Problemi con il cibo e il rapporto di coppia
Salve a tutti, Ho 32 anni e dall'età di 13 anni ho problemi con il cibo, ho sempre mangiato ma ho sempre avuto la testa tormentata dalla paura di ingrassare, dalla paura della bilancia, ecc.
Poi a 20 anni ho perso 15 kg arrivando al peso forma (forse l'inizio del primo lavoro o la crescita) e da lì è iniziata un ossessione ancora più grossa sul cibo, durata fino al 2023... anno in cui ho intrapreso un percorso con una nutrizionista, che mi ha ribaltato la vita nel modo più bello che potessi desiderare.
Oggi ho la consapevolezza di quello che mangio, quanto e cosa mangiare... Vado in palestra e questo mi dà grandi risultati. Sì è come avverato un desiderio dentro di me.
Il problema più grosso che mi si pone oggi, è il mio compagno che mi "copia"! Ma non mi copia perchè "si mangia così", mi copia per ottenere gli stessi risultati che ho avuto io! Io ho accennato più volte il mio fastidio, mi sono resa disponibile a fargli fare un piano dalla mia nutrizionista, ho detto a lui di farsi seguire da qualcuno, ma niente lui emula me approfittandosene e dicendomi che mi sbaglio a dire così.
Lui ha sempre mangiato seguendo le sue abitudini, un primo a pranzo e un secondo a cena e non facendo mai colazione. Si preparava panini con laffettato, aveva i suoi sgarri serali.
Oggi GUAI se salta la colazione. In tutti i pasti consuma tante proteine come me.
Non mangia più qualche schifezza fuori pasto. Non mangia più panini. Evita l affettato. Ha abbondato sulle dosi di proteine.
A me questa cosa sta facendo perdere la voglia di andare avanti, ho fatto questo percorso per stare meglio con me stessa e vedermi meglio.
Per essere più serena.
Per non avere scatti di rabbia con lui dopo mangiato.
Gliele ripeto queste cose e gli chiedo anche di smetterla perché mi sta facendo male. Mi abbatte questa situazione.
Ma niente... viscidamente continua a seguire il mio piano.
Ho investito parecchio soldi per ottenere questi risultati.
E oggi sono tornata a stare male.
Lo trovo ingiusto tutto questo, e penso che sbaglia nei miei confronti.
Perché devo accettare una persona così?
Cosa devo fare? Come devo comunicargli che la deve smetterere?
Io amavo il suo essere, oggi lo trovo disonesto con me. Gli chiedo onestà almeno, ma sotto i miei occhi fa l'opposto.
Grazie a tutti voi
Poi a 20 anni ho perso 15 kg arrivando al peso forma (forse l'inizio del primo lavoro o la crescita) e da lì è iniziata un ossessione ancora più grossa sul cibo, durata fino al 2023... anno in cui ho intrapreso un percorso con una nutrizionista, che mi ha ribaltato la vita nel modo più bello che potessi desiderare.
Oggi ho la consapevolezza di quello che mangio, quanto e cosa mangiare... Vado in palestra e questo mi dà grandi risultati. Sì è come avverato un desiderio dentro di me.
Il problema più grosso che mi si pone oggi, è il mio compagno che mi "copia"! Ma non mi copia perchè "si mangia così", mi copia per ottenere gli stessi risultati che ho avuto io! Io ho accennato più volte il mio fastidio, mi sono resa disponibile a fargli fare un piano dalla mia nutrizionista, ho detto a lui di farsi seguire da qualcuno, ma niente lui emula me approfittandosene e dicendomi che mi sbaglio a dire così.
Lui ha sempre mangiato seguendo le sue abitudini, un primo a pranzo e un secondo a cena e non facendo mai colazione. Si preparava panini con laffettato, aveva i suoi sgarri serali.
Oggi GUAI se salta la colazione. In tutti i pasti consuma tante proteine come me.
Non mangia più qualche schifezza fuori pasto. Non mangia più panini. Evita l affettato. Ha abbondato sulle dosi di proteine.
A me questa cosa sta facendo perdere la voglia di andare avanti, ho fatto questo percorso per stare meglio con me stessa e vedermi meglio.
Per essere più serena.
Per non avere scatti di rabbia con lui dopo mangiato.
Gliele ripeto queste cose e gli chiedo anche di smetterla perché mi sta facendo male. Mi abbatte questa situazione.
Ma niente... viscidamente continua a seguire il mio piano.
Ho investito parecchio soldi per ottenere questi risultati.
E oggi sono tornata a stare male.
