Dubbi sull'orientamento: come gestire l'ansia e accettare il dubbio in una relazione.
Salve! scrivo per avere un primo consulto sulla mia situazione.
sono una ragazza di vent’anni premetto molto ansiosa, tendo a fissarmi molto e periodicamente su certe cose fino a quando queste non diventano un problema, può essere lo studio come il mio aspetto o, in questo caso, il mio orientamento sessuale.
mi sono sempre definita etero, ho sempre avuto le classiche cotte per i ragazzi ma ho avuto le prime esperienze piuttosto tardi.
gia anni fa durante il covid ho avuto dei mesi in cui ho iniziato a dubitare di essere etero, non ricordo bene com’è iniziata ma dalla mattina alla sera pensavo ossessivamente a ciò, passavo ore su internet a leggere articoli/esperienze di altri che mi facessero temporaneamente sentire meglio, ma poi la paura tornava.
non avevo purtroppo esperienze concrete a cui aggrapparmi che mi confermassero al 100% di essere etero, ma l’idea di un giorno futuro scoprire di essere attratta dalle ragazze mi terrorizzava e mi faceva stare male.
sono arrivata al punto di analizzare qualsiasi mio pensiero, testare come il mio corpo reagiva a qualsiasi stimolo.
col tempo è passato, avevo smesso di dare importanza a questi pensieri dando alla cosa il beneficio del dubbio.
ciò che mi preoccupa è che questi pensieri, che mai avrei pensato e voluto ritornassero, ora mi disturbano di nuovo, e cio che mi confonde è il fatto che siano riapparsi ora proprio quando sono in una relazione con un ragazzo che mi piace e mi soddisfa sessualmente.
giustamente ci sono degli alti e bassi, forse proprio quando ho iniziato a realizzare che non sono presa allo stesso modo in cui è preso lui, nella mia testa hanno iniziato ad esserci questi pensieri intrusivi.
una cosa che mi ha sempre fatto sentire sotto sotto meno etero rispetto agli standard è il fatto che nonostante i rapporti con il mio ragazzo mi eccitino molto, quando sono da sola faccio riferimento quasi esclusivamente a video di solo donne.
so che è parecchio diffusa questa cosa anche tra donne etero ma per me è sempre stato cosi, non sono mai stata indifferente diciamo a due donne insieme sotto una luce sessuale.
pero la cosa si è sempre fermata li, ad esempio il corpo femminile in se non mi provoca piacere, certo in questi periodi di costante ansia metto in discussione tutto, mi immagino costantemente scenari e ultimamente mi dico beh se non vivi il pensiero con ansia vuol dire che hai gia accettato di scoprire di essere bisessuale/lesbica in futuro.
sono molto introspettiva, so che non fa bene fissarmi cosi a prescindere che possa essere vero o meno, ma non posso fare a meno di vivermi male la cosa, di pensarci ogni giorno, di stare ore su internet a volte peggiorando la situazione.
e questa cosa inizia ad avere riscontri negativi sulla mia relazione, perche ogni tanto rimugino molto su cio che mi fa o non mi fa provare stare con lui, e noto che quando sono nervosa e ansiosa divento automaticamente rigida e mi chiudo.
vorrei solo imparare ad accettare il dubbio.
grazie mille in anticipo
sono una ragazza di vent’anni premetto molto ansiosa, tendo a fissarmi molto e periodicamente su certe cose fino a quando queste non diventano un problema, può essere lo studio come il mio aspetto o, in questo caso, il mio orientamento sessuale.
mi sono sempre definita etero, ho sempre avuto le classiche cotte per i ragazzi ma ho avuto le prime esperienze piuttosto tardi.
gia anni fa durante il covid ho avuto dei mesi in cui ho iniziato a dubitare di essere etero, non ricordo bene com’è iniziata ma dalla mattina alla sera pensavo ossessivamente a ciò, passavo ore su internet a leggere articoli/esperienze di altri che mi facessero temporaneamente sentire meglio, ma poi la paura tornava.
non avevo purtroppo esperienze concrete a cui aggrapparmi che mi confermassero al 100% di essere etero, ma l’idea di un giorno futuro scoprire di essere attratta dalle ragazze mi terrorizzava e mi faceva stare male.
sono arrivata al punto di analizzare qualsiasi mio pensiero, testare come il mio corpo reagiva a qualsiasi stimolo.
col tempo è passato, avevo smesso di dare importanza a questi pensieri dando alla cosa il beneficio del dubbio.
