Ho l'emetofobia e ho paura di dirlo alla mia famiglia
Salve a tutti, mi chiamo Alessia e ho 18 anni.
Da circa 10 anni soffro di emetofobia, almeno è quello che penso.
Mi spiego meglio: ho paura del vomito in sé, di vedere gli altri vomitare o di vomitare io stessa.
Infatti, cerco di evitare persone che stanno male o hanno vomitato (questo poi mi ha portato anche all'ipocondria che poi in seguito vi spiegherò meglio), mangio poco e leggero alla sera e ho una sorta di "orari" per la cena (se inizio cena dopo le 21.30 vado in panico), aspetto almeno 2.30-3 ore prima di andare a dormire/farmi la doccia per paura di sentirmi male, evito di mangiare cibi troppo pesanti (ho smesso di mangiare peperoni, cose fritte, melanzane, latte e tanti altri cibi), evito viaggi in aereo o barca (o se sono obbligata sto con l'ansia durante tutto il tragitto), evito di "guardare" il gabinetto (lo so, può sembrare buffo ma non lo è) per paura di vomitarci dentro, prendo tutte le sere o prima di fare determinati viaggi o altre cose la citrosodina (che è diventata ora come una sorta di "droga" per me), controllo più volte i cibi e la loro data di scadenza (anche se scade fra 2 giorni io lo butto), quando vado a dormire mi stendo sempre sul lato sinistro perchè avevo letto la notizia che stimola la digestione, ho smesso di mangiare i cibi che mi hanno fatto star male (come pomodori, burrata, speck, latte, tomini e altri tipi di formaggi, i "cookies" al cioccolato, un certo tipo di yogurt e tanto altro), e in più prima di andare a mangiare in un posto controllo più volte le recensioni e vedo tra esse se vi sono stati degli episodi di intossicazioni alimentari.
Queste sono tutte le cose che ho/faccio.
Sono sintomo di emetofobia?
A me pare così.
Io so di avere questo problema, e vorrei risolverlo ma me lo sto impedendo da sola.
Ho paura a dirlo alle persone che mi stanno vicino, soprattutto alla mia famiglia (attualmente di questo mio problema ne è a conoscenza solo una persona).
Tutte le volte che ho avuto crisi, come la sera che vado in panico se mia madre non cucina prima delle 21.30, i miei genitori l'hanno sempre preso alla leggera pensando che avessi dei problemi seri e che sono pazza.
Quindi, non capirebbero.
Questo problema mi ha portato anche a soffrire di ipocondria...
Inoltre mi crea uno stato d'ansia con svariati sintomi: tachicardia, sudorazione, fiato corto, nausea, tremori e certe volte arrivo al pianto.
Io non so più che fare, questa condizione mi sta creando non pochi problemi soprattutto sociali.
Ringrazio chiunque abbia letto tutto questo.
Cosa mi consigliate di fare?
Da circa 10 anni soffro di emetofobia, almeno è quello che penso.
Mi spiego meglio: ho paura del vomito in sé, di vedere gli altri vomitare o di vomitare io stessa.
Infatti, cerco di evitare persone che stanno male o hanno vomitato (questo poi mi ha portato anche all'ipocondria che poi in seguito vi spiegherò meglio), mangio poco e leggero alla sera e ho una sorta di "orari" per la cena (se inizio cena dopo le 21.30 vado in panico), aspetto almeno 2.30-3 ore prima di andare a dormire/farmi la doccia per paura di sentirmi male, evito di mangiare cibi troppo pesanti (ho smesso di mangiare peperoni, cose fritte, melanzane, latte e tanti altri cibi), evito viaggi in aereo o barca (o se sono obbligata sto con l'ansia durante tutto il tragitto), evito di "guardare" il gabinetto (lo so, può sembrare buffo ma non lo è) per paura di vomitarci dentro, prendo tutte le sere o prima di fare determinati viaggi o altre cose la citrosodina (che è diventata ora come una sorta di "droga" per me), controllo più volte i cibi e la loro data di scadenza (anche se scade fra 2 giorni io lo butto), quando vado a dormire mi stendo sempre sul lato sinistro perchè avevo letto la notizia che stimola la digestione, ho smesso di mangiare i cibi che mi hanno fatto star male (come pomodori, burrata, speck, latte, tomini e altri tipi di formaggi, i "cookies" al cioccolato, un certo tipo di yogurt e tanto altro), e in più prima di andare a mangiare in un posto controllo più volte le recensioni e vedo tra esse se vi sono stati degli episodi di intossicazioni alimentari.
