Consigli su bulimia nervosa
Buonasera.
Pochi giorni fa a mia figlia è stato diagnosticato un DCA, bulimia nervosa per l’esattezza.
Il problema è nato circa nove mesi fa, anche se in realtà la sua ossessione per il peso e l’aspetto fisico risale ad almeno due anni prima.
In casa non ci siamo accorti di niente, se non del fatto che pur seguendo un regime alimentare corretto, consigliato da una nutrizionista, mia figlia non perdeva peso, anzi negli ultimi mesi è tendenzialmente ingrassata, 5 kg circa.
Ci ha parlato del problema solo alla fine del mese di novembre 2024, e noi ci siamo interrogati sul perché non ci siamo mai accorti di niente, perché effettivamente non abbiamo mai visto sparire quantità di cibo che potessero insospettire.
Comunque mia figlia, grazie anche ad amici intelligenti, ha trovato la forza di confidarsi con noi e di sua spontanea volontà ha inviato la richiesta per essere accettata presso il Centro per i disturbi del comportamento alimentare della nostra Usl, un centro multidisciplinare, dal quale è stata presa in carico ed ha già effettuato la prima visita psichiatrica.
L’approccio del centro per affrontare la bulimia prevede sedute mensili dallo psichiatra, incontri settimanale di gruppo con lo psicologo e visite mensili con dietista.
Credo che come trattamento sia adeguato, ma ci stiamo interrogando molto sui tempi per vedere un qualche miglioramento, non tanto degli aspetti non fisici, ma psicologici e comportamentali.
Mia figlia ha sbalzi d’umore, passa dall’euforia alla malinconia e tristezza, da essere dolce ed affettuosa a rispondere a tono ai familiari.
La sua concentrazione è notevolmente diminuita, al punto che non riesce a continuare gli studi universitari appena iniziati.
Dorme pochissimo, si addormenta molto tardi e perciò la mattina fa fatica ad alzarsi.
La psichiatra ci ha rincuorato dicendoci che mia figlia ha fatto un passo molto grande, prendendo consapevolezza del suo disagio e chiedendo aiuto e soprattutto cercando da sola un centro dove essere seguita.
Solo che è impaziente e lo siamo anche noi.
Volevo sapere se avete consigli da darci, sul comportamento da tenere nei suoi riguardi, se il percorso scelto è adeguato secondo voi e se questo la porterà comunque a perdere questi 5 kg che lei proprio addosso non sopporta.
Vi ringrazio moltissimo per la vostra attenzione e per le risposte che potrete darmi.
Pochi giorni fa a mia figlia è stato diagnosticato un DCA, bulimia nervosa per l’esattezza.
Il problema è nato circa nove mesi fa, anche se in realtà la sua ossessione per il peso e l’aspetto fisico risale ad almeno due anni prima.
In casa non ci siamo accorti di niente, se non del fatto che pur seguendo un regime alimentare corretto, consigliato da una nutrizionista, mia figlia non perdeva peso, anzi negli ultimi mesi è tendenzialmente ingrassata, 5 kg circa.
Ci ha parlato del problema solo alla fine del mese di novembre 2024, e noi ci siamo interrogati sul perché non ci siamo mai accorti di niente, perché effettivamente non abbiamo mai visto sparire quantità di cibo che potessero insospettire.
Comunque mia figlia, grazie anche ad amici intelligenti, ha trovato la forza di confidarsi con noi e di sua spontanea volontà ha inviato la richiesta per essere accettata presso il Centro per i disturbi del comportamento alimentare della nostra Usl, un centro multidisciplinare, dal quale è stata presa in carico ed ha già effettuato la prima visita psichiatrica.
L’approccio del centro per affrontare la bulimia prevede sedute mensili dallo psichiatra, incontri settimanale di gruppo con lo psicologo e visite mensili con dietista.