ciò che mi preoccupa è che questi pensieri, che mai avrei pensato e voluto ritornassero, ora mi disturbano di nuovo, e cio che mi confonde è il fatto che siano riapparsi ora proprio quando sono in una relazione con un ragazzo che mi piace e mi soddisfa sessualmente.
giustamente ci sono degli alti e bassi, forse proprio quando ho iniziato a realizzare che non sono presa allo stesso modo in cui è preso lui, nella mia testa hanno iniziato ad esserci questi pensieri intrusivi.
una cosa che mi ha sempre fatto sentire sotto sotto meno etero rispetto agli standard è il fatto che nonostante i rapporti con il mio ragazzo mi eccitino molto, quando sono da sola faccio riferimento quasi esclusivamente a video di solo donne.
so che è parecchio diffusa questa cosa anche tra donne etero ma per me è sempre stato cosi, non sono mai stata indifferente diciamo a due donne insieme sotto una luce sessuale.
pero la cosa si è sempre fermata li, ad esempio il corpo femminile in se non mi provoca piacere, certo in questi periodi di costante ansia metto in discussione tutto, mi immagino costantemente scenari e ultimamente mi dico beh se non vivi il pensiero con ansia vuol dire che hai gia accettato di scoprire di essere bisessuale/lesbica in futuro.
sono molto introspettiva, so che non fa bene fissarmi cosi a prescindere che possa essere vero o meno, ma non posso fare a meno di vivermi male la cosa, di pensarci ogni giorno, di stare ore su internet a volte peggiorando la situazione.
e questa cosa inizia ad avere riscontri negativi sulla mia relazione, perche ogni tanto rimugino molto su cio che mi fa o non mi fa provare stare con lui, e noto che quando sono nervosa e ansiosa divento automaticamente rigida e mi chiudo.
vorrei solo imparare ad accettare il dubbio.
grazie mille in anticipo
Gentilissima,
la situazione descritta riguarda un'intensa angoscia legata al dubbio sul proprio orientamento sessuale, accompagnata da pensieri ossessivi e comportamenti di ricerca di conferme. Questo processo è tipico dei disturbi d'ansia.
Il dubbio innesca ansia, che porta a pensieri intrusivi e comportamenti ripetitivi (ricerca online, auto-analisi). Questi comportamenti, paradossalmente, tendono a mantenere o peggiorare l'ansia e l'ossessione, creando un circolo vizioso.
L'auto-analisi e i tentativi di "testare" le proprie reazioni fisiche sono forme di controllo mentale, spesso tipiche dell'ansia ossessiva.
Tenga presente che l'orientamento sessuale è uno spettro, non una categoria rigida. L'idea di dover etichettarsi completamente può essere fonte di stress. Imparare ad accettare il dubbio, anziché cercare una risposta definitiva, è fondamentale.
D'altra parte l'ansia e le ruminazioni riguardanti l'orientamento sessuale stanno influenzando negativamente la sua relazione ed è importante affrontare queste preoccupazioni per poter vivere la relazione in modo più sereno.
Di conseguenza, accettando di non aver subito le risposte poiché l'orientamento sessuale può evolvere nel tempo, è importante concentrarsi nel qui e ora riducendo gradualmente la ricerca online e l'autoanalisi.
Si rivolga ad un professionista che potrà aiutarla a convivere con i pensieri senza che ne sia sopraffatta o senza che questi controllino azioni e umore.
Cordialmente,
Mario Canovi.
la situazione descritta riguarda un'intensa angoscia legata al dubbio sul proprio orientamento sessuale, accompagnata da pensieri ossessivi e comportamenti di ricerca di conferme. Questo processo è tipico dei disturbi d'ansia.
Il dubbio innesca ansia, che porta a pensieri intrusivi e comportamenti ripetitivi (ricerca online, auto-analisi). Questi comportamenti, paradossalmente, tendono a mantenere o peggiorare l'ansia e l'ossessione, creando un circolo vizioso.
L'auto-analisi e i tentativi di "testare" le proprie reazioni fisiche sono forme di controllo mentale, spesso tipiche dell'ansia ossessiva.
Tenga presente che l'orientamento sessuale è uno spettro, non una categoria rigida. L'idea di dover etichettarsi completamente può essere fonte di stress. Imparare ad accettare il dubbio, anziché cercare una risposta definitiva, è fondamentale.
D'altra parte l'ansia e le ruminazioni riguardanti l'orientamento sessuale stanno influenzando negativamente la sua relazione ed è importante affrontare queste preoccupazioni per poter vivere la relazione in modo più sereno.