Lo trovo ingiusto tutto questo, e penso che sbaglia nei miei confronti.
Perché devo accettare una persona così?
Cosa devo fare? Come devo comunicargli che la deve smetterere?
Io amavo il suo essere, oggi lo trovo disonesto con me. Gli chiedo onestà almeno, ma sotto i miei occhi fa l'opposto.
Grazie a tutti voi
Gentile utente,
sarebbe facile risponderle:
-che basterebbe far leggere questa email al suo partner;
-che se non lo fa, è perché sa che il pensiero che esprime è un pensiero "malato", come lo sono i pensieri di chi ha gravi problemi nella sfera alimentare.
Significativo il fatto che lei abbia iniziato un percorso con una nutrizionista, mentre dell* psicolog* non parla. Eppure scrive che questo percorso "mi ha ribaltato la vita nel modo più bello che potessi desiderare".
Si può presumere che la nutrizionista sia anche psicologa, o abbia comunque mosso, con le sue attenzioni, con la dieta che le ha fornito, con le sue parole, le leve mentali che l'hanno spinta a superare i lati più dolorosi del disturbo alimentare: "la testa tormentata dalla paura di ingrassare, dalla paura della bilancia" e più tardi una "ossessione ancora più grossa sul cibo" conseguita al dimagrimento.
Tuttavia la nutrizionista non ha guarito la sua mente, infatti oggi lei è sottopeso, e in più teme che se qualcuno segue la sua stessa dieta, le stia rubando qualcosa.
Ma cosa esattamente? Il suo benessere? Il lavoro che la nutrizionista svolge a suo vantaggio?
Può davvero credere che se altri condividono queste cose, vengano sottratte a lei?
Analizziamo le parole con cui ci racconta il fatto che il suo compagno ha adottato la sua stessa dieta:
Lui la copia "per ottenere gli stessi risultati che ho avuto io!".
E allora? Li toglie a lei? Vuol essere la sola "sana" in un mondo di malati?
"Io ho accennato più volte il mio fastidio"... "lui emula me approfittandosene"...
Non si accorge che considera la sua dieta come una specie di partner da fruire in esclusiva? Che ne è "gelosa" e avverte come un "tradimento" il fatto che altri ne "approfittino"?
Eppure il suo compagno le ha spiegato che sbaglia a pensare così, e del resto lei ci descrive un'alimentazione di lui che qualunque dietologo approverebbe; se fa sport, anche la prevalenza di proteine, specie in un uomo, è corretta.
Parlo da persona che non ha fatto studi particolari sull'alimentazione ma ha imparato le nozioni fondamentali che si erogano in famiglia, dal medico, in palestra, anche sulle riviste divulgative.
Solo chi ha gravi problemi alimentari non comprende che l'alimentazione del suo partner è conforme agli standard medi prescritti.
"Oggi GUAI se salta la colazione. In tutti i pasti consuma tante proteine come me. Non mangia più qualche schifezza fuori pasto. Non mangia più panini. Evita l affettato. Ha abbondato sulle dosi di proteine".
E lei come reagisce a queste sane abitudini, che oltretutto dovrebbero aiutarla a mantenere le sue? Ecco qui: "gli chiedo anche di smetterla perché mi sta facendo male. Mi abbatte questa situazione. Ma niente... viscidamente continua a seguire il mio piano".
Se lui mangiando così si sente bene, perché imporgli di tornare ad una dieta disordinata che lo farebbe sentire meno in forma?
Forse perché, come scrive, "Ho investito parecchio soldi per ottenere questi risultati"?
Ossia, lei non vorrebbe offrire alla persona con cui vive le corrette informazioni alimentari che ha acquisito, informazioni che a lei non costa nulla divulgare, e pensa che sia lui il viscido, il disonesto, etc.?
Esiste un legame mentale tra alimentazione e denaro, quest'ultimo definito non a caso "lo sterco del diavolo", e tra processi metabolico/catabolici e avarizia, come pure invidia.
Il fatto che se un altro sta bene grazie alla dieta preparata per lei, e pagata da lei, lei ricomincia a star male, conferma una volta di più che i disturbi della sfera alimentare vanno curati anche, o prima di tutto, dall* psicolog*.
Sembra infatti che lei voglia sentirsi eroica per aver adottato una dieta sana dopo tanto tribolare, e le faccia rabbia vedere che un altro prenda le stesse abitudini senza fatica e senza essere passato attraverso le stesse sofferenze.