Credo che come trattamento sia adeguato, ma ci stiamo interrogando molto sui tempi per vedere un qualche miglioramento, non tanto degli aspetti non fisici, ma psicologici e comportamentali.
Mia figlia ha sbalzi d’umore, passa dall’euforia alla malinconia e tristezza, da essere dolce ed affettuosa a rispondere a tono ai familiari.
La sua concentrazione è notevolmente diminuita, al punto che non riesce a continuare gli studi universitari appena iniziati.
Dorme pochissimo, si addormenta molto tardi e perciò la mattina fa fatica ad alzarsi.
La psichiatra ci ha rincuorato dicendoci che mia figlia ha fatto un passo molto grande, prendendo consapevolezza del suo disagio e chiedendo aiuto e soprattutto cercando da sola un centro dove essere seguita.
Solo che è impaziente e lo siamo anche noi.
Volevo sapere se avete consigli da darci, sul comportamento da tenere nei suoi riguardi, se il percorso scelto è adeguato secondo voi e se questo la porterà comunque a perdere questi 5 kg che lei proprio addosso non sopporta.
Vi ringrazio moltissimo per la vostra attenzione e per le risposte che potrete darmi.
Gentile utente,
il consulto fa capo ad un tema estremamente complesso, delicato, fondamentale innanzitutto è riconoscere il coraggio di vostra figlia nel chiedere aiuto e il vostro desiderio supportivo nel percorso che ha correttamente intrapreso. E' sicuramente in buone mani, abbiate fiducia nel servizio a cui vi siete affidati ove operano specialisti in DCA con il necessario approccio multidisciplinare: psichiatrico, psicologico e nutrizionale.
Mi sento di dirle una cosa: non abbia sensi di colpa per non essersi accorta subito del problema, anzi, sia grata della consapevolezza e del coraggio della ragazza. Problemi di questa natura erano già in crescita prima della pandemia, con esordio in età sempre più precoce, e dopo di essa sono letteralmente esplosi mettendo sotto stress le strutture di cura. In molti casi, le strategie adottate da chi ne soffre sono talmente sottili che diventa molto complesso intercettarne i segnali.
Comprendo che, una volta presa in carico la ragazza, ci si possa chiedere: quando starà maglio? Sono risposte che tutti vorrebbero avere e dare, ma purtroppo risposte non ce ne sono.
La posso solo invitare ad avere pazienza e ad apprezzare ogni piccolo miglioramento, sia esso psicologico, o comportamentale, ogni persona risponde in modo diverso al trattamento, la cosa importante è che vi siano progressi, seppur graduali.
Non è semplice convivere con questa problematica, gli sbalzi d'umore ne sono una sintomatologia molto comune, è importante distinguere la persona dal problema che sta affrontando, ed essere molto pazienti e comprensivi perchè anche queste montagne russe nell'umore fanno parte del percorso. Incoraggiatela, sempre, a parlare di come si sente e assicuratevi che si senta sempre compresa.
Suggerisco di non focalizzarsi sul peso, l'attenzione va proprio spostata dall'aspetto fisico al benessere della ragazza, incoraggiandola a coltivare altri interessi, relazioni, se se la sente a riprendere gradualmente gli studi senza che ciò le sia fonte di stress ulteriore, su questo senz'altro potranno consigliarla presso la struttura in cui è in cura.
Da evitare assolutamente commenti e argomentazioni su peso e aspetto fisico, anche se a buon fine, l'attività fisica è sempre consigliata per alzare il tono dell'umore, che sia vista come un momento di svago e socializzazione e non finalizzata a bruciare calorie. Una passeggiata con la mamma, o il papà, stabilendo una routine quotidiana possono essere sufficienti oltre ai benefici dell'aria aperta e della luce del sole.
La perdita di peso non deve essere un obiettivo della ragazza, affidatevi alla nutrizionista e al suo consulto, e qualora dovesse essere, per ragioni cliniche e non certo un desiderata riflesso allo specchio, avverrà in modo spontaneo quando il rapporto con il cibo sarà più equilibrato e dopo un lavoro su se stessa.