Queste sono tutte le cose che ho/faccio.
Sono sintomo di emetofobia?
A me pare così.
Io so di avere questo problema, e vorrei risolverlo ma me lo sto impedendo da sola.
Ho paura a dirlo alle persone che mi stanno vicino, soprattutto alla mia famiglia (attualmente di questo mio problema ne è a conoscenza solo una persona).
Tutte le volte che ho avuto crisi, come la sera che vado in panico se mia madre non cucina prima delle 21.30, i miei genitori l'hanno sempre preso alla leggera pensando che avessi dei problemi seri e che sono pazza.
Quindi, non capirebbero.
Questo problema mi ha portato anche a soffrire di ipocondria...
Inoltre mi crea uno stato d'ansia con svariati sintomi: tachicardia, sudorazione, fiato corto, nausea, tremori e certe volte arrivo al pianto.
Io non so più che fare, questa condizione mi sta creando non pochi problemi soprattutto sociali.
Ringrazio chiunque abbia letto tutto questo.
Cosa mi consigliate di fare?
Gentile utente,
ci dice: "Ho paura a dirlo alle persone che mi stanno vicino, soprattutto alla mia famiglia.."; ma Lei sa che la sua famiglia ha già capito che Lei qualche problema ce l'ha. Solo che, forse, non sa che fare; oppure ritiene che sia qualche Sua fissazione ..
" ..questa condizione mi sta creando non pochi problemi soprattutto sociali."
Sicuramente.
Ed è anche per questo che non può proseguire in questo modo.
"Cosa mi consigliate di fare?"
- parlare apertamente con i suoi familiari
- rivolgersi al suo medico di base; considerato che Lei ha 18 anni lo può fare in autonomia.
E dunque può metter in atto entrambe le indicazioni, oppure solo la seconda.
Sarà il medico di base a prescriverle una visita specialistica con il Servizio sanitario nazionale, per approfondire l'insieme di sintomi soprattutto psichici che lei presenta.
Se poi Lei frequenta una scuola superiore dove è presente l* Psicolog*, si rivolga a questo servizio.
Forse attraverso la sua richiesta "che fare?" Lei si attendeva qualche consiglio pratico, operativo, da mettere in atto subito.
Ma non è il caso di perdere tempo perché tali disturbi, come lei stessa avrà potuto vedere, nel tempo anziché risolversi si aggravano se non curati.
Siamo pronti a risponderle qui se avrà qualche ulteriore dubbio.
Ciao.
Dott. Brunialti
ci dice: "Ho paura a dirlo alle persone che mi stanno vicino, soprattutto alla mia famiglia.."; ma Lei sa che la sua famiglia ha già capito che Lei qualche problema ce l'ha. Solo che, forse, non sa che fare; oppure ritiene che sia qualche Sua fissazione ..
" ..questa condizione mi sta creando non pochi problemi soprattutto sociali."
Sicuramente.
Ed è anche per questo che non può proseguire in questo modo.
"Cosa mi consigliate di fare?"
- parlare apertamente con i suoi familiari
- rivolgersi al suo medico di base; considerato che Lei ha 18 anni lo può fare in autonomia.
E dunque può metter in atto entrambe le indicazioni, oppure solo la seconda.
Sarà il medico di base a prescriverle una visita specialistica con il Servizio sanitario nazionale, per approfondire l'insieme di sintomi soprattutto psichici che lei presenta.
Se poi Lei frequenta una scuola superiore dove è presente l* Psicolog*, si rivolga a questo servizio.
Forse attraverso la sua richiesta "che fare?" Lei si attendeva qualche consiglio pratico, operativo, da mettere in atto subito.
Ma non è il caso di perdere tempo perché tali disturbi, come lei stessa avrà potuto vedere, nel tempo anziché risolversi si aggravano se non curati.
Siamo pronti a risponderle qui se avrà qualche ulteriore dubbio.
Ciao.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 535 visite dal 17/01/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.
Consulti simili su ansia
Consulti su disturbi d'ansia
Altri consulti in psicologia
- Parlare a degli adulti dei loro errori in ambito genitoriale
- Ansia da prestazione: è normale e come affrontarla?
- Ansia, isolamento e futuro: terapia è sufficiente?
- Disagio in terapia: le espressioni della terapeuta compromettono il lavoro?
- Sessualità stravolta: aumento desiderio e attrazione per uomini (genitali).
- Dipendenza dagli orgasmi: è possibile?