Difficoltà ad amarmi e a credere in me stesso
Buonasera,
vorrei chiedere un parere su una situazione per me molto delicata e capire se possa essere utile intraprendere un percorso di supporto.
Ho difficoltà ad amare e ad accettare me stesso.
Mi sento spesso incapace e inferiore agli altri, come se loro fossero sempre più bravi di me.
Questo mi porta ad avere una bassa autostima e a ricercare costantemente approvazione, cercando di mostrarmi come una persona responsabile e affidabile.
Allo stesso tempo vivo male le battute su di me, anche quando so che sono scherzi, e ho la sensazione di essere continuamente osservato e giudicato.
Ho paura di mettermi in gioco: non riesco a concedermi il diritto di essere principiante e penso di dover essere già bravo in tutto.
Questo mi blocca, anche se dentro di me sento il desiderio di sperimentare cose nuove.
Un altro aspetto che pesa è il confronto con i miei coetanei (e perfino con ragazzi più piccoli): sento di avere meno esperienze e attività alle spalle, soprattutto in ambito sportivo.
I miei genitori, divorziati da quando ero piccolo, non hanno dato molta importanza allo sport, e io tendo a criticarli perché li percepisco sia iperprotettivi sia come se non fossero motivati non hanno attività da fare o che di solito i genitori vogliono trasmettere ai figli.
Soprattutto mio padre lo critico pesantemente perché a parte il lavoro lui ha perso tutte le sue passioni adesso passa i weekend sul divano e il resto del tempo lavora e non mai stato così presente o mi ha incoraggiato a sperimentare.
Penso che ciò abbia contribuito a sviluppare alcune paure, come il timore di farmi male anche in situazioni sicure (ad esempio in montagna, nonostante fossi imbragato, ho evitato percorsi più impegnativi per paura di cadere sia per paura di farmi male sia nel vedere la caduta come un errore).
Spesso vivo sensi di colpa legati al perdere tempo: se passo un pomeriggio senza fare nulla, anche se avrei energie, mi sento in colpa per non aver sfruttato il tempo in modo più produttivo.
Allo stesso tempo faccio fatica a trovare attività semplici e spontanee da fare in questo tempo libero: Oggi pensavo di colmare questo vuoto facendo una passeggiata però allo stesso tempo non mi ha entusiasmo o meglio fare questa attività senza una metà precisa mi destabilizzava come se dovessi uscire solo se dovessi fare qualcosa o andare da qualche parte.
Infine, non mi sono mai aperto completamente all’affettività, ad esempio non ho mai avuto una relazione.
Non lo vedo come un difetto, ma come una scelta: credo che finché non avrò imparato ad amare e accettare me stesso non sarò pronto ad amare un’altra persona.
Vorrei quindi capire come affrontare queste difficoltà e se un percorso psicologico possa aiutarmi a superare questi blocchi.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione
vorrei chiedere un parere su una situazione per me molto delicata e capire se possa essere utile intraprendere un percorso di supporto.
Ho difficoltà ad amare e ad accettare me stesso.
Mi sento spesso incapace e inferiore agli altri, come se loro fossero sempre più bravi di me.
Questo mi porta ad avere una bassa autostima e a ricercare costantemente approvazione, cercando di mostrarmi come una persona responsabile e affidabile.
Allo stesso tempo vivo male le battute su di me, anche quando so che sono scherzi, e ho la sensazione di essere continuamente osservato e giudicato.
Ho paura di mettermi in gioco: non riesco a concedermi il diritto di essere principiante e penso di dover essere già bravo in tutto.
Questo mi blocca, anche se dentro di me sento il desiderio di sperimentare cose nuove.
Un altro aspetto che pesa è il confronto con i miei coetanei (e perfino con ragazzi più piccoli): sento di avere meno esperienze e attività alle spalle, soprattutto in ambito sportivo.
I miei genitori, divorziati da quando ero piccolo, non hanno dato molta importanza allo sport, e io tendo a criticarli perché li percepisco sia iperprotettivi sia come se non fossero motivati non hanno attività da fare o che di solito i genitori vogliono trasmettere ai figli.
Soprattutto mio padre lo critico pesantemente perché a parte il lavoro lui ha perso tutte le sue passioni adesso passa i weekend sul divano e il resto del tempo lavora e non mai stato così presente o mi ha incoraggiato a sperimentare.