E' importante che la famiglia rimanga unita senza auto o attribuzione di sensi di colpa, nè colpevolizzazioni, non abbiamo il controllo su ciò che è stato, ma possiamo decidere come reagire ed affrontare la situazione da ora in avanti. Uniti e compatti, senza guardare a cosa si potesse fare prima, è meglio.
Cause e radici del problema sono tema che la ragazza affronterà in terapia.
il consulto fa capo ad un tema estremamente complesso, delicato, fondamentale innanzitutto è riconoscere il coraggio di vostra figlia nel chiedere aiuto e il vostro desiderio supportivo nel percorso che ha correttamente intrapreso. E' sicuramente in buone mani, abbiate fiducia nel servizio a cui vi siete affidati ove operano specialisti in DCA con il necessario approccio multidisciplinare: psichiatrico, psicologico e nutrizionale.
Mi sento di dirle una cosa: non abbia sensi di colpa per non essersi accorta subito del problema, anzi, sia grata della consapevolezza e del coraggio della ragazza. Problemi di questa natura erano già in crescita prima della pandemia, con esordio in età sempre più precoce, e dopo di essa sono letteralmente esplosi mettendo sotto stress le strutture di cura. In molti casi, le strategie adottate da chi ne soffre sono talmente sottili che diventa molto complesso intercettarne i segnali.
Comprendo che, una volta presa in carico la ragazza, ci si possa chiedere: quando starà maglio? Sono risposte che tutti vorrebbero avere e dare, ma purtroppo risposte non ce ne sono.
La posso solo invitare ad avere pazienza e ad apprezzare ogni piccolo miglioramento, sia esso psicologico, o comportamentale, ogni persona risponde in modo diverso al trattamento, la cosa importante è che vi siano progressi, seppur graduali.
Non è semplice convivere con questa problematica, gli sbalzi d'umore ne sono una sintomatologia molto comune, è importante distinguere la persona dal problema che sta affrontando, ed essere molto pazienti e comprensivi perchè anche queste montagne russe nell'umore fanno parte del percorso. Incoraggiatela, sempre, a parlare di come si sente e assicuratevi che si senta sempre compresa.
Suggerisco di non focalizzarsi sul peso, l'attenzione va proprio spostata dall'aspetto fisico al benessere della ragazza, incoraggiandola a coltivare altri interessi, relazioni, se se la sente a riprendere gradualmente gli studi senza che ciò le sia fonte di stress ulteriore, su questo senz'altro potranno consigliarla presso la struttura in cui è in cura.
Da evitare assolutamente commenti e argomentazioni su peso e aspetto fisico, anche se a buon fine, l'attività fisica è sempre consigliata per alzare il tono dell'umore, che sia vista come un momento di svago e socializzazione e non finalizzata a bruciare calorie. Una passeggiata con la mamma, o il papà, stabilendo una routine quotidiana possono essere sufficienti oltre ai benefici dell'aria aperta e della luce del sole.
La perdita di peso non deve essere un obiettivo della ragazza, affidatevi alla nutrizionista e al suo consulto, e qualora dovesse essere, per ragioni cliniche e non certo un desiderata riflesso allo specchio, avverrà in modo spontaneo quando il rapporto con il cibo sarà più equilibrato e dopo un lavoro su se stessa.
E' importante che la famiglia rimanga unita senza auto o attribuzione di sensi di colpa, nè colpevolizzazioni, non abbiamo il controllo su ciò che è stato, ma possiamo decidere come reagire ed affrontare la situazione da ora in avanti. Uniti e compatti, senza guardare a cosa si potesse fare prima, è meglio.
Cause e radici del problema sono tema che la ragazza affronterà in terapia.
