Sopportare un padre severo o prorogare i progetti?

Salve, é la prima volta che mi trovo in prima persona quindi spero di far tutto giusto, mi presento con questo testo e ho un problema che mi affligge da ormai troppo tempo cioé il rapporto tra me e mio padre, una persona all’antica e che sfrutta qualsiasi sventura per criticare.
Prima di partire ci tengo a fare un background di me e lui che ritengo essenziale, mio padre sebbene abbia dei difetti importanti che descriverò in seguito é una brava persona che ha fatto molti sacrifici permettermi la vita che ho ora (una vita normale, ma non ho mai sofferto di fame e per tutta la vita ho sempre avuto un tetto su cui dormire e gli sono grato per ciò), mi ha sempre permesso di praticare i miei hobby e insomma era presente come figura paterna.
Tuttavia il suo problema é la sua lingua e il modo suo di ragionare, se pensa di avere ragione si fa come dice lui perché é il capo della famiglia, non accetta altre opinioni, spesso quando litiga lo fa per stupidaggini e se provi a replicare o ti parla sopra e non ascolta che hai da dire oppure comincia ad insultare e rivangare a cose passate che non centrano col discorso, faccio un piccolo esempio: mentre cucinavo per sbaglio ho bruciato un pezzo di carta forno ma la situazione si é risolta subito perché ero attento, ha cominciato a dire che un giorno brucerò casa, io molto tranquillo ho risposto che ho sbagliato e capita a tutti, e da li é esploso dicendo che non devo fare i discorsi filosofici, che non so niente della vita, che sono sporco e non so pulire la macchina, che ormai non vado più in chiesa e che la mia chiesa é dalla mia ragazza.
Lui quando si arrabbia fa sempre cosi comincia a rinfacciare le cose che non centrano e lo fa con tutti sia con le mie sorelle che con mia madre addirittura passando pure alle mani a volte, abbiamo provato a dirgli di migliorare le maniere, lui diceva che si sarebbe limitato nel parlare ma poi tornava tutto come prima, ho provato pure io a prendermi un po’ di autorità e ribellarmi con alcune sue regole che impone ma poi ha iniziato a scaricare le colpe di ciò che faccio io a mia madre quindi ho smesso.
Ultimamente le relazioni con i miei amici e la mia fidanzata sta avendo un deterioramento per suoi interventi aggressivi che mi fanno passar la voglia di uscire, quindi mi sono deciso che una volta completato il mio percorso di studio a cui manca un anno avrei risparmiato per andarmene via di casa, la mia domanda sorge qui: io vorrei andarmene ma allo stesso tempo una parte di me che ascolta le parole di mio padre crede dovrei sfruttare il vantaggio di abitare con lui e di ampliare all’anno che mi rimane di studio altri due anni cosi da esser completo ma a costo di sopportarlo per altri due anni in più.
Ora io chiedo a chiunque legga di perdonare la lunghezza del testo che ammetto richiederà tempo, spero di essere stato chiaro e in caso posso dare ulteriori spiegazioni ma chiedo solo un vostro parere, un punto di vista sincero, c’é qualcosa che sbaglio?

Grazie mille
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

La descrizione di suo padre sembra evocare un genitore un po' all'antica; qualche anno fa i padri erano per la gran parte così: autoritari, esigenti.
Oggi sono stati sostituiti dai padri compagnoni, apparentemente più gradevoli ma non sempre più utili per i figli.

Dico questo affinché lei possa prendere le distanze emotive dalla situazione conflittuale che sta vivendo, e che per decenni ha caratterizzato le relazioni con i genitori nella fase dell'adolescenza.

È apprezzabile il suo tentativo di essere oggettivo. Mi riferisco a quando lei descrive le caratteristiche positive di suo papà: la sua serietà, il suo impegno, la sua presenza come genitore quando voi eravate più piccoli.
Lui ha anche .. qualche difetto.
E forse ha anche alcune paure. Ad esempio che i figli crescano troppo differenti da come lui pensava di averli educati, che siano degli irresponsabili, ed altro.
Forse è anche un tipo impulsivo, che quando si arrabbia dice di tutto e di più, ben oltre quello che realmente pensa.

Sarà Lei a decidere cosa fare al termine di questa fase di studi.
Potrebbe sicuramente utilizzare i vantaggi di crescita che le verrebbero dal rimanere a casa ancora per un biennio. Ma ciò è condizionato dal fatto che lei riesca a distanziarsi emozionalmente e a non lasciarsi impigliare nelle discussioni.
È preoccupante che " .. Ultimamente le relazioni con i miei amici e la mia fidanzata sta avendo un deterioramento per suoi interventi aggressivi che mi fanno passar la voglia di uscire..",
perché significano che Lei non riesce ancora a mettere in atto un sano distanziamento (distanziamento non significa distacco affettivo) dalla figura paterna.
Tenga conto che quest'ultimo punto rappresenta un obiettivo fondamentale del crescere degli umani, che li fa transitare dalla fase adolescenziale alla fase psicologicamente adulta.

Auspico che queste riflessioni le possano essere utili per una valutazione più obiettiva e serena della situazione relazionale con suo padre e all'interno della famiglia.
E che al contempo lei riesca a proteggere la sua relazione di coppia.

Se ritiene, ci dia un riscontro.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Salve
Innanzitutto ci tengo a ringraziarla per avermi risposto in cosi breve tempo

Penso lei abbia azzeccato in tutto, anche perché effettivamente ora che me lo fa pensare in qualche litigata parlava di educare i figli , ma sia a me che a mia sorella siamo ormai maggiorenni e maturi, quella frase ci ha sempre creato perplessità dato che siamo sempre disponibili ad aiutare o far faccende in casa e non siamo più bambini, grazie però al suo intervento posso capire meglio il suo punto di vista e la ringrazio

Tuttavia avrei altre due domande, la prima é se potrebbe spiegarmi meglio la frase significano che Lei non riesce ancora a mettere in atto un sano distanziamento (distanziamento non significa distacco affettivo) dalla figura paterna. Non sono sicuro di averla capita bene e vorrei essere sicuro al 100% di averla compresa cosi posso migliorare me stesso e magari rendere il rapporto tra me e mio padre più sano.

La seconda é se ha dei consigli da dare a me o a una qualunque persona che vive nella mia stessa situazione per migliorare la situazione con un padre più all’antica?

Grazie mille per il tempo che mi ha dedicato Dottoressa Brunialti e la ringrazio ancora per la risposta.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67

Gentile utente,

Stavo rispondendo con cura alle Sue ultime domande, ma la risposta risultava un po' troppo lunga e articolata per un consulto.
E dunque ho pensato di farne una NEWS in modo che, partendo dalla Sua richiesta, potesse essere utile ai tanti figli e figlie che si trovano oggi nella situazione da Lei descritta;
ma anche a ragazze/i nella situazione opposta, rimaste/i ormai intrappolate nella famiglia d'origine ben oltre la Sua età.
La relazione con i genitori diventa complessa quando ci si trova "sulla soglia" dell'autonomia; e dunque esige quella riflessione approfondita che Lei ha stimolato.

E quindi potrà leggere la mia risposta (assieme alla citazione del Suo consulto) nella News titolata: La relazione complessa tra figli giovani adulti e genitori
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/