Se invece il suo disagio nasce dal timore che il suo compagno stia diventando ortoressico, provi a chiedersi perché vorrebbe essere l'unica malata in campo alimentare.
Spero di averle offerto qualche spunto di riflessione.
Auguri.
sarebbe facile risponderle:
-che basterebbe far leggere questa email al suo partner;
-che se non lo fa, è perché sa che il pensiero che esprime è un pensiero "malato", come lo sono i pensieri di chi ha gravi problemi nella sfera alimentare.
Significativo il fatto che lei abbia iniziato un percorso con una nutrizionista, mentre dell* psicolog* non parla. Eppure scrive che questo percorso "mi ha ribaltato la vita nel modo più bello che potessi desiderare".
Si può presumere che la nutrizionista sia anche psicologa, o abbia comunque mosso, con le sue attenzioni, con la dieta che le ha fornito, con le sue parole, le leve mentali che l'hanno spinta a superare i lati più dolorosi del disturbo alimentare: "la testa tormentata dalla paura di ingrassare, dalla paura della bilancia" e più tardi una "ossessione ancora più grossa sul cibo" conseguita al dimagrimento.
Tuttavia la nutrizionista non ha guarito la sua mente, infatti oggi lei è sottopeso, e in più teme che se qualcuno segue la sua stessa dieta, le stia rubando qualcosa.
Ma cosa esattamente? Il suo benessere? Il lavoro che la nutrizionista svolge a suo vantaggio?
Può davvero credere che se altri condividono queste cose, vengano sottratte a lei?
Analizziamo le parole con cui ci racconta il fatto che il suo compagno ha adottato la sua stessa dieta:
Lui la copia "per ottenere gli stessi risultati che ho avuto io!".
E allora? Li toglie a lei? Vuol essere la sola "sana" in un mondo di malati?
"Io ho accennato più volte il mio fastidio"... "lui emula me approfittandosene"...
Non si accorge che considera la sua dieta come una specie di partner da fruire in esclusiva? Che ne è "gelosa" e avverte come un "tradimento" il fatto che altri ne "approfittino"?
Eppure il suo compagno le ha spiegato che sbaglia a pensare così, e del resto lei ci descrive un'alimentazione di lui che qualunque dietologo approverebbe; se fa sport, anche la prevalenza di proteine, specie in un uomo, è corretta.
Parlo da persona che non ha fatto studi particolari sull'alimentazione ma ha imparato le nozioni fondamentali che si erogano in famiglia, dal medico, in palestra, anche sulle riviste divulgative.
Solo chi ha gravi problemi alimentari non comprende che l'alimentazione del suo partner è conforme agli standard medi prescritti.
"Oggi GUAI se salta la colazione. In tutti i pasti consuma tante proteine come me. Non mangia più qualche schifezza fuori pasto. Non mangia più panini. Evita l affettato. Ha abbondato sulle dosi di proteine".
E lei come reagisce a queste sane abitudini, che oltretutto dovrebbero aiutarla a mantenere le sue? Ecco qui: "gli chiedo anche di smetterla perché mi sta facendo male. Mi abbatte questa situazione. Ma niente... viscidamente continua a seguire il mio piano".
Se lui mangiando così si sente bene, perché imporgli di tornare ad una dieta disordinata che lo farebbe sentire meno in forma?
Forse perché, come scrive, "Ho investito parecchio soldi per ottenere questi risultati"?
Ossia, lei non vorrebbe offrire alla persona con cui vive le corrette informazioni alimentari che ha acquisito, informazioni che a lei non costa nulla divulgare, e pensa che sia lui il viscido, il disonesto, etc.?
Esiste un legame mentale tra alimentazione e denaro, quest'ultimo definito non a caso "lo sterco del diavolo", e tra processi metabolico/catabolici e avarizia, come pure invidia.
Il fatto che se un altro sta bene grazie alla dieta preparata per lei, e pagata da lei, lei ricomincia a star male, conferma una volta di più che i disturbi della sfera alimentare vanno curati anche, o prima di tutto, dall* psicolog*.
Sembra infatti che lei voglia sentirsi eroica per aver adottato una dieta sana dopo tanto tribolare, e le faccia rabbia vedere che un altro prenda le stesse abitudini senza fatica e senza essere passato attraverso le stesse sofferenze.
Se invece il suo disagio nasce dal timore che il suo compagno stia diventando ortoressico, provi a chiedersi perché vorrebbe essere l'unica malata in campo alimentare.
Spero di averle offerto qualche spunto di riflessione.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 816 visite dal 21/01/2025.
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