato la persona o no ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. In realtà mia figlia è da anni seguita dalla neuropsichiatria infantile e da ancora più tempo da psicoterapeuti (terapie che puntualmente abbandona dopo poche sedute). I sintomi di un disturbo di personalità in mia figlia in realtà sono ben evidenti, nella mia ignoranza (ma la vivo tutti i giorni) è borderline con disturbo o evitante o schizoide (ma forse più quest'ultimo). Al di là della mia visione, che è sì importante, ma non avendo strumenti per poter fare diagnosi, sicuramente non è da accogliere. I vari neuropsichiatri e psichiatri che l'hanno visitata hanno dato diverse diagnosi. In realtà è solo a partire da aprile di quest'anno che si parla di disturbo di personalità. La prima diagnosi che ci è stata data è quella di disturbo schizotipico di personalità. La dottoressa che ha espresso questa diagnosi, durante un ricovero in neuropsichiatria infantile per la sua bulimia, era comunque indecisa tra schizotipico e schizoide. Ma vi assicuro che mia figlia non ha mai avuto eventi psicotici né ha mai avuto pensieri strani (magia, entità sovrannaturali o altri di questi pensieri tipici dello schizotipico). In realtà questa prima diagnosi mi ha lasciato abbastanza perplessa. Come dicevo prima, vivendo mia figlia tutti i giorni (seppur non sono nella sua testa) mi permetto di inquadrare il suo comportamento e poter comunque affermare che determinati comportamenti non l'appartengono. Neanche mia figlia ci si rivede. Ed è proprio da qui che sorge il mio dubbio, dato che (come hanno affermato altri psichiatri), certi comportamenti possono manifestarsi anche successivamente. Il suo neuropsichiatria non è mai stato d'accordo con questa diagnosi in realtà, ma non è stato chiaro sulla sua diagnosi. Ovvero, sicuramente si tratta di disturbo di personalità, ma il quadro sintomatologico è talmente ampio che non riesce a dare una definizione esatta. Questo è quanto mi ha detto. Di recente è stata due volte in ospedale per tentato suicidio (assunzione di farmaci), il primo psichiatra ha confermato (nonostante l'avesse vista in pronto soccorso per neanche 10 minuti, in cui mia figlia non ha neanche parlato perché intubata col sondino nasale) il disturbo schizotipico di personalità, la seconda volta è stata ricoverata in psichiatria. Lo psichiatra caporeparto l'ha inquadrata nel disturbo borderline e schizoide. Altri psichiatri del reparto mi hanno detto che prima dei 18 anni non è possibile fare diagnosi. In tutto ciò, di recente ha fatto il test SCID-5-PD con la psicoterapeuta che l'ha seguita. Il risultato è stato disturbo borderline con comorbità di disturbo evitante. Mi è sempre stato detto di non dare troppo peso alle diagnosi, che sono solo delle etichette che servono a voi specialisti per capire come muovervi. Sono consapevole che inquadrare mia figlia in un disturbo piuttosto che un altro non cambierebbe la situazione, perché mia figlia è ciò che è nella complessità umana. Però spero capiate che, dopo aver ricevuto diagnosi di ogni tipo, vorrei anche avere chiarezza, sapere anche io come muovermi per poterla aiutare.
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