Cibo. Realizzazione lavorativa

Buongiorno,
ho due problemi (o forse un problema ed un sintomo) e non so come aiutarmi.

Ormai mangio malissimo quasi ogni giorno: 1 noce si trasforma in un etto e mezzo di noci, a cui si aggiunge 1 biscotto che diventa una intera confezione di biscotti, a cui si aggiunge 1 cioccolatino che diventa 5 cioccolatini e così finché ho mangiato/ingerito l'impossibile e non ho nient'altro.

Questo lo definisco il sintomo del mio stato d'animo frustrato, insoddisfatto, preoccupato, dispiaciuto, angosciato, triste, stressato.

Faccio un lavoro part time che non mi consente di fare tante cose (la più importante: abitare autonomamente) oltre al fatto si tratta di un lavoro che qualcuno definisce per me sottolivellato, dato sono laureata e poi ho conseguito un diploma di master.

Tralascio il pensiero perenne che accompagna le mie giornate e cioé che mi sono rovinata la vita e non sto più nei tempi di costruirla né riscattarla.

Tralascio questo pensiero perché sennò sarebbe davvero la fine.

Mi dico -e chiedo qui- che devo fare per cambiare la mia situazione; non faccio nulla. Potrei fare concorsi, colloqui, spargere la voce ma questa cosa mi debilita; come se non avessi energia. Vorrei sbloccare questa situazione ma razionalmente mi sembra di funzionare emotivamente e concretamente vado in blocco.

E per quanto riguarda il cibo, penso che se trovassi serenità lavorativa/personale non mi attaccherei al cibo come sto facendo; un circolo vizioso.
Vi chiedo, a riguardo, se ci siano 'tecniche' che posso utilizzare quando ho mangiato 1 biscotto senza che questo si trasformi in 30 biscotti (cosa che ogni volta ha un effetto per me svilente).

Grazie per l'aiuto,
un cordiale saluto
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 592 12
Buongiorno,
ha perfettamente ragione, quello è il sintomo e non esistono tecniche per eliminarlo se non alleggerire il carico di "stato d'animo frustrato, insoddisfatto, preoccupato, dispiaciuto, angosciato, triste, stressato" Perché è vero che "se trovassi serenità lavorativa/personale non mi attaccherei al cibo come sto facendo"
Ha anche individuato dov'è che fa cortocircuito: potrebbe cercare di migliorare la sua situazione lavorativa, ma non lo fa.
Il risultato: è bloccata e non autonoma.
Una tecnica c'è. E' cercare cosa sta anche sull'altro piatto della bilancia, i "vantaggi" di questa situazione. Potrebbe essere non lasciare solo qualche familiare andando via di casa (con annesso senso di colpa). Oppure non rischiare - mettendosi in gioco - la conferma delle sue presunte incapacità. Oppure altro, che non so, perché non la conosco.
Questo potrebbe essere un primo passaggio per dipanare i fili di questa matassa che si è annodata su se stessa.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

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Utente
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Grazie dott.ssa Cattelan,
si credo che 'rischiare' e 'mettermi in gioco' sia ciò che più temo riguardo questa mia situazione lavorativa.
Temo la fatica, lo sconforto, i fallimenti, la vergogna per questa mia situazione e la vergogna per questi stati d'animo che provo a riguardo (perché li considero accettabili in una adolescente e non in una persona adulta).
É una situazione che mi sta indebolendo in generale e penso di doverla risolvere; ma come posso aspirare a qualcosa di più, alla mia età?
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 592 12
La sua è un'età come le altre. Non c'è un tempo per provare determinate emozioni; non c'è un tempo per provare a cambiare ciò non ci sta bene.
Ci provi. Un passo alla volta. Mettendo in conto i fallimenti, ma con lo sguardo rivolto ai suoi obiettivi.
Eventualmente, cerchi un supporto professionale che la aiuti a esplorare un po' più a fondo cosa c'è dietro a quella paura e quella vergogna che la tengono inchiodata, per lasciarsele alle spalle.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

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Buongiorno dott.ssa Cattelan,
grazie per il suo riscontro e le sue parole.
Sto faticando ancor più del solito negli ultimi tempi.
Proverò "a tenere lo sguardo rivolto verso i miei obiettivi" e a seguire quanto mi ha suggerito.
Grazie,
un cordiale saluto
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