Attaccamento morboso
Buongiorno,
Mio figlio ha un attaccamento morboso verso un suo compagno di scuola.
Questo compagno si può dire esser stato il suo primo amichetto già dal nido ma da qualche tempo è palese l' insofferenza dello stesso nei confronti di mio figlio.
Nonostante lo dimostri costantemente con spintoni, urla e maltrattamenti, mio figlio è sempre lì a rincorrerlo e ad abbracciarlo.
Ai compleanni sta diventando un teatrino insopportabile in cui lui cerca di giocare solo con questo bimbo, questo bimbo che lo maltratta in continuazione e gli altri bambini che guardano questo spettacolo e lo prendono in giro.
Non so come comportarmi e chiedo aiuto a Voi.
Mio figlio ha un attaccamento morboso verso un suo compagno di scuola.
Questo compagno si può dire esser stato il suo primo amichetto già dal nido ma da qualche tempo è palese l' insofferenza dello stesso nei confronti di mio figlio.
Nonostante lo dimostri costantemente con spintoni, urla e maltrattamenti, mio figlio è sempre lì a rincorrerlo e ad abbracciarlo.
Ai compleanni sta diventando un teatrino insopportabile in cui lui cerca di giocare solo con questo bimbo, questo bimbo che lo maltratta in continuazione e gli altri bambini che guardano questo spettacolo e lo prendono in giro.
Non so come comportarmi e chiedo aiuto a Voi.
Gentilissimo,
non ci dice nulla dell'età e della storia del figlio.
Come risposta generale si può dire che ci può essere il periodo di "esclusività" nelle amicizie con i pari. Per quanto la riguarda dovrebbe dare a suo figlio opportunità di incontro e di socializzazione ad esempio attraverso lo sport o attività ludiche in cui suo figlio si possa sperimentare e aprire alla relazione con l'altro. Dopodiché può spiegare l'importanza di rispettare i confini e i tempi dell'altro, anche attraverso l'uso di storie (in biblioteca può trovare diversi libri).
Eventualmente un sostegno alla genitorialità con un professionista potrebbe aiutarla nel leggere e rispondere in modo adeguato ai comportamenti di suo figlio.
Cordialmente.
Dott. Mario Canovi.
non ci dice nulla dell'età e della storia del figlio.
Come risposta generale si può dire che ci può essere il periodo di "esclusività" nelle amicizie con i pari. Per quanto la riguarda dovrebbe dare a suo figlio opportunità di incontro e di socializzazione ad esempio attraverso lo sport o attività ludiche in cui suo figlio si possa sperimentare e aprire alla relazione con l'altro. Dopodiché può spiegare l'importanza di rispettare i confini e i tempi dell'altro, anche attraverso l'uso di storie (in biblioteca può trovare diversi libri).
Eventualmente un sostegno alla genitorialità con un professionista potrebbe aiutarla nel leggere e rispondere in modo adeguato ai comportamenti di suo figlio.
Cordialmente.
Dott. Mario Canovi.
Dr. Mario Canovi
Psicologo Psicoterapeuta a orientamento Psicoanalitico Interpersonale Umanistico individuale e di gruppo - Ipnologo
Trento - online
Utente
Egregio Dottore,
Mio figlio ha quasi 7 anni ed è autistico classificato "lieve" dall' età di circa 2,5 anni, anche se ora le strutture, sia pubbliche che private, che lo seguono, ritrattano sulla diagnosi, non ci stanno facendo capire molto in realtà, fa già atletica e il mercoledì musica. Tanti altri bambini lo cercano e vogliono giocare con lui ma è costantemente ossessionato da questo bimbo. Tante letture soprattutto da parte della madre e da me quando posso, io vivo lontano per lavoro.
Mio figlio ha quasi 7 anni ed è autistico classificato "lieve" dall' età di circa 2,5 anni, anche se ora le strutture, sia pubbliche che private, che lo seguono, ritrattano sulla diagnosi, non ci stanno facendo capire molto in realtà, fa già atletica e il mercoledì musica. Tanti altri bambini lo cercano e vogliono giocare con lui ma è costantemente ossessionato da questo bimbo. Tante letture soprattutto da parte della madre e da me quando posso, io vivo lontano per lavoro.
Gentilissimo,
la difficoltà nell'approcciarsi all'altro potrebbe essere riconducibile alla diagnosi. Rimangono valide le indicazioni precedenti (frequenza dei pari, letture) con l'aggiunta di rivolgersi con la stessa domanda alle strutture che seguono da tempo suo figlio e di conseguenza possono risponderle con maggiore contezza.
Alla luce del fatto che "non vi fanno capire molto" assume particolare rilevanza il supporto alla genitorialità che le ho indicato.
Cordialmente.
Dott. Mario Canovi.
la difficoltà nell'approcciarsi all'altro potrebbe essere riconducibile alla diagnosi. Rimangono valide le indicazioni precedenti (frequenza dei pari, letture) con l'aggiunta di rivolgersi con la stessa domanda alle strutture che seguono da tempo suo figlio e di conseguenza possono risponderle con maggiore contezza.
Alla luce del fatto che "non vi fanno capire molto" assume particolare rilevanza il supporto alla genitorialità che le ho indicato.
Cordialmente.
Dott. Mario Canovi.
Dr. Mario Canovi
Psicologo Psicoterapeuta a orientamento Psicoanalitico Interpersonale Umanistico individuale e di gruppo - Ipnologo
Trento - online
Utente
Chiarissimo
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 657 visite dal 18/03/2025.
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