Penso che ciò abbia contribuito a sviluppare alcune paure, come il timore di farmi male anche in situazioni sicure (ad esempio in montagna, nonostante fossi imbragato, ho evitato percorsi più impegnativi per paura di cadere sia per paura di farmi male sia nel vedere la caduta come un errore).
Spesso vivo sensi di colpa legati al perdere tempo: se passo un pomeriggio senza fare nulla, anche se avrei energie, mi sento in colpa per non aver sfruttato il tempo in modo più produttivo.
Allo stesso tempo faccio fatica a trovare attività semplici e spontanee da fare in questo tempo libero: Oggi pensavo di colmare questo vuoto facendo una passeggiata però allo stesso tempo non mi ha entusiasmo o meglio fare questa attività senza una metà precisa mi destabilizzava come se dovessi uscire solo se dovessi fare qualcosa o andare da qualche parte.
Infine, non mi sono mai aperto completamente all’affettività, ad esempio non ho mai avuto una relazione.
Non lo vedo come un difetto, ma come una scelta: credo che finché non avrò imparato ad amare e accettare me stesso non sarò pronto ad amare un’altra persona.
Vorrei quindi capire come affrontare queste difficoltà e se un percorso psicologico possa aiutarmi a superare questi blocchi.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione
Ciao, grazie per aver condiviso in modo così chiaro e profondo quello che stai vivendo.
Quello che descrivi (insicurezza, paura di metterti in gioco, bassa autostima e difficoltà ad aprirti all’affettività) è un quadro comune nei giovani che non hanno avuto esperienze di sostegno alla sperimentazione e alla scoperta di sé durante l’infanzia e l’adolescenza.
Un percorso psicologico può essere molto utile: ti permetterebbe di esplorare le tue paure, capire le radici dei sensi di colpa e del confronto costante con gli altri, e sviluppare strategie concrete per aumentare autostima e fiducia in te stesso. Gradualmente potresti imparare a concederti il diritto di sbagliare, sperimentare nuove attività senza sentirti giudicato e aprirti alle relazioni senza pressione. Chiedere supporto non solo è appropriato, ma può trasformarsi in un’occasione concreta per costruire una maggiore sicurezza personale e imparare a vivere con più leggerezza e autonomia.
Resto a disposizione,
Quello che descrivi (insicurezza, paura di metterti in gioco, bassa autostima e difficoltà ad aprirti all’affettività) è un quadro comune nei giovani che non hanno avuto esperienze di sostegno alla sperimentazione e alla scoperta di sé durante l’infanzia e l’adolescenza.
Un percorso psicologico può essere molto utile: ti permetterebbe di esplorare le tue paure, capire le radici dei sensi di colpa e del confronto costante con gli altri, e sviluppare strategie concrete per aumentare autostima e fiducia in te stesso. Gradualmente potresti imparare a concederti il diritto di sbagliare, sperimentare nuove attività senza sentirti giudicato e aprirti alle relazioni senza pressione. Chiedere supporto non solo è appropriato, ma può trasformarsi in un’occasione concreta per costruire una maggiore sicurezza personale e imparare a vivere con più leggerezza e autonomia.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
La ringrazio molto per la sua risposta esaustiva. Come da lei consigliato mi sono già accordato con uno psicologo e tra qualche giorno avrò il primo incontro. Nell'attesa le voglio chiedere una curiosità, quando sono arrivato a concepire questo problema ho sempre cercato di risolverlo facendo ormai già da adulto più esperienze possibili che magari non ho mai eseguito. Anche se sinceramente un po' per la paura di lasciarmi andare e anche per paura di essere ormai in ritardo non sono mai riuscito a trovare grandi risultati o ad essere costante con l'impegno. Anche se in quest'ultimo punto è causato dagli impegni che sono legati alla studio. Sicuramente più gravosi di quelli di uno studente delle medie o delle elementari e quindi in quei momenti la mia costanza diminuiva drasticamente. Perché l'obbiettivo principale è ed è sempre stato lo studio, ambito dove, a parte in qualche materia come le lingue, ho sempre trovato grandissime soddisfazioni.
Quindi la domanda in sintesi è fare nuove attività esperienze con il supporto di uno specialista può aiutarmi concretamente oppure crede che posso migliorare ma non né uscirò mai?
La ringrazio per la disponibilità
Quindi la domanda in sintesi è fare nuove attività esperienze con il supporto di uno specialista può aiutarmi concretamente oppure crede che posso migliorare ma non né uscirò mai?
La ringrazio per la disponibilità
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 275 visite dal 13/09/2025.
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