Utente
La ringrazio molto per la sua risposta che mi incoraggia molto. Seguiremo la ragazza passo passo e saremo pronti a fare il necessario. Mia figlia, avendo abbandonato l’università per il momento vuole fare il servizio civile, spero che le sarà utile.
La ringrazio ancora
La ringrazio ancora
Gentile utente,
aggiungo qualche indicazione bibliografica per un possibile approfondimento, per Lei mamma che ci scrive e per i molti lettori e lettrici.
I materiali suggeriti sono presenti in rete gratuitamente.
Trovo molto utile e interessante il documento ufficiale dedicato ad familiari e ai genitori che il MINISTERO DELLA SALUTE - IIS - ha pubblicato; è titolato
>> "Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione - Raccomandazioni per familiari."
e lo trova al link:
https://piattaformadisturbialimentari.iss.it/documents/20121/0/RACCOMANDAZIONI+per+FAMILIARI+26.03.2018-1.pdf/ff98cfdd-dba5-a713-0149-817f9a75965b?t=1718714023218 .
Così come il capitolo sulla famiglia contenuto nel "Manuale per gli operatori" (a p. 85), sempre dell'IIS:
>> " Il ruolo della famiglia nella riabilitazione nutrizionale in ambito dei disturbi dell’alimentazione"
https://piattaformadisturbialimentari.iss.it/documents/20121/42527/LINEED~1.pdf/15f1c1ba-ae84-6834-a40b-e759da4e248a
Qualche altro spunto di riflessione potrà trovarlo in: "Anoressia, Bulimia, Binge eating... Come sconfiggere i DCA?"
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html .
Ogni "sapere" ulteriore può aiutare la famiglia, quando ben compreso e ben armonizzato con l'azione terapeutica del personale medico e sanitario dedicato.
Con l'auspicio di un percorso produttivo per tutti Voi,
Dott. Brunialti
aggiungo qualche indicazione bibliografica per un possibile approfondimento, per Lei mamma che ci scrive e per i molti lettori e lettrici.
I materiali suggeriti sono presenti in rete gratuitamente.
Trovo molto utile e interessante il documento ufficiale dedicato ad familiari e ai genitori che il MINISTERO DELLA SALUTE - IIS - ha pubblicato; è titolato
>> "Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione - Raccomandazioni per familiari."
e lo trova al link:
https://piattaformadisturbialimentari.iss.it/documents/20121/0/RACCOMANDAZIONI+per+FAMILIARI+26.03.2018-1.pdf/ff98cfdd-dba5-a713-0149-817f9a75965b?t=1718714023218 .
Così come il capitolo sulla famiglia contenuto nel "Manuale per gli operatori" (a p. 85), sempre dell'IIS:
>> " Il ruolo della famiglia nella riabilitazione nutrizionale in ambito dei disturbi dell’alimentazione"
https://piattaformadisturbialimentari.iss.it/documents/20121/42527/LINEED~1.pdf/15f1c1ba-ae84-6834-a40b-e759da4e248a
Qualche altro spunto di riflessione potrà trovarlo in: "Anoressia, Bulimia, Binge eating... Come sconfiggere i DCA?"
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html .
Ogni "sapere" ulteriore può aiutare la famiglia, quando ben compreso e ben armonizzato con l'azione terapeutica del personale medico e sanitario dedicato.
Con l'auspicio di un percorso produttivo per tutti Voi,
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 535 visite dal 17/01/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.
Consulti simili su dca: disturbi del comportamento alimentare
Consulti su disturbi del comportamento alimentare
Altri consulti in psicologia
- Ansia da prestazione: è normale e come affrontarla?
- Ansia, isolamento e futuro: terapia è sufficiente?
- Disagio in terapia: le espressioni della terapeuta compromettono il lavoro?
- Sessualità stravolta: aumento desiderio e attrazione per uomini (genitali).
- Dipendenza dagli orgasmi: è possibile?
- Ansia dubbio voglia di vivere oppure morire