Sono in difficoltà (depressione, mente annebbiata, ansia)

Cercherò di essere sintetico e chiaro, per quanto scrivere e parlare mi risulti difficile in questo periodo.
È da maggio che diversi impegni universitari, uniti a una vita sociale abbastanza attiva, mi hanno fatto sprofondare in uno stato depressivo (insorto soprattutto perché mi stavo rendendo conto di essere mentalmente meno lucido rispetto alle persone con cui parlavo/studiavo).
Progressivamente mi sono isolato da tutti e fare le cose quotidiane è diventato sempre più difficile a causa delle difficoltà che tutt'oggi avverto nel programmare i movimenti e fare cose manuali senza fare danni.
Sono risceso in Puglia dalla mia famiglia e a causa del mio malessere non mi trovo bene neanche con i miei genitori, è come se nessuno ormai facesse parte della mia vita, tutti estranei (forse perché il primo a sentirmi un estraneo sono io, dal momento che prima di precipitare in questo baratro mi trovavo a mio agio con me stesso, ora invece è come se non volessi più fare ritorno a quello che ero, in quanto troppo superficiale e stupido per essere adatto alla vita).

Come immaginavo il testo scritto fino a questo momento risulta abbastanza sconclusionato ma non mi meraviglio, dal momento che il vuoto mentale è costantemente presente (se tutto va bene le uniche cose che lo riempiono sono stupide canzoni e fantasie senza nè capo nè coda).

Ho scelto di intraprendere un percorso psicoterapeutico e mi sto trovando abbastanza bene, nonostante io abbia numerose resistenze nell'aprirmi e nel raccontare il mio vissuto.

Ciò che il terapeuta mi ha restituito però non è stato chiaro, mi ha parlato solo di organizzazione di personalità che mi ha portato a ritrovarmi in questo stato.

Il motivo di questo consulto riguarda il fatto che io creda di avere da sempre l'adhd e quindi chiedo a voi se sia il caso di prendere un appuntamento da un professionista psichiatra per valutare questa possibilità e per, eventualmente, unire al percorso di psicoterapia anche l'utilizzo di farmaci.

Avrei molto altro da aggiungere e che mi logora dentro, ma evito perché, come già detto più volte, andrei a rendere questo discorso ancora più tortuoso.

Ringrazio in anticipo chi vorrà darmi qualche dritta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
A parte le sue convinzioni diagnostiche è utile che faccia valutare la situazione da uno specialista in psichiatria che possa inquadrare e trattare la questione.

La psicoterapia ha un senso clinico se l’inquadramento diagnostico è corretto.



Dr. F. S. Ruggiero


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Utente
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Buongiorno dottore, la ringrazio per la risposta. Lei crede che prima di fare una visita psichiatrica debba parlarne al mio terapeuta o non è importante?
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Psichiatra generico o neuropsichiatra?
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Buongiorno, ho un aggiornamento e una domanda da porre. Ieri mi sono recato da uno psichiatra il quale mi ha diagnosticato un disturbo depressivo prescrivendomi Zoloft.
Subito dopo sono passato in farmacia per prendere il farmaco e iniziare la terapia. Questo è il secondo giorno e non noto effetti collaterali. Questi potrebbero presentarsi più avanti aumentando il dosaggio con il passare delle settimane o posso stare tranquillo non avendone avuti in questi due giorni?
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