Di conseguenza, accettando di non aver subito le risposte poiché l'orientamento sessuale può evolvere nel tempo, è importante concentrarsi nel qui e ora riducendo gradualmente la ricerca online e l'autoanalisi.
Si rivolga ad un professionista che potrà aiutarla a convivere con i pensieri senza che ne sia sopraffatta o senza che questi controllino azioni e umore.
Cordialmente,
Mario Canovi.
Dr. Mario Canovi
Psicologo Psicoterapeuta a orientamento Psicoanalitico Interpersonale Umanistico individuale e di gruppo - Ipnologo
Trento - online
Risposta creata con il supporto di Medicitalia.AI
👍🏻La Dr.ssa Potenza concorda con la risposta.
Gentile utente,
lei parla di "primo consulto"; presumo quindi che per questi pensieri che a periodi assumono caratteri ossessivi non ha consultato un* psicolog*.
Se lo avesse fatto si sarebbe verificata una di queste ipotesi:
- sarebbe stata informata sul fatto che i pensieri di tipo ossessivo, specie nell'adolescenza, possono presentarsi senza rivestire carattere patologico;
- oppure lo specialista avrebbe valutato, tramite test e colloquio clinico, che questi suoi pensieri hanno un'intensità, una durata e una permanenza tali da richiedere un percorso di cura.
La sua email mi dà l'occasione per ricordare a tutti quelli che ci leggono che un colloquio psicologico risulta opportuno -come qualunque visita medica di controllo- specialmente nei momenti di passaggio della vita, o in presenza di disagi ricorrenti della sfera cognitiva, emotiva, comportamentale.
Un tempo andare dallo psicologo implicava avere dei disturbi gravi, oggi la psicologia aiuta a vivere meglio, specie perché le regole del vivere sono sfumate e in quasi nessuna famiglia vengono più trasmesse.
L'individuo è a rischio di vivere in una condizione di anomia destabilizzante, in cui l'unico imperativo è quello di essere felice a tutti i costi tramite consumi imposti (anche l'attività sessuale ha assunto questo carattere), all'inseguimento spasmodico di una generica felicità.
Nella sua email si vede la genesi dei suoi pensieri disturbanti: l'adolescenza, l'isolamento indotto da cause ansiogene (il covid), la tendenza alla riflessione che si colora di dubbi e assume il carattere di una fobia che la spaventa ma anche la distrae da altre paure.
La domanda: "E se fossi lesbica?" tiene a bada le ben più devastanti, ingestibili paure sollecitate ogni giorno dai bollettini di morti per covid.
La pandemia viene debellata, ma la sua tendenza a rifugiarsi in questa paura "vicaria" torna di fronte ad una nuova fase della vita: l'incontro con un partner che la mette davanti alla costruzione di un rapporto adulto con tutte le sue asperità, gli "alti e bassi" che cita; infatti "quando ho iniziato a realizzare che non sono presa allo stesso modo in cui è preso lui, nella mia testa hanno iniziato ad esserci questi pensieri intrusivi".
Ma lei non sa quanto sia preso lui; vede solo le manifestazioni esteriori di un sentimento e di un'attrazione più intensi dei suoi, disparità piuttosto comune nella relazione tra un uomo e una donna, condizione che passati i primi mesi spesso si capovolge.
A completare i suoi timori "quando sono da sola faccio riferimento quasi esclusivamente a video di solo donne".
Qui si potrebbe aprire un vasto capitolo sulla masturbazione stimolata da video, ma le suggerirò soltanto che vedere l'eccitazione e i comportamenti sessuali di altre donne potrebbe semplicemente ampliare la gamma di esperienze della sua femminilità.
Ed eccoci ai caratteri dell'ossessività: dopo aver avuto paura di poter essere lesbica (ma crede davvero che chi prova piacere nelle fantasie omosessuali ne abbia paura?) comincia a spaventarsi del contrario, ossia di non avere più ansie al riguardo, perché interpreta questo nuovo stato d'animo come un'accettazione della sua omosessualità.
A questo punto lei lo alimenta: "non posso fare a meno di vivermi male la cosa, di pensarci ogni giorno, di stare ore su internet a volte peggiorando la situazione".
Guarda caso, tutto questo si ritorce negativamente sulla sua relazione... e viceversa.
