Sono troppo sensibile?

Buongiorno, ho 29 anni e da 8 mesi sto frequentando un ragazzo della mia età, laureato in psicologia.
In diverse occasioni, mi ha detto che sono esagerata e troppo sensibile, che me la prendo per cose oggettivamente di poco conto.
Questo avviene soprattutto quando non apprezzo il suo modo di scherzare o di parlare.
Porto un paio di esempi:
Esempio 1: Una discussione ricorrente è dovuta al fatto che lui non fa sapere ai suoi colleghi/colleghe di lavoro di essere fidanzato.
Alcune colleghe ci provano con lui e lui ovviamente rifiuta, ma senza mai menzionare di essere fidanzato.
Lui si giustifica dicendo di essere riservato ma ammette che gli darebbe fastidio se fossi io a comportarmi così, quindi mi aveva promesso che lo avrebbe detto a qualcuno a lavoro.
Tuttavia, a distanza di mesi, non è cambiato niente.
L'ultima volta che ne abbiamo discusso, ho espresso in lacrime tutta la mia frustrazione per questo suo comportamento ma lui non prendeva sul serio ciò che dicevo e rideva.
Alla fine mi ha mandato lo screenshot di una conversazione, affermando di averlo detto a una collega.
Io ero sollevata all'inizio, ma poi ho scoperto che quella chat era in realtà con un'amica che già sapeva di me.
Questo mi ha ferita molto, mi sono sentita ridicolizzata e ritengo che abbia invalidato e sminuito i miei sentimenti.
Lui dice che era solo uno scherzo e che prendersela per questo è esagerato.

Esempio 2: Un giorno stavamo correndo in stazione per non perdere il treno e, mentre correvo, lui mi ha spinta.
Era solo uno scherzo e mi ha tenuta per non farmi cadere, quindi lì per lì ho riso.
Poi, con molta calma, gli ho chiesto se per favore poteva evitare di spingermi mentre correvo.
È già capitato in passato che per gioco mi abbia fatto male senza volerlo (morsi o colpi troppo forti da lasciare lividi) quindi preferirei evitare situazioni in cui potrebbe farmi male per sbaglio.
Anche in quell'occasione, mi ha subito dato dell'esagerata senza nemmeno cercare di capire il motivo della mia richiesta.

Ogni volta cerco di spiegargli il mio punto di vista in modo calmo, perché non si senta attaccato, ma alla fine mi viene sempre da piangere perché mi sembra che i miei sentimenti vengano costantemente invalidati.
Questo però rafforza la sua idea di me come persona "oggettivamente esagerata" e "troppo sensibile" e lo infastidisce molto.

Ora io sono portata a dubitare delle mie opinioni/emozioni, anche perché lui è psicologo quindi mi sembra che la sua opinione in merito contin di più.
Quindi vorrei un consiglio per capire se davvero sono io che me la prendo per cavolate e, se sì, come fare a migliorare su questo aspetto.

Grazie
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 232 6
Gentile ragazza,

una sensibilità intensa può portare, in certe situazioni, a fraintendere le intenzioni altrui, ma non è di per sé un difetto, anzi, ha anche molte potenzialità.

In particolare, è importante che le persone non la usino come pretesto per non considerare i suoi bisogni più profondi. Le intenzioni altrui possono anche essere buone, ma contano altresì gli effetti pratici delle stesse. Ad esempio, se un morso dato senza intenzione di far male le fa male, l'intenzione non neutralizza il male né il suo desiderio di non dover stare nuovamente male.
Se a lei non piacciono certi "scherzi", ha il diritto di rifiutare di subirli, e di esprimere il fatto che, appunto, non le piacciono. E che magari le danno la sensazione di non essere compresa. Uno scherzo è tale se diverte tutte le persone coinvolte, non solo chi lo fa.

"Ogni volta cerco di spiegargli il mio punto di vista in modo calmo, perché non si senta attaccato, ma alla fine mi viene sempre da piangere perché mi sembra che i miei sentimenti vengano costantemente invalidati."
In una relazione, è molto importante il sentirsi liberi di esprimere quello che si prova, sentendosi al sicuro. Se questo senso di sicurezza manca, il problema non è necessariamente (o solo) in chi non lo sente, ma può dipendere anche dalla relazione stessa, o dall'altra persona. E' auspicabile rifletterci insieme.
Da parte sua, un punto di partenza per provare a comprendere meglio la natura di quel senso di invalidazione potrebbe essere il cercare di capire se lo avverte solo col suo ragazzo, o anche con altre persone, se ci sono aspetti comuni tra le varie situazioni che lo elicitano, e quali suoi bisogni lei sente davvero non visti.
Inoltre, è solo lei a cercare di migliorare, o c'è reciprocità in questo?

Consideri anche che essere psicologi non rende "ineccepibili" nelle relazioni. In particolare, il coinvolgimento personale in una relazione profonda può rendere meno obiettivi anche noi.
In realtà nulla ci rende ineccepibili, ed è anche la consapevolezza di questo che ci porta a lavorare costantemente su noi stessi, anche nella professione.

Un cordiale saluto,

Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org

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