L'agorafobia nata da traumi affettivi può essere guarita?

Ho 28 anni e nell'estate 2020, in seguito ad una grave malattia di mia madre e all'impossibilità di raggiungere una persona a me cara, ho sviluppato attacchi di panico (di cui non avevo mai sofferto prima), inizialmente senza gravi complicazioni agorafobiche.
In quell'anno la sintomatologia era regredita spontaneamente già a fine agosto, grazie ad una relazione per me importante che purtroppo poi è stata interrotta verso maggio 2021 contro la mia volontà a causa della pandemia e delle chiusure.
In quel periodo ovviamente sono ricomparsi gli attacchi di panico, ma ho cercato di andare avanti con una enorme sofferenza emotiva.
Ho anche seguito un primo percorso di psicoterapia per questa fase molto dolorosa, percorso che ha fatto luce su molte cose ma che non mi ha guarita.
Ho sviluppato agorafobia severa a partire dall'agosto del 2021, di fronte all'impossibilità di realizzare una serie di situazioni e all'impotenza provata di fronte ad altre (perdite, abbandoni, solitudine).
Tutto ciò mi ha fatta percepire molto debole e fragile, scatenando anche episodi depressivi (crisi di pianto, angoscia, perdita di ogni interesse, isolamento sociale).
Ero anche arrivata a pensare di farmi ricoverare.
Ho seguito anche un secondo percorso di psicoterapia, con blandi benefici, ma continuavo a stare male (avvertivo sempre tremori, senso di morte, impulso alla fuga, senso di costrizione insopportabile di fronte a code, lontano da casa e in situazioni dalle quali era difficile scappare).
Da febbraio di quest'anno sono in cura farmacologica con Escitalopram, assunto a 10mg con titolazione molto lenta.
La cura è di 9 mesi.
I benefici sono stati notevolissimi: sono riuscita a viaggiare anche da sola, a stare in coda senza provare ansia, ho iniziato anche a svolgere attività per me prima impensabili.
Ho appreso diverse cose in psicoterapia, ma so purtroppo che le cause del mio disturbo non sono "guaribili" di per sé perché riguardano situazioni che non posso più cambiare.
La cura con SSRI mi permette di avere una vita normale, ma chiedo se i serotoninergici aiutino a "prevenire" a lungo andare tutti quegli "scompensi", a livello di sintomo, che mi impedivano di vivere.
La psicoterapia mi è stata utile in parte, ma non posso ignorare che il mio problema risiedeva nella severità del sintomo.
Chi mi segue non ha una risposta certa sulla possibilità di una guarigione completa dall'agorafobia, avendo anche fatto psicoterapia posso sperare di uscirne?
Grazie.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Le cause note del suo disturbo non ci sono, tolta una forte componente di tipo genetico. Il resto sono situazioni che influiscono in fase di malattia, o che possono precedere l'esordio, ma sono scatenanti in maniera aspecifica, o semplicemente anticipano.
Quindi un eventuale discorso secondo cui il farmaco non scava a fondo, e la psicoterapia dovrebbe, sono infondati. Lavorano per vie diverse su obiettivi analoghi in parte, in parte no, ma allo stesso livello (cervello).
La guarigione completa in medicina è un concetto relativo, che può essere definito in alcune malattie la cui causa scompare ed era unica e sufficiente a produrre una determinata malattia. Non la maggioranza delle malattie.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Questioni profonde.
Non è possibile dire con sicurezza se il farmaco che lei sta assumendo (o qualsiasi altro) sia in grado di prevenire ricadute. Sicuramente la rende meno vulnerabile (o più resiliente, se vogliamo usare un termine ora di moda) rispetto a nuovi eventuali eventi traumatici.
La psicoterapia le ha sicuramente consentito una maggiore consapevolezza dei suoi meccanismi mentali, anche se, come ha giustamente scritto, non l'ha guarita ( conclusione alla quale era alla fine arrivato lo stesso Freud).
Tenga conto che tutte le patologie (tutte, compreso il raffreddore) nascono dall'interazione tra disposizione genetica ed ambiente. Tanto maggiore è la disposizione genetica, tanto meno importanti possono essere gli stressors. Al contrario, anche in assenza di disposizione genetica ci si può ammalare se l'agente patogeno è molto intenso (sia esso un trauma o una carica virale).

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gent.mi Dottori,
Vi ringrazio pere risposte molto chiare. Da un po' di tempo cercavo di capire, con l'aiuto di specialisti, se il mio disturbo avesse effettivamente cause specifiche, ma ovviamente mi confermate che la situazione è molto più complessa.
Il dottor Pacini sottolinea la componente genetica del disturbo: mia madre ha effettivamente sofferto di agorafobia, dalla quale poi era guarita. Posso chiedere se esiste, su questa base, una certa probabilità di remissione sintomatologica se la storia genetica influisce? Solo da parte materna c'è stata agorafobia. Non so poi se esiste una risposta a tale questione, ma mi chiedo se si conoscano le cause genetiche specifiche dell'agorafobia (malfunzionamento dell'amigdala, comunicazione tra neuroni iperattiva o altro). Vi ringrazio nuovamente.
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Il disturbo prevede comunque la possibilità delle ricadute, per cui anche senza una chiara genetica rimane possibile come decorso.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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