In pratica, quando qualcosa rischia di distruggere l'idealizzazione, se deve prendere atto di una realtà che teme possa essere dolorosa, faticosa o deludente, torna a rifugiarsi nel pensiero ossessivo al quale si è abituata con un lungo allenamento.
Per fortuna lei conclude con una frase che testimonia il suo buonsenso: "vorrei solo imparare ad accettare il dubbio".
Esatto, questa è la meta a cui tendere. I metodi potrà trovarli da sola, o assieme ad un* psicolog*.
Auguri.
lei parla di "primo consulto"; presumo quindi che per questi pensieri che a periodi assumono caratteri ossessivi non ha consultato un* psicolog*.
Se lo avesse fatto si sarebbe verificata una di queste ipotesi:
- sarebbe stata informata sul fatto che i pensieri di tipo ossessivo, specie nell'adolescenza, possono presentarsi senza rivestire carattere patologico;
- oppure lo specialista avrebbe valutato, tramite test e colloquio clinico, che questi suoi pensieri hanno un'intensità, una durata e una permanenza tali da richiedere un percorso di cura.
La sua email mi dà l'occasione per ricordare a tutti quelli che ci leggono che un colloquio psicologico risulta opportuno -come qualunque visita medica di controllo- specialmente nei momenti di passaggio della vita, o in presenza di disagi ricorrenti della sfera cognitiva, emotiva, comportamentale.
Un tempo andare dallo psicologo implicava avere dei disturbi gravi, oggi la psicologia aiuta a vivere meglio, specie perché le regole del vivere sono sfumate e in quasi nessuna famiglia vengono più trasmesse.
L'individuo è a rischio di vivere in una condizione di anomia destabilizzante, in cui l'unico imperativo è quello di essere felice a tutti i costi tramite consumi imposti (anche l'attività sessuale ha assunto questo carattere), all'inseguimento spasmodico di una generica felicità.
Nella sua email si vede la genesi dei suoi pensieri disturbanti: l'adolescenza, l'isolamento indotto da cause ansiogene (il covid), la tendenza alla riflessione che si colora di dubbi e assume il carattere di una fobia che la spaventa ma anche la distrae da altre paure.
La domanda: "E se fossi lesbica?" tiene a bada le ben più devastanti, ingestibili paure sollecitate ogni giorno dai bollettini di morti per covid.
La pandemia viene debellata, ma la sua tendenza a rifugiarsi in questa paura "vicaria" torna di fronte ad una nuova fase della vita: l'incontro con un partner che la mette davanti alla costruzione di un rapporto adulto con tutte le sue asperità, gli "alti e bassi" che cita; infatti "quando ho iniziato a realizzare che non sono presa allo stesso modo in cui è preso lui, nella mia testa hanno iniziato ad esserci questi pensieri intrusivi".
Ma lei non sa quanto sia preso lui; vede solo le manifestazioni esteriori di un sentimento e di un'attrazione più intensi dei suoi, disparità piuttosto comune nella relazione tra un uomo e una donna, condizione che passati i primi mesi spesso si capovolge.
A completare i suoi timori "quando sono da sola faccio riferimento quasi esclusivamente a video di solo donne".
Qui si potrebbe aprire un vasto capitolo sulla masturbazione stimolata da video, ma le suggerirò soltanto che vedere l'eccitazione e i comportamenti sessuali di altre donne potrebbe semplicemente ampliare la gamma di esperienze della sua femminilità.
Ed eccoci ai caratteri dell'ossessività: dopo aver avuto paura di poter essere lesbica (ma crede davvero che chi prova piacere nelle fantasie omosessuali ne abbia paura?) comincia a spaventarsi del contrario, ossia di non avere più ansie al riguardo, perché interpreta questo nuovo stato d'animo come un'accettazione della sua omosessualità.
A questo punto lei lo alimenta: "non posso fare a meno di vivermi male la cosa, di pensarci ogni giorno, di stare ore su internet a volte peggiorando la situazione".
Guarda caso, tutto questo si ritorce negativamente sulla sua relazione... e viceversa.
In pratica, quando qualcosa rischia di distruggere l'idealizzazione, se deve prendere atto di una realtà che teme possa essere dolorosa, faticosa o deludente, torna a rifugiarsi nel pensiero ossessivo al quale si è abituata con un lungo allenamento.
Per fortuna lei conclude con una frase che testimonia il suo buonsenso: "vorrei solo imparare ad accettare il dubbio".
Esatto, questa è la meta a cui tendere. I metodi potrà trovarli da sola, o assieme ad un* psicolog*.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 324 visite dal 07/11/2025.
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